Tim Burton traspone l’omonimo romanzo assemblando con la giusta misura i più fortunati titoli del genere ’formazione-visionaria-fantasy’. Ora su TIMVISION.
Cominciamo da un nome, Ransom Riggs, uno scrittore, nato nel Maryland nel 1979, con una grande passione per le fotografie. Possedeva collezioni preziose e dunque pensò di usare quelle immagini, generiche, per un libro. Le propose a Quirk Books, editore, che gli suggerì di usare quelle immagini, non fini a se stesse, ma come traccia di un racconto. Nasce da quell’indicazione il romanzo 'La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine' ('Miss Peregrine's Home for Peculiar Children').
Il libro divenne rapidamente un bestseller attestandosi ai primi posti della classifica del New York Times e ci rimase settimane. È dunque del tutto naturale che al cinema quel successo, soprattutto commerciale, non sfuggisse.
E siccome può accadere che due caratteri si attirino, era quasi inevitabile che Ransom Riggs finisse nella mani di uno ancora più visionario di lui, Tim Burton. Il regista affidò il romanzo alla sceneggiatrice Jane Goldman che comunque non apportò grandi cambiamenti.
Lo schema non è proprio originale ma offre delle garanzie. Un adolescente, affascinato dai racconti di un adulto, trova una conferma favolistica. Il ragazzo Jake, che vive in Florida, ha un nonno di grande fantasia che gli racconta storie di mostri o di esseri misteriosi. Jake crede e non crede, fino a quando il nonno morente gli fa una rivelazione, gli dà un’indicazione contenuta in una certa cartolina.
Il ragazzo, insieme al padre, segue quel filo di Arianna fino una piccola isola inglese dove incontra miss Peregrine, e lì trova il riscontro all’incredibile storia del nonno. E non manca lo stacco temporale, i ragazzi speciali della miss conducono Jake nel 1943, dove la storia prende un’altra direzione.
Il film di Burton fa parte di un genere fortunato che prende spunto da opere di fantasia che forniscono un master efficace. Trattasi di “formazione-visionaria-fantasy” che presenta modelli accreditati e non c’è dubbio che lo scrittore Riggs abbia sfogliato gli Harry Potter, esplorato i Jumanji e abbia visto Stargate. E non c’è dubbio che il regista Burton abbia assemblato al meglio il tutto, evolvendo, col suo talento riconosciuto, quei modelli.