andgim
|
venerdì 17 aprile 2015
|
deludente...
|
|
|
|
Se questo film voleva essere una critica al cinema italiano più generico e sfibrato, allora si può dire che il risultato è ottimo nella misura in cui il film è esattamente in linea con alcune tendenze reazionarie e anodine del nostro cinema.
La mano di Moretti infatti, se c'è, non si vede. Davvero ardua la visione di un film scritto così male. Dialoghi televisivi e personaggi mai approfonditi e superficiali: Il personaggio di Turturro inutilmente sprecato, Moretti interessante ma assediato dal nulla, la Buy che interpreta la Buy che interpreta la Buy che interpreta la Buy... Una messa in scena spesso inverosimile e scontata, colonna sonora senza spina dorsale e una scrittura che non riesce mai a fare il salto di qualità.
[+]
Se questo film voleva essere una critica al cinema italiano più generico e sfibrato, allora si può dire che il risultato è ottimo nella misura in cui il film è esattamente in linea con alcune tendenze reazionarie e anodine del nostro cinema.
La mano di Moretti infatti, se c'è, non si vede. Davvero ardua la visione di un film scritto così male. Dialoghi televisivi e personaggi mai approfonditi e superficiali: Il personaggio di Turturro inutilmente sprecato, Moretti interessante ma assediato dal nulla, la Buy che interpreta la Buy che interpreta la Buy che interpreta la Buy... Una messa in scena spesso inverosimile e scontata, colonna sonora senza spina dorsale e una scrittura che non riesce mai a fare il salto di qualità.
[-]
[+] proprio deludente
(di no_data)
[ - ] proprio deludente
[+] noiosissimo
(di ivonne)
[ - ] noiosissimo
[+] stupento
(di maracaibo)
[ - ] stupento
|
|
[+] lascia un commento a andgim »
[ - ] lascia un commento a andgim »
|
|
d'accordo? |
|
rosaria conte
|
domenica 19 aprile 2015
|
quando manca l'invenzione espressiva
|
|
|
|
La rappresentazione della realta' e' difficile. Peggio quando si tratta di sentimenti. Peggio ancora quando i sentimenti sono di chi li rappresenta. Non basta e forse non occorre che la rappresentazione sia vera. Ci vuole altro. Ci vuole la mediazione espressiva. A cinema, ci vuole la finzione cinematografica. Ci vuole il film.
Mia Madre di Moretti e' un film privo di finzione cinematografica. La vicenda piu' che esile e' inesistente. L'ambiente di lavoro, che pure ci regala qualche bella sequenza, non e' giustificato: il regista non ci dice in che rapporto stia il film con la vicenda principale.
[+]
La rappresentazione della realta' e' difficile. Peggio quando si tratta di sentimenti. Peggio ancora quando i sentimenti sono di chi li rappresenta. Non basta e forse non occorre che la rappresentazione sia vera. Ci vuole altro. Ci vuole la mediazione espressiva. A cinema, ci vuole la finzione cinematografica. Ci vuole il film.
Mia Madre di Moretti e' un film privo di finzione cinematografica. La vicenda piu' che esile e' inesistente. L'ambiente di lavoro, che pure ci regala qualche bella sequenza, non e' giustificato: il regista non ci dice in che rapporto stia il film con la vicenda principale. Sappiamo solo che la protagonista, donna nella quale Moretti si accanisce a reprimere qualunque accenno di seduttivita', e' la regista di un brutto film, che assiste insieme ad un fratello perfetto agli ultimi giorni di una madre perfetta. Anche il dolore e' perfetto, mai ambivalente, mai attraversato da un desiderio di liberazione, da tentativi di fuga, di rimozione. Un dolore senza macchia, anche se non privo di qualche complessità' psicologica: il perfezionismo, l'intolleranza per le debolezze proprie e altrui. Difetti che appartengono all'uomo Moretti, e che l'attrice protagonista, troppo simpatica, non riesce a rendere credibili . Ma sono difetti del tutto privi di conseguenze. Il dolore resta puro, immacolato. Così' come l'amore filiale e fraterno, invidiabilmente compatti e privi di contraddizioni.
