Nel 1914 Capri è un'isola dimenticata dal mondo. Le esplosioni della Prima Guerra Mondiale sembrano ancora lontane. Gli imponenti faraglioni sono osservati solamente dai pochi abitanti del paese, gente poco istruita, dedita prevalentemente all'agricoltura, alla pesca e all'allevamento. In una famiglia di umili origini cresce Lucia, una ragazza diffidente ma curiosa, consapevole che nel suo destino non ci sono solo le pecore a cui badare. In un contesto dalle ristrettissime vedute la sua vita sembra già tracciata. Glielo ricordano a più riprese, con toni gretti, i suoi due fratelli, Vincenzo e Antonio. Per loro un matrimonio di convenienza è la migliore soluzione per tutti.

Il corso dell'esistenza di Lucia cambia quando si imbatte in un gruppo di uomini e donne dall'accento straniero che, cultori dell'amore libero, praticano il nudismo e si lanciano in danze scatenate. Attratta e allo stesso tempo spaventata da questo stile di vita, la ragazza osserva di nascosto questa comune alla continua ricerca dell'innocenza perduta. L'incontro con il seducente Seybu, pittore e leader del gruppo, stravolge la sua quotidianità. Si allontana dalla famiglia, mette in discussione ogni sua convinzione, comprende quanto possono essere distruttivi i desideri che abbiamo in corpo.

Presentato alla 75esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Capri Revolution di Mario Martone è dal 14 settembre tra le prime visioni di Amazon Prime Video.

Il regista napoletano, già noto in ambito cinematografico per il risorgimentale Noi Credevamo e per l'ambizioso Il giovane favoloso, racconta le ambivalenze della modernità, una modernità che stravolge con le sue idee e con la sua sensibilità il mondo semplice e monolitico della profonda provincia italiana. Martone, supportato dalla sceneggiatura di Ippolita di Majo, utilizza lo sguardo della sua protagonista per evidenziare le torsioni di anime alla continua ricerca della loro ragion d'essere.

Film magmatico che punta alla valorizzazione dei suoi personaggi, spesso rendendoli incarnazioni di pensieri e valori ben definiti, Capri Revolution si fa portavoce di messaggi chiari e inequivocabili. "Ho scelto dei protagonisti giovani perché volevo raccontare un'Italia che non è doma, che sente la spinta a interrogarsi, a cambiare il rapporto tra individualità e collettività", ha raccontato Martone a Repubblica. Difatti, oltre a Lucia che cerca di emanciparsi in tempi dominati dalle figure patriarcali, vanno ricordati Carlo, giovane medico socialista che crede nel progresso pur riconoscendone i limiti, e Seybu, artista pieno di ardori e velleità. Il loro triangolo, ben orchestrato, è fondamentale per comprendere le prospettive di un'opera ricca di complessità.

Il cast scelto dal regista è stato impeccabile. Se lo sguardo di Lucia è così penetrante e rivelatore il merito va dato a Marianna Fontana, al suo secondo film dopo l'ottimo Indivisibili (2016) di Edoardo De Angelis. Al suo fianco ci sono Antonio Folletto (L'attesa, Gomorra - La serie, I bastardi di Pizzofalcone), Reinout Scholten van Aschat (Beyond Sleep), Donatella Finocchiaro (Angela, Il regista di matrimoni, Terraferma) e Jenna Thiam (Les Revenants). Da segnalare infine la splendida colonna sonora composta da Sascha Ring, Apparat e Philipp Thimm.