Con sguardo semi-documentaristico e con la grazia della giusta misura, Julie Lerat-Gersant affronta un argomento di cui si parla poco: la genitorialità responsabile. Da giovedì 26 ottobre al cinema.
di Marianna Cappi
Camille ha sedici anni ed è incinta di quattro mesi. Nonostante lei e la madre urlino di voler restare insieme, Camille viene assegnata ad una casa famiglia. Nel centro di accoglienza per giovani gestanti, fa amicizia con Alison, una ragazza insofferente alle regole, madre della piccola Diana, ma anche con Nadine, l'educatrice, che la segue con pazienza, nonostante i tanti momenti di rabbia e di ribellione. Inizialmente Camille nega la sua gravidanza, ma col passare dei mesi qualcosa cambia.
Con sguardo semi-documentaristico e con la grazia della giusta misura, Julie Lerat-Gersant affronta un argomento di cui si parla poco e male, perché scatena reazioni istintive. È l'argomento della genitorialità responsabile, dalla quale dipende in gran parte lo sviluppo psicofisico del bambino.
Un'opera prima che ha la freschezza e la semplicità di un film d'esordio, ma anche la maturità di lasciare interamente lo spazio al soggetto del proprio racconto anziché, come talvolta accade, all'esibizione delle proprie intenzioni artistiche.