Gabriele Muccino ritrae l'estate dei diciott'anni. Una stagione in cui tutto sembra possibile. Ora su TIMVISION.
L’estate come state of mind, l’estate dei primi baci e delle prime scottature (metaforiche e non), l’estate dei diciott’anni in cui tutto sembra possibile, il mondo pare fatto per essere esplorato e l’amore e la rabbia non conoscono sfumature, sono passione profonda e ira ingiustificata, sono emozioni incontrollabili e - nell’atto pare impossibile il contrario - indimenticabili.
Non è certo un’indagine wertheriana sui dolori dell’adolescenza, questo film di Gabriele Muccino sull’amore a diciott’anni, ma piuttosto un’operazione nostalgia, condotta con estrema delicatezza, su un periodo della vita che tutti abbiamo attraversato e che non conosce compromessi, perfetto per chi cerca il brivido di un tuffo nel passato dolce-amaro della prima adolescenza. Nelle parole dell’autore, che nel 2016 ha presentato il film in una sezione collaterale della Mostra del cinema di Venezia, “l'adolescenza è l'età dell'incanto e dell'assolutezza. I giovani non sono disposti a fare compromessi perché vivono un incanto. La maturità arriva quando l'incanto finisce e si diventa consapevoli che la vita può far male e cancellare i sogni. Subentra così il cinismo. I giovani de L'estate addosso non hanno guida, devono costruire il proprio futuro da soli”.
Protagonista del film, Marco (Brando Pacitto) sta per diplomarsi al liceo e non ha la minima idea di cosa fare del proprio futuro. E così, dopo aver riscosso una piccola cifra in seguito a un banale incidente in motorino, decide di cogliere la possibilità offerta dal compagno di classe Vulcano (Guglielmo Poggi): partire per una vacanza estiva negli Stati Uniti, precisamente a San Francisco, ospite di amici comuni. Per sua sfortuna, tuttavia, Marco si troverà a dover condividere il viaggio con una ragazza della sua scuola, bigotta e vagamente destrorsa, da tutti conosciuta come “la suora” (Matilda Lutz, la rivelazione del film): insieme a lei dovrà condividere non solo il viaggio, ma anche l’appartamento gentilmente messo a disposizione dai proprietari Matt e Paul (Taylor Frey e Joseph Haro). Una coppia omosessuale nella cui routine quotidiana i due ragazzi finiranno per essere coinvolti - prima recalcitranti, poi sempre più entusiasti - fino a un finale imprevisto, amaro, netto. E molto sincero.
Ispirato nel titolo all’omonimo singolo di Jovanotti, di cui Muccino aveva diretto il videoclip, L’estate addosso è un film dal budget importante - quasi sei milioni di euro - girato a cavallo dell’Italia, degli Stati Uniti e Cuba. E Muccino conduce la storia con regia sicura, cucinando ingredienti che conosce a perfezione: “Nel 1999 feci Come te nessuno mai, un film su adolescenti idealisti che lottavano per farsi spazio nel mondo e cambiarlo. Ne L’ultimo bacio ho raccontato un'altra età, quella dei trentenni. I ragazzi de L'estate addosso sono molto vari: c'è chi come Maria crede di avere la verità in tasca e c'è chi come Marco è confuso e non sa che fare della propria vita. L'estate è una stagione dell'anima, è la stagione che sembra più breve di tutte le altre, ma è intensa. Ed estrema".