La dimensione spirituale e umana di Michelangelo Merisi attraverso i luoghi, le opere e le ombre della Roma del Giubileo del 1600 e in quella di oggi. Espandi ▽
Per la prima volta al cinema un documentario sulla dimensione spirituale di Caravaggio nella Roma del Giubileo. Un percorso che mette a confronto la Città Santa del Seicento e quella contemporanea, seguendo le vicende di un genio inquieto in coincidenza con l'evento millenario che attira milioni di pellegrini. In occasione della mostra "Caravaggio 2025" a Palazzo Barberini, il film ci guida tra ombra e luce, dannazione e redenzione del maestro. Recensione ❯
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Una violenza del passato influenza la vita di una giovane ragazza ribelle. Espandi ▽
Giulia, giovane e ribelle, vive la sua adolescenza con spensieratezza. D'improvviso, però, qualcosa s'interrompe: un vuoto silente, una violenza senza scampo la legherà inconsapevolmente a un misterioso femminicidio, che la neve ha celato nel tempo. Recensione ❯
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A Gardaland, Alessandro esasperato desidera cambiare famiglia: il desiderio si avvera e tutti si scambiano identità, dando vita a una serie di caotiche e surreali disavventure. Espandi ▽
Alessandro è sposato con Margherita, ha una suocera che vive in casa con loro e tre figli: gli adolescenti Alice e Leo e la piccola Anna, che per il suo compleanno ha chiesto a tutta la famiglia di accompagnarla a Gardaland. Il quadro è abbastanza devastante, e infatti a Gardaland Alessandro esprime il desiderio di cambiare famiglia. Naturalmente viene accontentato, ma nel modo peggiore possibile: ognuno dei componenti della famiglia assume infatti l’identità di un altro componente, generando situazioni surreali a catena. La chiave della cattiva riuscita di Una famiglia sottosopra sta forse proprio nel non comprendere che anche una serie di situazioni surreali, per funzionare anche a livello comico, deve mantenere un minimo di aderenza alla realtà.Qui invece niente ha alcun senso umanamente riconoscibile, né il tratteggio dei personaggi, né le dinamiche fra di loro, né gli ambienti in cui si muovono o le circostanze lavorative che affrontano. Va bene l’esagerazione comica, ma senza un minimo riscontro reale si finisce per parlare di… marziani. Recensione ❯
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Peppino, impresario funebre romano trapiantato in provincia, conduce una doppia vita. Espandi ▽
Peppino (Maurizio Mattioli), impresario funebre romano da sempre supportato dal maldestro Spartaco (Enzo Salvi), è un uomo che si destreggia tra funerali disastrosi, affari turbolenti e... due famiglie. Una con la moglie Lidia (Anita Kravos) e l'altra con l'amante spagnola Helena (Isabelle Adriani). Una vita già complicata, che diventa una vera e propria corsa contro il tempo quando Peppino scopre di avere solo poche settimane di vita. A questo punto, il nostro protagonista attua una mossa che sconvolgerà le vite di tutti. Definitivamente. Recensione ❯
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L'atteso ritorno della star dei BTS sul grande schermo. Espandi ▽
Il film cattura un'esperienza unica per i fan, registrata durante le due spettacolari serate finali del tour al Goyang Stadium in Corea del Sud, e celebra il gran finale del primo tour mondiale da solista di j-hope, che ha toccato 16 città, con 33 spettacoli e 524.000 army presenti. Recensione ❯
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La storia di un professore che crede che i ragazzi siano, ormai, più legati all'avere che all'essere. Espandi ▽
