Un thriller incalzante sulla violenza maschile. Espandi ▽
Ellias Barnès è un celebre stilista francocanadese considerato "il nuovo principe della moda". Vive a Parigi ed è diventato il giovane direttore artistico della famosa maison Orsino. Dopo un attacco di panico legato alla sua sfilata di debutto nell'haute couture, Ellias riceve la notizia che il padre è morto. Il figlio non aveva più rapporti con quel padre rimasto in Canada, mentre anche la madre si era trasferita lontano dall'ex marito. Ma ora Ellias dovrà andare ad occuparsi di ciò che il tanto detestato defunto ha lasciato e delle sue spoglie mortali.
Legrand gestisce molto bene la tensione noir del film, che ha a che fare non solo con gli accadimenti effettivamente dark, ma anche con quel buio della mente che un padre scellerato è riuscito a creare in un figlio sensibile e gentile, un giovane uomo che fatica a dire di no ed è educato fino alla sottomissione, a dispetto del successo e dello sfogo creativo che è riuscito a creare nella sua seconda vita.
Il film è una sfida allo spettatore che va premiata per il coraggio con cui non spiega tutto e lascia senza risposta le domande che mette sul piatto, più indagine psicoanalitica che "giallo" dalle soluzioni nette (e facili). Ci costringe a domandarci se i nostri destini siano segnati, se esista davvero un libero arbitrio Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un uomo aggrappato ai successi del passato si trova a fare i conti con un presente nostalgico e solitario. Una storia dolce e malinconica, ma che lascia luce alla speranza. Espandi ▽
Umberto è uno sceneggiatore avvilito. Si nasconde dalla vita e aiuta una giovane sceneggiatrice a scrivere una storia, ammira una suora armena pulire i vetri delle finestre, passa le serate in un locale a bere alcolici. Un ragazzo bussa alla sua porta, e gli rivela una notizia importante. Una sua ex viene a trovarlo e gli regala una serata diversa, un'altra deve decidere se finanziare o no la sua storia, e una suora lo accompagna al cimitero dov'è sepolta sua madre. Lì Umberto, per gli amici Umbe, dovrà fare i conti con traumi e memorie del passato.
È un film malinconico, a tratti poetico, a tratti catatonico, ma sempre infarcito di aforismi, quello che segna il debutto alla regia dello sceneggiatore Umberto Contarello. L'influenza sorrentiniana (Sorrentino produce e co-sceneggia il film) è dichiarata e risulta evidente nella messa in scena, come anche nel tipo di ironia e nella descrizione di certi personaggi.
La cifra del racconto si assesta tra il decadente e l'ironico, con un umorismo alla Kaurismäki, specie nell'insistenza sull'ossessione filoamericana del "turning point" degli sceneggiatori contemporanei e nel rivendicare l'importanza delle "scene che non servono a niente", ma anche nella "to do list" in cui il protagonista inserisce compiti come "andare in banca a chiedere pietà" e "non impazzire". Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
L'incontro tra una giovane coppia di ladri e gli abitanti di una villa sperduta dà vita a un gruppo di sogni e fallimenti. Espandi ▽
Guido e Beatrice sono due ladri che stanno cercando di sfuggire alla cattura da parte della polizia e che sono sottoposti alle non amichevoli attenzioni di un boss malavitoso. Raggiungono nottetempo un’isola su cui sorge un’ampia villa abitata dalla famiglia Reffi. Ognuno dei componenti ha una passione particolare. C’è chi è stato direttore d’orchestra; chi, un tempo medico, ora sviluppa il suo interesse per la matematica; chi scrive romanzi e chi vorrebbe saperli scrivere. Tra il gruppo e la coppia si ingaggia una scommessa: chi abita la villa pensa di riuscirne a cambiare le attitudini. In quel caso non si provvederà a denunciarli alle forze dell’ordine. Eugenio Lio ed Elisabetta Sgarbi hanno operato su un romanzo scritto negli anni’40 da Giorgio Scerbanenco, ritrovato dagli eredi e pubblicato nel 2018 da La Nave di Teseo, casa editrice di cui Elisabetta Sgarbi è l’anima nonché il direttore generale. Ne hanno spostato l’azione sul finire degli anni ’60 (su una pagina di giornale per un istante sembra di leggere il nome di Valpreda) e il loro intervento è sui personaggi (non sulle persone) che lo scrittore ha immaginato. Tutto però è rigidamente ancorato all'interno di uno schema algido ed è questa freddezza che viene volutamente conferita alla recitazione degli attori che denunciano la loro derivazione letteraria non per una mancanza di consapevolezza da parte degli sceneggiatori ma proprio (questo è ciò che si coglie) per sottolinearne l'artificiosità del pensiero e quindi delle vite. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un intenso legal drama su una coppia separata che affronta una dolorosa battaglia giudiziale per la gestione del loro figlio. Espandi ▽
Marta e Guido si sono separati. La loro separazione è resa problematica dall'affidamento del figlio Andrea di 8 anni; entrambi, infatti, vorrebbero trascorrere più tempo con lui. Così si rivolgono al tribunale dei minorenni per richiedere una sentenza giudiziale che stabilisca in via definitiva quanti giorni il bambino debba passare con la madre e quanti con il padre. Tra Marta e Guido si scatena così una sotterranea guerra psicologica.
