Anno | 2025 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 137 minuti |
Al cinema | 326 sale cinematografiche |
Regia di | Gabriele Mainetti |
Attori | Enrico Borello, Yaxi Liu, Marco Giallini, Sabrina Ferilli, Chunyu Shanshan Luca Zingaretti, Sheena Hao, Daniela Glasgow. |
Uscita | giovedì 13 marzo 2025 |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | PiperFilm |
MYmonetro | 3,38 su 30 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 16 marzo 2025
Mei, arrivata a Roma per trovare la sorella scomparsa, incontra Marcello, un cuoco che difende il ristorante di famiglia. Tra pregiudizi e nemici spietati, scopriranno che vendetta e amore sono inseparabili. La città proibita è 5° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 29.416,00 e registrato 169.199 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Cina, 1979. Due genitori sfuggono all'obbligo del figlio unico mettendo alla luce le bambine Yun e Mei. Mei, la secondogenita, è però costretta a nascondersi sempre per evitare alla famiglia una denuncia. Salto temporale fino a metà anni Novanta: Mei si ritrova nella Roma multietnica del quartiere Esquilino, presso il ristorante cinese La città proibita. Quel luogo è la chiave della ricerca che l'ormai giovane donna ha intrapreso per ritrovare la sorella maggiore, che è diventata una prostituta nella Città Eterna. I destini di Mei si incroceranno con quelli di Marcello, giovane cuoco in un ristorante rivale di cucina tradizionale romana, rimasto insieme alla madre Lorena a gestire il locale dopo la sparizione di suo padre Alfredo. Annibale, un amico fraterno di Alfredo, cerca di dare loro una mano, anche perché detesta il proprietario di La città proibita e i tentativi degli immigrati di diventare "padroni in casa sua".
Laddove Lo chiamavano Jeeg Robot giocava con l'immaginario audiovisivo dei supereroi applicato alla romanità di margine, La città proibita si muove fra il Kung Fu movie, l'universo tarantiniano e la Roma multietnica.
La regia di Mainetti gestisce con destrezza le scene di azione e si confronta alla pari con i più elevati standard di professionalità del cinema internazionale, in particolar modo quello statunitense (più che quello dell'Estremo Oriente), e la fotografia di Paolo Carnera è come sempre impeccabile.
Quello che lascia purtroppo a desiderare è invece la sceneggiatura, una sorpresa essendo il team di scrittura formato dalla formidabile coppia Stefano Bises-Davide Serino, insieme allo stesso regista. L'impalcatura della trama sembra più imperniata sui messaggi da comunicare che sulla fluidità del racconto, e i personaggi risultano fra loro slegati, appaiono e scompaiono all'interno della trama, come se le loro storie individuali faticassero ad integrarsi in una narrazione coesa. L'effetto è quello di un piatto (cino-romanesco) al quale hanno lavorato troppi cuochi attingendo a ricette diverse.
La caratterizzazione più interessante (benché prevedibile visto l'interprete) è quella di Annibale, cui Marco Giallini presta una dimensione dolente e smarrita che rende più articolato il personaggio, e Sabrina Ferilli dà la sua zampata d'attrice al ruolo di Lorena, che però appare privato di una scorrevole progressione narrativa. La stessa mancanza di continuità riguarda anche il personaggio di Mr. Wang (Chunyu Shanshan), più una maschera (etnica) che un essere umano a tutto tondo. L'unica continuità è fornita da Mei (Yaxi Liu, sorprendente sia come atleta che come interprete), che però vediamo quasi sempre in fase di combattimento alla Black Mamba, senza un approfondimento su una personalità che attraversa passaggi repentini (come la trasformazione in turista giuliva nella scena del giro in motorino).
È un peccato, perché il passaggio dalla Cina alla Piazza Vittorio delle bancarelle etniche sotto i portici (poi trasferite nel 2001 al vicino mercato coperto, che appare nel film in versione notturna) è interessante e farebbe sperare in una vera contaminazione fra i mondi, così come è interessante il mix di omaggi al cinema ambientati nella Città Eterna. Anche il commento musicale mescola brani celeberrimi di Mina e De Andrè, Patty Pravo e Tom Jones in cover cinesi, alle musiche (meno emotivamente coinvolgenti) di Fabio Amurri. Ma la buona riuscita richiede un amalgama di tutti gli ingredienti, invece che un semplice accostamento.