L'invenzione espressiva lascia a desiderare ma ciononostante la rappresentazione resta poco credibile. Forse perché manca la consapevolezza degli obiettivi. Che cosa ci vuol dire Moretti? Ci sta parlando del dolore per una perdita difficile come quella della propria madre, o come al solito ci parla di se', del suo cinema, e del suo perfezionismo? Se e' la seconda che ho detto, dove poggia la certezza che il suo Diario sia d'interesse universale?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rosaria conte »
[ - ] lascia un commento a rosaria conte »
|
|
d'accordo? |
|
little paul
|
domenica 10 maggio 2015
|
la normalita' della vita.
|
|
|
|
Riconosco:c'è tanto impegno ,tanto mestiere e professionalità. Ma le vicende umana di Margherita assomigliano a quelle di tanta altre persone che si incontrano tutti i giorni. Quanti di noi hanno vissuto il travaglio di vedere una persona cara spegnersi lentamente e inesorabilmente? E mentre si deve badare alla persona cara che sta per lasciarsi dobbiamo continuare a correre : i problemi dei figli, il lavoro,le crisi sentimentali. Si ,le vicende umane raccontate coinvolgono tante persone normali; a volte non è neanche ammesso avere quegli scatti di abbandono come succede a Margherita. Lo spettatore non viene rassicurato da una storia del genere, ma si vede gettare addosso una realtà di cui si farebbe volentieri a meno.
[+]
Riconosco:c'è tanto impegno ,tanto mestiere e professionalità. Ma le vicende umana di Margherita assomigliano a quelle di tanta altre persone che si incontrano tutti i giorni. Quanti di noi hanno vissuto il travaglio di vedere una persona cara spegnersi lentamente e inesorabilmente? E mentre si deve badare alla persona cara che sta per lasciarsi dobbiamo continuare a correre : i problemi dei figli, il lavoro,le crisi sentimentali. Si ,le vicende umane raccontate coinvolgono tante persone normali; a volte non è neanche ammesso avere quegli scatti di abbandono come succede a Margherita. Lo spettatore non viene rassicurato da una storia del genere, ma si vede gettare addosso una realtà di cui si farebbe volentieri a meno. Tutto assomiglia alla vita che viviamo fuori dalla finzione. L'aspetto più rassicurante è rappresentato dalla liceale la quale ,anche grazie agli estremi contributi della nonna,riesce a superare i ritardi scolastici proiettandosi in un domani fuoriero di speranza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a little paul »
[ - ] lascia un commento a little paul »
|
|
d'accordo? |
|
lizard_king90
|
venerdì 22 maggio 2015
|
film o esperienza di vita ?
|
|
|
|
"Mia madre". Il titolo racchiude già in sè il vero significato di questo film, diverso, di Nanni Moretti. E' necessario fare una premessa : ciò che vediamo possiamo definirlo semplicemente "film" o, in maniera più ampia, "esperienza di vita" ?. Perchè ciò che Nanni Moretti ci mostra, per due ore, sono personaggi, ruoli, frasi, frammenti visivi e sentimentali in cui probabilmente molti di noi s'identificheranno. Trovando un compromesso, parleremo di un "film che ci unisce". Ci unisce nel dolore, nella felicità, nell'insicurezza, nel senso di smarrimento che si prova all'inzio di ogni bivio dove siamo chiamati a scegliere.
[+]
"Mia madre". Il titolo racchiude già in sè il vero significato di questo film, diverso, di Nanni Moretti. E' necessario fare una premessa : ciò che vediamo possiamo definirlo semplicemente "film" o, in maniera più ampia, "esperienza di vita" ?. Perchè ciò che Nanni Moretti ci mostra, per due ore, sono personaggi, ruoli, frasi, frammenti visivi e sentimentali in cui probabilmente molti di noi s'identificheranno. Trovando un compromesso, parleremo di un "film che ci unisce". Ci unisce nel dolore, nella felicità, nell'insicurezza, nel senso di smarrimento che si prova all'inzio di ogni bivio dove siamo chiamati a scegliere. Ci unisce nella volontà di combattere e nell'accettare rassegnati un qualcosa più forte di noi. Nel nascondere la verità ad una persona a noi cara, nell'essere messi di fronte a delle responsabilità e nel dimostrare a noi stessi che siamo cresciuti e che possiamo contare su di noi. Tornando alla premessa iniziale, Moretti ci fa vivere questa "esperienza di vita" attraverso gli occhi di Margherita Buy ed insieme scopriamo quanto sia difficile essere al tempo stesso una madre, una figlia, una sorella emotiva, impulsiva e meno calcolatrice. Interessante appare la codominanza di sogno, realtà e finzione. Il film diviene meno ripetitivo e ci permette di apprezzare le due facce, comica e drammatica, di una Buy diretta con estrema maestria. La figura di John Turturro, attore stanco della finzione quotidiana e desideroso di un ritorno alla spontaneità della realtà, dà quel pizzico di simpatia che solleva il morale e probabilmente permette a Moretti di elevare il suo film al di sopra di quelli che, ormai, appaiono sempre più votati alla visione in " prima serata". Moretti, a differenza di altre sue creazioni, ritaglia per sè una piccola "cornice" che, gli permette di concentrarsi sugli attori e di lavorare affinchè fuoriesca il loro animo drammatico-comico. Non a caso, sceglie Giulia Lazzarini (la madre), attrice di teatro e di grande esperienza. Un film per pochi e che per certi versi potremmo paragonare alla classica "goccia che fa traboccare il vaso" poichè capace di smuovere ricordi, toccare corde profonde del nostro animo, di far riaffiorare emozioni vissute, sofferte, temporaneamente sepolte. Un modo poetico e raffinato di sviscerare il tema del lutto in tutte le sue forme e conseguenze. Moretti ci ha viziati anche stavolta e noi, non possiamo far altro che ringraziarlo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lizard_king90 »
[ - ] lascia un commento a lizard_king90 »
|
|
d'accordo? |
|
rampante
|
domenica 22 novembre 2015
|
fratelli
|
|
|
|
Margherita sta girando un film sul mondo del lavoro, le riprese si rilevano più complicate del previsto e lei passa le giornate a litigare con tutti
Lei in quel momento vorrebbe solo stare in Ospedale con la madre.
