goldy
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venerdì 17 aprile 2015
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grande
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Il film è ben fatto, ben diretto. La Buy è un bel personaggio, la mamma adorabile ma su tutti spicca la bravura e la simpatia di Turturro. Il film sancisce la notevole maturazione di Moretti che qui si limita a ritagliarsi il ruolo dimesso del figlio peraltro esempio di amore filiale. Margherita è regista impegnata, non travolta dal successo, non impegnata in una vita distratta da vuoti impegni mondani. Fa film impegnati ed è mamma preoccupata degli studi della figlia. ,Assiste la mamma con tutto l'amore e la dedizione che le è possibile. Insomma uno spaccato di vita vera senza mistificazioni, di gente perbene con cui molti di noi si possono identificare.
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Il film è ben fatto, ben diretto. La Buy è un bel personaggio, la mamma adorabile ma su tutti spicca la bravura e la simpatia di Turturro. Il film sancisce la notevole maturazione di Moretti che qui si limita a ritagliarsi il ruolo dimesso del figlio peraltro esempio di amore filiale. Margherita è regista impegnata, non travolta dal successo, non impegnata in una vita distratta da vuoti impegni mondani. Fa film impegnati ed è mamma preoccupata degli studi della figlia. ,Assiste la mamma con tutto l'amore e la dedizione che le è possibile. Insomma uno spaccato di vita vera senza mistificazioni, di gente perbene con cui molti di noi si possono identificare. E tuttavia tutti sono stressati, ripiegati , stanchi. Turturro vuole uscire dalla mimesi cinematografica e vorrebbe vivere una vita all'insegna della verità. Moretti lascia il lavoro dim ingegnere senza progetti per il suo futuro. Margherita, separata, ha una nuova vita privata sulla quale non ha tempo di soffermarsi e al momento opportuno il compagno , recentemente lasciato, le rimprovera un vita affettiva disasttenta. Tutte queste vite hanno in comune un forte senso di dignità di correttezza cresciute ed educate coltivando il piacere della conoscenza grazie anche a una mamma che lascia un ricordo di sè .
Certamente rimane una lettura del nostro tempo molto problematica, che non lprefigura orizzonti densi di grandi speranze. Induce a una riflessione molto discreta ma estremamente significativa. Il film ha una sua eleganza che non balza immediatamente agli occhi ma alla quale si arriva con pacata riflessione. Ognuno è invitato a interrogarsi sul senso delle proprie vite e le risposte possono essere non sempre piacevoli.
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[+] che delusione......
(di maya 51)
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[+] che noia
(di ivonne)
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[+] 106 minuti di banalità
(di giobonraz)
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[+] ma che film hai visto???
(di maracaibo)
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foffola40
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venerdì 17 aprile 2015
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ricordo di una madre
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ottimi gli attori, splendida Giulia Lazzarini, ma anche gli altri giusti nel loro ruolo. La sceneggiatura non è sublime perchè la quotidianità non lo è. La vicenda della fine di una madre, molto amata, per chi l'ha vissuta è fatta proprio di quell'andirivieni di dolore e di speranza senza concretezza che accompagna gli ultimi tempi della vita di una persona.
La figlia, Margherita Buy, è forse esageratamente fuori di testa nei comportamenti ma è evidente che il suo dolore lo vive così, il fratello Giovanni (moretti) è consapevole della impossibilità di miglioramento della madre tanto che si assenta a lungo dal lavoro per starle vicino, persino le prepara il cibo per evitarle quello dell'ospedale.
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ottimi gli attori, splendida Giulia Lazzarini, ma anche gli altri giusti nel loro ruolo. La sceneggiatura non è sublime perchè la quotidianità non lo è. La vicenda della fine di una madre, molto amata, per chi l'ha vissuta è fatta proprio di quell'andirivieni di dolore e di speranza senza concretezza che accompagna gli ultimi tempi della vita di una persona.
