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L'anno dei sequel

Previsto per il 2011 il maggior numero di film appartenenti a franchise.
di Marlen Vazzoler

Una foto del film Kung Fu Panda 2, in uscita tre anni dopo il primo capitolo.

martedì 22 febbraio 2011 - News

Squadra che vince non si cambia" sembra essere questo il motto per la stagione cinematografica 2011. Quest'anno nei soli Stati Uniti verranno prodotte e distribuite 27 pellicole appartenenti a delle franchise, ovvero più di un quinto della produzione nazionale:

- 9 pellicole saranno il secondo capitolo diretto (in ordine cronologico) all'interno di una franchise nella forma di sequel: Cars 2, Diary of a Wimpy Kid 2: Rodrick Rules, The Hangover Part II, Happy Feet 2, Hoodwinked Too! Hood vs. Evil, Johnny English Reborn, Kung Fu Panda 2, Piranha 3DD e Sherlock Holmes 2
- 5 pellicole saranno il terzo capitolo diretto all'interno di una franchise nella forma di sequel: Alvin and the Chipmunks: Chipwrecked, Big Mommas: Like Father, Like Son, Madea's Big Happy Family, Transformers: Dark of the Moon e Paranormal Activity 3
- 8 pellicole saranno il quarto capitolo diretto all'interno di una franchise nella forma di sequel: Mission: Impossible Ghost Protocol, Pirati dei Caraibi 4: Oltre i confini del mare, Scream 4, Spy Kids 4: All the Time in the World e The Twilight Saga: Breaking Dawn (Parte Prima)
- 5 pellicole saranno il quinto capitolo di una franchise: i sequel Fast Five, e Final Destination 5, lo spin-off Puss in Boots, il prequel X-Men: First Class, e un nuovo capitolo delle storie di Winnie the Pooh.

A queste ci sarebbero poi da aggiungere anche altre tre pellicole: due sono settimi capitoli (quello dei Muppets, The Muppets, e il prequel Rise of the Apes che narra gli eventi antecedenti a Il pianeta delle scimmie) e uno è un ottavo capitolo, Harry Potter e i doni della morte: Parte Seconda.

Innanzitutto bisogna notare che lo studio effettuato da Box Office Mojo non ha preso in considerazione pellicole come New Year's Eve e il prequel della Cosa, The Thing, anche se in realtà sarebbe corretto considerarle, visto che lo studio prende in esame le franchise, non solo i sequel, altrimenti si dovrebbero togliere dall'elenco film come The Muppets e Winnie the Pooh. La seconda immediata considerazione che si deve fare è che questo elenco tiene conto solamente dei film appartenenti a delle franchise avviate, e non considera le pellicole basate su una sceneggiatura non originale, ovvero libri, fumetti (Green Lantern), videogiochi (Prince of Persia) e giochi da tavolo, giocattoli (Ouja) che nel caso di successo avrebbero dovuto dare vita ad una franchise. Se lo si facesse, l'elenco diventerebbe molto più lungo.
L'unico anno in cui si era presentata una situazione simile a quella di quest'anno è stato il 2003, quando furono prodotte ben 24 pellicole appartenenti a delle franchise. Ma sebbene nel 2010 al pubblico in sala sia andata di lusso perché sono stati solo 19 i sequel made in Usa proposti al cinema, se guardiano la top ten al box office a livello mondiale riferita all'anno appena trascorso, i dati cominciano a suggerirci qualcosa:

1 Toy Story 3 $1,063.2
2 Alice in Wonderland (2010) $1,024.3
3 Harry Potter e i doni della morte: Parte prima $948.3
4 Inception $823.6
5 Shrek e vissero felici e contenti $750.0
6 The Twilight Saga: Eclipse $693.6
7 Iron Man 2 $622.1
8 Cattivissimo Me $527.8
9 Rapunzel $504.2
10 Dragon Trainer $494.9

Tra questi dieci film solo due sono basati su una sceneggiatura originale: Inception e Cattivissimo Me; 5 sono dei sequel e 3 sono degli adattamenti cinematografici di libri per ragazzi. Se analizziamo invece il box office mondiale degli ultimi dieci anni, sono ben otto i sequel che occupano le prime dieci posizioni.

1 Avatar $2,782.2 2009
2 Il signore degli anelli - Il ritorno del re $1,119.1 2003
3 Pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma $1,066.2 2006
4 Toy Story 3 $1,063.2 2010
5 Alice in Wonderland $1,024.3 2010
6 Il cavaliere oscuro $1,001.9 2008
7 Harry Potter e la pietra filosofale $974.7 2001
8 Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo $961.0 2007
9 Harry Potter e i doni della morte: Parte prima $948.3 2010
10 Harry Potter e l'ordine della fenice $938.2 2007

