felicity
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lunedì 27 aprile 2020
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checco zalone sulle orme di alberto sordi
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Una storia più complessa delle solite di Zalone, senza però cambiare molto il suo registro umoristico, ma Tolo Tolo è meno solido e divertente rispetto ai suoi precedenti film.
Zalone si è voluto reinventare e ha osato reinventarsi pescando nella melma del nostro qui e ora, dello stato dell’arte culturale, sociale e politica, ma
regia e montaggio tradiscono ingenuità e sciatterie.
Da una parte c’è il personaggio che conosciamo, meravigliosamente mediocre, che si ostina a non crescere, e dall’altro c’è il lungo viaggio che deve intraprendere dove con i modi sommari dell’apologo affronta i passaggi obbligati di ogni odissea migrante: il viaggio nel deserto, la sosta in Libia, la traversata via mare.
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Una storia più complessa delle solite di Zalone, senza però cambiare molto il suo registro umoristico, ma Tolo Tolo è meno solido e divertente rispetto ai suoi precedenti film.
Zalone si è voluto reinventare e ha osato reinventarsi pescando nella melma del nostro qui e ora, dello stato dell’arte culturale, sociale e politica, ma
regia e montaggio tradiscono ingenuità e sciatterie.
Da una parte c’è il personaggio che conosciamo, meravigliosamente mediocre, che si ostina a non crescere, e dall’altro c’è il lungo viaggio che deve intraprendere dove con i modi sommari dell’apologo affronta i passaggi obbligati di ogni odissea migrante: il viaggio nel deserto, la sosta in Libia, la traversata via mare. Costringendo il suo tradizionale personaggio a un salto di qualità.
Il personaggio di Zalone resta più o meno sempre se stesso, chi cambia questa volta è il regista-sceneggiatore, che non si limita più ad offrire al suo protagonista l’occasione per una risata, ma lo spinge verso un’altra direzione, costringendolo a misurarsi con qualcosa su cui in passato avrebbe preferito chiudere gli occhi o sorvolare con una battuta.
Checco Zalone non è mai poetico, è sempre prosastico. Non vuole tradire un personaggio che si sente in dovere di essere comico: per questo non ha timore di apparire sgradevole, è spiccio e diretto nei suoi modi, non allude mai, dice senza timore. Proprio come faceva un altro grande attore-autore del cinema italiano, la cui crudeltà e sgradevolezza ne fecero il più vero e necessario dei nostri comici, Alberto Sordi. E forse Zalone sta imparando a seguire le sue orme.
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toty bottalla
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sabato 3 luglio 2021
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film poco divertente e un po'' noioso!
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Credo che nelle intenzioni del sempre bravo Checco Zalone, ci fosse l'idea di un cambiamento, una commedia meno statica e più avventurosa trattando argomenti già sfruttati in altre occasioni, Renato Pozzetto in "Mollo Tutto" Lo aveva già fatto e molto bene.
L'idea di cavalcare l'attualità in maniera quasi ossessiva secondo me, limita l'enorme talento dell'attore e musicista pugliese. In passato artisti grandi come Carlo Verdone svoltarono, "Compagni Di Scuola" Per esempio.
Tolo Tolo non mi è piaciuto, quelli che parlano bene saprebbero spigare con argomenti culturali e un lessico forbito il loro motivo, io mi regolo così: Se un film che ho visto e mi è subito piaciuto lo rivedo pi
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Credo che nelle intenzioni del sempre bravo Checco Zalone, ci fosse l'idea di un cambiamento, una commedia meno statica e più avventurosa trattando argomenti già sfruttati in altre occasioni, Renato Pozzetto in "Mollo Tutto" Lo aveva già fatto e molto bene.
L'idea di cavalcare l'attualità in maniera quasi ossessiva secondo me, limita l'enorme talento dell'attore e musicista pugliese. In passato artisti grandi come Carlo Verdone svoltarono, "Compagni Di Scuola" Per esempio.
