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Il comandante e la cicogna, una favola agrodolce ai confini del surreale

Presentata in anteprima mondiale a Busan ha suscitato curiosità e interesse del pubblico coreano.
di Emanuele Sacchi

In foto Valerio Mastandrea e Claudia Gerini in una scena del film Il comandante e la cicogna di Silvio Soldini.
Claudia Gerini (52 anni) 18 dicembre 1971, Roma (Italia) - Sagittario. Interpreta Teresa nel film di Silvio Soldini Il comandante e la cicogna.

martedì 16 ottobre 2012 - Approfondimenti

Lui è un idraulico un po' remissivo, piagato dalla sfortuna e da problemi in crescita costante; lei un'artista svagata e nevrotica. Si rincorreranno ignari, nella babele di un'Itali(ett)a meschina, in cui tutti o quasi sembrano aver smarrito il lume della ragione.
Quindici minuti per inquadrare tutto quanto. Per condensare lo stato d'animo di molti italiani amareggiati. E non, assai ovviamente, da Berlusconi o dal berlusconismo, ma dal fatto che questo rappresenti al più un epifenomeno di un problema assai più grande, connaturato alla natura di un popolo dal talento individuale pari solo alla stoltezza collettiva. Un lungo giro di parole, forse, ma nell'incipit c'è in nuce tutto il film di Silvio Soldini, un tentativo di astrarsi e osservare il problema da una prospettiva privilegiata, a volo d'uccello o a "sguardo di statua", se preferite.
Raccontando una storia d'amore, incidentalmente (o forse no), utilizzando il contesto fiabesco per addentrarsi in una barbarie morale che pare troppo incredibile per essere trattata in maniera realistica; o forse così inquietante da meritare una mediazione fantastica perché lo shock resti nei limiti del sostenibile. Si dirà che il cinema dei Sessanta e dei Settanta, quello a cui perennemente il cinema italiano di oggi anela disperatamente, aveva già esaurito abbondantemente il tema, tra vecchi e nuovi 'mostri'; ma anche I mostri hanno bisogno del loro upgrade 2.0, tempi moderni e complicati richiedono mostri altrettanto moderni e complicati. Addentrarsi nei simbolismi vari ed eventuali potrebbe condurre a un'analisi banalizzante e, probabilmente, evidenzierebbe i punti di fragilità de Il comandante e la cicogna, ma l'opera di Soldini fotografa così adeguatamente - ironizzando in giuste dosi - lo stato (miserrimo) delle cose, senza ricorrere a comodi buonismi, che un po' di bene glielo si deve volere comunque. A reggere sulle spalle le sorti del film sono Valerio Mastandrea e Alba Rohrwacher, due dei più credibili e maturi interpreti in circolazione, comunque la si pensi e nonostante il pericolo di sclerotizzazione sia costantemente dietro l'angolo - lui come pacioso padre di famiglia sensibile e sfigato, lei come complessata con problemi a relazionarsi con il mondo. Il resto lo fa Torino, di cui Soldini coglie ogni sfumatura caratteriale: sdegnata, austera, in qualche modo refrattaria alla peggiore italianità, sospesa a metà tra atteggiamento regale e accettazione del miserrimo presente. Di qui è transitata l'idea originaria di unificazione e autonomia della nazione - più volte provocatoriamente messa in discussione nel film - di qui passa l'amara e necessaria riflessione di oggidì in merito.

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