La figlia, Margherita Buy, è forse esageratamente fuori di testa nei comportamenti ma è evidente che il suo dolore lo vive così, il fratello Giovanni (moretti) è consapevole della impossibilità di miglioramento della madre tanto che si assenta a lungo dal lavoro per starle vicino, persino le prepara il cibo per evitarle quello dell'ospedale. Molto tenera la cura del figlio che accudisce la madre come una bambina e infatti in queste circostanze si invertono completamente i ruoli. Le suggestioni psicologiche sono perfette , certo è un film "tosto" non il migliore di Moretti: un omaggio ad una madre molto amata e non dimenticata foffola40
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[+] gli operai con le sopracciglia rifatte e le unghie
(di maggie69)
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[+] mia madre per sempre
(di maria luce donadei )
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hector bucciottus
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martedì 28 aprile 2015
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mia madre world's first "black hole" recipient
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Mia Madre: World's First recipient of a "Black Hole" award
Ihave decided to create a new award system for films - commencing with those films currently being produced in Italy - which more accurately reflects reality and as an antidote to the current "Star" rating system. The "Black Hole" rating system is aimed at everyone associated with the production of the particular film - producer, director, actors, scriptwriter - and also includes the group or organisation that provided the funding. The media critics who helped promote the film and determine the allocated "Star" rating, also come under scrutiny.
Mia Madre is a film of 106 minutes whch appears to have been scripted by a group of damaged femenists from a women's collective which, most likely, gets its funding directly from the Government or at least from a State-funded committee.
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Mia Madre: World's First recipient of a "Black Hole" award
Ihave decided to create a new award system for films - commencing with those films currently being produced in Italy - which more accurately reflects reality and as an antidote to the current "Star" rating system. The "Black Hole" rating system is aimed at everyone associated with the production of the particular film - producer, director, actors, scriptwriter - and also includes the group or organisation that provided the funding. The media critics who helped promote the film and determine the allocated "Star" rating, also come under scrutiny.
Mia Madre is a film of 106 minutes whch appears to have been scripted by a group of damaged femenists from a women's collective which, most likely, gets its funding directly from the Government or at least from a State-funded committee. The script was unoriginal, superficial, totally without any redeeming features and, of course, entirely politically correct; it appeared to have been hasdtily thrown together at the last minute, probably to use up the current round of State-funding available to the producers and scriptwriters. Maybe there was also another, higher motive, creating work for some unemployed production and acting "talent"?
The acting was neither credible or inspiring. Moretti was in his element, playing non-other than Moretti! Margherita Buy was not much better giving a plodding and entirely predictable performance. To be fair to Buy and in her defence, she was having to deal with an appalling script.
Nanni, in the future, I suggest that you do not accept every idea for a film or banal script that comes your way......I am assuming that the "inspiration" for the film was not your idea, Nanni? Nanni?
Moretti's direction was formulaic and lacklustre, but under the circumstances and given the nature of the material, it was adequate.
My greatest ire is reserved for the "critic" Dario Zonta who awarded the film 4 Stars. I am unsure whether his delusional state was due to the accidental exposure of some mind altering substances or, in fact, he and I saw entirely different films. By rating this film with 4 Stars, he is committing a fraud upon the general public(people like you and me) who do not deserve to pay hard-earned money to be deceived. I trust and assume that Mr Zonta in no way related to, a friend or colleague or connected in any way whatsoever to the production of this disaster? Mr Zonta?
In summary, I would rather go to the dentist for a root-canal filling without the benefit of an anaesthetic or perhaps have both my eye-balls removed with red-hot spoons, than have to endure another viewing of this film.
I hereby award Mia Madre 5 "Black Holes" in all possible categories. May the entire cast and crew go the way of the Titanic, with the loss of all hands to prevent the possibility of any similarly mind-numbing collaborations in the future.
Hector Bucciottus(Roma)
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alex2044
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domenica 19 aprile 2015
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insegnare la vita che bel mestiere
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Un bel film , in alcune parti molto bello . Moretti si dimostra un regista che non lascia mai indifferenti e che non si adagia mai sul suo passato anche se prestigioso . Margherita Buy è bravissima , forse la sua miglior interpretazione in carriera . John Turturro bravo e simpatico, lo stesso Moretti molto intenso e partecipato . Gli altri attori tutti credibili . Il film non ha mai momenti di stanca ed alcune trovate come il ballo di Turturro sono molto spiritose . Le musiche belle e coinvolgenti . Insomma un film che si fa amare con il passare del tempo anche con le sue lentezze , senz'altro volute che inducono alla riflessione e con un finale tristissimo ma tenerissimo quando l'ex alunno confessa che la sua professoressa ,la madre , gli ha insegnato la vita più che non le materie di studio .
