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Una commedia garbata sul tema delicato della disabilità dal tono troppo altalenante. Commedia, Italia2022. Durata 113 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Single e affascinante seduttore, Gianni è un seduttore seriale. La sua vita però è destinata a cambiare quando conosce Chiara, una donna solare e dinamica che un incidente ha reso paraplegica. Espandi ▽
Gianni ha quasi 50 anni e passa da un’amante all’altra, fingendo con ognuna di essere una persona diversa. Alla morte della madre si reca nella modesta casa in cui è cresciuto e incontra la vicina Alessia, che per sbaglio lo crede confinato ad una sedia a rotelle. Gianni alimenta l’equivoco perché Alessia si occupa di disabili e lui cerca di aggiungerla alla sua lista di conquiste. Ma la ragazza ha altri progetti: gli presenta la sorella Chiara, davvero paraplegica, sperando che fra i due scocchi la scintilla. Cosa che puntualmente succede anche se Gianni si auto convince che conquistare Chiara sarà un ennesimo modo per ribadire agli amici la sua fama.
Corro da te è il remake italiano della commedia francese Tutti in piedi. Riccardo Milani dirige con il suo consueto garbo e la sua solida professionalità ma sacrifica il mordente insito in questa storia e si muove con troppa circospezione intorno ad una materia infiammabile. La versione italiana ha infatti un problema di tono, alternando troppo bruscamente le vicende e le caratterizzazioni dei personaggi, cosa che mina fortemente alla credibilità d’insieme. Recensione ❯
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Un film sul potere della creazione e dell'immaginazione, che danza tra Walt Disney e Fellini nella nostalgia di un fantasy che guarda al passato. Drammatico, USA2022. Durata 108 Minuti.
Una storia epica intrisa di fantasy e romanticismo: un dialogo eccentrico tra un genio e una donna. Espandi ▽
Alithea Binn è un'accademica che vive da sola e ha dedicato gran parte della sua vita agli studi di storia e mitologia. Mentre si trova a Istanbul per una conferenza, compra un'ampolla in un negozio di oggetti antichi. E, quando si trova nel bagno dell'hotel dove alloggia, esce improvvisamente un djinn (“genio”). Pieno di invenzioni (Albert Einstein che esce dalla tv per posarsi sulla mano del Genio, l'amico immaginario della protagonista proiezione disegnata dalla sua mente?), Three Thousand Years of Longing è l'esempio un cinema che sa ancora spostarsi in mondi lontanissimi. Tra il mito e la scienza, Miller sa già da che parte stare, danza tra Walt Disney e Fellini e filma sottotono una delle scene d'amore più intense nel ritorno a casa di Alithea dal lavoro. Un film sul potere della creazione e dell’immaginazione. Ma è anche un cinema che ci mette davanti a un bivio: siamo disposti a credere a tutto quello che vediamo? Se la risposta è sì, allora si vola molto in alto. Recensione ❯
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Un'opera che deve rendere conto della complessità di un genio restituendola in un vortice ricchissimo di ritratti. Documentario, USA2022. Durata 140 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'odissea cinematografica attraverso l'arte di David Bowie. Espandi ▽
Vita, canzoni, esibizioni, travestimenti, interviste, video, film, visioni di una delle più grandi rockstar di sempre, David Bowie, artista prolifico dai mille volti, figura chiave della cultura glam nei primi anni ’70, sperimentatore con Brian Eno alla fine del decennio, icona del pop e del cinema negli anni ’80, sempre al centro della scena, sempre magnetico, sempre unico. Montando quattro decadi di materiale d’archivio, il film crea un flusso visivo e sonoro che rende conto della complessità di un genio della musica e di un simbolo della cultura di massa. Chi era Bowie il documentario di Brett Morgen lo dice attraverso il suo ritmo vorticoso e il suo montaggio ricchissimo: un artista eccessivo, un musicista dalle infinite risorse, un esibizionista sorprendente, un’icona impossibile da definire, al massimo dello splendore in ogni sua manifestazione. Utilizzando materiale d’archivio video e audio, concentrandosi soprattutto sulle esibizioni live restaurate per l’occasione e su 48 canzoni rimasterizzate, Morgan e i suoi collaboratori – che a partire dal 2017 hanno avuto accesso agli archivi di Bowie messi a disposizione dalla famiglia – costruiscono un flusso senza soluzioni di continuità che non lascia mai la presa sullo spettatore. Recensione ❯
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Un dramma da camera venato di thriller/horror, con un Hugh Jackman carismatico ma non privo di dark side. Drammatico, USA2022. Durata 123 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due anni dopo il divorzio dei genitori, il diciassettenne Nicholas decide di trasferirsi dal padre Peter. Per lui, che ha ambizioni politiche e ha appena avuto un figlio dalla nuova compagna, cambia tutto. Espandi ▽
