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Un viaggio avvincente attraverso le vite di due amici d'infanzia diventati avversari. Espandi ▽
Nel 1592, il re Seonjo fugge dalla capitale, lontano dall'avanzata dell'esercito giapponese. Dietro di lui, il palazzo brucia in fiamme, ardente della furia del suo popolo.
Cheon-yeong ha lottato per tutta la vita per sfuggire alla servitù. Sguaina la spada, sperando di liberarsi dalla servitù in cambio del suo eccezionale servizio al Paese.
Jong-ryeo, nonostante sia l'unico figlio della più prestigiosa famiglia militare di Joseon, fatica a onorare la sua abilità con la spada. Condivide l'amicizia con Cheon-yeong e quando Cheon-yeong supera l'esame di abilitazione militare per suo conto, Jong-ryeo cerca di convincere suo padre a liberare Cheon-yeong dalla servitù in cambio. Tuttavia, Jong-ryeo fallisce e finisce per far infuriare profondamente Cheon-yeong.
Quando scoppia la guerra con il Giappone, Cheon-yeong fugge e si unisce all'esercito dei giusti in mezzo al caos, mentre Jong-ryeo crede erroneamente che sia stato Cheon-yeong a uccidere la sua famiglia durante la sua fuga.
Dopo sette brutali anni di guerra, Cheon-yeong è riuscito a raggiungere i vertici dell'esercito dei giusti con un'abilità militare senza pari, mentre Jong-ryeo fa il suo ritorno nella capitale, Hanyang, in cerca di vendetta per la sua famiglia.
Nella devastata Joseon, due uomini, uno dalla parte del popolo e l'altro dalla parte dei reali, ora impugnano le loro spade l'uno contro l'altro. Recensione ❯
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Un film d'azione ed epico dedicato all'abile arciere Guglielmo Tell. Espandi ▽
Anno Domini 1307: sui monti e nelle valli elvetiche si sta allungando il dominio degli Asburgo. Tramite i balivi gli austriaci impongono tasse e gestiscono l'ordine, con sempre maggiore malcontento da parte della popolazione locale. Un giorno, un contadino uccide un emissario del re venendo poi inseguito dal crudele vassallo Gessler, a cui Alberto I ha dato ordine di reprimere l'infedeltà degli elvetici. Ad ergersi contro di lui e contro il nemico invasore è Guglielmo Tell, arciere e balestriere che ha combattuto nelle Crociate.
Dall'impressionante paesaggio alpino alle cruente sequenze di battaglia, passando per i barocchi intrighi di corte e le storie d'amore regali, il Guglielmo Tell di Hamm tenta di recuperare un senso dello spettacolo genuinamente e squisitamente anni '90.
Il film di Hamm, qui sia regista che sceneggiatore, si offre quindi come una sorta di prodotto-prototipo senza spigolature che possono ferire ma con richiami capaci di sedurre, grazie anche ad una confezione di tutto rispetto. Recensione ❯
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Per celebrare il 10° anniversario della celebre serie anime, l'attesissimo film sul mondo della pallavolo continuerà la sfida tra i rivali più amati dai fan, Karasuno e Nekoma. Espandi ▽
Alle nazionali giapponesi di pallavolo studentesca non ci sono seconde possibilità: o si vince o si esce. La partita tra il Karasuno e il Nekoma è l'occasione che Shoyo Hinata stava aspettando, una volta infatti il suo apatico amico Kenma Kozume gli aveva detto che gli sarebbe piaciuto giocare contro di lui in una partita del genere - non una cosa da poco per un ragazzo che non sembra trovare alcun piacere nella pallavolo, nonostante sia un giocatore di grande intelligenza tattica. La sfida tra il Karasuno, ossia la squadra dei corvi, e il Nekoma, quella dei gatti selvatici, viene soprannominata "la battaglia della discarica" e sarà un match tanto combattuto quanto gioioso.
Haikyu!! The Dumpster Battle è un anime sportivo dove non conta tanto la vittoria, quanto l'adrenalina e l'entusiasmo della squadra, e la partita è in fondo un momento di contagioso divertimento condiviso.
