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Ero scettico, non volevo "fare veleno" (missione incompiuta), ma Suburra si è rivelato un filmone, drammaticamente lucido nel tessere le fila di una trama che sconcerta per realismo (Amendola-Carminati? Manfredi-Casamonica?). Crudo, forte, di grande impatto, difficile da digerire - per oltre mezz'ora mi ha fatto venire voglia di alzarmi e andarmene per la febbre da eversione/evasione che fa salire a chi come me prova disgusto per la capillarità e la portata devastante della corruzione - ma davvero di superba fattura (regia, sceneggiatura, fotografia, musica, recitazione, con due dei migliori attori italiani in assoluto, Germano e Favino).
Con un sottile ma nemmeno troppo timido segnale di speranza: ci vuole tanto a costruire un sistema di marciume permeabile a praticamente qualunque infiltrazione (compresa la magistratura), ma basta poco - magari due "inutili" mine vaganti, che per un motivo o per un altro non obbediscono a certe logiche - per mandarlo in frantumi facendo crollare certo ignobile potere su se stesso. Figurarsi se ad esso si dovesse opporre una forza positiva, altrettanto radicata, motivata e determinata a cercare il bene comune, anziché la privatizzazione (spartizione tra poche fecce) di marci profitti a spese di tanti e in primis della collettività.
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