Titolo originale | La passione di Anna Magnani |
Anno | 2019 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 60 minuti |
Regia di | Enrico Cerasuolo |
Attori | Luca Magnani, Goffredo Alessandrini, Ingrid Bergman, Marlon Brando, Yul Brynner François Chalais, Vittorio De Sica, Federico Fellini, Burt Lancaster, Jerry Lewis, Sophia Loren, Anna Magnani, Marcello Mastroianni, Benito Mussolini (II), Pier Paolo Pasolini, Anthony Quinn, Jean Renoir, Roberto Rossellini, Paolo Stoppa, Luchino Visconti, Tennessee Williams. |
MYmonetro | 3,16 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 maggio 2019
Uno sguardo dietro l'icona del cinema italiano.
CONSIGLIATO SÌ
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A partire dalla celeberrima scena della morte di Pina in Roma città aperta, un ritratto sentito e commosso di Anna Magnani. Comica, tragica, vulcanica, fragile, non bella ma dal fascino magnetico, la Magnani s'impose come un modello di donna e attrice indipendente e seppe diventare un'icona. Dalla scuola di recitazione alla fine degli anni '20 alla rivista nei teatri di Roma sotto il fascismo, dalle prime commedie al cinema all'incontro con Rossellini e Visconti, fino all'Oscar per La rosa tatuata e il ritorno al teatro degli ultimi anni, un viaggio sentito e commosso nell'animo di una figura unica del cinema italiano.
Un film in forma di lettera: «Cara Anna...» recita la voce di Enrico Cerasuolo in apertura del suo film, che attraversa la vita e la carriera della grande attrice utilizzando filmati d'archivio dell'Istituto Luce e della Rai, sequenze dai suoi film e materiali d'archivio.
«Una belva», la definì in un'intervista Anthony Quinn, che al fianco di Anna Magnani aveva recitato in Selvaggio è il vento: non c'è appellativo migliore per definire la più ingombrante, indefinibile, forse tragica attrice del nostro cinema. Un simbolo di Roma e del neorealismo, della rinascita di un intero paese dopo la guerra e prima ancora, nelle riviste a teatro e nelle commedie del marito Alessandrini e di De Sica, dell'animo di una città e del suo cuore ironico e beffardo. Cerasuolo segue cronologicamente la carriera della Magnani, la ascolta mentre risponde con tono beffardo e eppure dolcissimo alle domande dei giornalisti, si fa aiutare dalle parole dell'amatissimo figlio Luca (ancora vivo e disponibile nel dare mano libera all'uso degli archivi), dalla dichiarazioni di chi nel lavoro e nella vita l'hanno amata, guidata, ammirata: Rossellini, che la lasciò per la Bergman togliendole il ruolo da protagonista in Stromboli, terra di Dio; Visconti, che a malincuore rinunciò a lei per Ossessione ma si rifece con Bellissima; Renoir, che si dichiarava sbalordito dalla potenza della sua presenza in scena; Tennessee Williams, che per lei scrisse La rosa tatuata; persino Eduardo, che in un filmato di repertorio la elogiò al termine di una rappresentazione teatrale della "Medea" di Jean Anouilh.
In un'intervista di repertorio, Anna Magnani risponde alla domanda su cosa significhi essere un'attrice: «Non lo so», dice. «Io sono più artista che attrice. Dentro ho migliaia di donne, e solo quando entro in sintonia con una di queste, posso dire di recitare. Se ciò non accade, allora sono solo un'attrice». Vita, energia, ricerca della verità: Anna Magnani è stata un'interprete totale, nel bene di un talento travolgente (Visconti sapeva di doverla lasciar fare e lasciarla libera di inventare) e nel male di una vita privata e sentimentale all'insegna della solitudine. Come dice ancora la voce del regista, la sua unicità sta nell'aver saputo imporsi, nell'Italia degli anni '40 e poi oltre, come una donna libera e moderna, per la prima volta non modellata sul desidero maschile. Per questo la sua figura è ancora oggi attuale e bellissima, e questo piccolo film un omaggio sentito e forse necessario.