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L’amica della sposa

La damigella d’onore è la protagonista della commedia estiva.
di Marzia Gandolfi

Rose Byrne (Rose Judith Esther Byrne) (45 anni) 24 luglio 1979, Sydney (Australia) - Leone. Interpreta Helen nel film di Paul Feig Le amiche della sposa.

lunedì 15 agosto 2011 - Approfondimenti

Esaltata da stucchevoli colori pastello, acconciata con avveniristica acconciatura e strizzata dentro abiti improponibili, almeno per l’impeccabile stile italiano, la damigella d’onore è patrimonio culturale della tradizione anglosassone e amica infaticabile della sposa. Sempre un passo avanti nella strada che porta all’altare, la damigella non si limita a precedere l’incedere della sposa ma al momento dell’investitura ufficiale dovrà impegnarsi a organizzare il matrimonio della più fortunata amica. Perché da ‘protocollo’ la bridesmaid deve essere nubile, efficiente e naturalmente impacciata per meglio esaltare qualità e dote della protagonista in bianco. Senza un fidanzato da amare e una prole da allevare, la damigella si getterà anima e corpo nella sua missione coordinando colori e prescelte a fare corona, risolvendo qualsiasi problema e votandosi letteralmente al martirio. Quasi sempre sorella, cugina o amica intima della sposa, la maid of honor in aggiunta alla lista nozze, al bouquet, al riso, ai petali e ai fiori d’arancio ha trovato il tempo del successo, guadagnandosi il ruolo di protagonista nelle nuove commedie ‘nuziali’. Vero e proprio macrogenere produttivo e aurifero, la wedding comedy da qualche matrimonio e molti film trascura la sposa e privilegia quella figura secondaria e bizzarramente agghindata che è la damigella, attraverso la quale ritrova linfa e ispirazione.

Quattro commedie e un dramma
Debutteranno in un bollente venerdì d’agosto e dentro una commedia ad alto contenuto dinamico, le damigelle di Paul Feig, che mette al centro della navata sei protagoniste scatenate e passa in rassegna cliché e convenzioni nuziali. Maldestre e svagate le amiche della sposa non mancheranno di accompagnarla, di sistemarle velo e strascico e di combinare ogni genere di guaio e sconsideratezza, perché il film di Feig è dichiaratamente dissacratorio e affronta con demenziale umorismo il perfect day. Sconsigliato agli spettatori che amano esporsi alla vertigine della passione, Le amiche della sposa respinge il gusto fiabesco per quello provocatorio, gettando una luce nuova e una spinta decisamente eretica sul giorno più bello. Intelligente e provocatoria fino alle lacrime, quelle che nascono dal riso, la commedia del regista americano va oltre la demistificazione già tentata dal Mio grosso grasso matrimonio greco, che dietro la facciata etnica finiva in fondo per cavalcare consuetudini e stereotipi, colpendo al cuore il matrimonio, considerato come unico status in grado di dare senso e valore alla vita. Interpretato da un cast superlativo retto e condotto all’altare da Kristen Wiig e Rose Byrne, Le amiche della sposa offre una versione aggiornata e insolita del genere, gettando nel panico la rigida prevedibilità dei suoi intrecci. In attesa di The Bachelorette, commedia indie prodotta da Will Ferrell e interpretata da Kirsten Dunst (damigella severa al servizio di una sposa ‘cicciona’), facciamo un passo indietro a scovare dentro la romantic comedy più bella degli anni Novanta (Il matrimonio del mio migliore amico) la damigella di Julia Roberts, che dopo un’inesauribile performance screwball dovrà cedere il presunto uomo della propria vita alla legittima fidanzata, accontentandosi di esserne testimone in lilla e di fare un ultimo ballo tra le braccia dell’amico di sempre e per sempre gay Rupert Everett. Più vicina nel tempo è la bridesmaid bionda e insicura di Katherine Heigl, ventisette volte spettatrice dell’altrui nozze e intrepida collezionista di vivacissimi abiti da damigella, che rimanderà alle mittenti per indossare nel lieto fine l’abito bianco e impalmare il giornalista estroverso di James Marsden. Se 27 volte in bianco punta il dito sull’etichetta e gli abiti stravaganti e rigorosamente coordinati delle damigelle, la commedia romantica di Paul Weiland trova il punto e lo spunto originale nel protagonista maschile di Patrick Dempsey, refrattario al matrimonio ma innamorato non dichiarato della sua migliore amica. Amica del cuore che spaccherà il suo, convolando a nozze con un blasonato scozzese e condannandolo, almeno fino al momento dell’orgogliosa rivalsa, a testimoniare il loro amore. Prova più ardua da superare è tuttavia quella capitata in sorte a Benoît Magimel ne La damigella d’onore di Claude Chabrol. Innamoratosi perdutamente della demoiselle d’honneur al matrimonio della sorella, il protagonista dovrà uccidere per dimostrare all’amata il suo sentimento e la sua devozione. Corteggiata dai generi e trasversale ai generi, la damigella ha smesso di sognare il matrimonio, procedendo oltre l’altare in direzione ostinata e contraria (alla realtà): il cinema. E questa volta, potete contarci, non starà solo a guardare.

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