Anno | 2010 |
Genere | Horror, |
Produzione | USA |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Brad Anderson |
Attori | Hayden Christensen, Thandie Newton, John Leguizamo, Taylor Groothuis, Jacob Latimore P.J. Edwards, Courtney Benjamin, Arthur Cartwright, Jordan Trovillion, Shawntay Dalon, Pamela Croydon, Christina Benjamin, Dennis Budziszewski, Kyle Clarington, Benjamin Brennan, Jennifer Lynn Bryant, Adam DeFilippi, Dave Kilgore, Shana Schultz. |
Uscita | venerdì 29 luglio 2011 |
Distribuzione | One Movie |
MYmonetro | 2,65 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 21 giugno 2013
Rifugiatisi all'interno di una tavola calda, i sopravvissuti ad un blackout che ha provocato la scomparsa della popolazione dovranno vedersela con le forse oscure che li minacciano. In Italia al Box Office Vanishing on 7th Street ha incassato 11,2 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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In una grande multisala di Detroit, un improvviso black out fa misteriosamente sparire nel nulla tutti gli spettatori, lasciando solo residui di pop corn e vestiti accasciati sulle poltrone. Lo stesso avviene in un ospedale della città, dove sono scomparsi tutti i pazienti e i dottori, ad eccezione di una fisioterapista e di un uomo abbandonato sotto i ferri di un'operazione chirurgica. Il mattino seguente, al suo risveglio, il reporter televisivo Luke Ryder si accorge che non c'è più corrente elettrica e che l'intera popolazione è scomparsa. Muovendosi in una città fantasma dominata dal silenzio e dalle tenebre, Luke capisce che la sola speranza di salvezza è data dalle poche fonti di luce rimaste.
Non può essere un caso il fatto che un thriller incentrato sulla dualità luce/buio cominci all'interno di un cinema e, in modo particolare, seguendo il punto di vista di un proiezionista, custode di quel fascio di luce che si riverbera sullo schermo dando origine al film. Non può essere un caso, se consideriamo che Vanishing si costruisce come una costellazione di suggestioni visive e tematiche maturate da quell'enciclopedia paranoide fatta di film di fantascienza con al centro apocalissi irreversibili e fenomeni inspiegabili, mondi paralleli e invasioni di ultra (non)corpi.
Questa straordinaria sequenza iniziale, incredibilmente efficace per i brividi e le sensazioni che è capace di evocare, ci introduce così in un mondo oscuro dove baluginano rimandi al cinema del passato e del presente, a un immaginario catastrofista, ma in fondo mai fuori moda. Come in un vecchio episodio di Ai confini della realtà, dove erano le leggende metropolitane e i grandi arcani della storia a dare avvio alla fantasia degli sceneggiatori, anche Vanishing prende le mosse da un mito popolare: quello di Roanoke, una colonia di pellegrini del North Carolina scomparsa senza lasciare alcuna traccia di sé intorno alla fine del XVI secolo. Da lì, lo script di Anthony Jaswinski fa collimare una notevole quantità di reminiscenze e di rimandi nei confronti delle pellicole e dei topoi più conosciuti del genere: dalla metropoli fantasma de L'ultimo uomo della Terra, all'assedio forzato dei film di Carpenter e Romero; dai segni naturistico-punitivi di E venne il giorno di Shyamalan, fino al barlume di umanesimo che risparmia le future generazioni come in The Road. Una geometria di citazioni più o meno esplicite che non si riserva anche dal solleticare il proprio dualismo fra luce e buio con una lettura metafilmica: non solo nel passaggio iniziale ambientato all'interno del multisala, ma anche attraverso qualche accenno al fatto che i sopravvissuti debbano mantenere la lucidità di pensarsi vivi ("Io esisto", ripete nella preghiera finale il ragazzino James), senza farsi distogliere dai richiami desideranti che le tenebre sono capaci di evocare.
Vanishing suggerisce quindi molti elementi di fascinazione. Perfino troppi, se si considera che non tutti vengono sfruttati a dovere e che alcuni (come la parte centrale dell'assedio) hanno eccessivo peso rispetto ad altri (il richiamo incantatore delle tenebre). Tuttavia, Brad Anderson sa farsi compositore ideale di questo puzzle distopico, ripetendo quel lavoro di riuso originale di materiali narrativi abusati già svolto più che discretamente in Session 9 e L'uomo senza sonno. La patina seppia e vagamente onirica delle immagini, caratteristica di tutti i suoi film, è quel leggero tocco d'autore che gli permette di poter orchestrare con un certo distacco la complessa sinfonia di citazioni e lavorare più proficuamente sui meccanismi suggestivi. L'effetto è quello di percepire una certa distanza dalle immagini, di viverle con la consapevolezza che si tratti di un prodotto immaginario eppure estremamente perturbante. Esattamente come la paura del buio.