Parlando in un'intervista con Usa Today, Brandon Gray, fondatore e presidente di Box Office Mojo ha spiegato che Hollywood sempre di più si rifugia nei successi del passato, dimenticando così l'importanza della storia all'interno di un film. Purtroppo questa è una tendenza che non riguarda solamente i film appartenenti alle franchise come Spider-Man 3 e Transformers 2, che sebbene abbiano incassato di più dei loro predecessori, avevano delle sceneggiature molto deboli. Se consideriamo molti dei presunti blockbuster della passata estate, quelli che hanno fallito il raggiungimento della vetta, avevano tutti problemi di sceneggiatura, vedi Prince of Persia, Jonah Hex, L'apprendista stregone... Invece film come Il cigno nero, Il grinta, The Social Network e The Fighter, tutti candidati agli Oscar, si fondano su una solida sceneggiatura.
Un altro problema che sottolinea Gary è che al momento non vengono create nuove franchise perché gli studio preferiscono rimanere sicuri creando dei nuovi sequel, ma questa tendenza, secondo Gary, può durare fino a un certo punto, ovvero fino a quando la franchise non viene prosciugata (Nightmare) e a quel punto lo studio decide se fare un reboot/remake/re-imagining per rilanciare la serie o abbandonarla per un determinato periodo di tempo, fino a quando non nasca una nuova idea - nonostante il flop di Terminator: Salvation gli studio stanno ipotizzando in queste settimane la creazione di un nuovo film.

Ma se si segue con attenzione gli innumerevoli progetti che vengono annunciati ogni giorno notiamo che gli studi stanno tentando di creare delle nuove franchise, e possibilmente qualcosa che replichi o si avvicini al successo di Harry Potter o Twilight, ideando pellicole che ne condividono alcune caratteristiche "fondamentali", vedi Sono il numero quattro considerato una versione di Twilight con gli alieni al posto dei vampiri o il futuro adattamento cinematografico della trilogia di The Hunger Games scritta da Suzanne Collins. Ma come l'esperienza insegna, anche se la franchise libraria ha successo, non è detto che sarà così anche per i film che ne verranno tratti: degli esempi sono il primo capitolo della trilogia "Queste materie oscure", La bussola d'oro, un flop disastroso al botteghino, e l'insuccesso di Narnia, che dopo il "flop" del secondo film è stato venduto dalla Disney, e sebbene il progetto sia continuato sotto un nuovo studio, il terzo film ha incassato di meno del secondo. Non c'è dunque da sorprendersi se lo studio preferisce annunciare una serie televisiva animata e un sequel di Dragon Trainer, visto l'enorme successo ottenuto dalla pellicola grazie al passaparola e non all'orribile marketing, alla creazione di Final Destination 6 e 7 nel caso il 5 vada bene al botteghino e alla creazione di Pirati dei Caraibi 5 e 6, nonostante il fatto che il e il non reggano il confronto col primo e siano accusati di essere troppo difficili da seguire e il debba ancora approdare nei cinema.

Ma se sono le cifre a contare, perché Inception non viene preso come esempio? Si tratta di una pellicola, inizialmente autorizzata dallo studio per accontentare Nolan e per assicurarsi il regista per la direzione di The Dark Knight Rises. Nonostante Inception sia stato un successo di critica e di pubblico e non abbia puntato sul 3D - che contribuisce al alzare l'incasso - ma alla tecnologia IMAX, lo studio lo considera un caso fortuito, anzi il problema è che non lo considera proprio. Si sta creando un appiattimento dell'offerta: innanzitutto si producono meno film con rating R e, per cercare di aumentare il pubblico, quei pochi che vengono prodotti rischiano di essere tagliati, una pratica stabilita in particolare da Harvey Weinstein che dopo l'annuncio di possibili tagli al Discorso del re, ne ha proposti anche per un film presentato quest'anno al Sundance, Submarine.
Le ultime produzioni sono principalmente con rating PG o al massimo PG-13, valori che permettono di raggiungere nelle sale un pubblico molto più ampio e variegato, ma, come ci insegna Una notte da leoni, non importa che rating si abbiano, se il film è fatto bene può lo stesso sfondare record.

Inoltre i film estivi, i cosiddetti blockbuster, stanno cominciando ad omologarsi, ovvero tendono a trattare principalmente di supereroi, vedi le varie produzioni Marvel e non, o sono dei film d'azione caratterizzati dallo stile di Bruckheimer e di Bay, in cui la visione è più importante del contenuto. I film drammatici e quelli sci-fi invece, stanno diventando il punto di forza delle produzioni indipendenti, degli esempi recenti sono Animal Kingdom e Un gelido inverno oppure, nel secondo caso, Moon, Monsters o il più recente Love.
Nell'editoriale del numero di febbraio del redattore esecutivo di GQ, Mark Harris, viene segnalato come le ricerche di marketing abbiano individuato la fascia dei maschi sotto i 25 anni come composizione principale del pubblico che va a vedere un film e destinatario quindi del messaggio pubblicitario. Ecco da dove nasce questa omologazione dell'offerta.
Questa situazione cosa comporterà per la realizzazione di opere originali sotto i grandi studi? Sicuramente verranno ancora create, ma per il momento gli studi continueranno a dare la precedenza alle franchise che continuano ad ottenere successo. Si creerà un restringimento dell'offerta che nel lungo periodo porterà i filmakers con meno potere cinematografico ad abbracciare sempre di più il cinema indipendente, a meno che lo studio non voglia tenersi buono l'artista di turno accettando di produrgli idee originali.

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