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Brad Anderson

Brad Anderson è un regista, co-produttore, scrittore, sceneggiatore, è nato nel 1964

Un cineasta dalle idee chiare

A cura di Marco Chiani

Tra i registi contemporanei che si muovono con maggior disinvoltura nel genere, Brad Anderson (nato nel 1964 a Madison, Connecticut) è uno dei più prolifici e originali. Già il titolo del suo primo cortometraggio, Frankenstein's Planet of Monsters!(1995), fuga ogni dubbio su quali passioni nutra.
Noto, maggiormente, per aver diretto i piccoli cult neri Session 9 (2001) e L'uomo senza sonno (2004), si conferma negli anni cineasta eclettico e infaticabile, in grado di frequentare la commedia, il thriller ad alta tensione, il fantastico o l'horror. Sin dal '99, inoltre, mette a servizio una sicura competenza per alcune delle serie televisive più in voga: dopo un episodio per Homicide: Life on the Street ne dirige altri per The Shield, Surface, Masters of Horror, The Wire, Fear Itself, Rubicon, Undercovers, Boardwalk Empire, Treme, The Kiling e soprattutto The Fringe (dieci puntate dal 2008 al 2011), tutti esercizi o passatempi che intramezzano una filmografia cinematografica iniziata all'insegna della curiosità e della varietà stilistica con The Darien Gap (1996).

Le "commedie" e il film della svolta
Prossima fermata Collinwood (1998), secondo lungometraggio per il cinema, è una commedia romantica su un'infermiera alle prese con i molti pretendenti che hanno risposto all'annuncio matrimoniale fatto pubblicare a sua insaputa, dalla mamma troppo protettiva, tra scherzi del destino e ritratti di tenera e amara solitudine. Il successivo Happy Accidents (2000), presentato al Sundance Film Festival come altri titoli del regista, pur continuando sulla strada della commedia racconta di un viaggio nel tempo, di mondi lontani e della singolare storia d'amore tra l'uomo del futuro Sam e l'infermiera Ruby. Ma è solo con Session 9 (2001) che Anderson conquista il rispetto e la fiducia dei fan del cinema di genere, arrivando alla notorietà anche da noi grazie ad un'opera sfaccettata e di certo impatto emotivo. Girata in digitale, la pellicola parte da premesse note - alcuni operai incaricati di smantellare l'amianto all'interno di un ospedale psichiatrico abbandonato si trovano a fronteggiare minacciose presenze - per sviluppare un originale discorso sul tema del luogo infestato e della memoria, non esente nemmeno da un affascinante sottotesto politico.

I titoli della maturità
Più ambizioso, ma forse meno compatto rispetto al precedente, è l'angosciante L'uomo senza sonno (2004), che si avvale di una strepitosa interpretazione di Christian Bale, dimagrito di quasi trenta chili per interpretare un operaio di fabbrica preda di ossessioni e manie persecutorie nel segno di Dostoevskij - citato apertamente: il protagonista legge L'idiota - e del cinema visionario di Lynch e Cronenberg. Passato con successo nella sezione Panorama del Festival di Berlino e inedito in Italia, Transsiberian (2008) conferma il talento di un regista ormai maturo che sceglie un viaggio in treno sulla linea transiberiana per innescare una sequela di colpi di scena e twist narrativi serviti da un ottimo team di attori, su cui svettano Emily Mortimer e il grande Ben Kingsley. Con l'horror apocalittico Vanishing on the 7th Street, Anderson mette da parte la costruzione della suspense tornando a quel territorio eminentemente horror che è innegabile sostrato di gran parte della sua produzione.

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Azione, (USA - 2018), 110 min.
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