Titolo originale | Nos batailles |
Titolo internazionale | Our Struggles |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Belgio, Francia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Guillaume Senez |
Attori | Romain Duris, Laure Calamy, Laetitia Dosch, Lucie Debay, Basile Grunberger Lena Girard Voss, Dominique Valadié, Sarah Lepicard, Cédric Vieira, Marc Robert, Kris Cuppens, Jeupeu, Valentine Cadic, Francine Lorin-Blazquez, Sahra Daugreilh, Robbas Biassi-Biassi, Nadia Vonderheyden, Marie-Christine Orry, Evelyne Cervera, Matthieu Loos, Raphaëlle Desplechin, Carole Picard, Laure Cochener, Barbara Le Toux, Clément Carabédian, Anne-Gaëlle Jourdain, Moustafa Benaibout, Malina Ioana-Ferrante, Pasquale D'Inca, Sébastien Bonnet, Olivier Borle, Paul Joaquim Pereira, Laura Caselli. |
Uscita | giovedì 7 febbraio 2019 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Parthénos |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,55 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 25 febbraio 2019
Un uomo deve affrontare l'abbandono della moglie che si allontana da lui lasciandogli la responsabilità dei figli. Il film ha ottenuto 2 candidature a Cesar, In Italia al Box Office Le nostre Battaglie ha incassato 107 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Olivier lavora in fabbrica e sta considerando la possibilità di entrare nel sindacato. Ma il lavoro assorbe la maggior parte del suo tempo, e sulle spalle della moglie Laura ricade la responsabilità della vita familiare: portare a scuola i bambini, preparargli la cena, aiutarli con i compiti, metterli a dormire. Anche questo è un lavoro faticoso. Troppo faticoso forse per Laura, che lotta in segreto contro l’inizio di una depressione. La soluzione, per la donna, è una sola: scappare. Costretto a fare i conti con un quotidiano complicato dall’assenza di Laura, Olivier deve ristabilire priorità e necessità, lottando contro la rabbia nei confronti della madre dei suoi figli.
Per quali battaglie vale la pena impegnarsi? Ha senso vincere una sfida, se così facendo si perde la guerra? E ancora: abbiamo il diritto di ritirarci da quell’arena che è la vita, o dobbiamo combattere a oltranza?
Intorno a questi interrogativi gira, con un equilibrio che ricorda i migliori Dardenne, il secondo film da regista del franco-belga Guillaume Senez, alle prese con una storia di assenza, psicologica e fisica, e di lavoro che ingombra, travolge e paralizza il privato dei protagonisti.
Al centro della vicenda c’è Olivier, un magnifico Roman Duris nei panni di un operaio a capo di una squadra di lavoratori in un’azienda che ricorda da vicino Amazon. Grazie alla sua cocciutaggine, e all’impegno dei sindacalisti, il lavoro spersonalizzato della fabbrica conserva una qualità umana: l’alienazione, osserva Senez, non è più soltanto catena di montaggio, ma anche braccia meccaniche, lettori di codici, sensori. Il digitale che si impone sul materiale, l’incubo che l’efficienza semieterna della macchina sostituisca l’essere umano che si inceppa, invecchia, rallenta: si parte da qua, da un licenziamento che Olivier non riesce a impedire, per virare poi su un altra trincea, quella del privato. Perché tanto Olivier è attivo in fabbrica, e attento ai suoi colleghi, quanto il tempo che può dedicare alla famiglia diminuisce e perde di qualità.
Olivier non si accorge che la moglie sta male. Olivier non conosce veramente i suoi figli. Non sa nulla dei piccoli rituali quotidiani - la maglietta con i koala, qual è? Cosa mangiano i bambini a colazione? Quali favole raccontare? - e Senez è spietato nel raccontare con identica attenzione al dettaglio l’alienazione in fabbrica - le battaglie perse degli operai - e quella in casa - la battaglia persa di una donna contro la depressione e di un uomo contro il suo stesso orgoglio.
Eppure il film, e in questo c’è tutta la grazia dello sguardo di Senez, non affonda mai nelle paludi del patetico, nemmeno quando scava nel dolore dei bambini, né indugia nel retorico, attribuendo ai sindacalisti un ruolo fondamentale per la resistenza in fabbrica, senza negare il sacrificio che questa carriera comporta. Ciò che permette a Nos Batailles di rimanere in equilibrio, trattando con dolcezza una vicenda tanto amara, è la fiducia che la storia nutre, nonostante tutto, nel genere umano. Così come gli operai in fabbrica non sono soli, anche Olivier non è mai abbandonato a se stesso. In lotta contro il mondo del lavoro, in lotta contro i bambini che gli preferiscono la mamma, in lotta contro se stesso e i suoi errori, in lotta contro la moglie che lo ha abbandonato, Olivier sopravvive grazie all’aiuto della madre e della sorella (i dialoghi con Laetitia Dosch, figli del metodo di improvvisazione scelto dal regista, brillano per incredibile naturalezza), figure femminili accoglienti e positive che non mettono mai in questione, rifiutando persino di giudicarla, la scelta di Laura. Un tema intorno al quale, sottotesto, ruota l’interrogativo più inquietante del film: che succede a chi viene sconfitto?
