Il cigno nero |
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Un film di Darren Aronofsky.
Con Natalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis, Barbara Hershey.
continua»
Titolo originale Black Swan.
Thriller,
durata 110 min.
- USA 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 18 febbraio 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
Il cigno nero
valutazione media:
3,34
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Corpo, passione, abnegazione e sangue.di enrico omodeo salèFeedback: 4312 | altri commenti e recensioni di enrico omodeo salè |
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lunedì 14 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Black Swan (Il cigno nero) è l'altra faccia di The Wrestler, il film precedente di Darren Aronofsky con Mickey Rourke. Entrambi sono film sui corpi e sulla sofferenza che sta dietro ai corpi che vengono usati per una disciplina (il wrestling e la danza). Il cigno nero però è più caldo, più femminile e molto più allucinogeno, come la pastiglia (non sembra un pò la pillola rossa di Matrix?) che viene offerta alla protagonista Nina, interpretata dalla straordinaria (come sempre) Natalie Portman. Il corpo dunque, misto alla passione, all'abnegazione, al sangue che si versa per l'amore. Un amore che Nina, cigno bianco "frigido" per eccellenza, impara a scoprire entrando via via dentro il suo corpo (anche ahinoi con l'autoflagellazione), guardando il proprio lato oscuro, prendendo la forma e la sostanza del cigno nero. Lasciamo perdere le innumerevoli citazioni che si potrebbero fare sui libri e i film che trattano la doppiezza dell'essere umano: non è l'elemento più importante. L'importante è il modo con cui il regista Aronofski (così come il coreografo del film Leroy, alias Vincent Cassel) affronta la sua opera, "spogliandola di ogni orpello", mettendo in scena un classico in modo incredibilmente nuovo. Aronofksy-Cassel rivisitano il tema del doppio in modo visionario e non a caso Nina scopre sè stessa dopo aver provato il "trip" della pastiglia e dopo aver sperimentato l'erotismo con il coreografo Leroy. Le visioni fulminee in realtà accompagnano tutto il film, segno della presenza sin dall'inizio di un elemento luciferino, nero, dentro il corpo di Nina. Il finale del film poi è spettacolare, quasi shakspeariano, con la messa in scena del volo del cigno nero che, tragicamente, chiude perfettamente questa impressionante parabola che dovrebbe far riflettere ognuno di noi. Aronofsky pretende molto dallo spettatore, non lo lascia passivo. Proprio per questo a molti questo film non piacerà. L'asse Aronofsky, Gondry, Ozon si dimostra ancora una volta l'unica in grado di raccontare in modo onirico i mali del nostro tempo.
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