Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, Azione |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Renato De Maria |
Attori | Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Tommaso Ragno, Isabella Ferrari Alberto Astorri, Marcello Macchia, Luigi Fedele, Filippo Timi, Antonio Scarpa, Giorgio Antonini, Giovanni James Bertoia. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,26 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 6 novembre 2022
Un ambizioso "heist movie" ricco di azione e di humour. Targato Netflix.
CONSIGLIATO NÌ
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Aprile 1945: l'Italia è allo sbando, la Repubblica Sociale Italiana è allo sbando, Milano è allo sbando. La Resistenza e gli Anglo-Americani stanno per rovesciare definitivamente quel che resta del regime fascista, e ognuno si arrangia come può: lo fa Isola, ladro e contrabbandiere della borsa nera milanese, assieme ai fidati Marcello e Amedeo; lo fa Yvonne, cantante del Cabiria, che si divide tra l'amore di Isola e le attenzioni pericolose di Borsalino, gerarca fascista; e lo fa lo stesso Borsalino, scisso tra il controllare con pungo di ferro la città e l'organizzazione della fuga in Svizzera per i gerarchi in caso di sconfitta. Quando l'oro di Mussolini arriva a Milano, Isola e soci scoprono la notizia, e decidono di mettere in atto il furto che cambierà le loro vite - e forse anche la storia...
Rapiniamo il duce intrattiene con dovere mescolando toni e vicende, con un cast di facce e corpi perfetto.
Nessuna realtà nell'ecosistema audiovisivo mondiale riesce a costruire i progetti come Netflix - tranne la Marvel, certo. Tutto è studiato, progettato e realizzato nei minimi dettagli, restituendo un prodotto capace di accontentare un pubblico più ampio possibile di spettatori-utenti. Quella che una volta era la platea indistinta delle reti generaliste ora è divenuta una categorizzazione algoritmica, un elenco accurato di tag e cluster che si bilanciano e completano a vicenda, per far sì che ogni sera tutti trovino quello che vogliono - per far sì che ogni sera tutti trovino quello che vogliono perfino nello stesso prodotto. Prendiamo questo Rapiniamo il duce, film di Renato De Maria passato nella sezione Gran Public della Festa del Cinema di Roma e disponibile su Netflix dal 26 ottobre. Dentro c'è ogni cosa e per ognuno, come una sorta di studio da manuale per loro che l'hanno fatto e per noi che lo vediamo.
Il genere, innanzitutto: un heist movie di ambientazione storica. E non un momento qualunque, ma quella finestra temporale di giorni lunghi come mesi e mesi lunghi come anni che è stata la Resistenza, atto fondativo di un paese che per troppo tempo ha masticato male il ricordo di quel periodo e cosa voglia dire per la nostra contemporaneità. Ed è interessante come proprio nel corso delle ultime due stagioni cinematografiche siano usciti fuori sia Rapiniamo il duce che un'altra opera che ha tentato la via spettacolare e popolare a questo tipo di racconto - e quindi rielaborazione: Freaks Out. Grande impegno produttivo, grande cast (tra cui Pietro Castellitto, presente in entrambi i titoli) e grande spettacolo anche qui. Certo, Gabriele Mainetti va in tutt'altra direzione, e i film non sono totalmente sovrapponibili, ma un riflesso c'è e va seguito.
Poi abbiamo i personaggi e gli interpreti. Ci sono Isola (Pietro Castellitto), capobanda disilluso, e Yvonne (Matilde De Angelis), artista presa dentro trame letali; Marcello (Tommaso Ragno) e Amedeo (Luigi Fedele), cecchino veterano il primo e giovane disegnatore-falsario il secondo; la ladra Hessa (Coco Rebecca Edogamhe) e Molotov l'anarchico esperto di esplosivi (Alberto Astorri); il gerarca sadico Borsalino (Filippo Timi) e la moglie star del cinema decaduta Nora (Isabella Ferrari). Sono tutte figure universali, totem di scrittura che puntellano il racconto per farcelo riconoscere e apprezzare ad un livello più profondo e meta. Ma soprattutto dietro di loro ci sono dei nomi che aiutano a capire a che punto sta lo star system italiano, qui rappresentato dall'ultima next big thing uscita dalla sala - Pietro Castellitto - e dal vero, grande, co-protagonista e caratterista del cinema e delle serie tv italiane degli ultimi anni, Tommaso Ragno. E su tutti spicca Matilda De Angelis, divenuta l'unica interprete nazionale per un pubblico internazionale (The Undoing, Leonardo e la prossima Citadel).