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Un bel film , in alcune parti molto bello . Moretti si dimostra un regista che non lascia mai indifferenti e che non si adagia mai sul suo passato anche se prestigioso . Margherita Buy è bravissima , forse la sua miglior interpretazione in carriera . John Turturro bravo e simpatico, lo stesso Moretti molto intenso e partecipato . Gli altri attori tutti credibili . Il film non ha mai momenti di stanca ed alcune trovate come il ballo di Turturro sono molto spiritose . Le musiche belle e coinvolgenti . Insomma un film che si fa amare con il passare del tempo anche con le sue lentezze , senz'altro volute che inducono alla riflessione e con un finale tristissimo ma tenerissimo quando l'ex alunno confessa che la sua professoressa ,la madre , gli ha insegnato la vita più che non le materie di studio .
P.S. Chi non avrebbe voluto una professoressa così che metteva la vita innanzi a tutto .
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maracaibo
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martedì 21 aprile 2015
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il nulla
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metti un evento triste , tieni un diario di quello che succede e poi lo filmi . Solo Moretti poteva credere che questo poteva essere in film per la presunzione che quello che gli accade è senz'altro fuori dall'ordinario e quindi va raccontato e filmato. Il risultato è un film che non decolla mai . non c'è intreccio, non c'è originalità nel racconto , non c'è magia o mistero . C'è solo il nulla in cui si arrabattano marfgherita, nanni e john. senza anima tutto scorre fino alla fine e uno pensa che poteva fare qualcosa di più costruttivo. non ti annoi nemmeno che già potrebbe essere qualcosa. Che peccato!
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hector bucciottus
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giovedì 30 aprile 2015
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primo premio "buco nero" assegnato a mia madre
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Ho deciso di creare un nuovo sistema di valuatzione per i films attualmente prodotti in Italia, che sia reale e in contrapposizione alla attuale valutazione che assegna "Stella"
"Buco Nero" è una a valutazione che viene assegnata a tutti coloro che sollaboranoalla produzione di un film: sceneggiatore, direttore, attori, produttore e regista, includo anche i finanziatori del film stesso. Anche i critici che aiutano la promozione del film e, conseguentemente influenzano e determinano la valutazione delle "Stelle", sono soggetti a valutazione.
Mia Madre é un film di 106 minutiche sembra essere stato scritto da un gruppo di feministe compromesse, parte di una collettività di donne che, per la maggior parte, ottengono finanziamenti governativi o da gruppi finanziati dallo Stato.
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Ho deciso di creare un nuovo sistema di valuatzione per i films attualmente prodotti in Italia, che sia reale e in contrapposizione alla attuale valutazione che assegna "Stella"
"Buco Nero" è una a valutazione che viene assegnata a tutti coloro che sollaboranoalla produzione di un film: sceneggiatore, direttore, attori, produttore e regista, includo anche i finanziatori del film stesso. Anche i critici che aiutano la promozione del film e, conseguentemente influenzano e determinano la valutazione delle "Stelle", sono soggetti a valutazione.
Mia Madre é un film di 106 minutiche sembra essere stato scritto da un gruppo di feministe compromesse, parte di una collettività di donne che, per la maggior parte, ottengono finanziamenti governativi o da gruppi finanziati dallo Stato. Il copioni é privo di originalità, superficiale e noioso ma, ovviamente, affronta un tema attuale e evidenzia un impegno politico. Sembra essere stato scritto frettolosamente, all'ultimo minuto, probabilmente per poter usufruire dell'ultima sovvenzione statale disponibile per i produttori o sceneggiatori. Forse si voleva dare lavoro ad alcuni produttorio attori di "grande talento" attualmente disoccupati??
La recitazione non era nè credibile e Moretti non interpretava altri che se stessso. Margherita Buy non era molto meglio, arrancando in una interpretazione prevedibile e noiosa. A sua difesa va detto che era costretta ad interpretare uno spaventoso copione.
Nanni ti suggerisco, in futuro, di non accettare una qualunque idea ti venga suggerita o un copione banale che ti capita tra le mani......é scontato che "l'ispirazione" del film non é una tua idea, Nanni? Nanni?