Tolo Tolo non mi è piaciuto, quelli che parlano bene saprebbero spigare con argomenti culturali e un lessico forbito il loro motivo, io mi regolo così: Se un film che ho visto e mi è subito piaciuto lo rivedo più volte nel tempo, secondo me quello è un bel film, "Cado Dalle Nubi" Per esempio, ma al di là di quello che pensa un musicista sconosciuto come me di questo lavoro, credo che il grande Zalone farà certamente meglio e molto presto! Saluti!
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fabrizio friuli
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martedì 17 agosto 2021
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più dramma che commedia
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Dopo un' iniziativa finita male , Pierfrancesco Zalone ( alias Checco Zalone ) abbandona la penisola italiana è trova un lavoro come cameriere in una struttura alberghiera situata nel continente africano, tuttavia, le avversità dell' Africa metteranno a repentaglio la sua vita ed egli, nonostante sia il tipico meridionale italiano incolto, sopravvive ugualmente , grazie al supporto di altri personaggi che si trovano sulla stessa barca. Però, Checco Zalone non ha intenzione di tornare in Italia per via dei debiti contratti, e nemmeno la sua stessa famiglia lo vuole , a causa della situazione spiacevole causata dalla sua iniziativa ( l'apertura di un ristorante giapponese a Spinazzola ).
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Dopo un' iniziativa finita male , Pierfrancesco Zalone ( alias Checco Zalone ) abbandona la penisola italiana è trova un lavoro come cameriere in una struttura alberghiera situata nel continente africano, tuttavia, le avversità dell' Africa metteranno a repentaglio la sua vita ed egli, nonostante sia il tipico meridionale italiano incolto, sopravvive ugualmente , grazie al supporto di altri personaggi che si trovano sulla stessa barca. Però, Checco Zalone non ha intenzione di tornare in Italia per via dei debiti contratti, e nemmeno la sua stessa famiglia lo vuole , a causa della situazione spiacevole causata dalla sua iniziativa ( l'apertura di un ristorante giapponese a Spinazzola ).
Lo stile di Tolo Tolo è sicuramente diverso dalle altre commedie zaloniane , infatti il suo stile lo rende simile ai lungometraggi ambientati nelle località dove la vita è ardua per chiunque ( in questo caso il continente africano ) , ed è opportuno constatare che questa pellicola racchiude anche generi, ad esempio il sentimentale, l' avventura e il dramma, ed è quasi impossibile ritenere questo film una commedia, come il lungometraggio in bianco e nero intitolato il Conte Max del 1957 ( con protagonisti Alberto Sordi e Vittorio De Sica ) , ed anche se la prima parte può risultare uggiosa, il grande Checco Zalone ( alias Luca Pasquale Medici ) riesce comunque a rubare delle risate sincere a qualsiasi spettatore che visiona la pellicola , provvista di una sceneggiatura ben architettata, anche grazie alla collaborazione di Paolo Virgilio ed anche alla regia di Checco Zalone . Può darsi che molti spettatori si aspettavano una pellicola più divertente, ma è stato lecito voler girare un film diverso dal solito , in cui viene trattato il tema dell' immigrazione ed anche il difficile stile di vita della gente africana , per questo il lungometraggio italiano merita di essere valutato positivamente , sebbene non sia divertente come gli altri film che hanno preceduto Tolo Tolo . Inoltre, anche gli attori selezionati hanno saputo interpretare i loro ruoli ed anche le riprese cinematografiche sono ottimali , ed è molto originale la scena In cui coloro che devono stabilirsi in una località diversa vengono " sistemati " nei nuovi luoghi grazie ad un'operazione irreale " lotteria " , e poi , quando il protagonista giunge in Italia , vengono mostrati coloro che sono favorevoli o contrari all' accesso degli immigrati nella penisola italiana. Ed ecco il responso sul film : È quasi privo dell' humour, però, è provvisto di altre qualità che riescono a rendere Tolo Tolo un film di alto livello.
