Una paradossale e brillante dramedy firmata da Jenji Kohan, con un'ottima sceneggiatura e una colonna sonora a dir poco coinvolgente. La serie completa è su TIMVISION.
Prima di Breaking Bad un’altra serie aveva puntato l’attenzione su insospettabili produttori di droga. Nel 2005, sul canale Showtime, arriva di gran carriera Weeds, una paradossale e brillante dramedy a firma di Jenji Kohan (Orange Is The New Black). Nelle sue otto stagioni, impreziosite da una colonna sonora a dir poco coinvolgente, ha raccontato le inquietudini e le contraddizioni della provincia americana.
La grande protagonista di Weeds è Nancy Botwin (Mary-Louise Parker), una giovane e intraprendente vedova che decide di piantare e spacciare marijuana ad Agrestic, immaginario sobborgo californiano. Qui deve crescere i due figli, Silas e Shane, e soprattutto deve preservare l’agiato tenore di vita che contraddistingueva la loro esistenza prima della dipartita del padre, Judah. La donna, con sorpresa, trova un enorme successo: difatti, nella cittadina, sono in moltissimi a consumare la droga da lei prodotta.
Nancy affronta i primi problemi quando il suo business si scontra con l’amore – Peter, il suo nuovo compagno, è un agente della DEA – e con le altre attività criminali presenti sul territorio. A repentaglio non ci sono soltanto gli equilibri familiari e le sue perspicaci idee imprenditoriali. A rischio c’è soprattutto il fragilissimo castello di carte tenuto in piedi dall’ipocrisia di una comunità che nasconde più segreti che vestiti nell’armadio. Nel corso delle otto stagioni, tra incontri paradossali e fughe rocambolesche, la vita di Nancy cambia radicalmente con buona pace del vicinato.
Dietro i consensi ottenuti da Weeds c’è uno straordinario lavoro di sceneggiatura. Negli episodi sono così tante le trovate, sono così tanti i dialoghi brillanti, che va riconosciuto il merito alla sua autrice, Jenji Kohan. La sceneggiatrice, che consoliderà la sua fama con Orange Is The New Black, è riuscita a creare personaggi solidi ma allo stesso tempo pieni di fragilità. Un’umanità strabordante, a partire dalla protagonista, che i fan hanno subito apprezzato.
Nel cast spicca senz’altro Mary-Louise Parker, già famosa prima della serie per l’interpretazione in Angels in America, miniserie che nel 2003 le ha fatto conquistare un Emmy e un Golden Globe. Bisserà quest’ultimo premio nel 2006 proprio grazie alla partecipazione in Weeds. La figura di Nancy Botwin è decisiva per delineare l’evoluzione dei personaggi femminili nella serialità contemporanea. Con Weeds abbiamo donne indipendenti, legate alla propria famiglia, ricche di sfaccettature, piene di complessità tanto nella vita privata che in quella professionale. Non è un caso che, sempre negli stessi anni, appaiano sul piccolo schermo Desperate Housewives e Grey’s Anatomy. La tv ha finalmente scoperto la forza del gentil sesso.