Mia madre |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Beatrice Mancini (I), Stefano Abbati.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 106 min.
- Italia, Francia, Germania 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 16 aprile 2015.
MYMONETRO
Mia madre
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Mia madre, ovvero la maturità del registadi no_dataFeedback: 311 |
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lunedì 4 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Era un mercoledì pomeriggio quando sono andata al cinema. La sala era completamente deserta. E' quasi come essere sul divano di casa, con il vantaggio dello schermo gigante. Dopo la canonica lunghissima mezz'ora di pubblicità è iniziato il film. Scena iniziale: corteo di manifestanti fuori da una fabbrica, con tanto di polizia che prende a manganellate i lavoratori in protesta. Da subito si nota una certa falsità nei colpi, troppo delicati, gesti ampi e non incisivi. Infatti poco dopo si vede una troupe cinematografica, capitanata da Margherita (Margherita Buy), la regista del film nel film. Lei è nervosa, insoddisfatta, critica la scelta dell'aiuto regista di usare un'inquadratura molto stretta sulla folla. Poco dopo si capisce la causa dello stress di Margherita: l'anziana madre è in ospedale, morente. L'ospedale e il set sono i luoghi fondamentali del film, così come probabilmente lo sono stati per Moretti in quel periodo, durante il quale stava montando il suo penultimo film, 'Habemus Papam'. Dopo essere stato il protagonista di quasi tutte le sue pellicole, questa volta Moretti decide di lasciare la scena ad una bravissima Margherita Buy; appare infatti nel ruolo di fratello di Margherita, una sorta di alter ego pragmatico e razionale, quasi distaccato e invisibile. Il film si concentra sulla dicotomia lavoro-famiglia, inconciliabili quando si affronta la malattia di un genitore. La famiglia è composta dal fratello, dalla figlia adolescente con problemi in latino (la materia che la nonna ha insegnato per tutta la vita), l'ex marito e un compagno, figura marginale ma che le permette ad un certo punto di comprendere alcune cose di sé, in quanto la protagonista per tutto il film è incapace di analizzare la situazione con realismo e di separare le due sfere, e soprattutto di abbandonare un progetto fin da subito complicato e melmoso. Due parole mi sovvengono pensando al film: distrazione e inadeguatezza. La distrazione principale è sicuramente il film da girare, il quale prosegue fra innumerevoli difficoltà, una su tutte Barry (un esilarante John Turturro), il famoso attore americano che interpreta il nuovo proprietario della fabbrica. Barry è la causa del ritardo nella produzione: non ricorda le battute, si lamenta continuamente, è distratto; però incarna anche la distrazione positiva, grazie al suo buonumore fuori dal set e alla sua irrefrenabile voglia di scherzare e raccontare storielle divertenti, come quella sulla sua fantomatica collaborazione con Stanley Kubrick. L'inadeguatezza è invece il tema principale del film, intesa come rifiuto della morte, come insicurezza, come rabbia e frustrazione di fronte ad un evento naturale ma inaccettabile. Margherita non riesce a rassegnarsi di fronte all'inevitabile, nonostante la diagnosi dei medici, e si comporta come un'adolescente, molto più di sua figlia. Le crisi di pianto, il trasferimento a casa della madre, gli sfoghi sul lavoro, fanno parte del comportamento irrazionale tipico di molte persone di fronte alla perdita della figura di riferimento. Moretti è riuscito a rappresentare perfettamente il limbo surreale nel quale si trovano tutte le persone coinvolte, grazie anche ai numerosi primi piani sul volto piangente di Margherita, che, anche solo attraverso lo sguardo, trasmette l'insostenibile inadeguatezza del genere umano di fronte alla morte.
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