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elgatoloco
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martedì 10 novembre 2020
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certo non disprezzabile, anzi
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Non conosco bene il resto della produzione del regista-attore-cantautore Checco Zalone(in realtà Luca Medici), qui anche regista e sceneggiatore con Paolo Virzì di questo"Tolo Tolo"(2019), ma mi sento di dire che è comico come lo è molta parte del cinema made in Italy à la Fabrizi e Sordi.Gassman Tognazzi, ossia con una morale magari non smaccatamente dichiarata, ma fatta intujire: qui il periplo-Odissea(sia detto cum grano salis, anzi metaforicamente)di Pierfrancesco-Checco(è anche proprio il nome dl personaggio-.protagonista , partendo dalla nativa Murgia ,, seguendo un suo amico e collega di ristorazione, va in Africa, vi incontra l'amore, ma anche la guerra(isamismo yahidista, versante quasi ISIS, anche se prudenza impone di non etichettare troppo.
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Non conosco bene il resto della produzione del regista-attore-cantautore Checco Zalone(in realtà Luca Medici), qui anche regista e sceneggiatore con Paolo Virzì di questo"Tolo Tolo"(2019), ma mi sento di dire che è comico come lo è molta parte del cinema made in Italy à la Fabrizi e Sordi.Gassman Tognazzi, ossia con una morale magari non smaccatamente dichiarata, ma fatta intujire: qui il periplo-Odissea(sia detto cum grano salis, anzi metaforicamente)di Pierfrancesco-Checco(è anche proprio il nome dl personaggio-.protagonista , partendo dalla nativa Murgia ,, seguendo un suo amico e collega di ristorazione, va in Africa, vi incontra l'amore, ma anche la guerra(isamismo yahidista, versante quasi ISIS, anche se prudenza impone di non etichettare troppo...), finisce con altri amici(tutti africani)ostaggio di feroci guerrglieri , e il riscatto da parte degli Italiani(per Checco, personaggio che ha accessi di reazzismo-fascismo, dati dal nonno che esibisce ancora la camicia nera, rimpiange il"buon tempo passato" e scambia"Sushi"con"Duce"...)gli fa paura, ingolfato com'è di debiti con l'"Italian State"... Divertentissime le tirate sul fascismo, paragonato alla"candida", perché"con il sole e lo stress viene fuori", dove certo ideologicamente vi sarebbe non poco da obiettare... Divertenti che le situazioni nelle quali , unico bianco, porta"sfiga"in autobus tutto pieno di Africani di colore scuro, per non dire, naturalmente, delle tirate(giuste e comprensibili)contro una tassazione(quella made in Italy)che tartassa i piccoli imprenditori, mentre "premia"o quasi i"grandi"... Complessivamente non razzista, si direbbe(anche se non si sa quanto della reali convinzioni di Medici alias.Zalone"passino"nel film), tanto che è neutra anche la canzone famosa"Immigrato"lanciata molto prima dell'uscita effettiva del film nelle sale, per non dire della"première"in TV, il flm non sottace anche le violenze terroristiche che pervadono l'Africa(qui si parla del Kenya, in primis), per cui molti immigrati sarebbero effettivamente"politici"e comunque"profughi da situazioni belliche", capace di mostare l'amico africano(Souleymane Sylla sullo schermo, decisamente bravo)come molto più colto di lui, capace di citare Baudelaire sempre in modo opportuno, ma poi non esitante a mostrare gli Africani come superstiziosi, quasi gli Italiani, in specie del Sud, non avessero anche loro supersitizioni tali da rasenatre l'assurdo. Simpatiche le citazioni di canzoni italiane,da Modugno a ToTo Cutugno, di far recitare Nicola di Bari(ancora vivo, chiaramente), di porre Manda Touré, come "imprendibile oggetto d'amore". El Gato
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frascop
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giovedì 2 gennaio 2020
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luca medici finalmente in un vero film
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Se ci fosse ancora Rodolfo Sonego, lo sceneggiatore di tanti film di Alberto Sordi, Luca Medici avrebbe potuto affidarsi a lui per inventare storie sul personaggio "Checco Zalone". Ma oggi Luca Medici, per costruire un nuovo film ha intelligentemente pensato a Paolo Virzì, l'unico che ha a che fare con la commedia all'italiana. Virzì però non firma la regia perchè Zalone in un film di Virzì sarebbero stati massacrati da alcuni cinefili pretenziosi. Tutta questa premessa per dire che finalmente Luca Medici nuota tolo tolo, ha fatto un vero film ( non una serie di sketch di 8 minuti l'uno attaccati) con un intreccio, un montaggio, inserti musicali, dialoghi, location propri di un film vero per il cinema.
