Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Giuseppe Papasso |
Attori | Maria Grazia Cucinotta, Alessandro Haber, Ernesto Mahieux, Domenico Fortunato, Mia Benedetta Daniele Russo, Matteo Basso, Pascal Zullino, Francesca D'Amico, Amedeo Angelone, Massimo Sorrentino, Nando Irene, Orazio Cammarota. |
Uscita | venerdì 14 gennaio 2011 |
Tag | Da vedere 2010 |
Distribuzione | Iris Film Distribution |
MYmonetro | 2,87 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 dicembre 2012
Salvatore, piccolo cinefilo, acquista un proiettore sottraendo il denaro necessario alle casse della locale sezione del Partito comunista. In Italia al Box Office Un giorno della vita ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 31,3 mila euro e 3,3 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Salvatore è un bimbo lucano che ama sognare. Nella terra dei "basilischi" negli anni Sessanta dove la gente mormora, lui ha capito il valore del suo sogno: aprire un cinema nel suo paese. Per realizzarlo calpesterà la morale di un padre comunista e rigido, che al posto di fargli vedere Maciste e i peplum del tempo gli impone di leggere Marx ed Engels. Aiutato dai suoi compagni di giochi, Salvatore cercherà di avere il suo "cinema Paradiso" ma per farlo dovrà attraversare anche il suo piccolo grande inferno.
Giuseppe Papasso per l'esordio al cinema di finzione sceglie un cambiamento drastico: da documentarista di lungo corso (Berlino: il muro della vergogna) a una favola di cinema e sul cinema ambientata in un tempo andato, il 1964 del Concilio Vaticano, della morte di Togliatti e dell'espansione delle sale parrocchiali, note storiche per rendere verosimile la favola lucana.
Tutti i racconti di fantasia si aprono con i "c'era una volta" o "i tanto tempo fa": traducete questi cliché in immagini e potrete vedere visi meravigliati di gente al cinema, musiche magniloquenti alla Morricone di Nuovo Cinema Paradiso o le camminate di una Malena che squarciano il bigottismo degli uomini provincialotti.
I padri artistici dichiarati di Papasso: Tornatore, Truffaut e il Salvatores di Io non ho paura si sentono troppo e Un giorno della vita, pur se sincero e appassionato, soffre molto di una somiglianza ai loro lavori. Una messinscena televisiva e una fotografia talvolta artefatta acuiscono questa sofferenza e pure la cura delle interpretazioni ottime, quelle di Pascal Zullino, Maria Grazia Cucinotta, Alessandro Haber, Ernesto Mahieux e del piccolo Matteo Basso, non riescono ad evitare una patologia frequente del cinema: l'essere soprafatti dal "già visto".
Il dispiacere si fa forte perché se si va al centro del sole della storia, quello che illumina le campagne lucane di Melfi si trova un tema struggente e bellissimo: il peso dei sogni. Sognare non costa nulla? Non è vero. Sognare porta sofferenza, punizioni, conflitti. Per arrivare al sole devi attraversare le nubi, ma i nuvoloni grigi del "già visto" non permettono al film di brillare in originalità e non irradiano così lo spettatore della tanta poesia potenziale che poteva esserci in un racconto come questo.
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Basilicata, anni Sessanta. Salvatore, un bambino di dodici anni, ha una grande passione per il cinema, ma deve affrontare quotidianamente l’ostilità di suo padre, un contadino egoista e manesco, che vede come fumo negli occhi la passione del figlio. Un giorno, l’annuncio della vendita di un vecchio proiettore fà nascere in Salvatore l’idea di creare un piccolo cinema.
