Titolo originale | Amour |
Anno | 2012 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia, Austria, Germania |
Durata | 127 minuti |
Regia di | Michael Haneke |
Attori | Isabelle Huppert, Jean-Louis Trintignant, William Shimell, Emmanuelle Riva, Rita Blanco Laurent Capelluto. |
Uscita | giovedì 25 ottobre 2012 |
Tag | Da vedere 2012 |
Distribuzione | Teodora Film |
MYmonetro | 4,11 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 maggio 2020
Palma d'oro al Festival di Cannes 2012 e premio Oscar come Miglior film straniero, il film di Haneke è interpretato da Jean-Louis Trintignant, Emmanuelle Riva e Isabelle Huppert. Il film ha ottenuto 5 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai David di Donatello, ha vinto un premio ai Golden Globes, 4 candidature e vinto 2 BAFTA, ha vinto 4 European Film Awards, 10 candidature e vinto 5 Cesar, 2 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, In Italia al Box Office Amour ha incassato 1,3 milioni di euro .
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Anne e Georges hanno tanti anni e un pianoforte per accompagnare il loro tempo, speso in letture e concerti. Insegnanti di musica in pensione, conducono una vita serena, interrotta soltanto dalla visita di un vecchio allievo o della figlia Eva, una musicista che vive all'estero con la famiglia. Un ictus improvvisamente colpisce Anne e collassa la loro vita. Paralizzata e umiliata dall'infarto cerebrale, la donna dipende interamente dal marito, che affronta con coraggio la sua disabilità. Assistito tre volte a settimana da un'infermiera, Georges non smette di amare e di lottare, sopportando le conseguenze affettive ed esistenziali della malattia. Malattia che degenera consumando giorno dopo giorno il corpo di Anne e la sua dignità. Spetterà a Georges accompagnarla al loro 'ultimo concerto'.
"Diventare vecchi è insopportabile e umiliante" scrive Philip Roth in "Everyman", uno dei suoi romanzi più dolenti e implacabili intorno alla senilità e alla malattia, argomenti temuti e tenuti ai margini del discorso pubblico. Ci voleva un regista rigoroso come Michael Haneke per contemplarli, mettendo in scena una coppia di ottuagenari che guarda in maniera diretta la propria estinzione. E diretto e frontale è pure lo sguardo di Haneke, che 'infartuando' la sua protagonista introduce nella sua vita un senso di precarietà e un destino cinico, che non si accontenta di farti invecchiare, soffrire e morire, prima della tua dipartita si porta via i tuoi amici, quelli che amavi, quelli che conoscevi, quelli che frequentavi, costringendoti all'ennesimo funerale.
Una cerimonia funebre quasi sempre artificiosa e balzana come quella che Georges racconta ad Anne, esorcizzando la morte e ingaggiando con l'oblio uno scontro penoso. Nei sogni ad occhi aperti, Anne e Georges vorrebbero 'vivere' di nuovo, riavere tutto daccapo, guardando foto in bianco e nero o suonando un pianoforte accordato alla maniera della loro relazione. Ma è un attimo, non si fanno certo illusioni i personaggi interpretati da Jean-Louis Trintignant e Emmanuelle Riva, la cui bellezza il tempo ha oltraggiato. I loro corpi, che hanno condiviso e abitato i 'colori' di Kieslowski, si arrendono in Amour a ogni sofferenza e al più irrevocabile declino in un crescendo di convalescenze e (ri)cadute.
Non risparmia niente Haneke allo spettatore, accomodato in sala nell'incipit del film e risvegliato nel progredire dell'affezione dalle "cose ovvie, altrimenti indiscusse". La vecchiaia è un massacro e la malattia si fa beffa dell'ansia di durare con una precisione assoluta, terrificante, invisibile ma visibile nei suoi effetti. Haneke procede e approfondisce la critica a una struttura sociale ipocrita, che non ha il senso della realtà e del coraggio e persevera nel contemplare la 'senescenza' come tempo della pace e stagione dei ricordi sereni. Il male, che nel villaggio dei dannati nella Germania de Il nastro bianco cresceva dentro il corpo della comunità, in Amour consuma adesso il corpo di Anne, ingolfandola fino a 'spegnerla'. Impietosa e severa, la violenza della malattia è raddoppiata dalla geometrica prigione dei movimenti di macchina e da uno stile di inarrivabile crudeltà. Unica concessione per Haneke è l'amore, l'amore del titolo, consentito insieme alla disperazione, alla rabbia e alla ribellione.