Speldida sorpresa ma dovevo aspettarmelo dal regista di Jeeg robot e freak ! Un film dal ritmo incalzante , Senza sbavature, che ti emoziona fino alla fine. Tutti gli attori perfetti e calzanti. Un particolare merito a Giallini che nel ruolo malavitoso romanaccio è davvero subblime. Otima anche la Ferilli. Due attori che io non amo particolarmente ma che qui sono davvero bravi.
LA CITTA? PROIBITA.Vi ricordate del remake live action Disnei di Mulan? Ecco, cosa c?entra con La citt? proibita? Ovviamente c?entra Yaxi Liu. Solo che allora era la controfigura stunt in un film brutto, qui invece ? stunt e attrice protagonista in un film bello riuscito.Mei, una donna cinese esperta di arti marziali, ? alla ricerca di sua sorella scomparsa nel quartiere Esquilino a Roma.
Mainetti non sbaglia un colpo! Era dai tempi di "Solo Dio Perdona" che non si vedeva un Wuxia così bello!
… nel misero panorama italiano, finalmente !!!, un film che se la può battere con la cinematografia mondiale: regista, sceneggiatori ed attori (senza dimenticare il direttore della fotografia) ce l'hanno messa tutta per realizzare un ottimo film che, oltre ad appassionarti legandoti letteralmente alla sedia (in sala), "sguazza", con i suoi magnifichi ritmi e le sue splendide [...] Vai alla recensione »
Film fantastico, le due anime del film si fondono magnificamente come si fondono le storie dei due giovani personaggi. Tutto funziona: l'azione il dramma e la commedia, in una Roma che pulsa vita e fa da sfondo agli eventi vissuti dai protagonisti. Consigliatissimo
Film fantastico, le due anime del film si fondono magnificamente come le due anime dei personaggi Mei e Marcello. Un film che deve essere assaporato fino alla fine perché azione, dramma e commedia si alternano continuamente senza strappi né forzature. Consigliatissimo
Vi posso assicurare che la forza visiva di questo film supera di gran lunga alcuni evidenti difetti di scrittura e che la regia di Mainetti qui è al suo meglio tra omaggi ben riusciti al cinema di Wong Kar Wai, Bruce Lee, Tarantino e Fellini.
Dalla recitazione alla messinscena, tutto è azzeccato in questo Wuxia che sa essere sia etereo e cinematograficamente spettacolare, sia sporco e sanguinoso. Già un cult del cinema di genere.
La terza opera di Mainetti è un omaggio meraviglioso al cinema hongkonghese. Correte a vederlo Ve lo consiglio!
Fantastici i primi 135 minuti, non mi ha convinto però la saccarosissima, smielata scena finale. Per il resto un film assolutamente da vedere SUL GRANDE SCHERMO.
Gabriele Mainetti riesce a girare un film epico, che supera molti grandi kolossal, ma allo stesso tempo riesce a portare un film intimo, che ti porta ad amare o detestare i protagonisti, emozionarti con le loro storie e ne caratterizza bene tutti i personaggi. Grazie di regalarci questo bel cinema
Si può dare 5 per l'interpretazione di Giallini alle prese con La canzone dell'amore perduto di De Andrè? Boh... io lo dò.
Godetevi lo spettacolo per le sequenze di combattimenti senza dare troppo peso alla sceneggiatura soprattutto in riferimento alla storia d'amore tra i due protagonisti che presenta notevoli difetti di scrittura. Film da godersi per messa in scena, trovate visive interessanti da parte del regista soprattutto sui combattimenti e per la buona performance degli attori.
Dopo un film supereroistico e un film fantasy ecco un wuxia targato Gabriele Mainetti, uno dei migliori registi italiani indubbiamente. Il film merita la visione sul grande schermo. Andate a vederlo.
Un film che prima intrattiene, diverte poi colpisce al cuore.
