Il film è ben fatto, ben diretto. La Buy è un bel personaggio, la mamma adorabile ma su tutti spicca la bravura e la simpatia di Turturro. Il film sancisce la notevole maturazione di Moretti che qui si limita a ritagliarsi il ruolo dimesso del figlio peraltro esempio di amore filiale. Margherita è regista impegnata, non travolta dal successo, non impegnata in una vita distratta da vuoti impegni mondani. Fa film impegnati ed è mamma preoccupata degli studi della figlia. ,Assiste la mamma con tutto l'amore e la dedizione che le è possibile. Insomma uno spaccato di vita vera senza mistificazioni, di gente perbene con cui molti di noi si possono identificare. E tuttavia tutti sono stressati, ripiegati , stanchi. Turturro vuole uscire dalla mimesi cinematografica e vorrebbe vivere una vita all'insegna della verità. Moretti lascia il lavoro dim ingegnere senza progetti per il suo futuro. Margherita, separata, ha una nuova vita privata sulla quale non ha tempo di soffermarsi e al momento opportuno il compagno , recentemente lasciato, le rimprovera un vita affettiva disasttenta. Tutte queste vite hanno in comune un forte senso di dignità di correttezza cresciute ed educate coltivando il piacere della conoscenza grazie anche a una mamma che lascia un ricordo di sè .
Certamente rimane una lettura del nostro tempo molto problematica, che non lprefigura orizzonti densi di grandi speranze. Induce a una riflessione molto discreta ma estremamente significativa. Il film ha una sua eleganza che non balza immediatamente agli occhi ma alla quale si arriva con pacata riflessione. Ognuno è invitato a interrogarsi sul senso delle proprie vite e le risposte possono essere non sempre piacevoli.
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