Perfino la produzione è qualcosa di pensato e ripensato, visto la presenza della Bibi Film e di De Maria, team dietro il precedente Lo spietato, sempre targato Netflix. Quello che ne esce fuori, insomma, è un blend perfettamente calibrato nei toni e nelle atmosfere, anzi, da un certo punto di vista rappresenta il prodotto perfetto inseguito dalla casa di Los Gatos: un racconto a portata di lettura e visione per tutti ma che affonda le radici in un pubblico e in una storia local - anche se fortemente identitaria per tanti come la resistenza contro il nazifascismo. Certo, si poteva andare più a fondo, tante cose rimangono in superficie e a lungo la storia sembra perdere mordente, ma questo è quello che vuole Netflix, e noi ce lo segniamo.
Un bel film italiano, con un cast giovane,un budget considerevole,energetici effetti speciali, una colonna sonora blasfema e una sceneggiatura ondivaga ma originale, con ritmo, tensione , tarantinismo deliberatamente ostentato. Filippo Timi bravo vilain che si gode le premiere dames Isabella ( eccezionale) e Matilda ( sempre più brava e sexy) , Pietro Castellitto eccellente, bravo il regista. [...] Vai alla recensione »
Il film mi ha piacevolmente sorpreso: la Storia vera in un mix con un racconto di fantasia. Ottimi gli attori, la De Angelis è ormai una stella internazionale, ma tutti lavorano molto bene. Nel film ho intravisto omaggi a Tarantino, ai classici Western, e anche ai fumetti (alcune scene, oltre ai disegni, sembrano tavole da fumetto). Il messaggio più importante è fondamentale [...] Vai alla recensione »
Il film mi ha piacevolmente sorpreso: la Storia vera in un mix con un racconto di fantasia. Ottimi gli attori, la De Angelis è ormai una stella internazionale, ma tutti lavorano molto bene. Nel film ho intravisto omaggi a Tarantino, ai classici Western, e anche ai fumetti (alcune scene, oltre ai disegni, sembrano tavole da fumetto). Il messaggio più importante è fondamentale [...] Vai alla recensione »
Rapinarsi da soli è forse il sogno di molte persone anche per assurdo, ma noi della resistenza non c'entriamo niente, ed è quasi il motto mitocnondriale del ns paese, che raccontando la storia spesso non trova quel protagonismo periodale spettacolorarizzando col film.
Prosegue la scelta di Netflix Italia di rivisitare per mezzo del genere commedia gli avvenimenti storici che hanno riguardato la penisola. In precedenza era accaduto con L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, film diretto nel 2020 da Sydney Sibilia. Mentre questa volta è la narrazione romanzata del furto del tesoro noto come “l’oro di Dongo”, appartenuto [...] Vai alla recensione »
L'unica parte minimamente bella, tra canzoni senza senso e fuori dal contesto storico e animazioni e tematiche illogiche, l'unica cosa bella che vale l'unica stella è Maccio Capatonda. Ogni singola cosa che dice. Grande, per il resto nulla Totale
"Rapiniamo il duce" porta sul piccolo schermo di Netflix una Milano stravolta dalle macerie dei bombardamenti anglo-americani e con la Resistenza ormai alle porte. Renato De Maria, regista della pellicola, racconta la storia di un gruppo di improbabili ladri che, mossi da risentimenti personali, decidono di rapinare Mussolini per dare così una svolta alle proprie vite.