Mainetti si conferma con questo Action Kun Fu Tarantiniano con sfumature Felliniane tanto da non temere il confronto con il grande cinema internazionale. Film dal ritmo incessante che tiene incollati dal primo all'ultimo minuto con grandi prove attoriali di tutto il cast su tutte Ferilli e Giallini. Bella la fotografia e incantevole la scena di Marcello e Mei sulla vespa in giro per Roma, indovinato [...] Vai alla recensione »
Che film! Consiglio: Andate a vederlo in sala senza troppe aspettative e godetevi le immagini senza fare peso alla sceneggiatura. Ne rimarrete piacevolmente sorpresi!
Un film piacevole, girato con maestria e interpretato altrettanto bene. Le scene con i combattimenti non hanno nulla da invidiare ai film statunitensi (vedo analogie anche con Matrix dei Wachowski ed qualche richiamo tarantinesco) e la location di Piazza Vittorio è un ulteriore plus. Giallini, tra gli interpreti coprotagonisti, è quello che risulta essere perfettamente calato nel personaggio, [...] Vai alla recensione »
Pochi film mi hanno sorpreso ed emozionato come questo, ben fatto, divertente, spettacolare, non me l'aspettavo a questi livelli. Il trailer era già intrigante, ma il film vero e proprio è stato 100 volte meglio. Complimenti a Mainetti, gli attori e tutto il team. Vi consiglio vivamente di andare a vederlo al cinema.
Un gangster movie, un Wuxia, un dramma all'italiana, tutto mixato perfettamente in quello che è una piccola perla di film postmoderno in pieno stile Mainetti. Fantastica la recitazione, fantastica la direzione e la messinscena, peccato per la sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti. Ma ci passiamo sopra perché il film è complessivamente un gioiello di intrattenimento. Vai alla recensione »
Mettici un po' di neorealismo, un po' di Tarantino e Kaurismaki. Pure un pò di Pasolini (ma quella non è la location di Uccellacci ed uccellini?) Mettici pure un po' di Marvel. Infine mettici pure Emanuela Fanelli, con il suo "a piedi scarzi", e ancora non arrivi al punto. Ne ottieni un film divertente, scene di azione guizzanti, su una storia amara, [...] Vai alla recensione »
Gabriele Mainetti riesce a girare un film epico, che supera molti grandi kolossal, ma allo stesso tempo riesce a portare un film intimo, che ti porta ad amare o detestare i protagonisti, emozionarti con le loro storie e ne caratterizza bene tutti i personaggi. Grazie di regalarci questo bel cinema
Gabriele Mainetti riesce a girare un film epico, che supera molti grandi kolossal, ma allo stesso tempo riesce a portare un film intimo, che ti porta ad amare o detestare i protagonisti, emozionarti con le loro storie e ne caratterizza bene tutti i personaggi. Grazie di regalarci questo bel cinema
un film sulla vendetta. la vendetta che gridano gli errori e le lacune della scrittura.
Ogni tanto servirebbe che uno ascoltasse meglio i dialoghi e seguisse la storia, visto che a raccontare ? anche il regista con le immagini, i raccordi e i movimenti e non solo la sceneggiatura e i dialoghisti.
Se non fosse così amaramente ed egoisticamente spietato l'avrei valutato volentieri di più. Inoltre si ammicca ad una tendenza incestuosa madre figlio che forse è anche peggio. All'inizio il film assomiglia ai vecchi film cinesi di arti marziali, i wuxia. Si combatte di brutto e duro, ma lo spettacolo è anche divertente, innovativo e sorprendente nella sua trucit&agra [...] Vai alla recensione »
Speravo di trovare l'originalitá di Jeeg Robot ma a parte le belle scene di kung fu, il film scorre seguendo un filo prevedibile, finale incluso. Perchè non osare di più?
Una storia un po' confusa dove l'estetica e il Kung fu prende il sopravento sulla storia. Perplesso
Ho visto l'anteprima e non mi è piaciuto. Non ho capito bene che film è. Troppi combattimenti, troppo Kung Fu ... si menano praticamente tutto il film. La storia che resta è molto esile.