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Miii! Nessuno che accenda un fuoco! Hanno solo del carburante intorno e si preoccupano delle superpila! Niente cerini, ma 20 metri di cavo per accendere l'auto si, vero? Noioso e lungo. Si salva solo la scena iniziale, che faceva ben sperare, totalmente sprecata. Va bene fare un film low budget, ma non si può trascurare la trama. Qui la storia non è credibile ed è piena di buchi.
Il film si fa seguire con interesse ma alla fine rimane il vuoto...una trama inesistente e un finale incompleto che non spiega nulla! L'idea poi mi ha ricordato molto quella avuta da Stephen King nella serie "I Langolieri" ma li c'era una spiegazione e un evolversi degli eventi...qui il nulla totale. Non viene spiegao perchè solo una macchina è ancora funzionante e le [...] Vai alla recensione »
L’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine,essa risulti oramai arrivata sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, facendosi avvolgere dalle tenebre per rinascere [...] Vai alla recensione »
L'idea di un horror basato su delle ombre che assorbono la luce e fanno scomparire i corpi degli esseri umani che non hanno fonti luminose per difendersi ci può benissimo stare (anche se non venite a dirmi che l'idea è originale!!), ma si può fare un film senza pensare a creare un minimo di spiegazione per i poveretti che hanno deciso di vederlo?? Quante sono le cose [...] Vai alla recensione »
L’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine,essa risulti oramai arrivata sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, facendosi avvolgere dalle tenebre per rinascere [...] Vai alla recensione »
Il film si è presentato bene, l'idea delle ombre che rapivano gli uomini non era male... ma proseguendo si incontra una banalità tremenda, specialmente nel finale. Non viene retta, con alcun ragionamento logico, la conclusione, che sembra possa avere un senso solo se si utilizza un ragionamento infantile e semplice: che l'uomo ha vissuto una vita dettata da odio e futilità, [...] Vai alla recensione »
Dal regista del bellissimo L’uomo senza sonno, Brad Anderson, forse ci si aspettava qualcosa di più. Ma in quel film campeggiava un attore straordinario come Bale, qui si è scelto il volto un po’ anonimo, più adatto ad un episodio di Guerre stellari, di Christensen. Per un film girato quasi tutto in interni e basato su soli quattro personaggi, insomma [...] Vai alla recensione »
Incredibile per due ragioni: la prima è che non mi aspettavo un horror tanto semplice eppure efficace e ben riuscito; la seconda è che è incredibile, addidittura inspiegabile che il forum sia pieno di commenti scritti da chi di cinema horror non si intende minimamente! Al pubblico, quindi, come spesso succede regalo un bello ZERO! mentre al film direi che merita un bel 10! Un [...] Vai alla recensione »
manco lo segnalo perchè è una gran cavolata .............non andate a vederlo o noleggiate il dvd soldi buttati via
Anche secondo il parere di alcuni critici, l’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine, il regista ritiene che essa sia arrivata ormai sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, [...] Vai alla recensione »
qualcuno mi spieghi la metafora di questo film,di solito comprendo ma qui mi pare un calderone fatto di citazioni d'embleè,eterna lotta tra il bene e il male o vita e morte,santi e peccatori? sopravvivono i due ragazzini perchè è la vita che si affaccia al mondo e sono incontaminati dal peccato? cioè,almeno fossero credibili questi thriller,ma qui nessuno mangia e [...] Vai alla recensione »
5 cose fondamentali per fare un film indipendentemente dal genere: 1)CHI 2)QUANDO 3)DOVE 4)COME 5)PERCHE'. Questo film risponde solo a due delle 5..... 3)DOVE e 4)COME e sinceramente il "4)COME" anche in maniera approssimativa..... Il mio modestissimo parere personale e' che il film finisce come inizia senza rispondere a molte delle dovute domande che lo spettatore si fa guardando il film.