Un un professore che crede che i ragazzi siano, ormai, più legati all'avere che all'essere assegna ai suoi studenti un tema - che cosa sono per voi le emozioni? - che dovranno scrivere durante le vacanze di Pasqua, in modo che possano confrontarsi e parlare fra di loro, convinto che l'educazione non sia formazione, ma un conoscere sé stessi, perché tutti hanno dentro di sé le risposte, che purtroppo teniamo nascoste. Prende il via un confronto e uno scambio di opinioni che coinvolge ragazze e ragazzi della classe intera. Parallelamente, quegli stessi studenti si sfidano in una partita di pallavolo che dovrà stabilire chi sia il più forte: maschi o femmine? Anche qui, le strategie si confrontano e le diverse maniere in cui i ragazzi e le ragazze interpretano la partita porteranno verso un finale a sorpresa. Recensione ❯
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La famiglia Moretti partecipa al reality "Fuori la verità", dove sincerità assoluta è l'unica regola. Tra segreti, ambizioni e bugie, la verità rischia di distruggere tutto. Espandi ▽
La famiglia Moretti decide di partecipare ad un nuovo reality show dal titolo “Fuori la verità”. La conduttrice rampante Marina Roch porrà a tutti componenti del nucleo famigliare, in diretta televisiva, sei domande alle quali dovranno rispondere in maniera assolutamente onesta. In palio c’è un milione di euro che potrebbe fare comodo a tutti, ma se uno solo mentirà andranno tutti a casa. Il regista Davide Minella e la sua squadra di cosceneggiatori hanno trovato una buona idea per una black comedy sulla scia di Perfetti sconosciuti, che però parte da una premessa impossibile. Se si decide di sorvolare sul gigantesco “elefante in salotto” ci si può divertire a seguire questo ottovolante mediatico, coadiuvato da una bella squadra di attori, che vede svettare come al solito Claudia Pandolfi. Fuori la verità strizza l’occhio al cinema di Ruben Östlund senza però mai affondare fin in fondo il coltello nella satira. Ma intrattiene con abilità per le due ore del tempo di proiezione, alimentando continuamente la storia con nuove rivelazioni. Recensione ❯
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Un viaggio che reinterpreta con freschezza e immaginazione il capolavoro senza tempo di Johanna Spyri. Espandi ▽
Heidi è desiderosa di rispondere all'invito di Clara e di partire in vacanza con lei, ma due eventi la trattengono a casa del nonno: l'arrivo dell'ambiguo Schnaittinger, un industriale deciso ad ogni costo ad aprire una segheria sul loro versante del monte, e la cura di un cucciolo di lince, che Heidi stessa ha liberato da una trappola posta a terra dal nuovo arrivato, e che ora ha bisogno di lei per guarire da una brutta ferita.
La nuova avventura della bambina più famosa delle Alpi, frutto di una coproduzione tedesco-spagnolo-belga diretta da Tobias Schwarz, non trova posto nei due romanzi di Johanna Spyri ma è una storia originale, che combina l'afflato ecologico con il racconto di formazione alla E.T., in cui si cresce imparando a prendersi cura di qualcun altro, ma anche a lasciarlo andare, rispettandone la natura e la libertà.
Il tipo di intrattenimento proposto è educativo, ma anche generico, poco originale, insufficiente per poter parlare di un vero reboot. Recensione ❯
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Una storia di padri e figli, un dramma plumbeo e ambizioso che torna su un capitolo nero della storia del Regno Unito. Drammatico, USA, Gran Bretagna2025. Durata 125 Minuti.
I legami familiari tra padri, figli e fratelli vengono esplorati mentre relazioni complesse si dispiegano attraverso viaggi personali e conflitti generazionali. Espandi ▽
Sheffield, Inghilterra. Jem vive con la compagna Nessa e con il figlio di lei, l’adolescente Brian. Da qualche tempo il ragazzo è confuso e arrabbiato e ha quasi massacrato di botte un coetaneo. Per questo Jem parte in sella alla sua moto e s’immerge nella boscaglia. Con sé ha solo una parola d’ordine, delle coordinate geografiche e l’obiettivo di riportare a casa suo fratello Ray, che si è auto esiliato da anni dalla famiglia e dalla società, perché Brian adesso ha bisogno di lui.
