Ida Red

La famiglia Walker ha il crimine nel sangue. A cominciare era stata la matriarca Ida, ormai malata e in prigione. Dopo la morte del marito, suo complice storico, continua a dare ordini da dietro le sbarre al figlio Wyatt, rapinatore e trafficante di Tulsa assieme a suo zio Dallas. L'ultimo colpo dei due va però a finire male, e attira su di loro l'attenzione delle autorità federali e del cognato di Wyatt, Bodie. La banda cerca di coprire le proprie tracce, e nel frattempo lavora per far guadagnare a Ida la libertà vigilata, affinché la donna possa trascorrere il tempo che le resta in compagnia della famiglia.

Thriller d'azione con un'anima che non si accontenta di assemblare freddamente gli ingredienti di genere, Ida Red è una mini-epopea criminale che romanticizza il mestiere del ladro con un affetto d'altri tempi.

Ingenuo ed emotivo ma anche ricco di spunti inconsueti, soddisfa la fame dell'appassionato e al tempo stesso annuncia una voce nuova per il futuro.

Lo firma infatti John Swab, nome giovane e interessante del cinema indipendente americano. Scrive e dirige, è radicato creativamente e produttivamente nella sua Tulsa, in Oklahoma, e fa un cinema personale che tratta di tossicodipendenza e di outcast, di gioventù messa sulla cattiva strada per colpa del sistema o della famiglia. Dopo il recente Body Brokers, torna a esplorare le ambientazioni del precedente Run with The Hunted e alza il livello dell'action come mai prima in carriera.

Sparatorie sì, perché è quello il linguaggio inter-generazionale di famiglia, però la parte del leone la fanno i gesti d'amore e d'amicizia, spesso in quel modo indiretto tipico di una mascolinità primitiva, ma non solo. In Ida red c'è un accenno di teen drama grazie alla storia di Darla, membro più giovane del branco, e alla complicata politica del compromesso parentale tra Wyatt, sua sorella Jeanie e il marito Bodie. La pietra miliare del genere crime moderno (Heat) insegna che guardie e ladri diventano tanto più interessanti quanto più le si approccia come persone in una complessa rete sociale, e Swab dimostra di conoscere i classici.

Non gli fanno difetto neanche i riferimenti più attuali, da The Town a Hell or high water fino a Nella tana dei lupi, la cui poetica neo-western viene declinata in versione Oklahoma (certo un po' deserta, ma il film è stato girato in piena pandemia). Nel ruolo eponimo, di poche scene ma tutte d'impatto, c'è una Melissa Leo che è ormai mentore per il regista come Ida lo è per i personaggi che le stanno attorno. Swab lavora spesso con gli stessi attori, e questo vale sia per i nomi più importanti (Frank Grillo, William Forsythe, Frank Boone Jr. a ognuno dei quali è riservato almeno un momento memorabile) sia per i caratteristi minori; è il caso di George Carroll, che infonde a Bodie più vitalità di quanto fosse necessario e conferma un certo talento di Swab nella ricerca del volto giusto, anche solo per un'inquadratura.

Come Frank Grillo, assassino senza pietà che nel mezzo di una scena cruda e violenta sa concedersi una maglia a rete e un ballo sfrenato, Ida Red dimostra di poter prendere possesso del genere e tingerlo di elementi inaspettati. Sarà un bene per il protagonista Josh Hartnett, che lo utilizzerà forse per tornare a Hollywood, e anche per il suo promettente autore, che magari riuscirà a starsene a Tulsa per fare il suo cinema. 