Dino Buzzati ha lavorato come scrittore, sceneggiatore, è nato il 16 ottobre 1906 a San Pellegrino di Belluno (Italia) ed è morto il 28 gennaio 1972 all'età di 65 anni a Milano (Italia).
Di famiglia benestante (il padre Giulio Cesare insegna Diritto internazionale all'Università di Pavia; la madre Alba Mantovani, di origine veneziana, è sorella dello scrittore Dino Mantovani), sin da ragazzo s'appalesano in lui i fili conduttori della propria esistenza: scrive, disegna, si appassiona alla musica - studia violino e pianoforte - ed alla montagna, cui dedicherà il suo primo romanzo, Bàrnabo delle montagne (1933). Su insistenza della famiglia, intraprende gli studi di Giurisprudenza; ma nel 1928, ancor prima di laurearsi, entra come praticante al Corriere della Sera, giornale che non lascerà fino alla fine dei suoi giorni. Il buon successo ottenuto dal suo romanzo d'esordio, il già citato Bàrnabo delle montagne, non si ripete pel successivo Il segreto del Bosco Vecchio (1935), al quale viene invece riservata una generale indifferenza. Inviato speciale del Corriere ad Addis Abeba nel 1939 e cronista di guerra nel '40 sull'incrociatore Fiume, ancora nel '40 vede pubblicato il libro che gli procura fama internazionale ed è considerato unanimemente il suo capolavoro, Il deserto dei Tartari: alle soglie del conflitto, egli immagina l'allegoria esistenziale del tenente Giovanni Drogo, destinato a trascorrere la propria esistenza in una fortezza sperduta, in un'epoca non precisata, nell'inutile attesa di un nemico che non arriva (Valerio Zurlini ne trarrà, nel 1976, una pellicola di grande suggestione). Dal 1936 scrive, per il Corriere ed altri periodici, parecchi racconti, successivamente riuniti in I sette messaggeri (1942), Paura alla Scala(1949), Il crollo della Baliverna (1954), Sessanta racconti (1958, premio Strega), Esperimento di magia (1958), Il colombre (1966), Le notti difficili (1971). Nel 1960 esce Il grande ritratto, quasi un esperimento di romanzo fantascientifico, ove entra in scena l'universo femminile, sino a quel momento da lui assai poco esplorato. Tre anni dopo, Un amore narra la vicenda - con probabili echi autobiografici, ché Buzzati sposerà, sessantenne, Almerina Antoniazzi - di Antonio Dorigo, un uomo che incontra l'amore a cinquant'anni. Resta ancora da dire dell'interesse del nostro per la pittura, che si traduce in opere nate dalla commistione tra testo ed illustrazioni (Poema a fumetti, 1969; I miracoli di Val Morel, 1971). Le atmosfere magiche, surreali, gotiche delle sue prose sono pervase da un senso d'angoscia (si pensi alla giustamente celebrata novella Sette piani, ove l'itinerario nella malattia è tutto percorso da un presagio di morte), di sgomento di fronte all'ineluttabilità d'un destino paradossale, beffardo; la totale fruibilità delle medesime è garantita da una scrittura veloce, coinvolgente, giornalistica.
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