Se non ci fosse, Gabriele Mainetti bisognerebbe inventarlo: un regista che trasforma storie potenzialmente di serie B in cinema d'autore di serie A, quasi come Quentin Tarantino. Stavolta ci porta dentro il multietnico quartiere Esquilino, un crogiuolo di razze. E in 135 minuti divisi in tre atti ben strutturati, racconta il decadimento dell'Italia attraverso la fascistizzazione di Roma: vecchi criminali [...] Vai alla recensione »
Decisa a ritrovare la sorella, Mei spacca tutto tra il ristorante cinese "La città proibita" e la trattoria di Sabrina Ferilli vicino a Piazza Vittorio. Che cosa ci fa nel nostro mercato incerto e incasinato un kung-fu movie alla Bruce Lee, di una criminale chinatown romanesca, avvitato a un melò di famiglia, d'amicizia e tradimenti, distorsione più che post delle «moderne» commedie d'antan (Mattoli) [...] Vai alla recensione »
Gabriele Mainetti con La città proibita torna in sala a quattro anni di distanza dallo sfortunato ma brillante Freaks Out, concependo un'altra creatura connessa alla sperimentazione e alla commistione dei generi, elemento fondativo della sua identità di autore e regista. Il risultato è un po' ambivalente, perché alla fantasia, al brio, alla volontà di mostrarci una Roma diversa dal solito, va di pari [...] Vai alla recensione »
Ammazza come mena la cinesina Mei. All'Esquilino multietnico, fra un ristorante cinese e una trattoria romanaccia. Cerca la sorella, entrata in un brutto giro e svanita nel nulla. È sparito anche il padre del giovane cuoco Marcello. Mamma Sabrina Ferilli è giù di corda e alla cassa fa casini. Marco Giallini, bianco di pelo, è tanto premuroso ma cravattaro.
È una storia di vendetta quella raccontata da Gabriele Mainetti ne La città proibita, con la giovane cinese Mei che, a Roma, cerca la sorella per poi diventare l'inesorabile sterminatrice dei suoi assassini. Ma è anche il nuovo capitolo di questa lunga ricerca di personaggi incompleti e del loro confronto con l'inevitabile controparte, che in questo caso è rappresentata da Marcello (Enrico Borello), [...] Vai alla recensione »
Gabriele Mainetti ha l'innata capacità di portare il cinema italiano ai livelli di Hollywood... almeno per quanto riguarda il budget di partenza. Dopo il meraviglioso «Lo chiamavano Jeeg Robot» e «Freaks Out», arriva in sala il terzo film del regista romano dal titolo «La città proibita». Ben 17 milioni di euro, una cifra incredibilmente alta per gli standard del cinema italiano di oggi che sottolinea, [...] Vai alla recensione »
Gabriele Mainetti è un bravo regista, ama e conosce il cinema e, soprattutto, si impegna per riportare in Italia il cinema di genere di qualità. Il fatto che non ci sia ancora riuscito non ce lo rende meno simpatico, ma ci fa sperare in un veloce e definitivo "aggiustamento di rotta", un'evoluzione innanzitutto di scrittura che lo porti a trovare la sua vera identità tra i cocci di un'industria tricolore [...] Vai alla recensione »
Divertente, scatenato, survoltato, ancorché da prendere col patto di sospensione d'incredulità. Un film di Mainetti in purezza, insomma, un kung fu movie "attavolato" perché ambientato soprattutto in due luoghi iconici della Capitale: un lussuoso/tenebroso ristorante cinese e una trattoria popolata da maschere ineffabili della romanità più smaccata.
Lezione di kung fu a due bambine (una molto più portata). Cresciuta, una delle due ragazze combatte, stavolta per davvero, in un sotterraneo e poi nella cucina di un ristorante cinese. Calci in aria, qualche pentolata, liquidi scivolosi, tutto è rovente, pieno di coltelli e machete, e tutto può far male. Fuori dalla cucina, c'è Roma. Piazza Vittorio smagliante di colori e bancarelle.
