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Babinet trasfigura una realtà che conosce bene per riflettere sulla definizione di normalità. Riuscita l'alchimia tra Poelvoorde e Lacroix. Commedia, Drammatico - Francia2023. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Adattamento dall'opera Monster in the hall di David Greig. Espandi ▽
Lucie è un'adolescente orfana di madre che si deve prendere cura di suo padre William che è affetto da sclerosi multipla. È così costretta a mettere insieme lo studio, le faccende domestiche e il lavoro in una paninoteca per far quadrare il bilancio. La sua passione per la scrittura e per inventare storie spesso al limite della credibilità l'aiuta ad andare avanti nonostante tutto. L'annunciata visita di un assistente sociale mette però tutto in discussione. Potrebbe essere trasferita in una casa famiglia e quindi la sua vita deve apparire assolutamente 'normale'.
Olivier Babinet trasfigura una realtà che conosce bene creando un contesto in cui gli elementi parlano del presente senza doverlo però connotare con precisione. Il suo obiettivo era quello di realizzare un film in cui instillare, come lui stesso afferma, "una goccia di Miyazaki nei fratelli Dardenne". Ha cioè inserito nel film dei detour che si dirigono sul versante fantastico per evitare l'imitazione di quelli che ritiene dei maestri (il regista è nato a Strasburgo e vive a Parigi ma la coproduzione è belga).
La visione del film ci conferma che il suo obiettivo è stato raggiunto grazie anche all'alchimia che si crea tra i suoi due protagonisti Benoît Poelvoorde e Justine Lacroix. Recensione ❯
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Il racconto della travagliata storia d'amore tra Tchaikovsky e sua moglie. Espandi ▽
Il 18 luglio 1877 Pëtr Il'ic Cajkovskij sposa Antonina Ivanovna Miljukova, una sua ex allieva di cui aveva perso il ricordo, che gli aveva scritto una lettera appassionata dichiarandogli il suo amore. Con questo matrimonio il noto compositore compie un tentativo per negare a se stesso la propria omosessualità. Si tratterà di un totale fallimento che viene letto attraverso la vicenda della donna la quale non rinuncerà mai all'idea di considerare Pëtr come il proprio uomo.
Se già Ken Russell in L'altra faccia dell’amore aveva fatto suo l’argomento in modo dissacrante, Serebrennikov sceglie coraggiosamente di affrontare la turbolenta vita coniugale del noto compositore dal punto di vista femminile.
Il regista non solo mette lo spettatore di fronte alla vita e ai sentimenti di una donna, che all’epoca non contavano granché, ma va anche oltre, scegliendo una tematica che lancia un segnale anche rispetto a ideali sociali e politici perfettamente attuali. Recensione ❯
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Le strade di un piromane e di un pompiere si incontrano. Espandi ▽
Amador Coro è stato condannato per aver causato un incendio. Quando esce di prigione, nessuno lo sta aspettando. Torna nel suo villaggio incastonato tra le montagne della Galizia dove vive sua madre, Benedicta e le loro tre mucche. Le loro vite fluiscono lentamente, al ritmo pacifico della natura. Fino al giorno in cui un incendio arriverà a devastare la regione. Recensione ❯
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Un film d'animazione che fa scoprire quanto è importante l'amicizia, il lavoro di squadra, il rispetto e la gentilezza. Espandi ▽
Quando Baby Shark e la sua famiglia si trasferiscono a Chomp City, la grande città degli squali, è costretto a lasciarsi alle spalle il mondo che conosce e ama, compreso il suo migliore amico, William. Riusciranno le loro "barche" a sopravvivere alla distanza? Mentre Baby fatica ad adattarsi alla sua nuova vita, si profila un problema più sinistro. Una malvagia popstar marina di nome Stariana è in ascesa e usa l'antica magia musicale per diffondere la sua canzone iper-ripetitiva attraverso tutte le vaste acque. Non si fermerà finché non rimarrà più nessun'altra musica oltre alla sua... e solo una cosa potrà fermarla: il pesce più orecchiabile del mare. All'insaputa di Baby Shark, è lui! Con la disarmonia che si diffonde, tocca a Baby Shark riportare l'equilibrio nell'oceano e, nel frattempo, salvare il suo migliore amico. Rafforzato dal legame tra lui e William, Baby combatte la musica con la musica, sconfiggendo Stariana nel luogo più epico e ripristinando l'armonia musicale nel mondo. Recensione ❯
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Claire Doyon racconta la storia e il suo rapporto con la figlia Penelope, affetta da un grave disturbo. Espandi ▽