Questa volta non c'è niente da nascondere e l'etica raggelante dell'autore austriaco prevede una via d'uscita dopo aver scavato con le unghie nel dramma sostanziale dell'essere umano, dopo aver centrato la corporeità dell'esperienza della vita. A riempire nell'epilogo il vuoto di Anne e Georges resta soltanto il pieno della Eva di Isabelle Huppert, ultima espressione nel film dell'essere in vita.
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Haneke torna a esplorare i volti oscuri e crudeli dell’esistenza, di una realtà sempre sfuggente e nascosta. E lo fa tramite una cupa e cinica incursione nel mondo della vecchiaia e della malattia, dove il male che devasta i corpi si traduce in malessere che annienta le anime. A dispetto di ciò che può evocare il titolo, il film è tutt’altro che dedito al sentimentalismo e alla dolcezza.
Ormai poche volte si esce da una sala cinematografica con l'assoluta convinzione che hai visto qualcosa di veramente bello. Godard disse che il cinema è morto, che non ha più la sua funzione ed il tempo come in tutte le cose lo relegava a cosa di altri tempi ormai. Io ieri uscendo dalla sala dopo aver visto Amour ero pieno pieno e felice che ancora Haneke abbia potuto fare un film [...] Vai alla recensione »
Il mio voto , una sola stella, non è dato per la mediocrità del film,valutazione ovviamente erronea, ma per la rabbia che ha suscitato in me il voler frugare con un affilatissimo ed impietoso bisturi quelle parti dell'anima, che contengono la paura della malattia, vecchiaia e morte, che tutti noi accuratamente rimuoviamo. In questa dolorosissima operazione niente è dato in cambio per sollievo.
In un elegante appartamento parigino vivono Georges (J.L.Trintignant) e Anne (E. Riva), ultraottantenni, musicisti pianisti,una figlia pianista,forse anche una nipote sta per seguire le tradizioni di famiglia. Affiatamento, comprensione,affetto, amore. Un ictus porta Anne alla invalidità. L’evento drammatico non turba il ritmo degli affetti tra i due.
Spinto dal fatto che il film è di Michael Hanake - non mi aveva mai deluso, finora - mi sono recato al cinema pieno di belle speranze, anche tenendo conto della Palma D'Oro. Invece mi ritrovo con un film geriatrico, piatto, noioso, interminabile. La prima parte può anche salvarsi: vi si descrivono i personaggi e le loro caratteristiche; la seconda, invece, è una vera agonia [...] Vai alla recensione »
Pochi film sanno raccontare con serena delicatezza, attraverso le immagini e le cadenze temporali, l’Amour di cui sono capaci un uomo e una donna al crepuscolo della loro storia di vita. Quello che il regista Haneke ci mostra è infatti il racconto molto intenso e toccante degli ultimi momenti di vita di Anne e Georges, due vecchi musicisti uniti da un amore smisurato, irrinunciabile e [...] Vai alla recensione »
Quanto è difficile rappresentare una cosa "semplice" come la vecchiaia, il dolore, il male, la morte. Haneke ci riesce facendo forse "niente", ma descrivendo solo quello che succede. E allora l' unica critica che leggo è proprio questa, dire quello che realmente succede e farlo vedere. Per me è cinema ASSOLUTO, amore allo stato puro.
Sono andato al cinema a vedere “Amour”, questo film francese di cui non ho voluto alcuna anticipazione: sapevo soltanto che avesse vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Le premesse riguardanti l’apparato tecnico possono non risultare incoraggianti: film indipendente, sette od otto attori, non più di due telecamere, nessuna musica per due ore e un quarto ambientate [...] Vai alla recensione »
Amour o….. della vita quando la malattia irrompe prepotentemente e allaga l’anima, quando la vecchiaia ti toglie speranze e futuro, quando ti ruba tutto. Amour e’ un film molto bello, commovente, di una tristezza e malinconia assolute, sulla vecchiaia, la malattia, la solitudine, il rimpianto, l’amore, la morte.