Moretti non é e non sarà un vero regista e questo film conferma il mio punto di vista; la regia era stereotipata e appropriata al "contenuto" del film.
Ma la mia ira maggiore ériservata al "critico" Dario Zonta, che ha premiato il film con 4 "Stelle". Non sono sicuro se ciò sia dovuto al fatto che, accidentalmente possa aver assunto sostanze che alterano la mente, o forse lui ed io abbiamo visto films totalmente diversi. Assegnando 4 "Stelle" a questo film ha commesso una frode verso il pubblico(come voi e me) che non meritiamo di essere costretti a spendere i nostri sudati soldi per essere ingannati. Credo e penso che Signor Zonta non sia in qualche mod legato a qualche attore, sceneggiatore o produttore, o che abbia una particolare amicizia co lo stesso gruppo di persone che sono responsabili di tale disastro! Signor Zonta?
Concludendo, preferirei andare dal dentista per una otturazione senza anestesia o farmi togliere le pupille con un cucchiaio arroventato, piuttoso che essere obbligato a vedere questa assurda ingegnosità, Mia Madre, per un'altra volta.
Assegno a Mia Madre 5 "Buci Neri" per tutte le categoria. Auguro a tutto il cast e squadra di fare la stessa fine del Titanic, sperando che perdano tutti i membri dell'equiappagio, per prevenire la possibilita' che si possa ripetere, in futuro, una simile collaborazione che intorpidisce la mente.
Hector Bucciottus(Roma)
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[+] il re è nudo, finalmente
(di marialaurab)
[ - ] il re è nudo, finalmente
[+] forse è uno scherzo
(di pepito1948)
[ - ] forse è uno scherzo
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lizard_king90
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domenica 17 maggio 2015
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film o esperienza di vita ?
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"Mia madre". Il titolo racchiude già in sè il vero significato di questo film, diverso, di Nanni Moretti. E' necessario fare una premessa : ciò che vediamo possiamo definirlo semplicemente "film" o, in maniera più ampia, "esperienza di vita" ?. Perchè ciò che Nanni Moretti ci mostra, per due ore, sono personaggi, ruoli, frasi, frammenti visivi e sentimentali in cui probabilmente molti di noi s'identificheranno. Trovando un compromesso, parleremo di un "film che ci unisce". Ci unisce nel dolore, nella felicità, nell'insicurezza, nel senso di smarrimento che si prova all'inzio di ogni bivio dove siamo chiamati a scegliere. Ci unisce nella volontà di combattere e nell'accettare rassegnati un qualcosa più forte di noi.
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"Mia madre". Il titolo racchiude già in sè il vero significato di questo film, diverso, di Nanni Moretti. E' necessario fare una premessa : ciò che vediamo possiamo definirlo semplicemente "film" o, in maniera più ampia, "esperienza di vita" ?. Perchè ciò che Nanni Moretti ci mostra, per due ore, sono personaggi, ruoli, frasi, frammenti visivi e sentimentali in cui probabilmente molti di noi s'identificheranno. Trovando un compromesso, parleremo di un "film che ci unisce". Ci unisce nel dolore, nella felicità, nell'insicurezza, nel senso di smarrimento che si prova all'inzio di ogni bivio dove siamo chiamati a scegliere. Ci unisce nella volontà di combattere e nell'accettare rassegnati un qualcosa più forte di noi. Nel nascondere la verità ad una persona a noi cara, nell'essere messi di fronte a delle responsabilità e nel dimostrare a noi stessi che siamo cresciuti e che possiamo contare su di noi. Tornando alla premessa iniziale, Moretti ci fa vivere questa "esperienza di vita" attraverso gli occhi di Margherita Buy ed insieme scopriamo quanto sia difficile essere al tempo stesso una madre, una figlia, una sorella emotiva, impulsiva e meno calcolatrice. Interessante appare la codominanza di sogno, realtà e finzione. Il film diviene meno ripetitivo e ci permette di apprezzare le due facce, comica e drammatica, di una Buy diretta con estrema maestria. La figura di John Turturro, attore stanco della finzione quotidiana e desideroso di un ritorno alla spontaneità della realtà, dà quel pizzico di simpatia che solleva il morale e probabilmente permette a Moretti di elevare il suo film al di sopra di quelli che, ormai, appaiono sempre più votati alla visione in " prima serata". Moretti, a differenza di altre sue creazioni, ritaglia per sè una piccola "cornice" che, gli permette di concentrarsi sugli attori e di lavorare affinchè fuoriesca il loro animo drammatico-comico. Non a caso, sceglie Giulia Lazzarini (la madre), attrice di teatro e di grande esperienza. Un film per pochi e che per certi versi potremmo paragonare alla classica "goccia che fa traboccare il vaso" poichè capace di smuovere ricordi, toccare corde profonde del nostro animo, di far riaffiorare emozioni vissute, sofferte, temporaneamente sepolte. Un modo poetico e raffinato di sviscerare il tema del lutto in tutte le sue forme e conseguenze. Moretti ci ha viziati anche stavolta e noi, non possiamo far altro che ringraziarlo.
