Questa volta non volevo scrivere una recensione, ma criticare il film solo con le foto che mi ritraggono all'uscita del cinema, supponendo che il mio volto, ancora intriso di emozioni, bastasse a descrivere il mio stato d'animo, senza tradurre in parole le inevitabili riflessioni. Proprio perchè il tema è doloroso, profondo, importante, ancestrale, angosciante, disperante, ineluttabile. Ma un vecchio amico mi stimola a scriverne. E cosí sia.
Questo film di Nanni Moretti ci fa riflettere tutti. Chi c'è passato, chi ci sta passando, chi ci passerà, e lo stile del regista va dritto allo scopo come un pugno nello stomaco, contornato da mille sfumature di dolore e di vita. Solo chi ha avuto la "fortuna" di non passarci, andando via prima, si è risparmiato il dolore più devastante del mondo. La morte di una madre.
Ma il maestro, che non è nuovo ai temi tragici, come uno speleologo dell'umano dolore, già ne "La stanza del figlio" era sceso con la macchina da presa ad esplorare le indicibili sofferenze causate dalla perdita di un figlio. In questo "Mia madre" raffina la sua arte filmica, mescolando il dramma con la commedia, adoperando l'intensa maschera di John Turturro per incastonare la storia con godibili sequenze di un film girato nel film. E con la ricorrente presenza della sua musa, una più che mai sensibile e intorcinata Margherita Buy, questa volta nel duplice ruolo di sorella e regista di film socialmente impegnati. La tragicomica autoironia é sempre una delle cifre vincenti di Moretti, insieme alla scelta degli attori e sopratutto delle parti femminili, con una mirabile Giulia Lazzarini, sublime nel ruolo della madre morente. Ottimo Film.
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