La morte ultimo tabù rimasto rivive nell' opera di Haneke in una visione agghiacciante del reale, perchè il reale è tremendamente "anti-filmico", perchè il reale per lo più non abbisogna di una visione edulcorata e sentimentale e perchè il reale oggi non appassiona nessuno, se non stuzzica bassi istinti, poesia smielata o adrenalina spinta.
Haneke porta in scena l'amore nella sua forma più pura, lo cala con maestria negli angusti spazi di un attico parigino e lo sublima coi silenzi che riempiono i giorni più duri di due ottuagenari innamorati. Protagonista di Amour è una coppia di anziani signori, Georges e Anne, interpretati magistralmente da J. L. Trintignant ed E.
A ciascuno il suo Amour, film (2012) diretto da Michael Haneke con Jean-Luis Trintignant, Emma-nuelle Riva, Isabelle Huppert, William Shimell, Rita Blanco, Laurent Capelluto, fotografia di Darius khondji, scenografia di Jean-Vincent Puzos, costumi di Céline Colobert Appassionante film, un gioiello raffinatissimo sulla parabola discendente [...] Vai alla recensione »
Non credo possa definirsi capolavoro un film se è eccellente solo nella fotografia,nella trama, dialogo,musica ecc.Amour può definirsi capolavoro soltanto per la veramente straordinaria interpretazione che Jean-Louis Trintignant dà a Georges,e soprattutto Emmanuelle Riva ad Anne.Entrambi ultraottantenni danno vita ad una altrettanto straordinaria storia di vita o di morte.
E così lo stile rigoroso, l'etica d'acciao di Michael Haneke, regista austriaco più per cinefili che da grande pubblico (per fortuna!?) ci "regala" un grande film, direi un capolavoro! Che cos'è la vecchiaia e come si incrociano in questa fase della nostra vita, amore e morte? Sì è fortunati se si incontrano: sia per "continuare" un [...] Vai alla recensione »
Non lasciano mai indifferenti i film di Michael Haneke, non solo per l'accurata essenzialità e il rigore asciutto presenti in ogni scena, ma soprattutto per le riflessioni che inevitabilmente portano lo spettatore a confrontarsi con una realtà spesso scomoda, ma inevitabile. Il titolo "Amour" che per sonorità potrebbe apparire frivolo e civettuolo, appare invece duro e pesante, addirittura sinistro [...] Vai alla recensione »
Michael Haneke è un originale “giovane” regista 73enne, austriaco con molte french-connections (per via degli attori e attrici francesi sue muse), spiazzante, intellettuale, controcorrente, capace di mostrare la violenza estrema e gratuita di Funny Games (1997 rifatto nel 2007), il sospetto e il voyeurismo in Niente da nascondere (con Claude Auteuil e Juliette Binoche), [...] Vai alla recensione »
E non poteva che essere diversamente, quando si vanno a toccare tasti delicati, quanto lo sono le malattie degenerative che non danno mai troppo scampo. Ma se da una parte c'è un marito, coraggioso e vecchio anch'egli e che spesso attraversa il largo corridoio di quella grande casa, teatro e messa in scena di un lungo, quanto sofferto trapasso, stanco e scricchiolante come il parquet [...] Vai alla recensione »
Georges (Trintignant) e Anne (Riva) sono due anziani musicisti in pensione. Quando lei si ammala lui la assiste fino alla fine. Al suo dodicesimo film l’austriaco Haneke ha raggiunto la perfezione, con questo lento, deprimente, triste e drammatico melodramma. Non è una storia d’amore bensì d’Amore, l’amour del titolo è l’amore supremo, assoluto, [...] Vai alla recensione »
Nonostante la mia giovane età, ho sempre trovato l’incombente spettro della vecchiaia alquanto terrificante: l’idea di una totale dipendenza dalle cure altrui o di una mancata lucidità sono capaci di non farmi dormire la notte. Nel suo film “Amour”, Michael Haneke traspone su pellicola un racconto che sembra personificare queste paure.