L’ultima inquadratura, potentissima, è la risposta che chiunque abbia perso una battaglia desidererebbe sentirsi dire da chi ama.
LE NOSTRE BATTAGLIE disponibile in DVD o BluRay |
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Film molto bello e tremendamente umano e attuale. Il protagonista lavora in un'azienda di spedizioni (tipo Amazon) dove le dimensioni e i ritmi sono allucinanti e perfino la telecamera in quei momenti accelera. Olivier ha un buon rapporto con gli operai, ma, nonostante sia un caporeparto, non riesce ad evitare il licenziamento di chi è anziano e anche con tutti gli sforzi possibili [...] Vai alla recensione »
... la dittatura dell'E.b.i.d.t.a. Il film non è un trattato di economia e neppure di sociologia, anche se lo è entrambi, per giunta con ottimi risultati (la sostituzione, o meglio la pretesa assimilazione, del lavoro umano alle macchine e le drammatiche conseguenze sulla vita degli strati più deboli della popolazione).
Già il titolo è di tutto rispetto: perché allude assai chiaramente a battaglie per l’esistenza, e perché le declina al plurale: quelle battaglie sono “nostre”, appartengono a tutti noi, poiché tutti insieme combattiamo. Combattiamo per che cosa? Perché il lavoro salariato non sia sempre più spogliato di diritti, e sempre più [...] Vai alla recensione »
Uscendo dal cinema riflettevo sul fatto che i giovani maschi francesi, credevo fossero oggi un po’ più sensibili di quanto mostrato nel film. In “Le nostre battaglie” Olivier Vallet - molto bene interpretato da Roman Duris, attore feticcio di Cédric Kaplisch - è un operaio specializzato di una fabbricahi-tech nel Dipartimento dell’Isére, in Auvergne-Rh&oc [...] Vai alla recensione »
Un’opera che sfugge al tempo. Il racconto di una famiglia «normale» alle prese con le vicissitudini quotidiane del vivere sotto lo stesso tetto, del duro lavoro e delle responsabilità genitoriali. Un film tanto vicino a coloro che, per il bene dei propri figli, mettono da parte la propria carriera. Un film che tanto si allontana da chi, dalle proprie responsabilità, [...] Vai alla recensione »
E’ un film tenero e stanco sulla condizione di un poveraccio dei nostri tempi difficili, provato duramente sia sul versante del lavoro, sia su quello privato. Olivier è una brava persona, caposquadra in un’azienda di spedizioni tipo Amazon, impegnato a sopportare - e arginare per quanto possibile - il contorno spietato di tempi e ritmi disumani di lavoro, di competitività [...] Vai alla recensione »
Un buon drammatico, forse un mix di troppe situazioni, alcune inquadrature devono piacere.
Davvero un bel film. Semplice, nell'accezione migliore del termine, commovente, sincero e ottimamente recitato.
A volte, in un film dal tema e dall'impostazione apparentemente tradizionale, si vede al lavoro un regista che tratta la materia con tale eleganza e attenzione da trasformarlo in qualcosa di più. È il caso del nuovo film di Guillaume Senez, regista notevolissimo ma non abbastanza noto da noi (anche se aveva vinto il festival di Torino tre anni fa). La storia al centro di Le nostre battaglie è semplice: [...] Vai alla recensione »
L'amore e il lavoro, la famiglia e i colleghi, il cuore grande e il tempo che non basta. Olivier vorrebbe fare tutto ma tutto gli sfugge di mano. Non riesce, lui che è sindacalista, a dire al collega che forse verrà licenziato non registra i segnali di crisi in casa non immagina che un giorno sua moglie sparirà senza lasciare neanche un biglietto, solo una cartolina ai bambini giorni dopo, e lui [...] Vai alla recensione »
La crisi arriva improvvisa. Assolutamente inaspettata per Olivier, capo di una squadra di operai in un enorme magazzino di e-commerce. Lo spettatore ha avuto dei "segni", ma lui no, è all'oscuro di tutto. Talmente preso dalle durezze del lavoro, tra i dirigenti che esigono sempre di più e i colleghi perennemente a rischio di licenziamento, non ha visto il progressivo logorarsi della giovane moglie. [...] Vai alla recensione »
Qualche tempo fa abbiamo visto In guerra di Stéphane Brizé, con Vincent Lindon, questa settimana Le nostre battaglie di Guillaume Senez, con Romain Duris, un film altrettanto importante, da non perdere. Anch'esso verte sui lavoratori di un'azienda (del tipo di Amazon), e su Olivier, un caposquadra teso alla qualità del lavoro, e all'interesse dei suoi colleghi, ma poco attento alla famiglia.
