Tolo Tolo |
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Un film di Checco Zalone.
Con Checco Zalone, Souleymane Silla, Manda Touré, Nassor Said Berya.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- Italia 2020.
- Medusa
uscita mercoledì 1 gennaio 2020.
MYMONETRO
Tolo Tolo
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Zalone, il "nuovo mostro" che racconta la realtà
di Emiliano Morreale La Repubblica
L' abilità di Checco Zalone è da sempre di essere ricettivo nei confronti della realtà: esempio unico, insieme a certe cose di Ficarra e Picone, in un panorama di pura gentilezza o pura scatologia slegate dal mondo. Ha preso un classico personaggio "mostruoso" da commedia all' italiana e lo ha forzato in direzione demenziale e ancora più cattiva: al suo confronto, Alberto Sordi era un modello di educazione civica. Stupido, superficiale, qualunquista, il personaggio di Checco è però, ovviamente, simpatico: di qui l' ambiguità e l' efficacia della sua maschera. In questo film il nostro eroe, dopo aver aperto con esiti disastrosi un sushi bar nelle Murge, scappa in Africa, cameriere in un resort. Quando arriva la guerra, si mette in fuga con una donna di cui si è innamorato, e un aspirante regista fan del neorealismo e di Pasolini: verso l' Europa (anzi lui più precisamente il Liechtenstein, paradiso fiscale), attraverso il deserto e il mare, mentre i suoi sperano che sia morto per incassare il risarcimento. Film ambiziosissimo, come si vede, in difficile equilibrio, che spinge sul cinismo e si ferma un attimo prima del buonismo. Da un lato, in alcuni momenti rischia e stecca (il naufragio con balletto acquatico), dall' altro deve gestire l' Africa da cartolina, la storia d' amore, il bambino al seguito. E in certi momenti funziona davvero: esemplare la scena in cui, dopo aver mostrato Checco posseduto dal demone di Mussolini, immagina la soluzione in un' Italia ironicamente oleografica piena di cittadini di colore sulle note di Al Bano, per poi tornare alla dura realtà, con gli "italiani brava gente" che gli lanciano una bomba. Veloce e pieno di trovate, il film, scritto con Paolo Virzì, non racconta i migranti ma gli italiani di oggi e lo fa con ferocia: un politico ignorante fa carriera, i familiari avidi vanno in tv a gridare "Prima gli italiani!" per ingraziarsi il pubblico, gli intellettuali e i giornalisti sono malati di ambizione e narcisismo.
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