Se la produzione, pur pensata per il cinema, rimane di derivazione televisiva, ci sono però passaggi in cui il benemerito studio I.G. ha trovato il budget per sequenze più incisive, dove le figure sono plasticamente deformate nel loro slancio. Ci sono sequenze di grande virtuosismo tecnico che mettono a tacere le banalità di sceneggiatura - che qua e là affiorano stucchevoli - comunicando invece con il più puro linguaggio del cinema. Recensione ❯
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Il dramma di una coppia di genitori che deve affrontare un tragico incidente in cui è coinvolta la figlia. Espandi ▽
Due genitori iniziano una corsa contro il tempo quando ricevono una telefonata angosciante a tarda notte dalla figlia dopo che ha causato un tragico incidente stradale. Recensione ❯
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Un uomo reagisce con violenza all'arrivo di tre nuove persone all'interno del suo villaggio. Espandi ▽
Siamo in Inghilterra alla vigilia della cosiddetta rivoluzione industriale. L’arrivo di un cartografo incaricato di mappare il territorio, di un trio di sgraditi stranieri, e di un signorotto cittadino che reclama il dominio su quel feudo, è destinato a cambiare le cose per sempre. Per il suo quinto lungometraggio, Athina Rachel Tsangari attinge al romanzo omonimo del britannico Jim Crace, che torna a un periodo lontano e poco esplorato della storia del paese: il passaggio dall’agricoltura di sussistenza alla logica del profitto per inscenare un apologo sul potere (e l’altra faccia dello stesso, l’impotenza) e denunciare una rivoluzione senza rivoluzionari. Sfortunatamente, nell’adattamento per lo schermo, il racconto da poetico si fa confuso e tematicamente caotico. Le istanze ambientaliste si sovrappongono a quelle sociali e antropologiche. Proposto come un western anticapitalista, Harvest appare piuttosto come una parabola atemporale e scontata, che manca della dose minima necessaria di ironia, e sottomette il pensiero al potere dell’immagine. Recensione ❯
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Un documentario sulla sofferta gestazione dell'ultimo capolavoro di Miyazaki, dolente riflessione sulla morte. Documentario, Giappone2024. Durata 120 Minuti.
Uno sguardo sul passato e sul futuro di Miyazaki e sugli eventi e le persone che hanno influenzato umanamente e professionalmente le sue opere. Espandi ▽
Il genio di Hayao Miyazaki è celebrato in un documentario che si sofferma sulla difficoltosa realizzazione di Il ragazzo e l’airone, ennesimo “ultimo film” del grande regista di animazione, seguito ad annunci di ritiro e clamorosi ritorni alla regia. Un documentario pervaso da riflessioni sulla morte e su come questa abbia portato via amici, colleghi e rivali di Miyazaki, ormai ottantatreenne, durante la concezione di un film che, inevitabilmente, si confronta con la caducità dell’esistenza umana. Come rendere interessante l'ennesimo doc su Miyazaki e sui suoi ritiri annunciati e ritrattati? Per Kaku Arakawa la risposta sta nel concentrarsi al massimo sui ritiri e sulle marce indietro, sulle eccentricità e i simbolismi dell'inafferrabile maestro (e inaffidabile narratore, su se stesso e sulle sue opere). Dopo Never Ending Man: Hayao Miyazaki Arakawa ritorna dietro la macchina da presa per un lavoro biografico sul sensei del cinema di animazione: una missione di vita condotta in maniera maniacale, inseguendo il soggetto del documentario tra pubblico e privato, cercando di carpire ogni riflessione espressa ad alta voce dal maestro, alle prese con dubbi esistenziali sempre più pressanti. Senza alcun ricorso alla voce narrante - a parlare è quasi esclusivamente Miyazaki, oltre al bonario produttore Suzuki – il dispositivo di Hayao Miyazaki e l’airone si affida a un montaggio frenetico e a riprese spesso condotte con camera a spalla, quasi “rubate”, per replicare il flusso dei pensieri di Miyazaki e per tracciare associazioni tematiche ed emozionali tra elementi biografici e opere del maestro. Recensione ❯
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Una vivace avventura rétro immersa in una convincente atmosfera macabra, ma con poco di nuovo da raccontare. Azione, Fantasy, Horror - USA2024. Durata 99 Minuti.
Hellboy è un agente alle prime armi del BPRD rimangono bloccati nelle zone rurali degli Appalachi degli anni '50 e scoprono una piccola comunità infestata dalle streghe, guidate dall'Uomo Storto. Espandi ▽
1959. Hellboy e l'agente Bobbie Jo Song (Adeline Rudolph), insieme a un altro agente, stanno scortando, in un vagone di un treno merci, una preziosa scatola contenente un ragno velenosissimo che probabilmente contiene un'entità demoniaca. Il ragno si libera, diventa gigantesco, causa la morte dell'agente che accompagna Hellboy e Bobbie Jo, fa deragliare il vagone del treno in cui si trovano e finisce in un bosco. Hellboy cerca di catturarlo, ma il ragno ridiventa piccolo e cade nella grata di un condotto di aerazione probabilmente appartenente a una sottostante miniera di carbone.