"Ti abbiamo trovato una casa", dice la regista Claire Doyon alla figlia adolescente Pénélope, nella scena di apertura di questo intimo documentario. Alla fine, ti rendi conto che questo momento è stato sia un trionfo che una sconfitta. Pénélope ha la sindrome di Rett, un disturbo neurologico dello spettro autistico che porta a una cessazione precoce dello sviluppo cognitivo. Recensione ❯
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Una cronaca familiare tenera e garbata, che sollecita il dialogo e si nutre dell'esperienza del suo autore. Drammatico, Francia2022. Durata 85 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un colpo alla testa fa perdere i freni inibitori a Moussa, che da componente più gentile e altruista della famiglia inizierà a esprimere senza filtri ogni pensiero che gli passa per la mente. Espandi ▽
Moussa è un uomo mite, padre dedicato e fratello accudente. Un trauma cranico causato da una misteriosa caduta, acutizza la sua depressione e taglia i suoi freni inibitori. Improvvisamente, dice quello che pensa e come lo pensa. Le parole senza filtro di Moussa obbligano ‘i suoi’ a un esame di coscienza da cui tutti usciranno migliori. Sensibile e debordante di vita che rilancia, come le sentenze caustiche del suo protagonista (Sami Bouajila), Ritratto di famiglia è una cronaca familiare tenera e garbata, nutrita dall’esperienza del regista, figlio di immigrati marocchini che è riuscito a imporsi nel cinema come il suo personaggio, il fratello autocentrato di Moussa, in televisione. Il film sollecita il dialogo, quello frontale, occhi negli occhi, quello che ferisce ma libera e aiuta ad amarsi meglio. “La verità mi fa male, lo so…” cantava Caterina Caselli in fondo agli anni Sessanta, Roschdy Zem si impegna a dirla nonostante, prendendo di petto i conflitti e portando finalmente in superficie le disfunzioni della nostra vita. Recensione ❯
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Una visione coraggiosa e originale su un tema difficile con protagonista un'ottima giovane interprete. Drammatico, Francia, Belgio2022. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una ragazzina di 12 anni inizia una nuova vita quando viene portata via da quella che era la sua casa. Espandi ▽
Dalva, quando viene prelevata dai Servizi sociali e portata contro la sua volontà in un centro per minori, ha 12 anni, vive da sola con il padre, che lei chiama Jacques, ha sempre studiato in casa senza avere contatti con i suoi coetanei, e si veste e si trucca come una donna adulta. A poco a poco diventa evidente che l'ingiustizia è quella perpetrata contro di lei dal padre che, dopo la separazione dalla moglie, ha fatto di Dalva la sua compagna. Saranno l'amicizia con Samia, e l'aiuto dell'assistente sociale Jayden a donarle una nuova prospettiva sulla realtà e ad insegnarle come possa essere la vita a 12 anni.
La regista e sceneggiatrice belga Emmanuelle Nicot, al suo esordio nel lungometraggio, sceglie di raccontare una storia di incesto allineandosi totalmente al punto di vista della giovane vittima, tanto che nella parte iniziale del racconto viviamo anche noi ciò che le succede come una sgradita ingerenza e un abuso.
Nicot riesce a raccontare una vicenda potenzialmente scabrosa senza alcun compiacimento o voyeurismo, e contemporaneamente senza alcuna pruderie o imposizione di giudizio. La giovanissima protagonista, l'esordiente Zelda Samson, porta sulle sue spalle tutta la narrazione, in un percorso dal buio alla luce. Recensione ❯
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Un attore di teatro per sbarcare il lunario accetta di tenere un seminario in carcere. Espandi ▽
Un attore di teatro che sta tenendo un seminario in carcere, sorpreso dalle doti di alcuni detenuti, decide di mettere in scena con loro Aspettando Godot di Samuel Beckett, e di farlo in un vero teatro. Tra mille difficoltà inizia così una straordinaria avventura umana, la cui conclusione imprevista lascerà tutti a bocca aperta. Recensione ❯
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Thriller psicologico che trascende le oscurità della foresta nelle ossessioni della mente. Thriller, Francia, Svezia2016. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Due ragazzini si recano in Svezia dal padre, che conoscono pochissimo. L'uomo li porta per qualche giorno in giro per un'enorme e inquietante foresta. Espandi ▽