Margherita ha chiamato come protagonista del suo film un attore dagli Stati Uniti, eccentrico e bizzoso, non ricorda mai le battute ma, al momento giusto ha sempre un gesto di conforto per quella regista con cui litiga a morte.
Margherita assiste la madre assieme al fratello Giovanni, figlio e fratello perfetto, è sempre un passo avanti a lei che non sa come gestire il dolore per il lutto che si sa imminente e fatica a trovare la strada in tutta quella sofferenza.
[+]
Margherita sta girando un film sul mondo del lavoro, le riprese si rilevano più complicate del previsto e lei passa le giornate a litigare con tutti
Lei in quel momento vorrebbe solo stare in Ospedale con la madre.
Margherita ha chiamato come protagonista del suo film un attore dagli Stati Uniti, eccentrico e bizzoso, non ricorda mai le battute ma, al momento giusto ha sempre un gesto di conforto per quella regista con cui litiga a morte.
Margherita assiste la madre assieme al fratello Giovanni, figlio e fratello perfetto, è sempre un passo avanti a lei che non sa come gestire il dolore per il lutto che si sa imminente e fatica a trovare la strada in tutta quella sofferenza.
Il sogno accanto alla realtà sono costantemente confusi da Margherita e da sua madre Ada.
Mia madre: un film dove c'è sempre qualcuno accanto, qualcosa accanto a Margherita, il fratello Giovanni, un angelo che sta a fianco al personaggio, che silenziosamente lo accompagna sempre alla ricerca di quella giusta distanza che anestetizzi il dolore, quel dolore raccontato da Moretti che toglie il fiato.
Uno dei motivi per cui amiamo Moretti è l'ostinata istanza morale sulla quale si fonda da un lato una società civile alla deriva, dall'alto lui, irritato,irritante ed egocentrico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rampante »
[ - ] lascia un commento a rampante »
|
|
d'accordo? |
|
aristoteles
|
martedì 3 maggio 2016
|
la famiglia
|
|
|
|
Complessivamente mi è sembrato un buon film.
La sceneggiatura non raggiunge vette epiche ed alcuni ruoli o personaggi non sono molto convincenti (mi riferisco a Turturro e alla Buy "Regista).
Tuttavia metre scorreva la pellicola,grazie anche a un ritmo che soffre in lentezza ma allo stesso tempo lascia spazio a riflessioni,ho riconosciuto in più di un'occasione i legami profondi che fanno parte anche della mia famiglia.
Con molta delicatezza ho pensato al rapporto con mia madre ed il resto della famiglia ed ,in parte,mi sono sentito coinvolto ed emozionato.
Se questo era lo scopo del buon Moretti allora ,almeno per quanto mi riguarda ,ha fatto centro.
[+]
Complessivamente mi è sembrato un buon film.
La sceneggiatura non raggiunge vette epiche ed alcuni ruoli o personaggi non sono molto convincenti (mi riferisco a Turturro e alla Buy "Regista).
Tuttavia metre scorreva la pellicola,grazie anche a un ritmo che soffre in lentezza ma allo stesso tempo lascia spazio a riflessioni,ho riconosciuto in più di un'occasione i legami profondi che fanno parte anche della mia famiglia.
Con molta delicatezza ho pensato al rapporto con mia madre ed il resto della famiglia ed ,in parte,mi sono sentito coinvolto ed emozionato.
Se questo era lo scopo del buon Moretti allora ,almeno per quanto mi riguarda ,ha fatto centro.