Bel film, godibilissimo, parte un po lentamente ed è forse un po troppo nostalgico, ma la trama si dispiega velocemente, il ritmo si alza in maniera graduale ma veloce, ed alla fine e si resta affascinati dalla storia, di per se semplice come una favola, ma ricca di emozioni e contenuto. fotografia ottima, paesaggi dai colori di quadri impressionisti sono [...] Vai alla recensione »
Salvatore è un ragazzino di 12 anni con una passione divorante e colpevole per il cinema, la condivide con due amichetti e appena possono fanno cinque km in bici per correre di nascosto nel paese vicino dove danno l’ultimo di Maciste. I soldi del biglietto sono sempre un problema, la madre (una Cucinotta senza infamia e senza lode, ma almeno senza trucco) borbotta, ce ne sono pochi nel ’64 in Basilicata, [...] Vai alla recensione »
E’ meglio impiegare 150.000 lire per l’acquisto di un proiettore e la creazione di un piccolo cinema oppure per un viaggio a Roma dei “compagni” di una sezione lucana del PCI ai funerali di Togliatti? Per Salvatore, 12enne innamorato del cinema, non ci sono dubbi: perciò giunge a rubare quella somma dai cassetti della sezione, impedendo così ai “compagni” – tra cui il suo severo papà Pietro (Pascal [...] Vai alla recensione »
I tre bambini protagonisti di questo film ci accompagnano in una bella favola pulita, dove tutto sembra armonioso, magnifici i paesaggi, bella la musica, vividi i personaggi, ma è lontano molto dalla realtà e dal realismo, quasi un sogno impossibile.
In un piccolo paesino della Basilicata il giovane Salvatore (Basso) sogna il cinema; un padre despota (Zullino) ed una madre succube ma non indifferente (Cucinotta) non lo supportano certo in questo suo sogno "troppo costoso". Il giovane passa i suoi fine settimana assieme a Maciste, Totò e Chaplin e l'occasione di poter avere un proiettore tenta talmente tanto Salvatore da indurlo [...] Vai alla recensione »
il film è gradevole e ben diretto. racconta una storia un po' inverosimile di un ragazzo del sud, nella Basilicata degli anni '60, buono e docile, ma affascinato dal cinema al punto tale di rubare dei soldi dalla sezione del PCI della quale suo padre era un attivo miltante, e così riuscire a comprare il proiettore dei suoi sogni.
Forse qualcuno potrà trovarlo semplice nella sua struttura narrativa, ma Un giorno della vita mi è piaciuto molto perchè ha una sua coerenza per cosi dire compositiva. Gli attori sono tutti bravi aiutati da un’attenta regia che dà il meglio di sé nella toccante scena finale. E’ un film riuscito proprio per la sua semplicità, per l’accurat [...] Vai alla recensione »
La produzione è ottima. Mi ricorda da vicino Nuovo Cinema Paradiso, che affianca senza copiare. E' un piccolo capolavoro, perché fa sognare. Ottima la Cucinotta, ma anche gli altri attori hanno recitato bene. Niente da dire, un film da vedere.
SONO GIORNI CHE SIAMO TEMPESTATI DA UNA MIRIADE DI PUBBLICITA CINEMATOGRAFICHE HANNO RIEMPITE LE SALE DI CINEMA PANETTONI COL SOLO RISULTATO DI ALLONTANARE LO SPETTATORE DAL VERO SPETTACOLO DI UNA SANA VISIONE. FINALMENTE POSSO DIRE DI AVER VISTO IN ANTEPRIMA UN FILM FATTO CON TUTTI I CRISMI.ASPETTO CON ANSIA CHE VENGA DISTRIBUITO NELLE VARIE SALE D ITALIA.
Come esercente ho già visto Un giorno della vita alle Giornate professionali di Sorrento, e lo trovato interessante; Il film, nel quale gli interpreti si spendono con entusiasmo, è abbastanza calibrato nel racconto, ed è una favola molto godibile. Le donne sono giuste nel loro ruolo e sono Maria Grazia Cucinotta e Mia Benedetta, i maschi più azzeccati hanno i volti di [...] Vai alla recensione »
...credo che guarderò l'anteprima! (ho già l'invito...).
ho visto l anteprima ed esprimo il mio apprezzamento per un film ben fatto ed inserito ottimamente nel periodo anni 60.La regia mostra un bagagliaio di esperienza ottimale inoltre il periodo della uscita in sala da la possibilita allo spettatore di assistere ad una proiezione che si ditingue dai numerosi film panettoni che girani nelle sale in questi giorni.
