Umano e pieno di grazia, un film su lavoro e famiglia che porta Senez sulla scia dei migliori Dardenne. Recensione di Ilaria Ravarino, legge Veronica Bitto.
di A cura della redazione
Olivier lavora in fabbrica e la responsabilità della vita familiare ricade sulla moglie Laura. Anche questo è un lavoro faticoso. Troppo faticoso forse per Laura, che un giorno decide di scappare. Costretto a fare i conti col quotidiano, Olivier dovrà ristabilire priorità e necessità.
Per quali battaglie vale la pena impegnarsi? Abbiamo il diritto di ritirarci da quell'arena che è la vita, o dobbiamo combattere a oltranza? Intorno a questi interrogativi gira, con equilibrio e grazia, il secondo film da regista di Guillaume Senez, alle prese con una storia di assenza, psicologica e fisica. Il regista è spietato nel raccontare con attenzione al dettaglio l'alienazione in fabbrica e quella in casa.
Eppure il film non affonda mai nel patetico, grazie alla fiducia che nutre, nonostante tutto, nel genere umano.
In occasione dell'uscita al cinema di Le nostre battaglie, Veronica Bitto interpreta la recensione di Ilaria Ravarino.