Storia e personaggi,ripeto,poteva struttutarli meglio,ed anche la sua perfomance come attore risulta troppo "statica".
Convincente invece la Lazzarini.
Non mi sembra il fallimento descritto da molti e neppure il capolavoro osannato da altri.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aristoteles »
[ - ] lascia un commento a aristoteles »
|
|
d'accordo? |
|
degiovannis
|
giovedì 7 maggio 2015
|
vietato scherzare
|
|
|
|
Condivido pienamente la recensione di Zonta: è vero, il film è complesso e, come tutti i film di questo spessore, si coglierà meglio in futuro tutta la sua complessità. Moretti infatti cerca di affrontare il tema del rapporto tra regista e film, tra cinema e realtà, tra arte e realtà. Soprattutto in una società come la nostra dove gli interessi economici sembrano aver assunto una dimensione tale da oscurare tutti gli altri aspetti della vita. I problemi che pone quindi sono esistenziali (per quel che attiene il suo ruolo personale), ma non solo: riguardano più in generale il ruolo della cultura in una società in cui l'immediato sembra assorbire tutte le energie. Tramontate le ideologie, non resta tempo che per una spasmodica pragmaticità, nella speranza che almeno i più attrezzati possano salvarsi.
[+]
Condivido pienamente la recensione di Zonta: è vero, il film è complesso e, come tutti i film di questo spessore, si coglierà meglio in futuro tutta la sua complessità. Moretti infatti cerca di affrontare il tema del rapporto tra regista e film, tra cinema e realtà, tra arte e realtà. Soprattutto in una società come la nostra dove gli interessi economici sembrano aver assunto una dimensione tale da oscurare tutti gli altri aspetti della vita. I problemi che pone quindi sono esistenziali (per quel che attiene il suo ruolo personale), ma non solo: riguardano più in generale il ruolo della cultura in una società in cui l'immediato sembra assorbire tutte le energie. Tramontate le ideologie, non resta tempo che per una spasmodica pragmaticità, nella speranza che almeno i più attrezzati possano salvarsi. Il film naturalmente non affronta di petto le questioni: ammicca, suggerisce. Prendiamo per es. la figura della madre. Ad un certo punto la figlia si interroga su che fine faranno tutti quei saperi che finora abbiamo chiamato umanistici e che adesso sembrano aver perso ogni significato. Ancora: sul ruolo del regista Moretti sembra richiamare Fellini, quando insiste nel rievocare la scena di Boccaccio '70 con il famoso ritornello 'Bevete più latte'. La dolce vita è un film di crisi del regista intellettuale. di un regista cioè che ha sempre creduto non solo nel ruolo estetico dell'arte, ma anche in quello di trasformazione della realtà. E' un po' di tempo che queste certezze vengono meno e forse non resta che guardare con sgomento ad una realtà che non solo non si riesce a modificare, ma neanche a interpretare. Moretti caustico, ironico e sarcastico dove sei dunque? Quale il ruolo? Quale la soluzione possibile? Il problema non è solo suo! L'appello è a tutti coloro che vogliono ancora cimentarsi con queste domande che, se sono difficili da affrontare, danno anche sapore all'esistenza. Nel film il recupero dei sentimenti ancestrali sembra alludere ad una prima incerta risposta: per il momento aggrappiamoci all'amore nelle sue varie forme. E, se non può essere quello coniugale, che sia quello materno, fraterno, filiale. Giusto per continuare a respirare e sopravvivere. Il resto viene dopo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a degiovannis »
[ - ] lascia un commento a degiovannis »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
martedì 19 maggio 2015
|
un film crudo in nome della madre
|
|
|
|
Con la maturità Nanni Moretti ha rafforzato la propria capacità di raccontare l’uomo e la sua vita, andando oltre i limiti di un’impostazione di retroguardia politica che ha pesato sulla sua produzione degli ultimi anni. E dopo l’ottimo habemus papam il regista romano propone un omaggio alla madre, anzi alle madri, che non ci sono più in un film che in un’impressionante cupezza dà forza per andare oltre il dolore. Margherita e Giovanni sono due fratelli che assistono la madre nella breve malattia che la porterà alla morte. Lui, solitario, introverso, ma semplice nell’essenzialità delle cose, lei, regista di successo alla ricerca di una nuova socialità.