Dopo averci raccontato una storia di bambini tedesca ne Il nastro bianco, Haneke torna in Francia per narrarci gli ultimi momenti dell’amore di Georges (Jean Louis Trintignant) e Anne (Emmanuelle Riva), una coppia di ex docenti di pianoforte aventi un’unica figlia, Eve (Isabelle Huppert), figlia d’arte nonché affermata musicista.
Anne e George sono una coppia di anziani che si trova ad affrontare la malattia di lei. Con il peggiorare delle sue condizioni, e la difficoltà di gestione della malattia, la coppia comincia ad isolarsi e ad escludere il resto del mondo, fino a rimanere soli Un film, questo di Michael Haneke, che è una cronaca drammatica e spietata sulla terza età, sulla malattia che arriva a [...] Vai alla recensione »
AMOUR Quello su cui Michael Haneke fa riflettere col suo ultimo film è che il dramma dell’uomo non è la morte, ma la vita. Amour guarda da fuori non la prospettiva ultima dell’uomo, ma una delle tante possibilità, delle potenziali estrinsecazioni del percorso umano: c’è forse la speranza, da parte del regista, di essere (solo) spettatore neutro [...] Vai alla recensione »
Michael Haneke è indubbiamente un maestro del cinema; può piacere o disturbare, ma è bravissimo. Con la sua ultima pellicola, "Amour", che ha vinto la Palma d'Oro all'ultimo Festival di Cannes, lo conferma nuovamente. La storia è quella di George (J. L. Trintignant) e Anne (E.
C'è chi ama guardare film per stimolare il proprio stato emotivo, allenarlo e nutrirlo allo stesso tempo in modo da averlo sempre in movimento nella vita di tutti i giorni. Ieri sera ho visto questo gran film e adesso mentre vi scrivo questa breve recensione mi viene in mente una scena del film un cui Tirtignan ricorda una scena d'infanzia in cui si era messo a piangere per via di forti [...] Vai alla recensione »
La carriera del regista austriaco Michael Haneke è in assoluto secondo i miei gusti una delle più invidiabili ed affascinanti: dopo una doppia laurea in filosofia e psicologia, passando attraverso anni da critico cinematografico, Haneke approda alla regia, che gli frutta in un ventennio un miglior premio per la regia a Cannes e ben due Palme d'Oro.
Negli spazi claustrofobici di questo preservato isolamento si dispiega struggente la veemenza di una disperazione compressa e dignitosa e si rivela – nello stesso tempo – la potenza di un amore assoluto e sgomento: il decoroso appartamento, nel quale si sono accumulati mobili e oggetti testimonianza di una vita, diventa rifugio e prigione, nido di sicurezza e gabbia di angoscia, stanza [...] Vai alla recensione »
Ho aspettato qualche giorno a ripensare a questo film perchè, finita la proiezone, uscendo dalla sala ,sei colto da un senso di rifiuto e rabbia, gli stessi sentimenti che provano i protagonisti del film davnti alla vecchia e alla malattia.Allora puoi pensare che il film essendo riuscito a coinvolgerti così profondamente ,a farti passre certe emozioni è un ottimo [...] Vai alla recensione »
Amourè un fiore curvo, con i petali cadenti, ma che ancora conserva il suo dolce profumo e il caldo colore; dopo essere colto viene custodito e contemplato nel suo spegnersi lentamente. Michael Haneke conferma di essere un regista profondo e dai temi scabrosi, che indaga coraggiosamente e ossessivamente nei meandri della realtà umana, analizzando questioni e categorie fissate nell’immagi [...] Vai alla recensione »
Michael Haneke è un maestro quando si tratta di dirigere opere che indagano i più profondi rapporti psicologici umani, che passano da quelli più problematici e perversi (“La pianista”) a quelli più romantici di quest'ultimo, “Amour”. L'analisi romantica di “Amour” è vista e gestita con molta profondità e tenerezza, [...] Vai alla recensione »
Tenuto a lungo in archivio nella lista dei "film da vedere", "Amour" si rivela essere una di quelle pellicole rare che varrebbe la pena non lasciarsi sfuggire al cinema, o, meglio ancora, ai festival. Ho visto il film in una copia in qualità scarsa, con un audio registrato in sala proiezione, in cui riecheggia il mugolio sordo di una signora devastata dalla tosse, che mio padre, durante la visione, [...] Vai alla recensione »