In L'isola di Andrea è notevole il livello di scrittura, ad opera dello stesso Capuano. Non c'è drammatizzazione e teatralità nei dialoghi ma la sceneggiatura coglie la verità di un profondo disagio e malessere di entrambi. In più la camera crea dei movimenti circolari, a cominciare da quelli dentro l'appartamento proprio all'inizio del film prima del ballo di Marta proprio per catturare tutta l'incertezza emotiva ed esistenziale di entrambi i protagonisti e il loro rapporto col figlio.
C'è poi la grande interpretazione di Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni. Per l'attrice si tratta della quarta collaborazione con il regista. Ma è sorprendente anche Marchioni quando mostra i segni di instabilità del suo personaggio. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Quando un illustratore britannico resta vedovo tutto sembra crollare. Alla disperazione per la perdita della moglie si accompagnano molteplici difficoltà di gestire i due figli. Espandi ▽
Quando un illustratore britannico resta vedovo tutto sembra crollare. Alla disperazione per la perdita della moglie si accompagnano le molteplici difficoltà, pratiche come emotive, di gestire i due figli e nel frattempo provare a elaborare il suo lutto. Lo farà attraverso la sua passione per le illustrazioni e in particolare attraverso una sua creatura che prenderà vita, con insospettabili conseguenze. Struggente, inquietante, a tratti spaventoso, il film di Dylan Southern tratto dal romanzo di Max Porter Grief is the thing with feathers ha sicuramente il merito di restare impresso. Intanto per il suo protagonista e coproduttore Benedict Cumberbatch, che in The Thing with Feathers (letteralmente: la cosa con le piume) regala una performance di rara intensità nell'interpretare un uomo devastato dalla perdita di sua moglie. Southern dimostra di saper raccontare bene il senso di profonda alienazione quando si perde l'amore della propria vita e tuttavia la vita deve continuare: i figli devono essere nutriti e accompagnati a scuola, i lavori d'illustrazione portati a termine. Ma * non ce la fa, è un uomo spezzato che malgrado la terapia non riesce a risollevarsi dal suo dolore. Funziona l'idea originale di inserire quel tocco di black fantasy che sfocia nel thriller cupo per raccontare le inquietanti deviazioni che la labirintica mente umana è in grado di seguire. Un film che ha il merito di intrattenere, intenerire, stupire, spaventare persino, accompagnando lo spettatore lungo l'abisso in cui inevitabilmente cade il disperato protagonista. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una ragazza causa un incidente. Inizierà a frequentare l'inconsapevole marito della vittima. Espandi ▽
Eva è una diciannovenne che, in crisi per un video intimo diffuso a sua insaputa in rete, tenta il suicidio gettandosi sotto un'auto. Accade invece che, nel tentativo di evitarla, sia la conducente a perdere la vita senza che la ragazza tenti di soccorrerla. Finirà con l'avvicinarsi a Bruno, veterinario francese, che della donna era il marito che quella notte era stato violento con lei.
