Anno | 2019 |
Genere | Thriller |
Produzione | USA |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Brad Anderson |
Attori | Sam Worthington, Lily Rabe, Stephen Tobolowsky, Lucy Capri, Adjoa Andoh Lauren Cochrane, Stephanie Sy, Natalie Malaika, Dennis Scullard, Will Woytowich, Megan Best, Erik Athavale, Chris Sigurdson, Cheryl Soluk, Ernesto Griffith, Shane Dean (II), Chad Bruce, Gabriel Daniels, Marina Stephenson Kerr, Dorothy Carroll, Muriel Hogue, Eric Roesler-Yue, Liberty Des Roches, Jeff Strome, Miranda Weins, Adrian McLean, Jay Palmer, Alan Castanaga, Mark Dann, Cherrel Holder, Ernie Pitts, Jessica Burleson, Frederick Allen, Carlos Walcott, Derek James Trapp, Susan Spano. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 24 ottobre 2019
Dopo la caduta di una bambina i genitori la portano all'ospedale. Da là mamma e filgia spariranno.
CONSIGLIATO N.D.
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Alzi la mano chi, ai tempi di Session 9 (2001), non esultò dando già per scontata la nascita di un nuovo autore horror. Posso alzare la mia? Mezza promessa mai effettivamente mantenuta, Brad Anderson ha via via perso per strada anche il più minuscolo interesse, rivelandosi per quello che è sempre stato (sì, L'uomo senza sonno compreso): un impaginatore e un compilatore senza qualità. Fractured ha un intreccio da telefilm di Alfred Hitchcock presenta, uno sviluppo da straight-to-video metà anni 90 e una confezione cupa e cheap da Netflix. Solo che i telefilm sponsorizzati da Hitchcock duravano mezz'oretta ed erano (spesso) dei morality play folgoranti, e gli straight-to-video potevano almeno lavorare di trucidume o di sangue o di sesso con discreto estro; quanto a Netflix, vabbè. E poi un film tutto addosso a Sam Worthington, pupazzo piacente ma insulso e inetto, che qui mugugna e frigna e dà di matto e mugugna ancora, e infine fa gli occhiacci da psicopatico, è destinato al fallimento a priori. Sam, tormentato e sempre occupato di esibire che sta recitando, è Ray, papà di famiglia che si reca con la moglie al pronto soccorso perché la figlia è caduta: ma il giorno dopo non c'è traccia né della bambina, né della consorte. È lui che è sbarellato o c'è un non meglio specificato complotto? Cos'è, una riflessione sulla virilità? Sul ruolo di colui che porta a casa la pagnotta? Sulla famiglia mononucleare? Sulla difficoltà dell'individuo contemporaneo ad affrontare la realtà, gli affetti e, in generale, il mondo? Ce ne frega qualcosa? Unica buona nota (ehm): la musica di Anton Sanko, che ricorda qua e là il genio di Michael Small.
Da Film TV, N. 43 del 22 ottobre 2019
il film racconta la storia di Ray, padre e marito ad un passo dal divorzio, mentre sono in viaggio per raggiungere i familiari per la festa del ringraziamento. Durante il viaggio a seguito di un incidente si recano al pronto soccorso in cui la moglie e la figlia spariscono misteriosamente. Il film è ben fatto, tiene lo spettatore attaccato allo schermo con una buona dose di suspance e di disorientam [...] Vai alla recensione »
Francamente il film mi ha lasciato due sentimenti ben impressi: noia e angoscia. La noia è dovuta al ritmo della pellicola, l'angoscia al fatto che speri continuamente che la conclusione sia sorprendente e non quello che è chiaro fin dall'inizio: niente sorpresa. L'unica cosa da salvare è l'interpretazione degli attori: credibili .
Dopo che sua moglie e sua figlia scompaiono da un pronto soccorso, un uomo inizia a pensare che stia accadendo qualcosa di poco chiaro. Plot intrigante e una recitazione credibile contribuiscono alla bella efficacia di questo giallo di marca Netflix.
Film appena discreto, unica "nota positiva" è stato il finale non propriamente banale...
Mi capita abbastanza spesso ormai di trovarmi in totale disaccordo con le recensioni dei film da parte del critico, cosa che invece devo dire accadeva di rado in passato (e forse per questa ragione sono sempre stato solito consultare mymovies prima di vedere qualcosa). Ho trovato il film molto ben strutturato e con dialoghi e colpi di scena collocati egregiamente.
Mi capita abbastanza spesso ormai di trovarmi in totale disaccordo con le recensioni dei film da parte del critico, cosa che invece devo dire accadeva di rado in passato (e forse per questa ragione sono sempre stato solito consultare mymovies prima di vedere qualcosa). Ho trovato il film molto ben strutturato e con dialoghi e colpi di scena collocati egregiamente.
Alzi la mano chi, ai tempi di Session 9 (2001), non esultò dando già per scontata la nascita di un nuovo autore horror. Posso alzare la mia? Mezza promessa mai effettivamente mantenuta, Brad Anderson ha via via perso per strada anche il più minuscolo interesse, rivelandosi per quello che è sempre stato (sì, L'uomo senza sonno compreso): un impaginatore e un compilatore senza qualità.