Flavia Salerno
Ciak
Ci sono persone che varcano le colonne d'Ercole, i confini della propria terra e i propri stessi limiti. Nei passaggi di confine geografico ed esistenziale, i migranti provano un senso di estraneità di fronte alla nuova terra e a se stessi. C'è una strana omonimia in italiano tra la parola ospite, ovvero colui che offre ospitalità, e ospite, ovvero colui che gode dell'ospitalità. Nel film di Zalone i migranti sono l'uno e l'altro, probabilmente nel tentativo dell'attore-regista di offrire la possibilità di identificarsi a doppio senso, ovvero in chi fugge da qualcosa e in chi dovrebbe accogliere. [...]
di Flavia Salerno, articolo completo (2548 caratteri spazi inclusi) su Ciak febbraio 2020