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[+] perchè solo 3 stellette ?
(di enrico danelli)
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enrico danelli
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lunedì 18 maggio 2015
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enciclopedia laica dell'esistenza
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C'è tutto, tranne Dio e l'assenza è tanto prevedibile (Moretti è non credente) quanto clamorosa in un film che parla di un lento trapasso. Si può essere d'accordo o meno con questa visione della vita (e della morte): senz'altro però in questo film c'è sia la sintesi di secoli di cultura occidentale laica sia il catalogo quasi completo di sentimenti intimi, di paure e ansie moderne, di aspirazioni e finzioni umane tanto diffuse quanto difficili da raccontare, almeno ai livelli eccelsi qui raggiunti. L'esperienza intima del regista (tutto sommato una storia semplicissima) trascende la vicenda personale: ovviamente ciò che fa di questo film un capolavoro è la cultura, la sensibilità e il cuore di chi racconta la vicenda dietro la cinepresa.
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C'è tutto, tranne Dio e l'assenza è tanto prevedibile (Moretti è non credente) quanto clamorosa in un film che parla di un lento trapasso. Si può essere d'accordo o meno con questa visione della vita (e della morte): senz'altro però in questo film c'è sia la sintesi di secoli di cultura occidentale laica sia il catalogo quasi completo di sentimenti intimi, di paure e ansie moderne, di aspirazioni e finzioni umane tanto diffuse quanto difficili da raccontare, almeno ai livelli eccelsi qui raggiunti. L'esperienza intima del regista (tutto sommato una storia semplicissima) trascende la vicenda personale: ovviamente ciò che fa di questo film un capolavoro è la cultura, la sensibilità e il cuore di chi racconta la vicenda dietro la cinepresa. La madre ispiratrice del film non è quindi solo la madre biologica, ma è la cultura classica in cui Moretti è nato e in cui ha formato il suo pensiero. Il film è una dichiarazione di amore per queste due madri presenti in egual misura nei 106 minuti di spettacolo: la valenza e attualità del latino emergono onnipresenti per la necessità di logica, di ragionamento e di sintesi che il relativo studio richiede ("non accontertarti mai della prima definizione sul vocabolario" dice la nonna alla nipote Livia, ma continua a cercare). Focus quasi esclusivo su Margherita, portatrice delle ansie e delle paure di tutti noi, in primis il senso di inadeguatezza che ci coglie di fronte a certi problemi (Margherita sembra piuttosto impacciata nelle vicende di casa e nell'assistere la madre) e sul lavoro che facciamo tutti i giorni (il film di Margherita sembra più una sitcom che un film impegnato sui temi del lavoro). Poi, attraverso le sue vicende, una miriade infinita di altri temi: rapporto madre figlia, compromessi sul lavoro, ipocrisia e finzione in quello che si fa, cinismo nei rapporti con gli altri, speranze di un mondo migliore, equità sul lavoro, cinema finto vs cinema vero, etc. In contrapposizione a Margherita incapace di trovare una soluzione alla propria vita, il fratello Giovanni assume un atteggiamento atarassico che lo porta a lasciare il lavoro e a dedicarsi alla madre morente: soluzione non alla portata di tutti i comuni mortali, ma sicuramente affascinante e già proposta in Caos Calmo. In definitva emerge una umanità con pochi strumenti a sua disposizione, anzi nessuno, e poche speranze, anzi una: quella di tramandare il ricordo di se stessi attraverso la cultura che si fa e si insegna. Triste, ma la nuda verità in un mondo senza Dio.
