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Una favola sul cinema in un mondo che non c'è più

Papasso parla della sua opera prima Un giorno della vita.
di Luca Marra

Alessandro Haber al photocall del film Un giorno della vita.
Alessandro Haber (77 anni) 19 gennaio 1947, Bologna (Italia) - Capricorno. Interpreta Carlo Lombardi nel film di Giuseppe Papasso Un giorno della vita.

martedì 11 gennaio 2011 - Incontri

Una favola sul cinema in un mondo che non c'è più”, così ama definire il suo film, Un giorno della vita, Giuseppe Papasso, documentarista al suo debutto con il cinema di finzione. La pellicola, presentata oggi alla Casa del Cinema di Roma, uscirà venerdì 14 gennaio con un cast che mescola bambini e attori di grande calibro: Maria Grazia Cucinotta, Alessandro Haber, Ernesto Mahieux, Pascal Zullino. Trenta le copie previste “Ma”, spiega Christian Lelli, uno dei produttori: “Miriamo a cinquanta. Riuscire a distribuire un film indipendente in questo periodo di cinepanettoni e blockbuster è stata per noi una sfida riuscita. Rispetto ai film economicamente più forti, proponiamo un'opera prima di cinema italiano”.

Le influenze
Film tricolore che non nasconde anche padri d'oltralpe: “Ho girato questo racconto ispirandomi alla Nouvelle Vague, in particolare a I 400 colpi di Truffaut” precisa Papasso “Ma anche a Peppone e don Camillo, il cinema di Tornatore e Io non ho paura di Gabriele Salvatores che mi ha influenzato nella scelta dei luoghi, come le campagne di Melfi. Inoltre, ho scelto il 1964 perché è un anno di grandi cambiamenti: muore Togliatti, vi è la massima diffusione delle sale parrocchiali e tra i fenomeni di costume c'è l'avvento del topless”. Anche se la fiaba di Papasso è ospitata in un tempo passato, per il regista qualcosa non è cambiato: “Un giorno della vita è anche la storia di un padre che impone la sua visione del mondo a un figlio. Una situazione che spesso si ritrovava e si ritrova nel sud Italia dove sognare era molto difficile. Sì, è arrivato il pc, però trovo ancora persone nel meridione che fanno le stesse cose, gli stessi ragionamenti di anni prima. Non sono né cambiati né cresciuti”.

Una madre anni '60
Meridionale come Papasso è Maria Grazia Cucinotta, la diva sicula interpreta la madre del piccolo protagonista, Matteo Basso: “Ho letto la sceneggiatura in un'ora, l'ho adorata perché è una favola semplice sulla più grande invenzione del mondo, il cinema. Nel film sono una madre anni '60, protettiva, che non entra mai in competizione col marito, ma si fa sentire al momento giusto. Oggi per fortuna le donne hanno raggiunto una parità sessuale, però se una donna vuole avere successo professionale deve rinunciare alla famiglia e, per me, è un prezzo troppo alto. Se vuoi essere una top manager devi scordarti della famiglia. Una battaglia persa”.


Aiutare le opere prime
Alessandro Haber ha il ruolo di un giornalista di provincia che racconterà la storia del protagonista. Attore navigato, Haber non esita mai a lanciarsi nelle opere prime: “Bisogna essere generosi con chi sogna. Lavorare nelle opere prime mi ricorda i miei esordi, e poi è facile recitare solo nei film di De Laurentiis che incassano comunque. Non faccio mai troppi calcoli. C'è gente, al contrario, che lo fa spesso. Vorrei vedere un Ghini, un Bentivoglio o un Rubini: facciano pure loro un film del genere”. L'attore bolognese si allarga poi al discorso sui tagli alla cultura, tema caldo di questi mesi: “Ho una provocazione: bruciamo un cinema o un teatro per salvarne cento. C'è bisogno di un gesto eclatante”. Maria Grazia Cucinotta prosegue: “Tutti i colleghi dicono che c'è crisi. Noi siamo la benzina del cinema e quindi, se è il caso, vanno accettati compensi più bassi, permettendo a tutta la macchina dello spettacolo di lavorare. Film a basso budget come questi, dove non dovete mettere le mani sulle orecchie dei vostri figli per non far loro ascoltare volgarità, dimostrano che le idee fanno sognare, non i soldi”.

Un invito a vedere il film
In conclusione, ogni membro del cast fa un invito a vedere il film e il premio per lo slogan più originale e ironico va ad Ernesto Mahieux: “Andate a vedere il film perché dimostra che i comunisti non mangiano i bambini”.

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