Una storia di padri e di figli, in tutti i sensi. Ronan Day-Lewis, al suo debutto nel lungometraggio, l’ha scritta insieme a suo padre, Daniel Day-Lewis, il quale ha accettato di tornare sul set, dopo sette anni di distanza e l’annuncio di un possibile addio definitivo alle scene, per interpretare Ray Stoker, co-protagonista ma in realtà interprete assoluto di questo dramma ambizioso e plumbeo, che torna su un capitolo nero della storia del Regno Unito. Una storia di padri e di figli, di scomode eredità, di segreti e silenzi che hanno scavato nella psiche e inciso dei traumi. Anemone (titolo che ha anch’esso a che fare con una sorta di maledizione che passa di padre in figlio e con il gusto eccessivo del film per il simbolismo) sceglie di interrompere solo saltuariamente il trascinato passo del racconto con alcune sequenze iper frammentate e iper sonorizzate, che s’ispirano all’estetica dei videoclip musicali e rievocano i dipinti punk romantici della produzione pittorica del regista, ma è una scelta che prende definitivamente corpo solo nella seconda e più visionaria parte del film, lasciando la prima più ostica e sguarnita. Recensione ❯
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Documentario di Andrea Segre che esplora il successo tra i giovani di Berlinguer - La grande ambizione, riflettendo su impegno civile e crisi della democrazia. Espandi ▽
Durante la distribuzione in Italia di Berlinguer. La Grande Ambizione, c’è stato un pubblico giovanile che ha seguito il film di Andrea Segre anche nei dibatti dopo la proiezione. Vista la partecipazione, i realizzatori hanno deciso di creare dei momenti di confronto con loro nelle sale cinematografiche, nelle università e nei luoghi di impegno civile e politico. Noi e la grande ambizione è frutto di questo viaggio nel rapporto tra vita e politica, tra individuo e società, tra paura e sogno nella generazione dei venti e trentenni di oggi. C’è dietro un’interessante idea di ascolto dei giovani su temi politici che il cinema recente, anche documentario, ha portato avanti in maniera sporadica (recentemente Futura di Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher). Andrea Segre ritorna sui suoi passi unendo incontri e dialoghi a immagini di backstage e di scene inedite del film. Recensione ❯
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Una ballata folk che racconta il Boss - magistralmente interpretato da Jeremy Allen White - come paladino delle imperfezioni. Biografico, Drammatico - USA2025. Durata 120 Minuti.
Il viaggio di Bruce Springsteen nella realizzazione del suo album del 1982 Nebraska, emerso durante la registrazione di Born in the USA con la E Street Band. Basato sul libro di Warren Zanes. Espandi ▽
1981. Bruce Springsteen è reduce dal successo del River Tour e la sua casa discografica vorrebbe subito un nuovo LP per "battere il ferro finché è caldo". Ma lui è in piena crisi. Ovunque lo seguono l'ombra scura che gli sta alle calcagna e quel vuoto dentro del quale non riesce a liberarsi se non quando, in una stanza del suo modesto appartamento, compone i brani che faranno parte del suo LP meno noto e più rispettato - Nebraska - ben lontani da ciò che la casa discografica si aspetta.
Springsteen - Liberami dal nulla sceglie un momento particolare della vita e carriera del Boss per raccontare lo smarrimento identitario di un uomo e un artista che ha sempre avuto come priorità quella di non tradire se stesso.
Jeremy Allen White (interprete di tutte le canzoni in scena) si cala nel tormento di Springsteen. Il regista Scott Cooper evita saggiamente l'agiografia e gestisce bene l'alternanza fra arte e vita, facendo del suo film una ballata folk su un performer che ha sempre incarnato una parte ben precisa dell'identità statunitense: quella diseredata, blue collar, schietta e genuina. Recensione ❯
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Il ritratto spiazzante e coraggioso di Piero Pelù che diventa anche invito a tornare a guardarsi negli occhi. Documentario, Italia2025. Durata 82 Minuti.
Il racconto intimo diretto dal regista Francesco Fei su un capitolo cruciale nella vita dell'icona del rock italiano Piero Pelù. Espandi ▽
Ha inizio con un ronzio persistente il film di Francesco Fei: un disturbo uditivo invasivo e menomante, destinato a ritornare sotto varie forme in Rumore dentro, documentario dedicato a Piero Pelù, ex frontman dei Litfiba, band simbolo del rock italiano dagli anni Ottanta in avanti.
Non sappiamo se fosse un'idea originaria, ma certo è che, a conclusione del film, "acufene" risulta essere la parola pronunciata più volte dal protagonista. È una condizione fisica concreta, ma anche il perno metaforico di un racconto: la difficoltà di convivere con un suono interiore che non si spegne mai, e che per un musicista abituato a vivere di decibel, energia e volume è una condanna difficile da accettare.