In un famoso quanto “sempreverde” film degli anni Quaranta, Citizen Kane (Quarto Potere),uno dei personaggi coinvolti nell’intervista del giornalista sul magnate della carta stampata Kane, appunto, affermava che “la vecchiaia era l’unico male che non ci si può illudere di poter curare”. Un’affermazione che, per quanto amara e inaccettabile, costituisce [...] Vai alla recensione »
Un film tristissimo, semplice, quasi perfetto. Drammatico al limite del sopportabile per la sua normalità senza orpelli, ma anche discreto nel presentare una realtà terribile e a volte sensibilissimo. Il regista austriaco dall’aspetto di guru e dallo sguardo di entomologo scava a fondo nella coscienza e nel rimosso di molti di noi. In tutti e due i casi si toccano concetti fondamentali: l’amore così [...] Vai alla recensione »
ti spiego come si finisce alle volte l'esistenza umana ,ma lo faccio in un ambiente borghese dove posso sopperire economicamente alla malattia devastante,forse questa l'idea del regista,perchè al di là del fatto inconfutabile narrato,la realtà vera sfugge alla sceneggiatura,il film non mi ha meravigliato ne ha aggiunto niente di particolare quando in una famiglia succedono simili disgrazie,le scelte [...] Vai alla recensione »
due attori perfetti, nonostante l'età avanzata, diretti magistralmente . Il film non emoziona perchè è molto razionale , la malattia e poi la morte della moglie sono una prova dura per l'anziano coniuge come viene espresso dal portiere dello stabile che elogia le capacità del padrone di casa nel sostenere una situazione così drammatica.
Leggere le istruzioni prima dell'uso. Vedere il film solo ben preparati, coscienti della trama, dell'argomento e dell'effetto che questa opera può avere sulle nostre coscienze, sulle nostre paure, sui nostri inconsci, sui nostri ricordi... "Amour", nuova opera di Micheal Haneke e vincitore della Palma d'Oro al Festival del Cinema di Cannes 2012, è un film perf [...] Vai alla recensione »
“Amour” è l’ultimo film di Michael Haneke,un'opera atipica rispetto ai consueti standard tematici di Haneke. Anne e Georges sono due insegnanti di musica in pensione: i due coniugi trascorrono giornate tranquille in un appartamento parigino,dove il tempo è scandito da una successione metodica di eventi,fatta di piccole abitudini quotidiane,di letture e concerti,delle rare visite di vecchi studenti [...] Vai alla recensione »
L’ultima nuova rock è che i Rolling Stones stanno lanciando un nuovo disco. Per quanto evergreen nello spirito, gli anni passano anche per loro.Se gli anni’70 brulicavano di cantanti e musicisti “sbarbini”, oggi nessuno si stupisce più di vedere in scena dei "matusa". Anche nel cinema troviamo sempre più attori anziani, e storie che li vedono protagonisti.
Il cinema di Micheal Haneke è sempre stato un cinema crudele, spietato, talvolta sadico (come non pensare al bellissimo "Funny Games"?), nessuno si sarebbe mai immaginato che il grande maestro europeo avrebbe potuto costruire un' opera così commovente, dolce e straziante. Camera immobile, a catturare senza interruzione le emozioni che si diapanano sui volti dei suoi straordinari [...] Vai alla recensione »
Film straordinario che paradossalmente credo non dovrebbe arrivare al grande pubblico. I motivi sono la durezza della narrazione, l'argomento trattato giustamente senza concessioni al pietismo e la parabola finale che qualcuno potrebbe trarne. L'asciuttezza della narrazione e della recitazione(Trintignant è sempre stato un interprete poco incline alle moine) accompagnano una storia che [...] Vai alla recensione »
Una sera, il concerto: Anne, un'insegnante di pianoforte si gode l'esecuzione a teatro di un suo allievo, ormai lanciato in una splendida carriera, sarà l'ultima sera. Al mattino un'assenza cerebrale preannuncia un rapido declino: la porterà in ospedale per un intervento alle coronarie e poi ad una paralisi progressiva.