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Se ci fosse ancora Rodolfo Sonego, lo sceneggiatore di tanti film di Alberto Sordi, Luca Medici avrebbe potuto affidarsi a lui per inventare storie sul personaggio "Checco Zalone". Ma oggi Luca Medici, per costruire un nuovo film ha intelligentemente pensato a Paolo Virzì, l'unico che ha a che fare con la commedia all'italiana. Virzì però non firma la regia perchè Zalone in un film di Virzì sarebbero stati massacrati da alcuni cinefili pretenziosi. Tutta questa premessa per dire che finalmente Luca Medici nuota tolo tolo, ha fatto un vero film ( non una serie di sketch di 8 minuti l'uno attaccati) con un intreccio, un montaggio, inserti musicali, dialoghi, location propri di un film vero per il cinema. Un film interessante che può piacere a chi ama il cinema e magari io non comprendo come possa piacere anche ai ragazzini, nonostante il finale "animato" strizzi l'occhio ai bambini. Ma se avrà successo, se lo merita, perchè Medici è coraggioso, non dorme sugli allori e ha capito una cosa semplice. Così come Troisi era Troisi in tutti i film che ha diretto ma non era etichettabile politicamente (anche se era di sinistra è ovvio), così Checco non è etichettabile. Si usa dire che è politicamente scorretto: per quanto mi riguarda vedere Nichi Vendola nel film che parla come parla Vendola, cioè vedere raffigurata la verità, forse nell'Italia del 2020 è da considerarsi una cosa estremamente scorretta. Ma la politica finalmente non sta più al primo posto, come si diceva una volta, e si può andare al cinema con la famiglia per godere di uno spettacolo. Se poi uno si aspetta che si rida a crepapelle, ha sbagliato film. Tutto qui.
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roby 82
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lunedì 20 gennaio 2020
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scappo a casa 2
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Il film di per se non è male. E' un buon film con un ottimo Zalone che con moltissima bravura racconta i difetti della cattiva coscienza degli Italiani. E si sa la cattiva coscienza fa avere molti mal di pancia. Ma in tutto questo c'è solo un piccolo difetto. Quello di risultare non originale. Anzi il film per moltissimi tratti ricorda "Scappo a casa" film del 2019 regia di Enrico Lando con protagonista un insolito Aldo Baglio ritrovatosi tra i migranti che affronta il viaggio della sperazna con tutti i nessi e i connessi. Una spalla di colore, e una bella ragazza di cui innamorarsi, E il lieto fine è servito.
Facile capire a chi il film piacerà e a chi no.
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Il film di per se non è male. E' un buon film con un ottimo Zalone che con moltissima bravura racconta i difetti della cattiva coscienza degli Italiani. E si sa la cattiva coscienza fa avere molti mal di pancia. Ma in tutto questo c'è solo un piccolo difetto. Quello di risultare non originale. Anzi il film per moltissimi tratti ricorda "Scappo a casa" film del 2019 regia di Enrico Lando con protagonista un insolito Aldo Baglio ritrovatosi tra i migranti che affronta il viaggio della sperazna con tutti i nessi e i connessi. Una spalla di colore, e una bella ragazza di cui innamorarsi, E il lieto fine è servito.