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[+] evviva i buoni film!
(di maria f.)
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nino quincampoix
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giovedì 7 maggio 2015
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e meno male che c'è turturro
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non avevo grandi aspettative, quindi, non sono stato troppo deluso
il film è girato (soprattutto le scene "ospedaliere") come un film per la TV o, peggio, come una fiction
il modo in cui viene trattato il tutto è un po' superficiale, con gli attori che si mettono esageratamente "a fianco del personaggio" (come chiede il personaggio di Margherita Buy ai suoi attori)
le relazioni non vengono approfondite e, a differenza di quanto ci si aspetterebbe, si fa fatica a commuoversi
ed è un peccato perché il soggetto non è male e alcuni dialoghi, se girati diversamente, avrebbero potuto essere memorabili
John Turturro è divertente e le sue scene con la Buy risollevano un po' le sorti di un film annoiato e molto sommario
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asfissio
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martedì 19 maggio 2015
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giovanni e margherita potevano fare di più
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GIOVANNI e MARGHERITA, nomi veri dei due attori protagonisti del film vero-finto di Moretti. La regista, senza neanche lei capirne il senso, invita l’attore a stare accanto al personaggio. Inizio vero-falso della ripresa di un film impegnato con la Buy, in psicoanalisi permanente, ancora non ci ha detto, e forse neanche lei lo sa, “se ci fa o c’è”.
Moretti si ostina come attore, nonostante l’alter ego già nella Buy, contro coloro che lo vorrebbero fuori dal set. Gli altri attori mostrano, ostentano, scegliendo il + al - :madre, amante, produttore, figlia, tutti tendono alla didascalia mimica e alla retorica dei gesti e delle espressioni più del necessario.
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GIOVANNI e MARGHERITA, nomi veri dei due attori protagonisti del film vero-finto di Moretti. La regista, senza neanche lei capirne il senso, invita l’attore a stare accanto al personaggio. Inizio vero-falso della ripresa di un film impegnato con la Buy, in psicoanalisi permanente, ancora non ci ha detto, e forse neanche lei lo sa, “se ci fa o c’è”.
Moretti si ostina come attore, nonostante l’alter ego già nella Buy, contro coloro che lo vorrebbero fuori dal set. Gli altri attori mostrano, ostentano, scegliendo il + al - :madre, amante, produttore, figlia, tutti tendono alla didascalia mimica e alla retorica dei gesti e delle espressioni più del necessario.
Il film a differenza di Habemus Papam non parte con personalità e si oscilla tra Loach e Allen. Quando arriva Turturro si tira un sospirone e ci sia rilassa. Il personaggio di Turturro svela con tenerezza il suo dramma: di non ricordare le battute, ed il suo conflitto arriva forte e chiaro mentre i personaggi di Giovanni e Margherita subiscono invece il dramma di una morte annunciata reagendo solo esteriormente: la Margherita con l’auto contro il muro e gli attacchi di panico a cui ci ha abituati e Giovanni lasciando il lavoro, smarrito. Esteriorità. Il rapporto con la loro madre è quanto di più amorevole. A parte qualche piccola disaccordo non c’è un conflitto che riveli. Nessuno scontro che scuota e ci faccia entrare dentro questa borghesia piatta, incolore, scontata, umana nella sua vita ordinaria e senza clamori. Tolto l’americano gli altri non sprizzano neanche simpatia o tenerezza. Sotto il sommerso, niente. Si ignorano i conflitti tra i personaggi che evidentemente sono assenti o di nessun rilievo. Una semplice morte: forse questo era un titolo più adatto. Sono tutti dei borghesi dalle vite agiate e pare non abbiano mai avuto grandi problemi emotivi nella loro vita ed è per questo che non sanno neanche uscirne fuori. Lui non viene licenziato ma decide lui di farlo, lei non sembra più credere all’impegno politico del suo lavoro: forse è la loro identità ad essere messa in discussione, autocritica: termine caro a Moretti. Ma se così fosse allora si poteva dirlo con personaggi più interessanti e motivazioni forti come è stato fatto in altri film: quando appunto un personaggio insignificante viene a trovarsi per la prima volta di fronte ad una tragedia come quella della scomparsa di una persona amata, un evento o catastrofe annunciata.