Se da poco sei stato al funerale di una persona amica, è meglio, per salvaguardare la tua serenità, non vedere questo capolavoro della cinematografia moderna. Spoglio e rigoroso, il regista austriaco Haneke non ti risparmia nulla. Le scene iniziali ti annunciano già la tragicità di tutta la sapiente narrazione intorno ad una coppia di utraottantenni che concludono [...] Vai alla recensione »
Film mediocre, soprattutto in relazione a ciò che vorrebbe suscitare in un pubblico psudointellettuale. E' la quotidiana storia della vita, triste quanto si vuole ma del tutto scontata, che procede con un ritmo volutamente cristallizzato nel tempo, ma con un effetto finale melenso melenso. Ad ingigantire il distacco dalla realtà comune, la possibilità, da parte dei due protagonisti, di disporre di [...] Vai alla recensione »
LA RESPONSABILITA’ DI AMARE Michael Haneke con “ AMOUR” ci ha regalato davvero un film straordinario, nel senso che non credo sia mai stato fatto niente di simile, né nel modo né nel contenuto e difficilmente si può trovarne un altro che gli si possa accostare per merito data la sua ineguagliabile bellezza. Assistere alla visione di “ AMOUR” è un’esperienza che ci entra dentro quasi ci fosse [...] Vai alla recensione »
Nessun suono, nessun rumore, niente musica così inizia il vincitore dell’ultima Palma d’Oro di Cannes quasi a voler dire….Silenzio gira Haneke…..e poi d’improvviso si sfonda la porta della nostra coscienza e ci tuffiamo immediatamente nel dramma. L’Amour che da il titolo al film è quello tra due insegnanti di musica Anne e Georges ormai ottantenni che un ictus mette a dura prova.
Ok, signori e signore, è ufficiale: Michael Haneke non sbaglia più un colpo. Caché, Il nastro bianco e adesso Amour. Ottimi film, ben girati, ben recitati, ottimamente scritti. Tutti diversi. Caché è proprio un thriller, anche se il finale è atipico, Il Nastro Bianco un dramma storico degno del povero Hobsbawm, e questo Amour un dramma rigoroso e essenziale, che non arretra davanti a nulla.
A pochi minuti dall'inizio del film Georges, il personaggio interpretato da Jean-Louis Trintignant racconta che quando era un ragazzino andò al cinema e vide un film che lo emozionò a tal punto da farlo piangere. Tanti decenni dopo confessa di non ricordare più la trama del film, ma di risentire ancora le stesse emozioni di allora.
Amour non è un film triste, a meno che non si reputi che l'amore, e la vita, lo siano. È innanzitutto un film vero, fin nei dettagli: le azioni imperfette, come il taglio dei fiori, le dimenticanze, come l'acqua lasciata scorrere - quest'acqua, rumore bianco e commento eracliteo. È una verità che "non andrebbe mostrata".
Film su di una coppia di anziani coniugi la cui vita, a seguito dell' ictus che colpisce la donna, cambia radicalmente degenerando di giorno in giorno fino all'estreme conseguenze. Come tutti i films di Michael Haneke, anche questo risulta estremamente duro, realistico e senza falsi moralismi. Tutto il male che scaturisce da una malattia degenerativa e dalle conseguenti condizioni [...] Vai alla recensione »
Film impressionante, non risparmia nulla del dolore di entrambi i coniugi e dell'amore reciproco. Ci sono momenti insostenibili, come il soffocamento della moglie con il cuscino da parte del marito che si abbatte su di lei piangendo; si vedono le gambe di lei di sotto la coperta che si muovono spasmodicamente e poi più niente. Giustamente il marito non scopre il viso della moglie allo spettatore, [...] Vai alla recensione »
Amour é il difficile, straziante viaggio nella malattia, in un nemico più grande di noi che cambia la voce, il corpo, il volto della persone che amiamo ma non la loro anima e il loro cuore. Il regista ci conduce in questo viaggio senza note: i suoni che accompagnano le scene non sono colonne sonore ad effetto ma i suoni della quotidianità.