Facile capire a chi il film piacerà e a chi no. Il film farà storcere molti nasi nazionalisti e ai schierati politicamente a destra. Ma la verità non conosce oppinieni politiche, e il film racconta la realtà di ogni sacrosanto giorni in mezzo al mare, nei deserti e in tanti altri sperduti posti nella quotidiana lotta per la sopravvivenza.
Voto 6 1/2 al film, voto 9 a Zalone che strappa sempre qualche risata!
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lorifu
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giovedì 2 gennaio 2020
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checco zalone a tutto campo
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Ero indecisa se andare a vedere Tolo Tolo il film di Checco Zalone che in una sola giornata ha sbancato al botteghino. E per più di una ragione. Il tema trattato non è di quelli di facile digestione e ci vuole un genio per riuscire a confezionare su un problema così scottante una commedia che non scada nel paradossale e nel grottesco. Lui c’è riuscito e insieme a Paolo Virzì, coautore della sceneggiatura, ha avuto il coraggio di raccontare, con la schiettezza e[+]
Ero indecisa se andare a vedere Tolo Tolo il film di Checco Zalone che in una sola giornata ha sbancato al botteghino. E per più di una ragione. Il tema trattato non è di quelli di facile digestione e ci vuole un genio per riuscire a confezionare su un problema così scottante una commedia che non scada nel paradossale e nel grottesco. Lui c’è riuscito e insieme a Paolo Virzì, coautore della sceneggiatura, ha avuto il coraggio di raccontare, con la schiettezza e cialtroneria che gli è solita, uno dei tanti “viaggi della speranza” mescolando comico e tragico in un alternarsi di situazioni dove non risparmia pesanti fendenti a destra, a sinistra, pur senza mai schierarsi palesemente. È un film politico Tolo Tolo ma anche un meraviglioso affresco su un’umanità che mostra i lati più nobili e meschini senza distinzioni di colore. Ora è Checco, italiano sommerso dai debiti e perseguitato dai creditori che, dopo essere scappato in Africa per sottrarsi non soltanto allo strangolamento fiscale ma anche al vampiraggio familiare, a tradire i compagni di avventura con i quali ha deciso di ritornare in Italia da immigrato; in seguito sarà Oumar, colto ragazzo di colore, col sogno di diventare regista, che abbandonerà i compagni nel deserto, dando a Zalone lo spunto per pareggiare i conti e dimostrare che l’istinto di sopravvivenza ha sempre la meglio su tutto. Egoismi e opportunismi sono descritti bene e non risparmiano nessuno, né i giornalisti, socialmente impegnati, né i rappresentanti di una certa classe politica dove la mediocrità e il politichese imperano, insieme alla risaputa “furbizia italica”. Ce n’è per tutti in poche parole ma forse è proprio questo il limite di un film che mettendo troppa carne al fuoco finisce per dire tutto e niente, anche se alcune scene corali, al di là dell’ilarità che scatenano, inducono più di una riflessione. Un Checco Zalone a tutto campo quindi, che, oltre al cameo disneyano di particolare bellezza, riesce a sottolineare con molta acutezza alcuni stereotipi che ci vogliono tutti razzisti o buonisti, lasciando allo spettatore l’onere d’interrogarsi sugli effetti deflagranti di questa dicotomia.
Pur non inneggiando al capolavoro, va senz’altro premiata la capacità di Zalone di trattare un argomento così spinoso con leggerezza e ironia.
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superkaps007
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domenica 5 gennaio 2020
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un grande tema d'attualità, raccontato alla checco
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Quando si va a vedere un film di Checco Zalone ci si aspetta decisamente di ridere a crepapelle. Questo film è decisamente diverso dai precedenti perchè tratta forse il più grande tema d'attualità dei nostri tempi, i flussi migratori dall'Africa all'Europa e la discriminazione razziale. Cerca di farlo equilibrandolo con ironia e leggerezza, compito davvero ostico ed arduo. Se anche nei precedenti film venivano affrontate tematiche importanti come la discriminazione dei meridionali, l'omosessaulità, la diversità insieme a malcostumi di un'italietta perennemente dedita all'egoismo ed alle scorciatoie, come le raccomandazioni e la ricerca del pubblico impiego, in "TOLO TOLO" il rischio di varcare la soglia ed approdare nel campo della drammaticità o del grottesco è altissimo, ma Zalone riesce perfettamente a solcare una traccia narrativa coinvolgente e piacevole.