Lanciato da "Lo chiamavano Jeeg Robot" (2015) subito film di culto, premiato con vari Nastri d'argento e David di Donatello, che rivelò il talento di Luca Marinelli, Gabriele Mainetti torna negli ambienti di mala della sua Roma. Li Tor Bella Monaca qui l'Esquilino (piazza Vittorio e dintorni), il quartiere multietnico. Le scene iniziali fanno credere di trovarsi in Cina immersi nel mondo delle arti [...] Vai alla recensione »
Mei, una misteriosa ragazza cinese, arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa. Il giovane cuoco Marcello e la madre Lorena portano avanti il ristorante di famiglia tra i debiti del padre Alfredo, che è scomparso. Quando i loro destini si incrociano, Mei e Marcello combattono nemici e antichi pregiudizi in una battaglia in cui amore e perdono vinceranno sulla vendetta.
Lei è una furia che picchia subito una cinquantina di cinesi e romanacci dell'Esquilino a Roma. Lui al massimo sa cucinare a puntino un'amatriciana. Questa la differenza tra Mei (Yaxi Liu) e Marcello (Enrico Borello), protagonisti del film La città proibita di Gabriele Mainetti. Lei è in Italia per via della sorella scomparsa. Lui è il cuoco della trattoria Da Alfredo, dove mangiava pure Totti perché [...] Vai alla recensione »
Un sogno si aggira per Cinecittà: resuscitare il cinema di genere anni 70. I film di genere ve li ricordate. Costavano poco, incassavano molto, nessuno sapeva il nome del regista (con rare eccezioni come Sergio Leone). E soprattutto creavano mondi fatti di pura meraviglia. Questo ieri. Oggi le cose sono più complicate e per reinventare i generi (per ritrovare quella beata ingenuità) bisogna fonderne [...] Vai alla recensione »
Arriva al cinema, dal 13 marzo distribuito da Piperfilm, La città proibita, terzo film diretto da Gabriele Mainetti, una storia d'amore, vendetta e arti marziali in una Roma colorata e multiculturale, divisa fra cambiamento e tradizione. In questo caotico melting pot, i personaggi hanno il volto di Yaxi Liu, Enrico Borello, Marco Giallini, Sabrina Ferilli, Chunyu Shanshan e Luca Zingaretti.
Diciamolo subito: nessuno in Italia fa film come Gabriele Mainetti. È la nostra eccezione, la nostra cometa apparsa con quel film dirompente che era Lo chiamavano Jeeg Robot nel 2015, che da noi aveva portato una piccola rivoluzione: il rilancio del cinema di genere, l'invenzione della figura del supereroe italiano, con grandi incassi e una caterva di premi.
La città proibita, il nuovo film di Gabriele Mainetti, è un film di arti marziali. E non è una cosa normale per un film fatto in Italia, dove non esiste un'esperienza consolidata nel genere, né tra i registi né tra le maestranze. Eppure è un film di arti marziali girato ai massimi livelli, cosa peraltro oggi molto più difficile da fare rispetto al passato: si avvicina per capirsi agli standard dei [...] Vai alla recensione »
Chiediamoci subito, partendo dal titolo, qual è la "città proibita" raccontata nell'ultimo film, il suo terzo, da Gabriele Mainetti. Senza considerare un'omonima opera diretta da Zhang Yimou nel 2006 che non c'entra proprio nulla, si tratta di una domanda di cui è molto semplice intuire la risposta. Perché, dopo la Roma sottoproletaria del ladruncolo/supereroe caduto nel Tevere de Lo chiamavano Jeeg [...] Vai alla recensione »
Mei approda a Roma alla ricerca della sorella diventata prostituta, ma la caccia a colpi di kung fu sull'Esquilino mette in luce i lati più tristi della Cina e dell'Urbe. Divertente e adrenalinico thriller dalle suggestioni tarantiniane in cui esclusione, criminalità e rivalsa confinano in una lotta senza soste. Molti i colpi di scena in un film che non stanca anche se un quarto d'ora è di troppo. Vai alla recensione »
Al suo terzo lungometraggio, Gabriele Mainetti non solo si conferma autore in crescita costante ma continua a rivelare aspetti della sua poetica assolutamente sorprendenti (benché in parte già contenuti nei film precedenti). Cineasta vorace e generoso, con occhio attento anche alle nuove leve, come ha dimostrato da produttore dell'ottimo Denti da squalo di Davide Gentile, accorto a calibrare i tempi [...] Vai alla recensione »