La dura vita quotidiana. Del caporeparto in fabbrica, che aiuta gli operai e si preoccupa per loro tornando sempre a casa tardi la sera. Di sua moglie, casalinga disperata che bada ai bambini con l'aiuto della suocera - finché un giorno sparisce senza lasciare traccia né indirizzo, forse per rifugiarsi nel paesello dove è cresciuta. Della cliente in boutique che si vede rifiutare la carta di credito [...] Vai alla recensione »
Le nostre battaglie, ovvero: la vita quotidiana oggi. Olivier Vallet è caporeparto sindacalizzato (cioè sta per iscriversi) in una ditta dove ogni giorno piccoli grandi soprusi e ingiustizie amareggiano il sangue (da licenziamenti spietati a divieti ridicoli: "se non vi va potete trovare un altro posto. Anche fuori fa freddo. Non so se mi capisci").
Non sapremo mai dove e perché è sparita la donna, ma padre e figlio devono affrontare l'abbandono, difficile equilibrio tra fabbrica, scuola, solitudine, affari domestici, e una decisione difficilissima. Il paese delle Rivoluzione e dei gilet gialli è, in Europa, quasi sempre sul pezzo (con il Loach britannico), a raccontare al cinema le ricadute del lavoro sulla vita privata, del salario sul morale [...] Vai alla recensione »
Un film durissimo e struggente, che non lascia fiato, che non lascia tempo di respirare, che non lascia il tempo di provare un'emozione diversa da quella che sta accadendo sullo schermo. Senza sbavature né concessioni, rigoroso e rispettoso del dolore tenuto teso costantemente come una corda di violino. Contemporaneamente una narrazione sociale e comune, le nostre battaglie, è una narrazione personale [...] Vai alla recensione »
Si inserisce nel filone naturalistico del cinema dei fratelli Dardenne l'opera seconda del quarantenne Guillaume Senez, anche lui belga, ma in Nos batailles - premio Cipputi a Torino - riscontriamo un tratteggio intimista più accentuato, venato di spunti femminil - femministi non sappiamo quanto attribuibili alla penna della co-sceneggiatrice del film, Raphaelle Desplechin, sorella del regista Artaud. [...] Vai alla recensione »
Olivier, punto di riferimento per i suoi colleghi di lavoro, lo è meno in famiglia. Tanto che la moglie decide di andarsene, senza dire nulla, lasciandolo alle prese con i riti domestici e, soprattutto, con due figli da accudire. Una «battaglia» che sembra vederlo perdente in partenza. Un film profondo, che ben tratteggia le psicologie dei suoi personaggi e che si appoggia sulla solida interpretazione [...] Vai alla recensione »
Quali sono le «nostre battaglie»? Quelle per difendere il diritto dei lavoratori sempre più azzerato dal backlash della globalizzazione? Di una la moltitudine a cui in Francia dà voce il movimento dei gilets jaunes, oltre la divisione destra/sinistra e fuori dai sindacati? O sono le battaglie contro la solitudine, l'instabilità, la fatica, il precariato sentimentale che del presente è alterità e complemento [...] Vai alla recensione »
Nella Francia prima dei gilet gialli, ma in cui in ogni caso le battaglie sindacali sono dure e frequenti e il mondo operaio è una giungla, Guillaume Senez realizza la sua opera seconda (dopo il bel Keeper, premiato a Torino), Le nostre battaglie (anche questo premiato a Torino, con il premio del pubblico, dopo il passaggio alla Semaine de la critique di Cannes), che racconta di un operaio in un grande [...] Vai alla recensione »
Un giorno Olivier, operaio in un magazzino di e-commerce, torna a casa e scopre che la moglie non c'è. Dopo aver escluso il rapimento, capisce che è fuggita, lasciandolo solo a badare ai due figli. Le conferme suscitano sempre un piacere speciale. Nonostante i premi vinti qua e là, non erano stati in molti - a torto - a soffermarsi su Keeper, opera prima di Guillaume Senez, struggente e ambivalente [...] Vai alla recensione »
Lo sfaldamento di una famiglia e il necessario intervallo per voltare pagina e poter considerare assorbiti i traumi che ne sono derivati è il tempo della storia di Guillaume Senez, che sin dal titolo, Le nostre battaglie, riporta il discorso su una traiettoria intima, che però finisce per intersecare un continuo incrociare le armi con tutto quello che ci circonda.