niccini
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mercoledì 1 gennaio 2020
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un film che rimarrà nella storia del cinema
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Qualche lacrima si sostituisce ad alcune risate fragorose, ma Checco è sempre lo stesso, con i suoi 'principi', solo che è calato in una realtà ben diversa rispetto ai precedenti film. È un film che obbliga a confrontarsi con una realtà di cui se ne parla tanto senza però conoscerne le origini e i drammi, di fronte ai quali il personaggio Checco Zalone prende coscienza. Lo sfogo invece di Luca Medici è l'urlo di indignazione e vergogna di Checco a bordo della nave in attesa di un porto, sebbene da grande comico è chiusa in una splendida battuta (con capolavoro a seguire la polemica di un politico di Vibo Valentia...). Un plauso a Nicki Vendola che interpreta se stesso per pochi secondi con eccellente capacità autoironica.
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(di tiziana58)
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asia
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domenica 5 gennaio 2020
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opera prima riuscita!
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Alla sua prima uscita da regista ha fatto un'operazione meravigliosa. Non tanto per il film che, paragonato alle varie commediuole italiane ferme agli anni 90, è un capolavoro, ma per la sua l'indagine antropologica sugli italiani che va avanti. Lo aveva fatto anche nei film precedenti, ma questa volta colpisce nel punto giusto al momento giusto e con un grande coraggio. In fondo nessuno glielo ha chiesto. Gran parte del pubblico vuole ridere. E nel film si ride sicuramente. Ma quando il film finisce una domanda te la fai sull'argomento trattato.
Nel corso dell'anno ci sono film che per prendere delle sovvenzioni inseriscono dialoghi banali su questo o quel tema sociale.
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Alla sua prima uscita da regista ha fatto un'operazione meravigliosa. Non tanto per il film che, paragonato alle varie commediuole italiane ferme agli anni 90, è un capolavoro, ma per la sua l'indagine antropologica sugli italiani che va avanti. Lo aveva fatto anche nei film precedenti, ma questa volta colpisce nel punto giusto al momento giusto e con un grande coraggio. In fondo nessuno glielo ha chiesto. Gran parte del pubblico vuole ridere. E nel film si ride sicuramente. Ma quando il film finisce una domanda te la fai sull'argomento trattato.
Nel corso dell'anno ci sono film che per prendere delle sovvenzioni inseriscono dialoghi banali su questo o quel tema sociale. Lui ci costruisce sopra un film intero restando sempre sul filo, divertendo e provocando.
Bravo, Bravo e ancora Bravo.
Poi sul film si possono fare mille critiche (personalmente il finale non mi ha convinto) ma l'operazione è da stimare.
Registi dei salotti bene guardate e imparate!
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cesare de virgilio suglia
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venerdì 3 gennaio 2020
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una sorprendente e coraggiosa favola moderna
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"Tutti abbiamo un po' di fascismo dentro di noi, che per il caldo, o per lo stress, può venire fuori in qualsiasi momento. Come la candida"
ToloTolo è un film sorprendente.
Il più coraggioso tra quelli di Checco Zalone, il più complesso, il più costoso (più del doppio di "Quo Vado", quattro volte "Che Bella Giornata").
Luca Medici e Paolo Virzì scelgono l'argomento più infuocato e divisivo dei giorni nostri e lo mettono in scena raccontando una favola moderna. Divertente, colorata, brillante.
Eppure quando sono uscito dalla sala ho visto tante facce perplesse, turbate.
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"Tutti abbiamo un po' di fascismo dentro di noi, che per il caldo, o per lo stress, può venire fuori in qualsiasi momento. Come la candida"
ToloTolo è un film sorprendente.
Il più coraggioso tra quelli di Checco Zalone, il più complesso, il più costoso (più del doppio di "Quo Vado", quattro volte "Che Bella Giornata").
Luca Medici e Paolo Virzì scelgono l'argomento più infuocato e divisivo dei giorni nostri e lo mettono in scena raccontando una favola moderna. Divertente, colorata, brillante.
Eppure quando sono uscito dalla sala ho visto tante facce perplesse, turbate.
Perchè? C'è una cosa che ha fatto la fortuna dei film di Checco Zalone e Gennaro Nunziante.