Nonostante il titolo possa far pensare a un film in costume nella Pechino imperiale, La citta proibita inizia con un prologo ambientato nella Cina del 1979, dove un padre impartisce lezione di arti marziali alle sue due bimbe. Dopo di ciò passiamo all'ingresso in scena di Mei (Yaxi Liu), misteriosa fanciulla che con furia vindice aggredisce una masnada criminale di connazionali, per scoprirci infine [...] Vai alla recensione »
Il terzo film di Gabriele Mainetti dopo "Lo chiamavano Jeeg Robot" e "Freaks Out" si sarebbe dovuto intitolare "Kung Fu all'amatriciana". O, almeno, così era negli originari piani di lavorazione. È uscito, invece, con il titolo "La città proibita" come se il regista, sin dall'inizio, volesse chiarire qual è il cuore di questo suo nuovo lavoro. Che, certamente, asseconda la passione di Mainetti per [...] Vai alla recensione »
La città proibita è il terzo film di Gabriele Mainetti, dopo Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks out. Anche questo è ambientato a Roma, che però non è la città proibita, che invece è un ristorante cinese dell'Esquilino, il quartiere di piazza Vittorio, il cuore della Roma multietnica. Qui irrompe Mei, una ragazza cinese in cerca della sorella scomparsa.
Grosso guaio a Mainettitown. Il regista di Lo chiamavano Jeeg Robot l'ha combinata bella, ma bella bella. La città proibita, terza attesa regia di Gabriele Mainetti, è uno di quei film spassosi che andrete a rivedere su grande schermo due, tre, quattro volte. E anche quando passerà in streaming o in tv lo rivedrete pure in sottofondo mentre preparate l'amatriciana.
Gabriele Mainetti colpisce nel segno anche al suo terzo lungometraggio. Dopo Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out, arriva al cinema nei suoi ineccepibili 135 minuti l'adrenalinico e divertente La Città Proibita, da un soggetto e sceneggiatura di Mainetti, Stefano Bises e Davide Serino. Mei (Yaxi Liu, di professione stunt), una ragazza cinese, arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa; non parla [...] Vai alla recensione »
Cina, 1979. Nel pieno della politica del figlio unico, una coppia di genitori tenta di nascondere alle autorità governative una delle loro due bambine. Stacco. Una ragazza cinese di nome Mei, che sembra essere finita nel giro della prostituzione delle Triadi, afferma di voler ritrovare la sorella perduta. Si rifiuta di spogliarsi e si ribella agli ordini, così inizia una lunga sequenza di combattimento [...] Vai alla recensione »
Cresciuta praticando kung fu con il papà, ma soprattutto nascosta in un armadio quando i funzionari pubblici ligi alla "legge del figlio unico" si avvicinano a casa, la cinese Mei (Yaxi Liu) arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa e vittima della tratta delle ragazze. Un ristorante cinese nasconde qualcosa, ma pure in una classica trattoria romana non troppo lontana si muovono strani personaggi, [...] Vai alla recensione »
Arrivata clandestinamente a Roma, Mei (la sorprendente Yaxi Liu) è una ragazza cinese intenzionata a sapere cosa ne è stato dell'amata sorella. Di lei per ora sa ben poco, ma grazie ad una strabiliante abilità nel kung fu riesce in poco tempo ad avere ragione di alcuni criminali e ad ottenere i primi indizi. Questi la portano nel multietnico, caotico quartiere dell'Esquilino, dove il gelido boss della [...] Vai alla recensione »
«Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e [...] Vai alla recensione »
Non è un caso che Neo in Matrix impari subito il Kung Fu. Si tratta dell'insieme delle arti marziali nate in Cina, il cui significato rimanda subito all'abilità. È da questa parola che si deve partire per analizzare La città proibita di Gabriele Mainetti. Serve abilità per trovare un punto di incontro tra Oriente e Occidente, serve abilità per creare un ponte tra il cinema di Hong Kong e quello italiano. [...] Vai alla recensione »