Hellboy e Bobbie Jo si ritrovano quindi in un bosco montano a unire le loro sorti a quelle di un certo Tom Ferrell, ritornato nella zona per rivedere i genitori, ma soprattutto la sua ex amata Cora Fisher, che si dice sia diventata nel frattempo una strega. Ma il peggio ha a che fare con il sinistro vecchiaccio soprannominato l'uomo deforme, ritornato dall'inferno per reclamare anime per conto di Satana.
Brian Taylor, grazie anche a un'ambientazione saggiamente rétro e a una suggestiva scelta delle ambientazioni, crea infatti un'atmosfera macabra piuttosto efficace presentando un immaginario denso e inquieto dalle sottolineature dark fantasy di buona fattura. Solo che questa atmosfera attentamente costruita nella prima metà del film viene poi in parte dispersa nella seconda metà. Recensione ❯
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Un dramma sentimentale su una coppia che si ritrova dopo tanto tempo. E forse l'amore non è mai passato. Espandi ▽
Due ex divisi dal Covid-19 continuano la loro vita agli antipodi del mondo, fino a quando una rimpatriata a sorpresa offre loro una seconda possibilità. Recensione ❯
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L'adattamento cinematografico del fumetto "Here" di Richard McGuire. Espandi ▽
Un terreno preistorico, e la casa che sorgerà su quel terreno. Quella casa ospiterò generazioni di famiglie, dall'homo sapiens agli indigeni ai coloni, fino ad un nucleo domestico afroamericano contemporaneo. E nel salotto di quella casa scorreranno vite sempre diverse e sempre uguali, popolate da mariti, mogli, figli, nonni, nipoti.
Lo sguardo empatico di Robert Zemeckis li osserva, incastonandoli in rettangoli che scompongono e riproducono la dimensione geometrica del grande schermo, racchiudendo tutti in uno spazio che è a tratti rifugio e a tratti trappola, scrigno fatato e camera mortuaria, luogo di creazione - di arte, di progenie, di speranze - o di quieta implosione e rimpianto, in un film che è una scatola magica, un pop up book e una matrioska dell'esistenza umana.
Here è l'opera malinconica e dolcissima di un regista settantenne che è sempre stato affamato di vita. Zemeckis crea la parabola struggente della vita, affrontando anche l'inevitabilità della morte che arriva improvvisa, mai come ce la saremmo aspettata. Recensione ❯
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Una storia di rimossi e sensi di colpa in seno a una famiglia, che si interroga sull'esperienza di pre-morte. Horror, Thriller - USA, Italia2024. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Quando sua figlia adolescente mostra un comportamento sempre più inquietante dopo un'esperienza di pre-morte, una madre si convince che la ragazza abbia portato qualcosa di malvagio dall'aldilà. Espandi ▽
Robin, talentuosa pianista affetta da mutismo, è vittima di un grave incidente motociclistico. La madre Claire e il padre Luca, separati, accorrono al suo capezzale: quando è ormai stata considerata clinicamente morta, Robin si risveglia e torna in vita. Ma ben presto i comportamenti della ragazza, che ha ora recuperato la capacità di parlare, diventano strani e inquietanti, come se nutrisse un rancore verso la madre in procinto di esplodere. Claire crede che la figlia sia posseduta da un’entità e cerca aiuto in ogni modo, tra lo scetticismo generale.
Titolo a rischio di confusione – con il film di Clint Eastwood del 2010 – per il debutto alla regia del produttore Robert Salerno, che gira a Roma un horror psicologico che si interroga sulla questione sull’aldilà – esiste un aldilà? Cosa avviene dall’altra parte? Si tratta di un fenomeno scientifico o soprannaturale? Come horror in senso stretto c’è pochissimo spazio per spaventi o truculenze, limitate anche da un budget evidentemente esiguo. La scelta di Salerno è di concentrarsi sulle angosce di Claire, gravata da sensi di colpa frustrati e da un rimosso indicibile, che hanno distrutto il suo matrimonio e sembrano perseguitarla. Here After – L’aldilà ha soprattutto un problema di messa in scena, di legnosità nello svolgimento, che deve chiaramente tendere a un fine e forza dialoghi e azioni inverosimili di personaggi che sembrano manichini, e non riescono mai a uscire dalle pagine della sceneggiatura per farsi carne e sangue. Recensione ❯
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Due ragazze mormone cercano di portare il loro credo di casa in casa, ma un giorno bussano alla porta sbagliata: quella del diabolico Mr. Reed. Espandi ▽
Sorella Paxton e Sorella Barnes sono due giovani missionarie della chiesa mormona, che si dedicano alla predicazione e visitano porta a porta chi si mostra interessato ad approfondire il loro credo religioso. Quando varcano, però, la soglia del signor Reed, sul principiare di uno scatenato temporale, non sanno che stanno entrando nella tana del lupo e che l'interesse dell'uomo per l'argomento sprituale nasconde in realtà oscure deviazioni mentali e terribili trappole pronte a incastrarle.
