Mia madre |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Beatrice Mancini (I), Stefano Abbati.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 106 min.
- Italia, Francia, Germania 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 16 aprile 2015.
MYMONETRO
Mia madre
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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UNA MADRE DI TUTTIdi ROBERT EROICAFeedback: 9266 | altri commenti e recensioni di ROBERT EROICA |
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venerdì 17 aprile 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A Nanni Moretti presidente di Giuria in un recente Festival del Cinema di Cannes, deve essere molto piaciuto ” Amour” di Michael Haneke. E infatti, al di là del dato biografico che sta a monte di “Mia madre”, certi spunti della pellicola, specie la giustapposizione del piano realistico con quello onirico, sembrano una modulazione personale della Palma d’oro austriaca. Detto questo, l’ultima opera di Moretti restituisce un regista in ottima forma che sa rendere ecumenico una narrazione che poteva facilmente cadere preda del patetismo e del compiacimento maso-solipsistico. In realtà la vicenda di una matriarca in fin di vita, accudita amorevolmente da due fratelli, una regista e un ingegnere che si alternano al capezzale, tocca corde universali e mantiene corta la briglia del fazzoletto. Passata la soglia delle sessanta candeline, Nanni ha smesso i panni del Savonarola laico che moralizza criticandola la società in cui è costretto a vivere. Non si pone più come “ousider” che si relega ai margini e che, chiamato in causa, impazzisce (come i memorabili protagonisti di “Bianca”,“La messa è finita” e “Palombella rossa). E’ divenuto piuttosto figura di un paesaggio umano pienamente assimilato. E’ ora un fratello, più che un figlio ribelle. Già “Caro diario” era l’addio agli anni Ottanta di Michele Apicella, il tramonto definitivo della maschera che lasciava campo all’uomo Moretti, come hanno testimoniato da lì a poco “Aprile”, “La stanza del figlio”, “Il Caimano. E, a parte “Habemus papam” (un film sbagliato, la cui profezia poco importa che si sia di fatto avverata) “Mia madre” continua su questa strada. Che non è detto sia più interessante della prima, anzi. Ma lascia intravvedere sprazzi di cinema bellissimi, come il sogno di Margherita di fronte alla fila infinita che attende la proiezione di “Il cielo sopra Berlino” di Wenders. Lì, come in tutti i sogni che non possono morire, l’uomo e la donna ritrovano tutte le loro età e, tra il pubblico, il volto indelebile di una persona tra le tante, la loro madre. Robert Eroica
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