Rossella Inglese, al suo primo lungometraggio, sa come far 'parlare' i corpi e gli attori chiamati ad incarnare i personaggi da lei scritti con Dario D'Amato.
Su Fabrizio Rongione si corre il rischio di essere ripetitivi quando se ne sottolinea la versatilità e la capacità di bucare lo schermo fin da quando, nel 1999, facemmo il primo incontro con lui sul grande schermo con Rosetta dei fratelli Dardenne. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un ragazzo inizia una tesissima ricerca della sua amata nel Mid West americano, Espandi ▽
L’orto americano è basato sul romanzo omonimo a firma di Pupi Avati, che oltre alla regia cofirma anche la sceneggiatura insieme al figlio Tommaso. La vicenda narrata è misteriosa, anche perché sembra alludere ad un limite sfumato fra realtà e follia, immagini concrete e visioni fantasmagoriche dal possibile risvolto psichiatrico. La ricostruzione d’epoca è precisa ed evocativa non solo di un periodo ma anche di una dimensione magica. Ma ci sono anche aspetti stranianti che vanno al di là delle intenzioni narrative. È soprattutto la trama convoluta e raminga a lasciare perplessi, rendendo arduo per lo spettatore seguire il filo della vicenda. Avati è abilissimo nel creare atmosfere sospese, insinuare dubbi sulla verità delle immagini alle quali stiamo assistendo, e indagare il lato oscuro delle persone e delle cose. Ma L’orto americano rischia di risultare davvero troppo poco comprensibile per consentirne un vero apprezzamento, e l’incantamento passa in secondo piano rispetto al disorientamento. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un'infermiera si trova coinvolta in una snervante corsa contro il tempo. Espandi ▽
Floria lavora come infermiera in un ospedale cantonale svizzero: è giovane, abile, esperta, disponibile. E come succede sempre più spesso, insieme a una sola altra collega è l'unica di turno nel suo reparto e può contare giusto sull'apporto di una studentessa in tirocinio. Nonostante ciò, Floria riesce incredibilmente a occuparsi di tutti i pazienti. Per Floria il turno è infinito, e così la sua pazienza, anche dopo aver commesso un errore potenzialmente disastroso.
Al termine del film, una dicitura informa lo spettatore che nel 2030 in Svizzera mancheranno 30.000 infermieri qualificati e che la questione è in realtà globale e rappresenta un rischio per tutti.
La frenesia dei movimenti di Floria si oppone alla debolezza dei suoi pazienti, alla loro rassegnazione dopo scoppi di rabbia, ed è in questi spazi di vita, di contraddizione e in fondo di bellezza, che il film lascia alla sua bravissima interprete Leonie Benesch (conosciuta in La sala professori) il tempo e il modo di mostrarsi come uno dei volti più interessanti del cinema europeo, così fragile da non chiedere altro che empatia e così forte da trascinare il film ben oltre i cliché del cinema medico. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
In un'atmosfera fiabesca e fuori dal coro, un film intenso che ci fa soffermare sul lato umano delle relazioni. Drammatico, Francia2023. Durata 94 Minuti.
L'incontro di due personaggi completamente agli antipodi ma similmente meravigliosi e intriganti. Espandi ▽
Raphaël, non più giovane e con un occhio solo, lavora come custode di un castello nobiliare nel nord della Francia vivendo con la madre nella casa di servizio della grande dimora. L'arrivo in piena notte dell'unica proprietaria del castello, l'artista Garance, sconvolge la vita di Raphae¨l: tormentata e affascinante, Garance convince l'uomo a posare per una grande scultura d'argilla e così facendo libera in lui l'animo del sognatore, avvicinandosi per la prima volta in vita sua all'amore e al piacere.
L'opera prima di Anaïs Tellenne, presentata nel 2023 nella sezione Orizzonti Extra della Mostra di Venezia, svela il lato sconosciuto di un'opera d'arte: l'origine del suo soggetto, la vita nascosta dietro la materia plastica modellata.