Hugh Grant è nei panni di un personaggio mai indossato prima, lontano dalla maschera seriosa di Undoing, pervaso dal sacro fuoco dell'ironia, meravigliosamente capace di nascondere il sadismo dietro un'aria compassata e intelligente.
Anche Sophie Tatcher e Chloe East, nelle vesti di Barnes e Paxton, funzionano bene; perfettamente complementari e portatrici entrambe di un elemento di sorpresa. Recensione ❯
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Una favola gentile sull'importanza di rimanere umani anche quando tutto rema contro. Drammatico, Italia2024. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film sulle conseguenze della guerra, sul rapporto tra Stati Uniti e Italia raccontato attraverso la relazione tra un padre e un figlio. Espandi ▽
Napoli, 1944. Dean Berry, giovane marinaio americano, si innamora di Lucia. Quando riparte per gli Stati Uniti lei è incinta: lui promette di tornare, ma non lo farà. New Jersey, 1971. Dean è un veterano di tre guerre mezzo alcolizzato. Un telegramma spedito dall’Italia 13 anni prima lo raggiunge a sorpresa e gli ricorda di avere un figlio. Dean parte per Napoli alla ricerca di quel figlio, che ora ha 25 anni.
Hey Joe è un racconto intriso di nostalgia e tenerezza, una sorta di viaggio nel passato alla ricerca delle occasioni perdute. La forza di un film semplice e dalla conclusione sospesa sta in vari elementi: la regia di Claudio Giovannesi, la fotografia sensuale di Daniele Ciprì; la sceneggiatura, dello stesso Giovannesi insieme a due rocce solide come Maurizio Braucci e Massimo Gaudioso. L’altra grande freccia all’arco è la sinfonia di ottimi su tutti svetta un inedito James Franco che non sbaglia un’espressione o un movimento, creando un’interpretazione memorabile. Recensione ❯
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Un film che mescola dramma storico, romance e thriller con una punta di true crime. Ispirato ad una storia vera. Espandi ▽
Hildegart viene concepita ed educata dalla madre Aurora per essere la donna del futuro, diventando una delle menti più brillanti della Spagna degli anni '30 e uno dei principali punti di riferimento europei sulla sessualità femminile. A 18 anni, Hildegart inizia a sperimentare la libertà e incontra Abel Velilla, che la aiuta a esplorare un nuovo modo di vivere e sentire e a staccarsi dal rigido controllo della madre. Aurora teme di perdere presa su sua figlia e fa di tutto per impedire che Hildegart si allontani. Le due donne si scontrano in una notte d'estate del 1933 mettendo così fine al "Progetto Hildegart". Recensione ❯
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Nell'epoca fascista il papà di Emilio cattura un principe africano. Agli occhi del bambino sembra una grande avventura. Espandi ▽
Italia, 1936. Emilio è un bambino fantasioso, con la passione per Sandokan. Un giorno crede di vederlo davvero, quando suo padre, Podestà fascista, cattura e rinchiude in una voliera nel giardino di casa sua il principe africano Abraham Imirrù. Una fiaba contro fascismo e xenofobia, che sostituisce alla denuncia un tono morbido e fiabesco. L’impostazione di commedia favolistica affievolisce e veicola in modo non polemico la denuncia, che resta tra le righe in tutta la narrazione sul rapporto con l’alterità e la (presunta, apparente) diversità. Non esente da diversi difetti, il film ha il grande e indiscutibile pregio di raccontare con un tono lieve un enorme problema universale e contemporaneo: la xenofobia. È un film profondamente politico, nella sua forma teneramente inoffensiva e metaforica. Anche solo per questo Ho visto un re merita di essere visto, discusso, apprezzato. Recensione ❯
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Nell'Oklahoma degli anni '30, nel mezzo delle terribili tempeste di polvere della regione, una donna è convinta che una presenza sinistra stia minacciando la sua famiglia. Espandi ▽
Oklahoma, anni '30. La casa della famiglia Bellum si trova in una valle desolata e arida dove nuvole di polvere bloccano la luce del sole. Margaret (Sarah Paulson) e le sue due figlie, Rose (Amiah Miller) e Ollie (Alona Jane Robbins), si occupano della loro povera fattoria mentre il marito di Margaret è partito per cercare lavoro. Mentre lottano per sopravvivere al severo ambiente causato dal Dust Bowl, un misterioso straniero (Ebon Moss-Bachrach) si insinua tra loro, minacciando la famiglia. Recensione ❯
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