Amour |
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Un film di Michael Haneke.
Con Isabelle Huppert, Jean-Louis Trintignant, William Shimell, Emmanuelle Riva, Rita Blanco.
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Titolo originale Amour.
Drammatico,
durata 127 min.
- Francia, Austria, Germania 2012.
- Teodora Film
uscita giovedì 25 ottobre 2012.
MYMONETRO
Amour
valutazione media:
4,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Amour, di Michael Hanekedi jacopo b98Feedback: 37256 | altri commenti e recensioni di jacopo b98 |
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mercoledì 1 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Georges (Trintignant) e Anne (Riva) sono due anziani musicisti in pensione. Quando lei si ammala lui la assiste fino alla fine. Al suo dodicesimo film l’austriaco Haneke ha raggiunto la perfezione, con questo lento, deprimente, triste e drammatico melodramma. Non è una storia d’amore bensì d’Amore, l’amour del titolo è l’amore supremo, assoluto, il più grande, importante e disperato. Così il glaciale regista che ci aveva sconvolti nel 2009 con Il nastro bianco, ora ci commuove raccontando l’amore senile del vecchi Georges per la vecchia moglie. Haneke è impietoso: documenta il diventar vecchi e “la violenza della malattia” come nessuno prima di lui. Con una messa in scena fredda, glaciale e molto neutrale, il regista rinchiude i due anziani nella “prigione” delle sue inquadrature, poche, spesso fisse. Raramente si avvicina ai personaggi, che non escono mai dall’immenso appartamento, una prigione di morte e dolore, in cui risuona musica di Mozart, tra tappeti persiani e mobilia raffinata. Inoltre la cosa terribile è che, mentre la Margareth Thatcher di The Iron Lady aveva l’alzheimer e non soffriva, qui la povera Anne , prima privata dei movimenti e poi della parola e infine della voglia di vivere, sente tutto, è cosciente delle proprie sofferenze: fondamentale è la battuta della moglie verso il marito, “alcune volte sei un mostro, ma sei gentile”. E così, mentre in molti film si può dire “non mi riguarda”,qui si è posti di fronte a paure nascoste, o forse non poi così tanto, che ci riguardano tutti. Letteralmente strepitosi i due interpreti principali, Trintignant non recitava da molto tempo, perché caduto in depressione in seguito alla morte della figlia, per via di violenze subite dal compagno. Trionfo di critica e di premi, che ha raccimolato in decine e decine di festival internazionali, dalla Palma d’Oro a Cannes 2012 (quando il presidente della giuria era Nanni Moretti), ai cinque César, ai due BAFTA (film straniero e attrice), al Golden Globe come miglior film straniero, alle cinque inaspettate nomination agli Oscar: film, regia, sceneggiatura originale (Haneke), attrice e film straniero, l’unico poi vinto. Avrebbe meritato la candidatura anche il bravissimo Trintignant e almeno la Riva, a ottantasette anni, avrebbe dovuto vincere.
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