Mesdames et Messieurs, ecco a voi Jean-Louis Trintignant e Emmanuelle Riva. Due nomi che hanno fatto la storia del cinema francese e non solo (Trintignant ha fatto anche la nostra), riuniti a Roma per un'occasione speciale qual è la promozione di Amour , il film di Michael Haneke che ha vinto la Palma d'Oro all'ultimo festival di Cannes e si prepara ad uscire nelle sale italiane il 25 ottobre, distribuito dalla Teodora Film.
Il momento più difficile della vita, che naturalmente è la fine, in un film che tiene fede per due ore al suo titolo: Amour. Senza effetti di stile, ma con un linguaggio sorvegliatissimo che esalta la prova davvero magnifica dei protagonisti. E senza ricorrere a medici, letti d'ospedale, flebo, cateteri e altri elementi ricattatori, immancabili nella pornografia del dolore oggi dilagante.
Ormai da giorni, pronostici e cinefili, senza aver visto il film, avevano deciso: la Palma d' oro anche questa volta se la prende Michael Haneke, che già l' ha vinta nel 2009 con il potente Nastro bianco e comunque, qualunque film lui faccia, ( Funny Games, La pianista, Cachè, Codice sconosciuto) riesce sempre ad attirare premi su premi da tutto il mondo.
Il momento più difficile della vita, che naturalmente è la fine, in un film che tiene fede per due ore filate al suo titolo: Amour. E senza effetti di stile, ma con un linguaggio sorvegliatissimo che esalta la prova magnifica dei protagonisti. Senza ricorrere a medici, letti d’ospedale, flebo, cateteri e altri elementi ricattatori, immancabili nella pornografia del dolore oggi dilagante.
Jean-Louis Trintignant fa il modesto: «è la prima volta in cui mi rivedo sullo schermo e mi piaccio. Di souto non accade. Dico sempre di essere più bravo in teatro che al cinema, ma credo sia dovuto al fatto che in teatro non mi vedo. Comunque non facevo cinema da 14 anni, dal film Ceux qui m’aiment prendront le train. Mi sono dedicato molto al palcoscenico, ma Haneke mi ha strappato al mio esilio. [...] Vai alla recensione »
A riunificare gli animi con una standing ovation generale è stata la Palma d'oro assegnata all'austriaco Michael Haneke per il suo bellissimo Amour. "Mercè anche le splendide interpretazioni dei due protagonisti", ha tenuto a precisare Moretti a nome dell'intera giuria. E a quel punto è venuto giù il teatro dagli applausi mentre Emmanuelle Riva (85 anni, bellissima nel suo lungo abito azzurro) e Jean [...] Vai alla recensione »
Straziante. Ma anche lucido, coerente e umano, sia pure in senso stoico: «Amour», palma d'oro all'ultimo festival di Cannes, non è uno di quei film che servono a divagarsi per due ore, non offre sconti agli spettatori e, anzi, li sprofonda in un girone di dolori e degradazioni a tratti insostenibile. Non siamo estimatori del regista austriaco (ormai adottato in Francia) Haneke, ma è il caso di affermare [...] Vai alla recensione »
Chi ci segue regolarmente, ahi lui, su queste pagine sa quanto non amiamo il cinema di Michael Haneke. Grande rispetto, per carità: l'austriaco è un autore vero, nel senso che il suo controllo sul proprio lavoro è totale e il pessimismo che lo pervade, la convinzione che l'uomo sia sempre e comunque "homini lupus" sono costanti tematiche che percorrono tutti i suoi film.