Peter sta per accettare un importante incarico nell’imminente campagna presidenziale. Ha una giovane moglie, Beth, e un figlio nato da poco. Tutto sembra filare a gonfie vele, finché sulla porta del loro appartamento non compare Nicholas, il figlio adolescente che Peter ha avuto dall’ex moglie. Dopo il successo di The Father che ha meritato l’Oscar al suo attore protagonista, Anthony Hopkins, il regista e drammaturgo francese Florian Zeller si cimenta con un altro dramma di impostazione teatrale, che si consuma a porte chiuse nell’appartamento di Peter e Beth e in pochi altri interni. Il film si dipana come un dramma con occasionali sfumature horror e thriller e non ha la profondità agghiacciante di opere come …e ora parliamo di Kevin, ma costruisce un crescendo avvincente che non può lasciare indifferenti, anche perché il tema dell’incomunicabilità fra adolescenti e genitori e del suo possibile sconfinamento nella patologia è estremamente attuale e visceralmente rilevante per chi ne è coinvolto. Recensione ❯
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Un racconto libero e complice che mette in luce le risorse dei suoi protagonisti e riesce, alla fine, a farceli conoscere. Drammatico, Italia, Israele2022. Durata 96 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Benjamin e Joshua sono due gemelli omozigoti con una disabilità intellettiva e un naturale carisma. Espandi ▽
Benjamin e Joshua Israel sono due gemelli omozigoti di 19 anni di origine ebraica che hanno entrambi una disabilità intellettiva ma anche una grande caparbietà e carisma. Una volta terminata la scuola, si trovano davanti a un bivio. Cosa fare? Tra riprese a schermo intero e altre con lo smartphone, il documentario è un ricco collage che ha il merito di non lasciare isolati gli episodi – sia individuali sia di entrambi – ma di inserirli in un contesto più ampio dove si vede, gradualmente, anche ai tratti del carattere differenti tra Joshua e Benji. Valentina Bertani ha seguito Benji e Joshua per cinque anni. Il suo sguardo è spesso trasparente, complice e discreto. Mette in luce i loro limiti ma anche le loro risorse in un racconto libero che si sofferma su alcuni frammenti di un arco temporale che racchiude quasi due anni, quasi un frammento di un diario di formazione prima del finale che costringe i due fratelli a guardare avanti e a scegliere quale strada prendere. Recensione ❯
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Una famiglia è in grave crisi economica quando si scopre che il padre ha nascosto per anni un segreto. Espandi ▽
Il cinema iraniano ha in Saeed Roustayi un valido conoscitore di generi che, in questa occasione, sa mettere a frutto la lezione della più classica commedia all’italiana. L'inizio di questo lungo film per il quale però non si avverte la stanchezza della visione è di quelli che inseriscono immediatamente lo spettatore nell'azione. Si assiste al blocco dell'attività produttiva di una fabbrica con l'irruzione delle forze dell'ordine che impongono l'interruzione dei lavori. Da questo evento prende l'avvio della conoscenza dei caratteri dei componenti di una famiglia in cui la figura dominante è costituita dalla sorella senza però ridicolizzare i componenti maschili. Roustayi riesce a compiere un'operazione di forte critica della società iraniana non dimenticando mai il compito di intrattenere avvalendosi anche di colpi di scena che risultano tutti giustificati. Non solo denuncia l'abisso che separa le classi sociali mostrando l'avidità di chi è già benestante e lo stato di perenne umiliazione di chi invece ha poco o nulla ma mette una donna, Leila, al centro dell'azione. Recensione ❯
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Una commedia romantica di serie B che scommette tutto sul carisma della coppia Roberts/Clooney. Commedia sentimentale, USA2022. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una coppia di ex molto litigiosi tra loro si ritrova ad avere lo stesso obiettivo: impedire alla figlia di sposarsi. Per portare a termine questa missione si recheranno insieme a Bali. Espandi ▽
Georgia e David si sono tanti amati, anni prima e prima che tutto li separasse. Lei vive a Los Angeles, lui a Chicago. Punto di incontro è la loro 'bambina', fresca di laurea e in volo per Bali. La vacanza premio in paradiso diventa presto un inferno per mamma e papà, raggiunti da una notizia ferale: Lily ha deciso di sposare Gede, un coltivatore di alghe balinese. In guerra su tutto per una volta concordano e trovano un terreno di intesa: impedire alla figlia beneamata il loro stesso errore. Boicottare il matrimonio è il piano ma il paradiso e due camere adiacenti sortiranno l'amore e la resa.
