Tolo Tolo |
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Un film di Checco Zalone.
Con Checco Zalone, Souleymane Silla, Manda Touré, Nassor Said Berya.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- Italia 2020.
- Medusa
uscita mercoledì 1 gennaio 2020.
MYMONETRO
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La meta-recensione: quando Zalone piace più alla critica che al pubblicodi vince masFeedback: 937 | altri commenti e recensioni di vince mas |
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martedì 7 gennaio 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Negli anni i film di Checco Zalone hanno sempre entusiasmato il pubblico, mentre più di una volta hanno fatto storcere il naso alla critica. Con Tolo Tolo sembra invertirsi questa tendenza, inaugurata nel lontano 2009 con Cado dalle nubi. Sì, perchè mentre il pubblico (basti guardare il Mymonetro) sembra incline a una certa polarizzazione nei giudizi, la critica tributa quasi unanimemente un plauso all'ultimo lavoro del comico pugliese. Questo trend, in parte già riscontrato con Quo vado, sembra trovare un riscontro anche nell'andamento al botteghino del film. Analizziamo lo storico dei film di Zalone al boxoffice: si inizia con la sorpresa dei 14 milioni di Cado dalle nubi, poi arriva la clamorosa conferma con i 43 milioni di Che bella giornata, si grida al miracolo con i 51 milioni di Sole a catinelle e si va oltre ogni aspettativa con i 65 milioni di Quo vado. Dopo questa escalation clamorosa è lecito prevedere una decrescita, seppur minima, al botteghino. Il successo rimarrà comunque stellare, ma, lato pubblico, il film dividerà molto più di quanto non abbiano fatto le precedenti pellicole. Perchè? Perchè Zalone ha scelto un tema politico forte, anzi, il tema politico per eccellenza dell'ultimo decennio italiano, e il pubblico, ormai abituato a dividersi su qualsiasi questione sui social, non riesce a essere unanime nel giudizio. Trattandosi di un film di Zalone, avvezzo a mettere quasi tutti d'accordo, il fatto ha del clamoroso. C'è qualcosa di disturbante in questa storia, in cui lo Zalone regista, pur mantenendo altissimo il suo livello di comico dissacrante e irriverente, fa i conti con il bipolarismo manicheo di quanti sui temi politici tendono a giudicare secondo la lente ideologica. C'è da dire che Zalone, nel raccontare questa storia, più che schierarsi da una parte o dall'altra, sembra voler dare una semplice e ovvia risposta a una domanda banale per alcuni e naif per altri: e se fossimo nati noi dall'altra parte? Le scene di animazione con la cicogna, pur didascaliche, sembrano confermarlo. Il regista, con leggerezza e senza mai perdere il suo tratto distintivo, si mette nei panni degli altri per ribaltare punti di vista troppo scontati e poco meditati. Dal punto di vista della narrazione, si avverte qualche problema nella parte iniziale, dove forse l'antefatto è narrato troppo sbrigativamente e attraverso un montaggio eccessivamente serrato. Poi pian piano il film si scioglie, non mancano trovate apprezzabili e, anche dal punto di vista della risata, si rientra spesso nei canoni zaloniani. E anche questa volta, nel finale, il film di Zalone riesce a raggiungere un'intensità emozionale per niente scontata: insomma, si ride alla grande, qualche volta si sorride amaro e alla fine pur ci si commuove.
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