Birdman |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 119 min.
- USA 2014.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 5 febbraio 2015.
MYMONETRO
Birdman
valutazione media:
3,64
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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2 o 3 cose che ho capito di Birdmandi Bruce HarperFeedback: 1664 | altri commenti e recensioni di Bruce Harper |
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lunedì 9 marzo 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ho visto Birdman, tutto sommato mi è piaciuto e qui di seguito provo a riassumere il mio giudizio.
Premesso che per quanto riguarda il pro-filmico (recitazione, fotografia, scenografia, colonna sonora ecc.) siamo a livelli superlativi e quindi inattaccabili, sul versante stilistico il film incappa nelle prevedibili trappole dettate dall’ostentata sovrapposizione di due registri: onirico vs naturalistico (senso di spaesamento dello spettatore, difficoltà nel pervenire a una sintesi ecc.). Trappole che l' "illusione realistica" del piano sequenza non riesce a neutralizzare del tutto. Per cui abbiamo una messa in scena pregevole, ipnotica e iperbolica, ma che non aiuta a spazzare via ogni dubbio sulle tesi del film.
Venendo al meta-discorso sul cinema l’aspetto interessante è il giudizio sprezzante degli autori verso il ‘marchio d'infamia’ del mainstream. Tale biasimo non si rivolge tanto a produttori e spettatori (ben consapevoli della linea di demarcazione arte vs intrattenimento) ma alla classe degli attori che con leggerezza e presunzione cercano di saltare da una parte all'altra della staccionata. Una 'colpa' imperdonabile che anche nel cinema (come a teatro) si paga al prezzo dell’unica forma di 'redenzione' possibile: il sacrificio. Ed è per questo che Inarritu inscena la morte simbolica di Riggan-attore (nel primo finale dell'opera) con cui ci rivela senza mezzi termini l’assunto di base: l'unico modo per rinascere attore-vero è far morire sul palco l’attore-pupazzo. Azzerare le sue colpe, i suoi errori, spogliarlo delle sue nevrosi e debolezze e di tutto cio che non sia funzionale e propedeutico all'Arte nuda e cruda (come ad es. un naso/becco, l’immancabile tributo da versare ad Apollo).
In quanto a Riggan-uomo il messaggio del secondo e ultimo finale è fin troppo eloquente: durante tutto il film si è accennato al sottile confine tra amore vs accettazione/ammirazione. Nel momento in cui padre e figlia realizzano con la più classica delle ‘agnizioni’ che nient’altro conta se non gli unici affetti veramente autentici (la famiglia) entrambi risolvono questo conflitto e possono finalmente e metaforicamente ‘spiccare il volo’.
In definitiva un film anfibio ma generoso, irrisolto ma estremamente godibile. Pervaso dall'amara sensazione che un pizzico di idee chiare in più e di carne al fuoco in meno lo avrebbe reso un capitolo imprescindibile dei manuali di cinema a futura memoria. Peccato.
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