Di Amour, Palma d'oro a Cannes lo scorso maggio, si parla con unanime consenso come di un capolavoro e con fondate ragioni. Intanto porta la firma dell'austriaco Michael Haneke, autore degli acclamati Niente da nascondere e Il nastro bianco e reputato maestro della scena cinematografica internazionale. L'argomento del film poi - ovvero il dramma di un uomo che si risolve a porre fine alle sofferenze [...] Vai alla recensione »
Un calvario straziante, crudele epifania di un'esistenza. In un appartamento che diventa presto una prigione. In un corpo che si rivela essere il nemico peggiore. Una coppia di buona borghesia intellettuale, insegnanti di musica e scopritori di talenti, una mattina, durante la colazione, vede sconvolta la propria sicurezza: lei si estranea, perde contatto con la realtà, poi si riprende, ma non ricorda. [...] Vai alla recensione »
Eutanasia e pedofilia: sotto una tempesta di vento e pioggia compatibile con la fotografia fosca di Michael Haneke e Thomas Vinterberg, qui non ci si fa mancare niente. Nella casa degli ottantenni Anne e Georges entriamo come l’incipit di un pezzo di cronaca nera: avvertiti dal portiere che sente odore di gas, polizia e vigili del fuoco abbattono la porta di un appartamento e trovano due cadaveri, [...] Vai alla recensione »
Intanto un sussulto inesorabile come la morte e perfido come la vecchiaia, firmato dall'austriaco Michael Haneke, scuote il concorso con un calvario che le rughe e il claudicare di Jean-Louis Trintignant trasformano in una magnifica prova da protagonista. "Amour" si consuma tutto nell'appartamento degli ottantenni Georges e Anne, professori di musica in pensione.
Sempre in concorso un'altra produzione francese antiromantica, altrettanto densa e impressionante, estrema e «fuori schema», l'evoluzione drammatica della simbiosi sentimentale tra due persone di cultura, devastata dalla gravissima malattia di una di loro e dall'indifferenza del mondo (qualche vago collegamento si può tracciare con il successo commerciale francese dell'anno, la commedia Intoccabili [...] Vai alla recensione »
Cose di Jean-Louis Trintignant, 82 anni a dicembre, che le interviste di Fabio Fazio non dicono. Cominciò a recitare nel cinema perché era indebitato, e un agente allora famoso, André Bernheim, gli promise una cifra mensile sostanziosa (minacciando di abbandonarlo, se l'attore avesse continuato a fare lo snob che preferisce il teatro). Sul set del "Sorpasso" di Dino Risi arrivò per caso.
È davvero molto difficile non piangere vedendo il film di Michael Haneke. Ma la grandezza di questo film è che non è fatto per farci piangere, per consolarci, per rassicurarci. E naturalmente non è fatto per approfittare delle nostre lacrime, al contrario di quello che si sperimenta con un certo marketing della sofferenza commovente a cui il cinema ricorre troppo spesso, facendoci piagnucolare per [...] Vai alla recensione »
L'insostenibile pesantezza della vecchiaia. Sino alle estreme e tragiche conseguenze, sino all'ultimo respiro di un calvario che urla le tappe dell'eutanasia e del suicidio. Con la lucidità esemplare di un patologo che dal corpo passa a esplorare l'anima, con la sorprendente e rigorosa delicatezza di un chirurgo che sappia andare oltre alla lucidità e alla freddezza dei suoi gesti, Michael Haneke consegna [...] Vai alla recensione »
È davvero molto difficile non piangere vedendo il film di Michael Haneke. Ma la grandezza di questo film è che non è fatto per farci piangere, per consolarci, per rassicurarci. E naturalmente non è fatto per approfittare delle nostre lacrime, al contrario di quello che si sperimenta con un certo marketing della sofferenza commovente a cui il cinema ricorre troppo spesso, facendoci piagnucolare per [...] Vai alla recensione »
Attento, esperto e preoccupato sismografo dello sguardo fascista e autoritario - incorporato ormai come optional e ornamento dalle democrazie occidentali - fino all'immedesimazione più ambigua (Funny Games, prima versione), perché soprattutto gli artisti austriaci, visti gli strascichi post bellici, a queste radiazioni maligne sono sottoposti (dagli akzionisti, e da Waldheim, in poi, fino a Haider), [...] Vai alla recensione »