Dopo il divorzio dei genitori, Tom e Benjamin si recano a Stoccolma per passare l'estate con il padre. Un ricercatore che, ostile alla civilizzazione, lavora sempre e non dorme mai. I giorni proseguono statici finché i tre non trascorrono un weekend in campagna. La fuga dalla quotidianità rafforza il rapporto ma un'oscura entità si muove nel bosco. Una figura dal volto deturpato che, perseguitando la mente di Tom, presagisce un terribile pericolo. Nel frattempo la foresta, cupa e misteriosa, immerge la famiglia in una natura dominata da grida improvvise, fenomeni paranormali e terrificanti apparizioni. Il fragile universo mentale di un ragazzino di otto anni tormentato da quel misterioso uomo che dice di essere suo padre. Recensione ❯
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Una popolare cantante decide di tornare sul palcoscenico dopo tanti anni di isolamento. Ma ha un incidente e perde la memoria. Espandi ▽
Una diva in declino, un tempo tra le più celebri cantanti al mondo, è costretta a tornare sul palcoscenico per sostenere i problemi economici della sua famiglia. Ma un mese prima del suo ritorno, ha un incidente e perde la memoria. Recensione ❯
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Un padre sognatore e lunatico invecchiato prima del tempo, una madre malata e dispotica, una sorella scomparsa da quattro anni, e la diciassettenne Erell, la quale, con la sua telecamera, riprende tutto e tutti, continuamente... Insomma, un singolare ritratto di famiglia. Erell ha vissuto sempre nella stessa cittadina industriale, abitata da persone che nascono e muoiono lì, e tra le due cose, tra i due estremi, per Erell non c'è nient'altro da fare se non andare a zonzo con i suoi amici, Gabin, Javier e Le Majeur (Fingers). Una notte, la sorella di Erell, Sarah, ricompare, e i pezzi sparsi di Erell si ricompongono... Recensione ❯
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Fin da bambino Yazid ha una grande passione, la pasticceria. Espandi ▽
Fin da bambino Yazid ha una grande passione, la pasticceria. Cresciuto tra case famiglia e case famiglia, il giovane cercherà di realizzare il suo sogno: lavorare con i più grandi pasticceri e diventare il migliore. Recensione ❯
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Il ritratto intimo di un grande fotografo. Espandi ▽
Elliott Erwitt ha trascorso tutta la sua vita adulta fotografando presidenti, papi e star del cinema, nonché persone normali e i loro animali domestici. Il suo lavoro è iconico nella cultura mondiale mentre la sua vita è in gran parte sconosciuta.
Il film è un ritratto tranquillo e intimo di un artista al lavoro, che apprezza la compagnia. Il lavoro della sua vita è una testimonianza del potere dell'immagine. Recensione ❯
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Attraverso il ritratto dell nonna, il regista Soufiane Adel racconta la vita nella periferia parigina. Espandi ▽
Guardare avanti è necessario. Guardare indietro è indispensabile. Ma quando la tua vita Parigina è così lontana dalle tue radici algerine, non è facile trovare le lenti giuste. Il regista di questo film, Adel, sceglie quelle di sua nonna Taklit: occhi anziani che hanno visto migliaia di storie, occhi stanchi ma forse più acuti dei suoi. Seduta su un divano, la donna racconta la sua vita tra l'Algeria e la Francia, ricordi personali che si intrecciano con la Storia raccontata da filmati girati tra il 1947 e il 1964. E mentre il passato si fa presente, in quella stanza in cui risuona una vecchia canzone in lingua cabila, con la stessa naturalezza con cui insegna al nipote a intrecciare una cintura ricompone i fili sparsi della memoria e dell'identità. Recensione ❯
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Un film da far vedere nelle scuole per la dolcezza e la precisione con cui si racconta l'Italia di coloro che vennero definiti come gli ultimi. Animazione, Francia, Italia, Belgio, Svizzera, Portogallo2022. Durata 70 Minuti.
L'emigrazione italiana in Francia in un film in stop motion poetico e personale. Premio della giuria ad
Annecy. Espandi ▽
Quella che con un tono altisonante potrebbe definirsi la ‘saga’ degli Ughetto viene narrata con profonda dolcezza e partecipazione da un discendente. Grazie all’utilizzo della stop motion e di pupazzi in plastilina alti 23 centimetri il regista ha raccontato con dolcezza, ma anche con precisione storica, l’Italia di coloro che vennero definiti come gli ultimi. Di quelli cioè di cui lo Stato si ricordava quando doveva mandarli a morire nelle tante guerre che hanno costellato la prima metà del secolo scorso. Salvo poi non offrire loro altro che la strada dell’emigrazione. Un film come questo, grazie alla tecnica adottata e ai toni utilizzati, dovrebbe essere mostrato nella scuola dell’obbligo per ricordare a tutti, sin dalla più giovane età, che il passato del nostro Paese va conosciuto e non dimenticato. Anche e soprattutto quando si pronuncia con disprezzo la parola ‘migranti’. Recensione ❯
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