Il film è un ritratto spiazzante e coraggioso e non è il rilancio di una carriera - parola che Pelù rifiuta e disprezza - ma un invito a ripensare la comunità, a tornare a guardarsi negli occhi. Recensione ❯
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Un documentario pensato come omaggio corale alla manifestazione: un progetto con protagonisti i 300.000 partecipanti della fiera. Espandi ▽
Un gruppo di visitatori alla ricerca di qualcosa o di qualcuno, come in un gioco da tavolo; sciami di persone bardate nei costumi più impensabili, come in un film d’epoca; una cinta muraria che avvolge la città, come in un’illustrazione medievale. Anzi, no, non semplici spettatori ma VisitAutori, capaci di scrivere da soli la propria storia; non riduttive comparse ma Cosplayer, portatori di una lore più grande di loro; e non un qualsiasi centro storico ma una location degna dell’immaginario fantasy. Insieme, sono tutte parti di quel grande affresco corale, orizzontale e passionale, forse irripetibile, che è Lucca Comics & Games. I numeri della passata edizione: 275 mila paganti, 900 ospiti, 600 espositori. E più di 140 treni aggiunti. Il film di Castagna non tenta minimamente di andare oltre la sfera emotivo-relazionale: si tratta di un manifesto più che di un pamphlet, denunciato già in quel “I love” iniziale, e che sembra collocare ancora di più Castagna nel mazzo dei narratori puri tutti dentro al lore, al mito, alla fabula del racconto. O in questo caso, nel racconto dei racconti che è Lucca Comics & Games. Recensione ❯
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Un ritratto a tutto tondo di Alberto Sordi, che ne dimostra l'attenta analisi comportamentale dell'Italia del suo tempo. Documentario, Italia2025. Durata 80 Minuti.
Un tributo al grande Alberto Sordi che, attraverso filmati di repertorio e voci autorevoli, ci accompagna in un viaggio imperdibile nella sua vita e nella sua comicità. Espandi ▽
Steve Della Casa e Caterina Taricano propongono un ritratto a tutto tondo di Alberto Sordi avvalendosi di un'ampia selezione di sequenze dei suoi film e delle testimonianze, sia di chi lo ha conosciuto direttamente sia di chi ha potuto incontrarlo solo sul grande o sul piccolo schermo.
Alberto Sordi viene liberato dall'invettiva morettiana per leggerne la carriera sotto una luce diversa che ne dimostra l'attenta analisi comportamentale dell'Italia del suo tempo e, talvolta, anche di quella a venire.
Era tempo che questo documentario, pronto già dal 2020, e presentato all'epoca alla Festa di Roma vedesse la luce dei proiettori delle sale cinematografiche. Perché la figura di Alberto Sordi, anche senza nessuna particolare ricorrenza di date di nascita o di morte, merita di essere riletta con uno sguardo attento e competente come è quello di Della Casa e Taricano. Recensione ❯
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Un film dichiaratamente da grande pubblico, divertente e attento alle nuove (iper)sensibilità maschili e femminili. Commedia, Italia2025. Durata 97 Minuti.
La nostra mente è un posto molto affollato, siamo tutti pluriabitati con tante diverse personalità che devono convivere tra di loro. Razionali, romantiche, istintive, a volte folli. Ma chi comanda veramente? Espandi ▽
Piero, insegnante di Storia e Filosofia recentemente divorziato e con una figlia piccola, intenzionato a rimettersi in gioco con le donne ma ancora scottato dalle delusioni del passato. Lara, la giovane donna single reduce dalla relazione infelice con un uomo sposato che vorrebbe un partner affidabile che l'aspetti sotto casa, e invece tende a cadere nella trappola di amori senza futuro. Lara e Piero si incontrano per il loro primo appuntamento, si piacciono ma non osano confessarlo. Riusciranno a zittire quel chiacchiericcio incessante e a trovare la strada verso una relazione finalmente appagante?
FolleMente inventa uno scenario in cui, da spettatori, assistiamo sia all'incontro fra Piero e Lara che alla battaglia che si svolge nelle loro menti, dato che le varie personalità battibeccano senza sosta, ognuna intenta a portare il discorso (e le decisioni che ne conseguono) dalla propria parte.
Alcuni dettagli sono cinematograficamente ben riusciti (anche se reminiscenti di Inside Out), come la ricerca affannosa delle parole che ci vengono a mancare al momento giusto attraverso i cassetti della nostra memoria. L'energia cinetica fra gli attori funziona, così come funziona il copione scritto a cinque mani. Recensione ❯
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