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Quando si va a vedere un film di Checco Zalone ci si aspetta decisamente di ridere a crepapelle. Questo film è decisamente diverso dai precedenti perchè tratta forse il più grande tema d'attualità dei nostri tempi, i flussi migratori dall'Africa all'Europa e la discriminazione razziale. Cerca di farlo equilibrandolo con ironia e leggerezza, compito davvero ostico ed arduo. Se anche nei precedenti film venivano affrontate tematiche importanti come la discriminazione dei meridionali, l'omosessaulità, la diversità insieme a malcostumi di un'italietta perennemente dedita all'egoismo ed alle scorciatoie, come le raccomandazioni e la ricerca del pubblico impiego, in "TOLO TOLO" il rischio di varcare la soglia ed approdare nel campo della drammaticità o del grottesco è altissimo, ma Zalone riesce perfettamente a solcare una traccia narrativa coinvolgente e piacevole. Si vede fortemente la mano, non presente nei precedenti film, di Paolo Virzì, ottima la sceneggiatura e la colonna sonora. Se proprio c'è da muovere una critica, la farei al finale che risulta un po' farraginoso, quasi nervoso, dando la sensazione che l'autore, volendosi allontare dalla chiusura scontata da libro Cuore, impasticci la trama quando lo spettatore non ne sente assolutamente il bisogno. Ottimo lavoro, che va visto con la giusta autoironia, perchè come sempre ci mette allo specchio e ciò che vediamo nel grande schermo non è molto lusinghiero.
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nino pellino
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domenica 5 gennaio 2020
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comicità stanca per un film comunque interessante
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Guardando questa quinta pellicola che vede protagonista Checco Zalone non solo come attore ma anche come regista, devo purtroppo dire che la magia comica dei primi quattro film l'ho trovata alquanto sfumata, dal momento in cui, in "Tolo Tolo" diverse battute dell'attore non solo non mi hanno strappato alcuna risata, ma le ho trovate scontate e prevedibili: in una sola parola, piatte. Ma tutto sommato grazie all'argomento trattato che riguarda la tematica attuale dell'immigrazione clandestina e la capacità di Checco di renderla di immediata comprensione e naturalmente di farla giungere ad un notevole numero di spettatori, essendo il film un prodotto commerciale, fa si che non posso parlare di effettiva delusione.
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Guardando questa quinta pellicola che vede protagonista Checco Zalone non solo come attore ma anche come regista, devo purtroppo dire che la magia comica dei primi quattro film l'ho trovata alquanto sfumata, dal momento in cui, in "Tolo Tolo" diverse battute dell'attore non solo non mi hanno strappato alcuna risata, ma le ho trovate scontate e prevedibili: in una sola parola, piatte. Ma tutto sommato grazie all'argomento trattato che riguarda la tematica attuale dell'immigrazione clandestina e la capacità di Checco di renderla di immediata comprensione e naturalmente di farla giungere ad un notevole numero di spettatori, essendo il film un prodotto commerciale, fa si che non posso parlare di effettiva delusione. C'è sicuramente qualcosa da rivedere in fase di sceneggiatura e non è esclusa la necessità di un più blasonato ritorno alla regia di Gennaro Nunziante. Un film che con molta onestà lo ritengo massimo da tre stelle, ma per il futuro il buon Checco deve ritornare di nuovo a farmi sorridere anche trattando argomenti seri, come del resto questa sua particolarità ha sempre caratterizzato le sue precedenti pellicole.