La pensata è bella ma alla fine non spiega assolutamente nulla di quel che succede e questo dà un pò di fastidio a meno che il regista non lascia la spiegazione del film a scoperta dello spettatore andando a vedere che significa CROATON
Anche secondo il parere di alcuni critici, l’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine, il regista ritiene che essa sia arrivata ormai sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da [...] Vai alla recensione »
idea iniziale affascinante:corpi che scompaiono e lasciano i loro vestiti in terra,il contrasto tra luce e buio e la paura atavica di quest'ultimo.Poi un pò stucchevole e prolungata la parte centrale legata alla sopravvivenza dei pochi superstiti. Ma il regista ci sa fare e quindi ci tiene abbastanza sulle spine fino all'epilogo finale in cui risparmia solo 2 giovanissimi per lasciare la speranza [...] Vai alla recensione »
Sinceramente,forse il peggior film che io abbia mai visto. A parte i primi dieci minuti , non riesco a trovare nulla di buono in questa pellicola . L'idea di base è piuttosto originale, ma tutto il resto è censurabile per noia.
Mamma mia che film scarso, nonostante la presenza di tre attori bravini, Vanishing rimane una palla totale. Non succede niente di interessante, non viene data nessuna spiegazione ed il finale non c'è, ci mancava che scrivessero To be continued... E sarei proprio curioso di sapere chi mai oserebbe ad andare a vedere il seguito se mai lo facessero... Voto 0
forse,anzì certamente sarò ignorante in materia di questo genere di film, ma in tutta sincerità, non c'ho capito un bel nulla!!!
L’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine, il regista ritiene che essa sia arrivata ormai sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, facendosi avvolgere dalle tenebre per [...] Vai alla recensione »
Le idee copiate sono queste: le ombre che divorano tutto ricordano maledettamente "The Fog" di Carpenter. Le persone che spariscono lasciando solo i vestiti ricordano Cell di Dragon Ball, che a sua volta si ispira a chissà cos'altro... L'unica scena decente è quella in chiesa. viene creata una discreta atmosfera lugubre.
Racconto e suspance evanescenti, buona fotografia e nient'altro. Saluti.
Anche secondo il parere di alcuni critici, l’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine, il regista ritiene che essa sia arrivata ormai sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, [...] Vai alla recensione »
Anche secondo il parere di alcuni critici, l’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine, il regista ritiene che essa sia arrivata ormai sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e [...] Vai alla recensione »
Pensare che Vanishing on 7th street sia un film anche lontanamente paragonabile ai succitati è deleterio,se ne coglie l'idea si ,ma quello che sconvolge è l'inutilità del messaggio in quanto non vieme mai spiegato perchè il tutto accade,e come se il regista avesse iniziato il film (bene direi) e poi si fosse perso per strada ,non sapendo come farlo proseguire , evolvere , maturare .
Salve, di solito non sono cosi crudele ma questa volta penso che questo sia davvero uno dei film più insensati che io abbia mai visto. Ritmo zero, fantasmi copiati da Ghost palesemente, attori farlocchi. Non ho altro da aggiungere ciao.
D'AVVERO UN BEL PRODOTTO CINEMATOGRAFICO CHE VALE LA PENA VISIONARE. SE E' PUR VERO CHE TRATTASI DI UNA TEMATICA GIA' AFFRONTATA IN PRECEDENTI LAVORI, QUESTO PERO' NON E' FRA I PEGGIO REALIZZATI, TUTT'ALTRO.. LA TENSIONE NASCE DALL'INVISIBILITA' ..NON E' NECESSARIO RICORRERE AD EFFETTACCI SPLATTER PER IMPRESSIONARE LO SPETTATORE,.
Dopo un blackout devastante la città di Detroit si trasforma in un deserto. Un gruppetto di sopravvissuti, fra cui una fisioterapista (Newton), un giornalista (Christensen), un ragazzino e un proiezionista di cinema (!) si aggirano per la città spettrale in cerca di altri scampati all’Apocalisse. Siamo in zona Io sono leggenda o E venne il giorno, per citare due esempi recenti, e di nuovo il cinema [...] Vai alla recensione »
Think of "Vanishing on 7th Street," starring Hayden Christensen, John Leguizamo and Thandie Newton, as the apocalypse sneaking in on the down-low. No fiery inferno or towering tsunami or other mega-disaster to bring the walls crashing down. For this particular end-of-days tale, director Brad Anderson turns down the lights, puts some blues on the juke and proceeds to terrorize and philosophize with [...] Vai alla recensione »
Un improvviso blackout colpisce Detroit facendo svanire i corpi dei cittadini, di cui restano soltanto gli indumenti. Inspiegabilmente, sopravvivono quattro individui eterogenei: il giornalista televisivo Luke, il protezionista Paul, la fisioterapista Rosemay, che non trova più il suo bambino piccolo, e un ragazzo, James, che non torva più la sua mamma.