Niente Budget astronomici, niente cast stellari, niente effetti speciali, niente 3D e altre diavolerie... ma in compenso tanta STORIA, tanta TRAMA, tanta RECITAZIONE, tanti SENTIMENTI, tante EMOZIONI, tanto di quello ke veramente dovrebbe essere il VERO CINEMA! certo stiamo parlando di un'opera prima e naturalmente qualche limatura, quanche difetto, qualcosa da migliorare c'è ma nel complesso siamo [...] Vai alla recensione »
lento,decisamente lento,uno di quei film che ad un certo punto vorresti....cambiar canale,chi non è stato appassionato dal cinema da piccolo,quella sala buia e misteriosa dove proiettavano questi grandi film via col vento,ben hur,i dieci comandamenti, e proprio perchè si era piccoli si veniva inghiottiti dallo schermo,dunque nessuna meraviglia se in quei paesini piccoli degli anni sessanta [...] Vai alla recensione »
Vuole ricalcare in maniera inefficace lo stile di Tornatore...consiglio: mai provare ad imitare i grandi registi, si rischia di incorrere nella noia e nel "già visto", siate più umili!
Una favola sul cinema in un mondo che non c'è più”, così ama definire il suo film, Un giorno della vita, Giuseppe Papasso, documentarista al suo debutto con il cinema di finzione. La pellicola, presentata oggi alla Casa del Cinema di Roma, uscirà venerdì 14 gennaio con un cast che mescola bambini e attori di grande calibro: Maria Grazia Cucinotta, Alessandro Haber, Ernesto Mahieux, Pascal Zullino.
BASILICATA, 1964. Il dodicenne Salvatore si trova nel riformatorio di Potenza, dove sconta una pena per furto. Ad attenderlo, per un colloquio, Carlo Lombardi (l'ottimo Alessandro Haber), giornalista locale specializzato nelle inchieste, interessato a conoscere i motivi che hanno spinto quel ragazzino, dall'aria innocente a ficcarsi in guai più grandi di lui.
Buona l’idea di imbastire un conflitto genitore-figlio che metaforizza le contraddizioni dell’Italia del boom, in piena trasformazione economico-sociale e insieme ancora povera e arcaica; meno efficace la messa in scena troppo prevedibile e convenzionale. Tuttavia, pur non possedendo la visionarietà e l’occhio del cinema di Tornatore, che si direbbe il suo modello ispiratore, l’esordiente Giuseppe [...] Vai alla recensione »
Ci si accorge sin dal primo fotogramma che Papasso è un discepolo attento e coinvolto di Tornatore (ma potremmo aggiungere di Comencini, della Wertmuller di «I basilischi» e, perché no, di Kusturica) e che il suo itinerario sarà soffuso di un'affettuosa nostalgia a rischio di retorica. Basta, però, la prova meravigliosa di Alessandro Haber nella parte del giornalista che porta alla luce la piccola [...] Vai alla recensione »
Esordio nella finzione per il documentarista e saggista Giuseppe Papasso, Un giorno della vita è una bella storia di padre contro figlio, militanze contrapposte, potere del cinema. C'è leggerezza, voglia di capirsi e dignità. Facce verissime anni '60. Le più forti sono tutte di attori non professionisti. Da Il Messaggero, 14 gennaio 2011
Ma che bella sorpresa. Il debuttante Giuseppe Papasso racconta una favola delicata e gentile, nel solco di Nuovo Cinema Paradiso, anche se non riesce a ripeterne il magico incanto. Siamo in Basilicata nell'agosto del '64. Per comprare un proiettore seminuovo, il dodicenne Salvatore, appassionatissimo di cinema, ruba dalla sezione del Pci le 150 mila lire faticosamente raccolte da un gruppo di militanti [...] Vai alla recensione »
Che cosa non si fa per un film di Maciste! Nella Basilicata del 1964, dalle fredde e verdoline stanze del riformatorio,il dodicenne Salvatore racconta ad un giornalista la sua storia, tra i funerali di Togliatti, PCI, preti, amori infantili, pregiudizi di paese e una divorante passione per i film. Lo sguardo affettuoso verso il passato per un racconto fin troppo ansioso di mostrarsi commovente, comprensivo [...] Vai alla recensione »