Certo non si può rimproverare al film di De Maria di non tenere fede al titolo. Anzi, sta praticamente tutto lì, nel piano balzano di trafugare il mitico tesoro di Mussolini, negli ultimi convulsi giorni di guerra del 1945, alla vigilia della fuga del duce, escogitato da un piccolo Jean Gabin in paltò, ladro e borsanerista (Castellitto jr., col physique du rôle), innamorato di una pupa da tabarin (Matilda [...] Vai alla recensione »
Nella Milano del 1945 devastata dalla guerra, a pochi giorni dalla Liberazione, una banda di piccoli malviventi cerca di sopravvivere: la guida Isola (Pietro Castellitto) specializzato nel mercato nero, fidanzato con la cantante Yvonne (Matilda De Angelis) che ha una tresca anche con il crudele gerarca e fascista Borsalino (Filippo Timi) il cui matrimonio con la bella e spregiudicata Nora (Isabella [...] Vai alla recensione »
Da un regime all'altro ma in chiave di commedia d'azione con Rapiniamo il Duce di Renato De Maria su Netflix. È un lungometraggio in costume ruspante con Pietro Castellitto e Matilda De Angelis nella Milano del 1945. Cercheranno di trafugare un fantomatico tesoro appartenuto a Benito Mussolini. Castellitto è un faccendiere nichilista («Sono un ladro ma non una spia!» urlerà orgoglioso), mentre De [...] Vai alla recensione »
Milano, 1945. Pochi giorni prima della fine della guerra, il contrabbandiere Isola mette insieme una banda di furfanti per il colpo del secolo: rubare il tesoro del Duce. Una donna farà saltare il piano, mandando in crisi la combriccola. Una trama che pare abbozzata, priva di contenuti e profondità. L'acerbo Castellitto non ha la presenza scenica per reggere un ruolo così importante e la comicità sbracata [...] Vai alla recensione »
"Nessun uomo è un'isola, completo in sé stesso [...]". Il senso dell'incipit dell'omonima poesia di John Donne lo sa bene in cuor suo Pietro Lamberti (Pietro Castellitto), chiamato appunto Isola. Nonostante le apparenze, sa infatti di non poter sbarcare il lunario da solo con la guerra ormai agli sgoccioli (siamo a Milano nel 1945), soprattutto se il piano da realizzare è a dir poco ambizioso: rapinare [...] Vai alla recensione »
Ci deve essere sempre un senso del limite. Se non artificiale, quindi legato al senso del gusto, almeno fisiologico. Lo si è capito per l'ultimo James Bond, seppur in ritardo di almeno due film, non lo si è evidentemente capito per il Tarantino di Inglorious Bastard (2009). Perché se Freaks out (2020) era un film che faceva da apripista in Italia di quei blockbuster che - per citare Pietro Castellitto [...] Vai alla recensione »
Rapiniamo il Duce, ovvero Robbing Mussolini. In realtà, il Duce non c'è, tocca accontentarsi di tal Borsalino (Filippo Timi), gerarca fascista in quel di Milano. La cosa più divertente è il nome del compound, Zona nera anziché rossa, in cui sotto il Duomo si cela il tesoro di Mussolini, in procinto di essere trasferito con egli stesso in Svizzera. Rapiniamo il Duce è un film Netflix prodotto da Bibi [...] Vai alla recensione »
"Fanculo la Storia". Questa è la sintesi, tra il volgare e l'icastico, della discussione che anima la scelta, da parte della banda capitanata da Isola, il giovane milanese che nei giorni che porteranno alla liberazione della città dalle truppe nazifasciste, di cercare di mettere le mani sull'oro di Mussolini, chiamato così o come oro di Dongo, vale a dire i beni (gioielli, lingotti d'oro, moneta corrente) [...] Vai alla recensione »
Meglio così. Con l'aria che tira "Rapiniamo il duce" rischierebbe di fare flop in sala, mentre vedrete che andrà bene su una piattaforma digitale. Infatti il nuovo film di Renato De Maria, classe 1958, da Varese, va direttamente su Netflix il 26 ottobre dopo il passaggio odierno in anteprima alla 17ª Festa del cinema di Roma. Produce la Bibi di Angelo Barbagallo.
Renato De Maria, dopo il personalissimo "amarcord" sulla cantante e discografica Caterina Caselli - Una vita 100 vite, torna dietro alla macchina da presa con un Heist Movie alla I soliti ignoti, prodotto da Netflix. Milano, 1945. La guerra è ormai agli sgoccioli e le forze nazi-fasciste sono pronte alla fuga verso la Svizzera. Uno scapestrato contrabbandiere di nome Pietro, per tutti "Isola" (Pietro [...] Vai alla recensione »