Amour |
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Un film di Michael Haneke.
Con Isabelle Huppert, Jean-Louis Trintignant, William Shimell, Emmanuelle Riva, Rita Blanco.
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Titolo originale Amour.
Drammatico,
durata 127 min.
- Francia, Austria, Germania 2012.
- Teodora Film
uscita giovedì 25 ottobre 2012.
MYMONETRO
Amour
valutazione media:
4,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'AMORE GIOVANEdi giugy3000Feedback: 5907 | altri commenti e recensioni di giugy3000 |
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giovedì 11 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La carriera del regista austriaco Michael Haneke è in assoluto secondo i miei gusti una delle più invidiabili ed affascinanti: dopo una doppia laurea in filosofia e psicologia, passando attraverso anni da critico cinematografico, Haneke approda alla regia, che gli frutta in un ventennio un miglior premio per la regia a Cannes e ben due Palme d'Oro. L'ultima è proprio questa vinta con "Amour", una straziante e delicata storia sulla senilità dolorosamente afflitta dalla malattia di uno dei consorti. Unico come sempre nel suo genere introspettivo e caparbio nel portare sul grande schermo film dalle tematiche meravigliosamente interessanti, Haneke raggiunge l'apoteosi con la scelta dei suoi interpreti: uno straordinario 82enne Jean Louis Trintignant e una 85enne Emmanuelle Riva ( che debuttò al tempo in "Hiroshima Mon Amour" di Resnais). Lo splendore della pellicola si apprezza già da questo particolare sui protagonisti, realmente non più giovani che (si spera più tardi possibile) dovranno realmente fare i conti con la fine delle loro vite, forse segnati dalla malattie di tarda età per combattere con le uniche forze rimaste l'amore che li lega al proprio compagno/a. Di coppie come Georges e Annes ne esistono poche a mio avviso ed è stato difficile trattenere le lacrime perchè io una di queste la conoscevo assai bene ed erano i miei nonni. Ho vissuto sulla mia pelle la situazione (benchè al rovescio e non di tale portata) difficile in cui si trova un ultra ottantenne quando vede la vita della moglie rovinata e lesa per sempre da un ictus celebrale...la sua iniziale voglia di non poterci e doverci credere, la sua intermittente impotenza, fino alla chiarezza di una sorte arrivata al suo termine, dove se si ama davvero bisogna aver il coraggio di lasciar andare. Ripercorrendo alcuni temi già affrontati in "Bella addormentata" di Bellocchio sul fronte italiano, Haneke infarcisce il suo film di tanto, (forse troppo) spessore: la vecchiaia, la fine di una vita, il rapporto con i figli,la malattia e anche la leicità eventuale di un'eutanasia. Tutto questo cercando di librarsi alti nel cielo e di volare lontani da questo dolore con l'aiuto di due sole armi, che di terrestre hanno ben poco e paiono essere doni di angeli caduti: la musica (che nei film di Haneke è costantemente quella di un pianoforte, meglio ancora se di Schumann o Schubert) e l'amore, quello puro come un diamante appena estratto, incontaminato da ogni pena come un'isola appena sorta dal mare. La bravura di Isabelle Hupper viene qui eclissata dall'aver svolto un ruolo minore e dal volto straordinario di Trintignant, che presta molto di sè al personaggio doti come la calma, la pazienza, il suo amore per il teatro e per il narrare storie...fino a quell'ultima che cullerà Anne fuori da quel corpo in cui la sua anima era mai imprigionata.
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