La loro incredibile capacità di far ridere anche (e sopratutto) le categorie di persone criticate dai loro film. Vedendo "Sole a Catinelle" un evasore fiscale puo' sentirsi preso per il culo, ma anche coccolato.
In ToloTolo questa è una mission impossible.
Perchè racconta il viaggio di un gruppo di migranti dal Kenya all'Italia, e lo fa con leggerezza, ma senza dimenticare alcun passaggio. La miseria, le guerre civili, i campi di detenzione/concentramento, le milizie dell'Isis, gli scafisti, le mamme costrette a prostituirsi.
Un razzista convinto, uno di quelli per cui gli immigrati arrivano in Italia con yacht e Iphone X, non riuscirà a ridere troppo davanti ad un film che gli sbatte in faccia la realtà.
Tra gag e affreschi italiani a cui Checco ci ha già abituati, ci sono almeno 3 immagini che ho trovato brillanti e indimenticabili:
1) il cartone animato con le cicogne "miopi" che portano i bambini sfortunati in Africa invece che in Europa
2) il cameriere Kenyota che conosce a memoria i film di Bertolucci, Pasolini e Monicelli
3) Il Ministro dell'Interno che suddivide i migranti del barcone tra i vari Paesi europei, e per farlo ne calcola il peso in libbre, come si fa con la carne al mercato. Di sottofondo la musichetta di "Ok, il prezzo è giusto".
Perchè, tra una risata e l'altra, il messaggio martellante del film è sempre quello: sono persone, non dimentichiamocelo.
Correte a vederlo, e buon anno a tutti
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simone piccirilli
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mercoledì 1 gennaio 2020
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tanti sorrisi, poche risate, tanta riflessione.
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Tante critiche alla fine del film, soprattutto da parte di va al cinema lasciando il cervello a casa proiettandosi psicologicamente alla visione del solito stucchevole Cina panettone; ma non è così in questo prodotto dove in cabina di regia si siede per la prima volta lo stesso Zalone, che domostra, se mai ce ne fosse bisogno, che il suo talento è accompagnato da tanta, straripante intelligenza, che gli permette di metter su un prodotto che fa fare tanti sorrisi allo spettatore toccando uun argomento di una drammaticità che chiude lo stomaco a chi guarda il prodotto con gli occhi connessi al cervello.
Prima volta nella storia del cinema mondiale che si sorride, si rifletta e ci si commuova contemporanemente con un film che tratti questo argomento, dove sono certo i più, vedranno i titoli di coda pensando che questo sia un prodotto di destra, tutt'altro!
Prodotto apolitico, semplicemente di coscienza che deve fa pensare a quanto questa società sia povera di senno e di quando l'apparenza e la superficialita contamini la gente affogata oramai da una politica decaduta e deceduta sotto i colpi della povertà intellettuale e morale di politicanti che non si capacitano ancora, guardandosi allo specchio, di come mai possano mai essere arrivati a livelli decisionali.
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Tante critiche alla fine del film, soprattutto da parte di va al cinema lasciando il cervello a casa proiettandosi psicologicamente alla visione del solito stucchevole Cina panettone; ma non è così in questo prodotto dove in cabina di regia si siede per la prima volta lo stesso Zalone, che domostra, se mai ce ne fosse bisogno, che il suo talento è accompagnato da tanta, straripante intelligenza, che gli permette di metter su un prodotto che fa fare tanti sorrisi allo spettatore toccando uun argomento di una drammaticità che chiude lo stomaco a chi guarda il prodotto con gli occhi connessi al cervello.
Prima volta nella storia del cinema mondiale che si sorride, si rifletta e ci si commuova contemporanemente con un film che tratti questo argomento, dove sono certo i più, vedranno i titoli di coda pensando che questo sia un prodotto di destra, tutt'altro!
Prodotto apolitico, semplicemente di coscienza che deve fa pensare a quanto questa società sia povera di senno e di quando l'apparenza e la superficialita contamini la gente affogata oramai da una politica decaduta e deceduta sotto i colpi della povertà intellettuale e morale di politicanti che non si capacitano ancora, guardandosi allo specchio, di come mai possano mai essere arrivati a livelli decisionali.