Se fosse così allora era il caso di rigirare il coltello anche per l’altro tema: la sinistra borghese rimessa in discussione dal privato di coloro che fino a ieri credevano fosse anche pubblico: invece il privato è il privato e resta il privato.
Ma a Moretti non appartiene quel raptus omicida vendicativo verso una sinistra colpevole di aver abbandonato, dimenticato, i suoi figli o di averli ingannati. Moretti tira un sasso che non rompe nessun vetro-testa e pudicamente, riservato com’è, nella sua natura mite e civile, sottrae la mano o meglio la tiene giù lungo il corpo.
Moretti mi è simpatico, nonostante se ne dica o dicano: la sua burberia e scostanza sono sincere come il film, ma si poteva alzare il tiro, ooh, se si poteva! (asfissio)
GIOVANNI e MARGHERITA, nomi veri dei due attori protagonisti del film vero-finto di Moretti. La regista, senza neanche lei capirne il senso, invita l’attore a stare accanto al personaggio. Inizio vero-falso della ripresa di un film impegnato con la Buy, in psicoanalisi permanente, ancora non ci ha detto, e forse neanche lei lo sa, “se ci fa o c’è”.
Moretti si ostina come attore, nonostante l’alter ego già nella Buy, contro coloro che lo vorrebbero fuori dal set. Gli altri attori mostrano, ostentano, scegliendo il + al - :madre, amante, produttore, figlia, tutti tendono alla didascalia mimica e alla retorica dei gesti e delle espressioni più del necessario.
Il film a differenza di Habemus Papam non parte con personalità e si oscilla tra Loach e Allen. Quando arriva Turturro si tira un sospirone e ci sia rilassa. Il personaggio di Turturro svela con tenerezza il suo dramma: di non ricordare le battute, ed il suo conflitto arriva forte e chiaro mentre i personaggi di Giovanni e Margherita subiscono invece il dramma di una morte annunciata reagendo solo esteriormente: la Margherita con l’auto contro il muro e gli attacchi di panico a cui ci ha abituati e Giovanni lasciando il lavoro, smarrito. Esteriorità. Il rapporto con la loro madre è quanto di più amorevole. A parte qualche piccola disaccordo non c’è un conflitto che riveli. Nessuno scontro che scuota e ci faccia entrare dentro questa borghesia piatta, incolore, scontata, umana nella sua vita ordinaria e senza clamori. Tolto l’americano gli altri non sprizzano neanche simpatia o tenerezza. Sotto il sommerso, niente. Si ignorano i conflitti tra i personaggi che evidentemente sono assenti o di nessun rilievo. Una semplice morte: forse questo era un titolo più adatto. Sono tutti dei borghesi dalle vite agiate e pare non abbiano mai avuto grandi problemi emotivi nella loro vita ed è per questo che non sanno neanche uscirne fuori. Lui non viene licenziato ma decide lui di farlo, lei non sembra più credere all’impegno politico del suo lavoro: forse è la loro identità ad essere messa in discussione, autocritica: termine caro a Moretti. Ma se così fosse allora si poteva dirlo con personaggi più interessanti e motivazioni forti come è stato fatto in altri film: quando appunto un personaggio insignificante viene a trovarsi per la prima volta di fronte ad una tragedia come quella della scomparsa di una persona amata, un evento o catastrofe annunciata.
Se fosse così allora era il caso di rigirare il coltello anche per l’altro tema: la sinistra borghese rimessa in discussione dal privato di coloro che fino a ieri credevano fosse anche pubblico: invece il privato è il privato e resta il privato.
Ma a Moretti non appartiene quel raptus omicida vendicativo verso una sinistra colpevole di aver abbandonato, dimenticato, i suoi figli o di averli ingannati. Moretti tira un sasso che non rompe nessun vetro-testa e pudicamente, riservato com’è, nella sua natura mite e civile, sottrae la mano o meglio la tiene giù lungo il corpo.
Moretti mi è simpatico, nonostante se ne dica o dicano: la sua burberia e scostanza sono sincere come il film, ma si poteva alzare il tiro, ooh, se si poteva! (asfissio)
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