Ci sono solo 'due stelle' in Ticket to Paradise, commedia romantica di serie B che scommette tutto sul carisma e l'incontestabile chimica tra Julia Roberts e George Clooney. I due attori possono dare impulso a qualsiasi assurdità, far cantare dialoghi indolenti, restituire dignità a omelie sulla genitorialità e flirtare con un senso del timing perfetto. Recensione ❯
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L'influenza de Il mago di Oz su Lynch: un'analisi critica che incuriosisce, una collezione di suggestioni messa al servizio della ricerca. Documentario, USA2022. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Alexandre O. Philippe indaga i legami tra Il mago di Oz (1943) di Victor Fleming e l'universo
inquietante e fiabesco di David Lynch. Espandi ▽
Tra gli autori di cinema più amati dal pubblico e studiati dalle accademie, David Lynch ha ammantato la sua opera, già pervasa di un forte senso di inquietudine, del mistero più fitto. Con un movimento contrario, il regista Alexandre O. Philippe ripassa la filmografia lynchiana come lo si potrebbe fare solo in una sala di montaggio, per dimostrare il suo stretto e duraturo debito di ispirazione con un classico statunitense del 1939, altrettanto ricco di significati e livelli di lettura: Il Mago di Oz di Victor Fleming.
A sostegno di un'idea e di un testo di riferimento comune, il film può dispiegare così, nell'arco di oltre 100 minuti, un considerevole numero di immagini e suggestioni. E grazie allo split screen, la tecnica che moltiplica lo schermo in più parti, anche lo spettatore meno informato può apprendere con chiarezza i rimandi visivi e tematici.
Incorniciato in un'ambientazione teatrale mimetica di quell'immaginario, in un'ossessione cinefila al quadrato, se da una parte Lynch/Oz dà per scontata la conoscenza profonda dell'autore di Missoula e di un titolo fortemente allegorico come Il mago di Oz, dall'altra senz'altro incuriosisce a scoprirli o riscoprirli. Si pone, più che uno studio, come una collezione di suggestioni messa a servizio della ricerca. Recensione ❯
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Una storia di solitudini a confronto, ma anche di grande solidarietà. Con una Penelope Cruz in stato di grazia. Thriller, Drammatico - Spagna, Gran Bretagna2022. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il conto alla rovescia di tre personaggi con tre storie intrecciate che cercano di rimanere a galla e sopravvivere alle 24 ore che potrebbero cambiare per sempre il corso delle loro vite. Espandi ▽
Tre persone devono fronteggiare la realtà di uno sfratto e hanno 24 ore di tempo per capire come fare. C’è Rafa, un avvocato attivista diviso tra lavoro e la relazione di coppia. C’è Azucena, una madre disperata dall’idea di perdere la propria casa. Infine Teodora, una madre dimenticata che tenta di mettersi in contatto con suo figlio. Juan Diego Botto debutta alla regia raccontando un intreccio di storie e un incrocio di disperate solitudini. Sceglie, in altre parole, di spostare la cinepresa verso i margini, come il titolo stesso preannuncia, verso tutte quelle persone non abbienti che lottano per sopravvivere. Botto si schiera dalla parte degli ultimi e dei più fragili, firmando un film le cui istanze ricordano da vicino cineasti impegnati alla Ken Loach, capace di inchiodare alla sedia nell’attesa di capire quale piega prenderà questo thriller sociale che racconta, in realtà, ciò che accade ogni giorno. In Spagna, ma non solo. Recensione ❯
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Una storia compatta e autoconclusiva: un regalo per i fan a cui offre un'avventura ricchissima di personaggi. Animazione, Giappone2022. Durata 115 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film ispirato al manga omonimo scritto e disegnato da Eiichiro Oda. Espandi ▽
La ciurma di cappello di paglia e altre bande di pirati, oltre a un numero impressionante di appassionati, si riunisce nei pressi dell'isola di Elegia per il concerto di Uta, una superstar che vuole rendere le persone felici con la propria musica. Sente infatti forte empatia con le vittime innocenti delle razzie dei pirati. Tanto che, sebbene sia un'amica di gioventù di Luffy, farà il possibile per fargli abbandonare il sogno di diventare re dei pirati. Uta, nel resistere a un tentativo di rapimento, dimostra di avere anche strabilianti poteri, che prendono però un tono sempre più sinistro e tragico...
