Tolo Tolo |
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Un film di Checco Zalone.
Con Checco Zalone, Souleymane Silla, Manda Touré, Nassor Said Berya.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- Italia 2020.
- Medusa
uscita mercoledì 1 gennaio 2020.
MYMONETRO
Tolo Tolo
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Checco Zalone a tutto campodi lorifuFeedback: 1512 | altri commenti e recensioni di lorifu |
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giovedì 2 gennaio 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ero indecisa se andare a vedere Tolo Tolo il film di Checco Zalone che in una sola giornata ha sbancato al botteghino. E per più di una ragione. Il tema trattato non è di quelli di facile digestione e ci vuole un genio per riuscire a confezionare su un problema così scottante una commedia che non scada nel paradossale e nel grottesco. Lui c’è riuscito e insieme a Paolo Virzì, coautore della sceneggiatura, ha avuto il coraggio di raccontare, con la schiettezza e cialtroneria che gli è solita, uno dei tanti “viaggi della speranza” mescolando comico e tragico in un alternarsi di situazioni dove non risparmia pesanti fendenti a destra, a sinistra, pur senza mai schierarsi palesemente. È un film politico Tolo Tolo ma anche un meraviglioso affresco su un’umanità che mostra i lati più nobili e meschini senza distinzioni di colore. Ora è Checco, italiano sommerso dai debiti e perseguitato dai creditori che, dopo essere scappato in Africa per sottrarsi non soltanto allo strangolamento fiscale ma anche al vampiraggio familiare, a tradire i compagni di avventura con i quali ha deciso di ritornare in Italia da immigrato; in seguito sarà Oumar, colto ragazzo di colore, col sogno di diventare regista, che abbandonerà i compagni nel deserto, dando a Zalone lo spunto per pareggiare i conti e dimostrare che l’istinto di sopravvivenza ha sempre la meglio su tutto. Egoismi e opportunismi sono descritti bene e non risparmiano nessuno, né i giornalisti, socialmente impegnati, né i rappresentanti di una certa classe politica dove la mediocrità e il politichese imperano, insieme alla risaputa “furbizia italica”. Ce n’è per tutti in poche parole ma forse è proprio questo il limite di un film che mettendo troppa carne al fuoco finisce per dire tutto e niente, anche se alcune scene corali, al di là dell’ilarità che scatenano, inducono più di una riflessione. Un Checco Zalone a tutto campo quindi, che, oltre al cameo disneyano di particolare bellezza, riesce a sottolineare con molta acutezza alcuni stereotipi che ci vogliono tutti razzisti o buonisti, lasciando allo spettatore l’onere d’interrogarsi sugli effetti deflagranti di questa dicotomia.
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