Zalone dimostra ti aver compiuto il passo, lo step, regalando solo ai puri di coscienza l'onore della soddisfazione di uscire dalla sala con un sorriso sulle labbra, una rabbia(rafforzata) interiore su come sia possibile essere arrivati a questo punto e la convinzionr che oggi inauguriamo un anno nuovo, un anno dove insieme dobbiamo lottare per un mondo migliore, non c'è PRIMA LITALIANO, ma prima l'essere umano.
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maramaldo
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domenica 5 gennaio 2020
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la sua africa
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Diventerà la "vostra" Africa solo se prima vi liberate di alcune pregiudiziali. L'ipocrisia timorosa e interessata dei "volemose bene" a tutti i costi, anche con fior di gaglioffi. L'angoscia viscerale che vi prende nel veder sbarcare tutti i giorni un'umanità che in un paio di generazioni vi sostituirà nell'inquinamento del pianeta.
Non è la fine del mondo. Fisiologico, direi, il perpetuarsi di una consuetudine primordiale, la migrazione delle genti che prescinde da accoglienze e rispetto di varietà.
Luca Medici ha voluto o gli è stato suggerito di far qualcos'altro a parte sfottere i paesani.
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Diventerà la "vostra" Africa solo se prima vi liberate di alcune pregiudiziali. L'ipocrisia timorosa e interessata dei "volemose bene" a tutti i costi, anche con fior di gaglioffi. L'angoscia viscerale che vi prende nel veder sbarcare tutti i giorni un'umanità che in un paio di generazioni vi sostituirà nell'inquinamento del pianeta.
Non è la fine del mondo. Fisiologico, direi, il perpetuarsi di una consuetudine primordiale, la migrazione delle genti che prescinde da accoglienze e rispetto di varietà.
Luca Medici ha voluto o gli è stato suggerito di far qualcos'altro a parte sfottere i paesani. Lavoro ricco, denso fatto da più di uno munito di buon mestiere.
Si ride poco o niente. Nella rappresentazione di un dramma epocale qualcuno pretendeva di trovare un motivo di sghignazzo. Contentatevi di qualche facezia semmai sorridete della "satira politica" di Nichi Vendola, una promessa forse, di certo la lezione di un ravvedimento esemplare.
Tra tanti aperti e femministi non ho trovato nessuno che si sia soffermato sulla figura di Idjaba. La misteriosa Manda Touré, duttile nel disegno della trama, generosa e pur sommessa nella dolente riflessione del suo racconto.
Giocherellone il tratto di fisionomie, fattezze, posture. Vi si trascina nel caldo e nella polvere di un'ambientazione che sentite autentica. Perfino cromatismi: tra cielo e deserto, su uno sfondo azzurro e ocra un autocarro stracarico, composizione semovente di un cubismo armonioso. C'è pure Escher, variopinto, nell'ingenuità del siparietto finale.
Alla maniera di Miniero la manfrina parodistica, non c'entra granchè, non fa felice nessuno, serve a marcare opinabili equidistanze, il favoloso 360° che esiste solo in geometria. I messaggi che disturbano sono altri e su tutti, nonostante bagarre fantasiose, si sorvola bellamente.
Grotteschi e meschini, congiunti e concittadini, chi li rimpiangerà quando scompariranno?
Frecciata ai produttori di pomodoro. Si sa come andranno a finire: arabi e berberi razziarono, le marinerie d'Europa trasbordarono, in ultimo solo i piantatori di cotone sudisti conservarono il biasimo della tratta degli schiavi.
Si menziona il prezzo esoso pagato da "disgraziati che fuggono da fame e guerre" per essere prelevati dalle coste nordafricane e consegnate in alto mare in attesa di altri filantropi. Non sarebbe il caso di aprire un dibattito?
Furbastro e mai così cinico Checco, eppure onesto. Puro di cuore, "vedrà Iddio". Per il momento gioisce nel veder affluire i popoli. Al multisala, si capisce.
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gerolamo
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giovedì 2 gennaio 2020
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capolavoro
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Oltre ad avere regia, ritmo, scenografia questo film è un capolavoro per tre motivi. Primo: Checco fa l'equilibrista tra il politicamente scorretto e la comicità pura in modo assolutamente irripetibile. Secondo: prende in giro sia le posizioni razziste che quelle più radical chic senza mai andare da una parte o dall'altra neanche per un secondo, rafforzando solo la sua identità, la stessa che nel primo film divideva "i bambini figli dei drogati da una parte, i figli dei ladri dall'altra". E poi c'è un terzo motivo (spoiler): il climax del film è tale che alla scena finale (un vero e proprio cartone animato in pieno stile zecchino d'oro) si ride fino alle lacrime. Ed è in quel momento che tutte le battute vengono su insieme, a partire dalla scena epica in cui Checco è a telefono con la ex moglie durante un attacco dell'Isis e corre verso le milizie dicendo "arruolatemi" pur di porre fine alla telefonata.