[+]
Con la maturità Nanni Moretti ha rafforzato la propria capacità di raccontare l’uomo e la sua vita, andando oltre i limiti di un’impostazione di retroguardia politica che ha pesato sulla sua produzione degli ultimi anni. E dopo l’ottimo habemus papam il regista romano propone un omaggio alla madre, anzi alle madri, che non ci sono più in un film che in un’impressionante cupezza dà forza per andare oltre il dolore. Margherita e Giovanni sono due fratelli che assistono la madre nella breve malattia che la porterà alla morte. Lui, solitario, introverso, ma semplice nell’essenzialità delle cose, lei, regista di successo alla ricerca di una nuova socialità. In mezzo un fantasmagorico Torturro che dà lezioni di recitazione a tutti gli altri, nel vero senso del termine, che interpreta un attore indisciplinato. Mia madre, però, è un film positivo, con cui Moretti rende un grande omaggio alla famiglia, andando oltre gli schemi. La figura dell’ex marito della protagonista, Margherita Buy, ad esempio, che riesce ad essere vicino alla donna con la quale ha condiviso un pezzo di vito. E la figura della figlia che fa emergere il prezioso rapporto nonno nipote è un modello sociale cui Moretti rende un grande, silenzioso omaggio. Le cose vanno come la vita vuole che vadano, e l’assenza di grandi frasi recupera al film quella dimensione vitale che serve per andare oltre il dolore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
anna1
|
mercoledì 5 agosto 2015
|
scambio di ruoli
|
|
|
|
Il film esprime una sorta di inversione di ruole ra fratello e sorella:la Buy nevrotica, incapace di esprimere fisicamente i propri affetti, tutto cervello e poco emozioni e cuore -per semplificare -, che si annulla nel lavoro, che si mette sempre in discussione, che non sa chi è e dove deve andare, che affronta i problemi del mondo ma non sa risolvere i suoi... in realtà è Moretti. Moretti recita un ruolo defilato e contenuto, è il familiare accudente, disponibile verso la madre, ma ampiamente tollerante e accondiscendente verso la sorella, umile, disposto a rinunciare al successo e ai riconoscimenti per accudire la madre morente. E' un ruolo evidentemente femminile.
[+]
Il film esprime una sorta di inversione di ruole ra fratello e sorella:la Buy nevrotica, incapace di esprimere fisicamente i propri affetti, tutto cervello e poco emozioni e cuore -per semplificare -, che si annulla nel lavoro, che si mette sempre in discussione, che non sa chi è e dove deve andare, che affronta i problemi del mondo ma non sa risolvere i suoi... in realtà è Moretti. Moretti recita un ruolo defilato e contenuto, è il familiare accudente, disponibile verso la madre, ma ampiamente tollerante e accondiscendente verso la sorella, umile, disposto a rinunciare al successo e ai riconoscimenti per accudire la madre morente. E' un ruolo evidentemente femminile.
Grande recitazione per la madre, che rappresenta la saggezza e l'amore vero, l'attenzione verso le esigenzedi tutti. Grande finale.
Un film che emoziona.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a anna1 »
[ - ] lascia un commento a anna1 »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
giovedì 25 agosto 2016
|
un film intenso ed essenziale
|
|
|
|
A mio parere è un buon film, con interpreti bravi (segnatamente Buy e Lazzarini) e una storia che rende bene l'idea di come il trapasso di un parente stretto possa incidere sulla vita di ogni giorno dei congiunti, e forse anche in modo positivo (vedi il riavvicinamento dei fratelli e il possibile miglioramento del carattere della protagonista). Non mancano comunque riferimenti al presente e alla crisi economica (vedi il film che la protagonista sta girando) e alla situazione degli ospedali italiani, temi che aggiungono ulteriori spunti di riflessione, seppur trattati in seno alla vicenda principale. Per attenuare la tragicità del tema, poi, ci sono alcune scene buffe, ad esempio quella di Barry in auto, ma sinceramente non mi hanno fatto ridere.
[+]
A mio parere è un buon film, con interpreti bravi (segnatamente Buy e Lazzarini) e una storia che rende bene l'idea di come il trapasso di un parente stretto possa incidere sulla vita di ogni giorno dei congiunti, e forse anche in modo positivo (vedi il riavvicinamento dei fratelli e il possibile miglioramento del carattere della protagonista). Non mancano comunque riferimenti al presente e alla crisi economica (vedi il film che la protagonista sta girando) e alla situazione degli ospedali italiani, temi che aggiungono ulteriori spunti di riflessione, seppur trattati in seno alla vicenda principale. Per attenuare la tragicità del tema, poi, ci sono alcune scene buffe, ad esempio quella di Barry in auto, ma sinceramente non mi hanno fatto ridere. Rimane senza dubbio un film intenso e secco, che non indulge a sentimentalismi e manierismi, e il tema, anche se non originale, rimane attuale (vedi il dibattito sull'eutanasia) e raffigurato in modo sincero e sentito.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
|