Mia madre

La storia è quella di una donna regista, madre, figlia e sola , Margherita Buy che si alterna tra un set simbolo delle contraddizioni attuali e il capezzale della madre che sta morendo , una figura solida , interpretata da una Giulia Lazzarini memorabile, un'insegnante ancorata ad un mondo culturale del passato ma , in definitiva, più presente e fresco di quello di oggi. L'attualità è descritta nel film in lavorazione ed è la crisi, l'oppressione, la fabbrica che muore , in questo caso con l'unico barlume di salvezza rappresentato da un improbabike imprenditore americano. Jhon Turturro è in realtà un personaggio fuori schema , strampalato , smemorato e contapalle che sembra non entrarci nulla con la tematica opprimente della fabbrica in fallimento e rappresenta in pieno lo sconcerto di chi , per anni , ha vissuto come attore e quindi mai nellla realtà. Diversi sono i momenti in cui il mondo reale si confonde : nei sogni scuri di Margherita che rifugge l'idea della morte della madre, nelle passeggiate immaginarie della stessa madre sotto la luna nei giorni che la accompagnano alla fine, nella rappresentazione della stanchezza verso la retorica della lotta :declamata ma non veramente agita . Infine il contrasto tra un femminile che si esprime nel controllo, nella ricerca di perfezione e nella regia non solo del film ma anche del quotidiano che in realtà sfugge ad ogni controllo e ad ogni regia...Il fratello Giovanni , interpretato con pacatezza e quasi in silenzio da Nanni Moretti, preferisce invece l'aspettativa dal lavoro e l'accudimento della madre più da vicino come per contrasto ad un femminile confuso che regge tutto ma con presenza poco incisiva . La figlia adolescente di Margerita racconta alla nonna e non alla madre del suo primo amore ..