In fondo, Garance e Raphaël non sono così distanti, almeno fisicamente: lui è segnato dalla sua menomazione, lei, sfidando i preconcetti della società patriarcale, in passato si è fatta tatuare sulla pelle i tagli di carne dei macellai e si è distesa dentro un bancone alimentare. Garance e Raphaël diventano qualcosa d'altro, di diverso: non necessariamente di autentico, ma di unico e irripetibile. Come un'opera d'arte da osservare bene, superando l'impressione del primo sguardo e soffermandosi sulle pieghe del materiale. Umano, nel caso del film. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un uomo torna alla sua città natale ma il viaggio non si rivelerà come aveva programmato. Espandi ▽
Jérémie torna da Tolosa alla cittadina della provincia francese in cui è cresciuto per partecipare al funerale del panettiere locale, che è stato suo datore di lavoro negli anni della giovinezza. Martine, la vedova ancora piacente, lo accoglie a braccia aperte ma Vincent, il figlio del defunto, è meno entusiasta. Anche il parroco del paese e un amico di vecchia data di Jérémie e Vincent entrano a far parte di quel gioco di equilibri (e di potere) che si sposta continuamente, ma mantiene il nuovo arrivato al centro dell'attenzione (e dei desideri) di tutti. Saranno le passeggiate nel bosco, apparentemente in cerca di funghi, il terreno su cui si giocherà la battaglia finale per la supremazia.
Il film sembra un po' un giallo alla Chabrol e un po' una fiaba nera (non a caso i personaggi si avventurano ripetutamente in un bosco misterioso), ma in realtà è tutto Alain Guiraudie, il regista e sceneggiatore francese che con una decina di titoli (il più memorabile è Lo sconosciuto del lago, ma è notevole anche il recente L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice) ha definito la sua poetica libera e impossibile da incasellare in un genere, o in una narrazione codificabile. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un giovane sbandato, Bruno Stroszek, accoglie a casa propria una prostituta, Eva. Espandi ▽
Bruno Stroszek, trombettista, dopo due anni e mezzo di prigione torna in libertà e accoglie nel suo appartamento berlinese la prostituta Eve, perseguitata da due spregevoli sensali. Soldi e lavoro scarseggiano, però, e la coppia di sfruttatori continua ad aggredirli, così con il mite anziano Scheitz emigrano in Wisconsin. Eve diventa cameriera in un drive-in, Bruno meccanico nell'officina del nipote del vecchio. Risparmiando acquistano una graziosa roulotte ma presto si ritrovano sul lastrico. La donna, allora, torna a prostituirsi, ma ciò non basta per coprire le rate del mutuo, per cui abbandona Bruno e segue i clienti camionisti, mentre la banca pignora la casa al neo-meccanico. Esasperato, il protagonista architetta con il fido Scheitz una rapina per risolvere le sue grane economiche.
Film poco noto ma forse tra i più distintivi della poetica del regista, è una scorribanda randagia e dolceamara tra la Germania e l'America per tre creature schiacciate dal tritacarne del falso benessere consumistico, sospese tra istinto di conservazione e apertura al compromesso, tra speranza e disperazione, colte da Herzog senza edulcorazioni, né pietismo ma con amara oggettività realista. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Tra kung fu, universo tarantiniano e la Roma multietnica, Mainetti si confronta alla pari con il cinema internazionale. Drammatico, Italia2025. Durata 137 Minuti.
Mei, arrivata a Roma per trovare la sorella scomparsa, incontra Marcello, un cuoco che difende il ristorante di famiglia. Tra pregiudizi e nemici spietati, scopriranno che vendetta e amore sono inseparabili. Espandi ▽
Cina, 1979. Due genitori sfuggono all'obbligo del figlio unico mettendo alla luce le bambine Yun e Mei. Mei, la secondogenita, è però costretta a nascondersi. Da grande Mei si ritrova nella Roma multietnica del quartiere Esquilino, presso il ristorante cinese La città proibita. Quel luogo è la chiave della ricerca che l'ormai giovane donna ha intrapreso per ritrovare la sorella maggiore, che è diventata una prostituta nella Città Eterna. I destini di Mei si incroceranno con quelli di Marcello. In più Annibale cerca di dare loro una mano, anche perché detesta il proprietario di La città proibita e i tentativi degli immigrati di diventare "padroni in casa sua".