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Oltre ad avere regia, ritmo, scenografia questo film è un capolavoro per tre motivi. Primo: Checco fa l'equilibrista tra il politicamente scorretto e la comicità pura in modo assolutamente irripetibile. Secondo: prende in giro sia le posizioni razziste che quelle più radical chic senza mai andare da una parte o dall'altra neanche per un secondo, rafforzando solo la sua identità, la stessa che nel primo film divideva "i bambini figli dei drogati da una parte, i figli dei ladri dall'altra". E poi c'è un terzo motivo (spoiler): il climax del film è tale che alla scena finale (un vero e proprio cartone animato in pieno stile zecchino d'oro) si ride fino alle lacrime. Ed è in quel momento che tutte le battute vengono su insieme, a partire dalla scena epica in cui Checco è a telefono con la ex moglie durante un attacco dell'Isis e corre verso le milizie dicendo "arruolatemi" pur di porre fine alla telefonata... Complimenti!
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burton99
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giovedì 2 gennaio 2020
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ma che film avete visto?
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Sono rimasto abbastanza basito dal leggere le opinioni del pubblico riguardo quest’ultima fatica di Checco Zalone, la prima da regista di se stesso. Non solo è il “più film” di tutti tra i suoi (si sente Virzì in sceneggiatura ed è un bene), ma è anche il più politico, sebbene comunque apartitico (altra cosa fantastica), il più intelligente e il meno adatto al pubblico medio. Avrei voluto sbagliarmi, ma avevo ragione quando, uscito dalla sala, ho pensato che il film non avrebbe avuto lo stesso impatto (non negli incassi, ma nel piacere a tantissima gente). Su questo sito leggo critiche dal pubblico, scritte senza motivare nulla ma dicendo solo che è un film “orribile” (perché non è dato saperlo).
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Sono rimasto abbastanza basito dal leggere le opinioni del pubblico riguardo quest’ultima fatica di Checco Zalone, la prima da regista di se stesso. Non solo è il “più film” di tutti tra i suoi (si sente Virzì in sceneggiatura ed è un bene), ma è anche il più politico, sebbene comunque apartitico (altra cosa fantastica), il più intelligente e il meno adatto al pubblico medio. Avrei voluto sbagliarmi, ma avevo ragione quando, uscito dalla sala, ho pensato che il film non avrebbe avuto lo stesso impatto (non negli incassi, ma nel piacere a tantissima gente). Su questo sito leggo critiche dal pubblico, scritte senza motivare nulla ma dicendo solo che è un film “orribile” (perché non è dato saperlo). È questo il problema di “Tolo tolo”: c’è troppo concetto, c’è troppo coraggio, c’è la volontà di andare a far ridere a denti stretti e di accompagnare oniricamente con sequenze musicali, interrompendo la narrazione “epicamente” (come faceva Brecht, ok forse questo è un po’ troppo ma il senso è quello lì) facendoci capire cosa intendesse dire. È la prima volta in cui Checco non piacerà a tutti, ma è anche la prima volta in cui posso dire: che film, ragazzi!
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[+] bravo
(di giovanni_b_southern)
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eddie01
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mercoledì 1 gennaio 2020
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ritorna la commedia
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Un film commovente e divertente, come nella tradizione della commedia italiana. Non voglio scomodare Risi, ma siamo su quella strada. Forse deluderà i fan che vogliono solo 90 minuti di evasione e risate, ma credo che accontenterà chi va a vederlo per amore del cinema. Non è esente da difetti, ma ha davvero molti pregi. A cominciare dalla direzione degli attori che sembrano tutti in parte (bravissimo il bambino) fino ad arrivare alla fotografia, stavolta davvero di livello. Vi sono momenti di grandi risate e altri di commozione pura. Bravo Checco!
[+] indicare, per favore
(di paolone14)
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