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vince mas
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martedì 7 gennaio 2020
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la meta-recensione: quando zalone piace più alla critica che al pubblico
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Negli anni i film di Checco Zalone hanno sempre entusiasmato il pubblico, mentre più di una volta hanno fatto storcere il naso alla critica. Con Tolo Tolo sembra invertirsi questa tendenza, inaugurata nel lontano 2009 con Cado dalle nubi. Sì, perchè mentre il pubblico (basti guardare il Mymonetro) sembra incline a una certa polarizzazione nei giudizi, la critica tributa quasi unanimemente un plauso all'ultimo lavoro del comico pugliese. Questo trend, in parte già riscontrato con Quo vado, sembra trovare un riscontro anche nell'andamento al botteghino del film. Analizziamo lo storico dei film di Zalone al boxoffice: si inizia con la sorpresa dei 14 milioni di Cado dalle nubi, poi arriva la clamorosa conferma con i 43 milioni di Che bella giornata, si grida al miracolo con i 51 milioni di Sole a catinelle e si va oltre ogni aspettativa con i 65 milioni di Quo vado.
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Negli anni i film di Checco Zalone hanno sempre entusiasmato il pubblico, mentre più di una volta hanno fatto storcere il naso alla critica. Con Tolo Tolo sembra invertirsi questa tendenza, inaugurata nel lontano 2009 con Cado dalle nubi. Sì, perchè mentre il pubblico (basti guardare il Mymonetro) sembra incline a una certa polarizzazione nei giudizi, la critica tributa quasi unanimemente un plauso all'ultimo lavoro del comico pugliese. Questo trend, in parte già riscontrato con Quo vado, sembra trovare un riscontro anche nell'andamento al botteghino del film. Analizziamo lo storico dei film di Zalone al boxoffice: si inizia con la sorpresa dei 14 milioni di Cado dalle nubi, poi arriva la clamorosa conferma con i 43 milioni di Che bella giornata, si grida al miracolo con i 51 milioni di Sole a catinelle e si va oltre ogni aspettativa con i 65 milioni di Quo vado. Dopo questa escalation clamorosa è lecito prevedere una decrescita, seppur minima, al botteghino. Il successo rimarrà comunque stellare, ma, lato pubblico, il film dividerà molto più di quanto non abbiano fatto le precedenti pellicole. Perchè? Perchè Zalone ha scelto un tema politico forte, anzi, il tema politico per eccellenza dell'ultimo decennio italiano, e il pubblico, ormai abituato a dividersi su qualsiasi questione sui social, non riesce a essere unanime nel giudizio. Trattandosi di un film di Zalone, avvezzo a mettere quasi tutti d'accordo, il fatto ha del clamoroso. C'è qualcosa di disturbante in questa storia, in cui lo Zalone regista, pur mantenendo altissimo il suo livello di comico dissacrante e irriverente, fa i conti con il bipolarismo manicheo di quanti sui temi politici tendono a giudicare secondo la lente ideologica. C'è da dire che Zalone, nel raccontare questa storia, più che schierarsi da una parte o dall'altra, sembra voler dare una semplice e ovvia risposta a una domanda banale per alcuni e naif per altri: e se fossimo nati noi dall'altra parte? Le scene di animazione con la cicogna, pur didascaliche, sembrano confermarlo. Il regista, con leggerezza e senza mai perdere il suo tratto distintivo, si mette nei panni degli altri per ribaltare punti di vista troppo scontati e poco meditati. Dal punto di vista della narrazione, si avverte qualche problema nella parte iniziale, dove forse l'antefatto è narrato troppo sbrigativamente e attraverso un montaggio eccessivamente serrato. Poi pian piano il film si scioglie, non mancano trovate apprezzabili e, anche dal punto di vista della risata, si rientra spesso nei canoni zaloniani. E anche questa volta, nel finale, il film di Zalone riesce a raggiungere un'intensità emozionale per niente scontata: insomma, si ride alla grande, qualche volta si sorride amaro e alla fine pur ci si commuove.
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