Laddove Lo chiamavano Jeeg Robot giocava con l'immaginario audiovisivo dei supereroi applicato alla romanità di margine, La città proibita si muove fra il Kung Fu movie, l'universo tarantiniano e la Roma multietnica. La regia di Mainetti gestisce con destrezza le scene di azione e si confronta alla pari con i più elevati standard di professionalità del cinema internazionale, in particolar modo quello statunitense (più che quello dell'Estremo Oriente), e la fotografia di Paolo Carnera è come sempre impeccabile.
Quello che lascia purtroppo a desiderare è invece la sceneggiatura, una sorpresa essendo il team di scrittura formato dalla formidabile coppia Stefano Bises-Davide Serino, insieme allo stesso regista. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Francis Ford Coppola, in mezzo ai due primi Padrino, realizza un film con un alto livello autoriale. Drammatico, USA1974. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1974, tre nomination agli Oscar e quattro ai Golden Globe, un thriller psicologico diventato nel tempo un film di vero culto. Espandi ▽
Harry Caul è ritenuto da tutti il migliore professionista nel campo delle intercettazioni audio di tutta la West Coast. È per questa ragione che gli è stata assegnata un’operazione complessa: deve cioè riuscire a catturare una conversazione tra un uomo e una donna nell’affollata Union Square di San Francisco. Lavorando sulle registrazioni Caul scopre che i due sono amanti e che temono per la loro vita. Inizia pertanto a temere che chi gli ha chiesto di intervenire possa costituire un reale pericolo per gli intercettati.
Francis Ford Coppola, in mezzo ai due primi Padrino, realizza un film con un budget più contenuto ma con un alto livello autoriale. La scelta di Gene Hackman è di quelle vincenti. Il critico Michel Cieutat nel numero 175 della rivista “Positif” definì l’attore il ”Monsieur tout le monde” del cinema americano volendo con ciò inquadrarlo come l’uomo qualunque, l’uomo grigio su cui la macchina da presa può soffermarsi per indagare ciò che va al di là dell’apparenza. Nei gesti e sulle espressioni facciali di Harry Caul sembra che tutto possa scorrere senza che ne resti traccia e che questo status possa essere immodificabile. Fino a quando si apre una piccola crepa e la realtà esterna vi compie un’inattesa irruzione. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Allen si rifà a Sofocle e Aristofane per sperimentare generi e modi di raccontare l'amore. Commedia, USA1995. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Allen torna al grande divertimento con questo film in cui l'autobiografia torna a fare capolino. Si trova nei panni di un uomo che, convinto dalla moglie ad adottare un figlio, non resiste al bisogno di sapere chi sono i genitori naturali. Espandi ▽
Allen torna al grande divertimento con questo film in cui l'autobiografia torna a fare capolino. Si trova nei panni di un uomo che, convinto dalla moglie ad adottare un figlio, non resiste al bisogno di sapere chi sono i genitori naturali. Riesce così a scoprire la madre che fa la pornoattrice e rischia di innamorarsi proprio di lui. A commentare e, in qualche misura, a dirigere gli eventi è un coro greco con tutti i ruoli al posto giusto. La tragedia si muta in commedia ma l'uomo contemporaneo è costretto a confrontarsi con i dilemmi di sempre, sembra dire Allen. Nell'antichità era il teatro il luogo privilegiato della rappresentazione, oggi questo compito è passato al cinema e alla televisione. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il film, girato nel '25, era originalmente muto. Nel '42 ne venne realizzata un'edizione con commento parlato. Espandi ▽
Un omino, cercatore d'oro solitario, affronta i rischi e i pericoli dell'algido Klondike per trovare la ricchezza. Incontra prima il temibile Black Larsen per poi instaurare un sodalizio con il robusto Giacomone in cui si imbatte accidentalmente cercando un rifugio in una baracca di legno. I due dovranno cercare di sopravvivere insieme alla fame e al freddo. Quando l'omino si recherà nel paese vicino ci troverà l'amore. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.