Realizzato per festeggiare il venticinquesimo anniversario del manga di Eiichiro Oda, One Piece Film: Red è un regalo per i fan, a cui offre una nuova avventura ricchissima di personaggi, ma è allo stesso tempo un film solo per loro.
Il successo di One Piece è ormai leggendario e non ha certo bisogno di un film divulgativo per crescere ulteriormente. One Piece Film: Red ha infatti fatto registrare una impressionante affluenza nelle sale giapponesi, superando tutti i precedenti capitoli della serie. Recensione ❯
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Una storia piena d'inventiva e di emozioni che racconta la Siria staccandosi dalla triste cronaca. Drammatico, Siria, Gran Bretagna, Francia2022. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Anche se le bombe cadono su Damasco, Mutaz si rifiuta di fuggire nella vita incerta di un rifugiato. Sua moglie, Hala, e sua figlia, Zeina, devono scegliere se restare o andarsene. Espandi ▽
Graziosa storia di formazione adolescenziale nascosta sotto le spoglie dolorose di una testimonianza sulla situazione in Siria, Nezouh - Il buco nel cielo ha il merito di offrire una prospettiva diversa tanto sulla Siria quanto sulla sua produzione cinematografica, usando i linguaggi della commedia e delle schermaglie romantiche per raccontare una giovane ragazza e con lei una generazione tutta. La firma è quella degna di nota di Soudade Kaadan, regista siriana cresciuta in Francia di cui si attendeva con fiducia l’opera successiva all’esordio The day I lost my Shadow, presentato a Venezia nel 2018 e vincitore del premio per la Miglior Opera Prima. Qui la regista espande uno stile visivo che già apparteneva al suo esordio, un mondo di ricchezza dell’immagine che certamente la attrae e al quale è difficile resistere, anche a scapito delle caratterizzazioni dei personaggi: come tutti gli inviti ad andare, questa è una corda che penzola invitante dal soffitto e che va afferrata ad occhi chiusi. Recensione ❯
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Una ragazza decide di diventare una prostituta per riuscire a scrivere al meglio il suo nuovo romanzo. Espandi ▽
La scrittrice francese Emma ha 27 anni quando decide che il suo nuovo romanzo parlerà di prostitute, queste donne che nessuno sembra osare davvero guardare negli occhi. Per comprendere appieno la loro vita, si fa assumere a "La Maison", un bordello berlinese e diventa una di loro.
La sua esperienza, che doveva durare solo un paio di settimane, durerà due anni. Da una stanza all'altra, dal commercio sessuale all'esplorazione della fantasia femminile, Emma scopre questo mondo nascosto: i suoi pericoli, il suo isolamento dalla società e l'incompatibilità con una vita amorosa, ma anche la sua confraternita, la grazia e il potere. Recensione ❯
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Quattro scapoli di mezz'età decidono di trascorrere un fine settimana al mare per fare nuove conoscenze. Espandi ▽
Ingrà si circonda di attori ed attrici nella quasi totalità abili nel sostenere i loro ruoli, alcuni dei quali sono dei caratteri ed altri invece affrontano un percorso di mutamento. Sa anche girare e si avvale di una montatrice che conosce il proprio lavoro. Ma queste professionalità sono al servizio di una sceneggiatura che avrebbe meritato un’accorta revisione. Perché non basta la naturale simpatia offerta da una recitazione con accenti ed espressioni del dialetto toscano. Voler raccontare la storia di quattro amici in cerca di avventura significa non solo saper loro offrire definizioni di carattere ben precise (questo appunto avviene) ma anche inserirli in una storia che abbia delle connotazioni un po’ più definite. Strano va bene ma senza esagerare. Recensione ❯
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