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Ultimo aggiornamento venerdì 20 ottobre 2017
La storia di Rita O'Grady, che nel 1968 guidò lo sciopero delle 187 operaie della fabbrica Ford nell'Essex (Inghilterra) che pose le basi per la legge sulla parità di diritti e di salario tra uomo e donna. Il film ha ottenuto 4 candidature a BAFTA, In Italia al Box Office We Want Sex ha incassato 940 mila euro .
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1968, Dagenham, Essex. La fabbrica della Ford dà lavoro a 55mila operai e a 187 donne, addette alla cucitura dei sedili per auto in un'ala fatiscente, dove si muore di caldo e piove dentro. In seguito ad una ridefinizione professionale ingiusta e umiliante, che le vorrebbe "non qualificate", le operaie danno vita con uno sciopero ad oltranza alla paralisi dell'industria e alla prima grande rivendicazione che porterà alla legge sulla parità di retribuzione.
Nigel Cole, regista di fortunati successi basati sull'ibridazione della tradizione inglese di un cinema impegnato, in particolar modo sul fronte di diritti e lavoro, con la commedia spassosa, non cambia rotta ma affina piacevolmente gli strumenti.
Il ritratto corale della comunità di Dagenham è messo perfettamente a fuoco, dall'assemblea delle donne al lavoro, svestite per il caldo ma capaci di spaventare un maschio più di una truppa armata, alle chiacchiere tra uomini al bancone del pub. Inoltre, la forza e la consapevolezza con cui le donne delle case popolari affrontano la materia politica, presunto appannaggio di maschi acculturati, facendo suonare la sveglia anche nelle orecchie delle signore borghesi, è trattato con onestà e partecipazione. È il cuore del film, ciò che lo muove e che commuove: nasce dalle testimonianze di alcune reali protagoniste dell'evento storico e, nonostante i passaggi intercorsi, conserva ancora qualcosa del colore della verità.
Anche se non in misura del tutto compromettente, però, le cose scricchiolano proprio laddove la macchina sembra ben oliata. Forse troppo oliata. La scelta di creare il personaggio fittizio di Rita O'Grady, leader di un gruppo che storicamente pare non aver avuto una guida altrettanto unitaria, donna modesta nella vita ma straordinariamente battagliera nella protesta, se risulta comprensibile ai fini della fluidità di scorrimento del racconto e della nostra capacità di affezionarci ad una protagonista assoluta, per contro semplifica fin troppo la struttura narrativa. Se si aggiunge che gli ostacoli che la protagonista incontra sulla sua strada suonano edulcorati e che l'unico vero dramma è prevedibile e un po' forzato, ci si avvede di come alla vitalità di ciò che è narrato non corrisponda purtroppo uno script altrettanto coraggioso o inventivo. Ma la commedia non delude e la sveglia delle donne della provincia inglese suona forte e necessaria, anche oggi.
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Il '68 ha molti aspetti, molte facce. Da quello mitico e mitizzato del Maggio francese, al movimento che ha scosso le università e le piazze italiane, alle spinte controculturali e libertarie in un' America che protestava contro la guerra del Vietnam. Questo film propone un apisodio apparentemente minore, ma che ha modificato in modo permanente i rapporti tra imprese e operai, la lotta [...] Vai alla recensione »
Made in Dagenham, area est di Londra, quartiere costruito “tra le due guerre per gli operai di grandi imprese come la Ford installate nell'area” (Wiki). Una storia vera, di donne in subbuglio che decidono di non poterne più. Di cosa? Beh, intanto di lavorare in un posto che cade a pezzi, loro sono solo 187, cosa costerebbe sistemarle in un quartierino comodo, ben messo, dove non piove ogni volta [...] Vai alla recensione »
A scanso di malintesi We want sex non parla di sesso ma di parità tra i sessi. Ciò per cui lottano le protagoniste è la parità salariale e di condizioni di lavoro tra uomini e donne. Lo striscione all’origine dell’equivoco completamente srotolato afferma infatti “we want sex equality”. Il film parla di un mondo del lavoro maschilista in cui [...] Vai alla recensione »
Questo è un bel film, con un titolo che sembra pensato apposta per catturare qualche ingenuo, sedotto da pruriginose promesse. In realtà le donne che vengono raccontate nel film non vogliono sesso, ma vogliono parità, di salario innanzi tutto, perché sembra ovvio che, a parità di mansione, corrisponda una parità di trattamento economico per uomini e donne. Vai alla recensione »
Nel 1968 le operaie di uno stabilimento Ford di rpovincia iniziano uno sciopero per richiedere la parità salariale con i colleghi maschi. La vicenda crea scossoni sia nel governo, sia nella proprietà ma anche e soprattutto all'interno del sindacato stesso. Il film racconta con piacevolezza la serrata lotta di un manipolo di operaie di provincia.
E’ il 1968, Dagenham, Inghilterra. La fabbrica della Ford dà lavoro a 55mila operai e a 187 donne, addette alla cucitura dei sedili per auto in un’ala della fabbrica che cade a pezzi, in condizioni precarie. Un bel giorno la fabbrica decide di sottoporre le donne ad una ridefinizione professionale che le vuole “non qualificate”.
Film delizioso, dignitoso, molto meno commedia di quello che vuole sembrare. Riporta la mente indietro, a qualcosa che ora non c'è più, o almeno è sopito. Dovrebbe spronare e incoraggiare, perchè sono in arrivo tempi duri che richiederanno la forza e il coraggio di un tempo.
Il film ben rappresenta un momento del recente passato interprete di istanze e speranze femminili che si sono perse per strada quando purtroppo altri modelli le hanno soppiantate in special modo in Italia.Un film onesto credibile nella rappresentazione dei fatti e nella descrizione dei risvolti psicologici dei vari personaggi sia femminili che maschili.
Non sarà un capolavoro, ma dice molte cose vere e autentiche sul meccanismo della sopraffazione nella nostra società, e aiuta anche a capire che, quando i profitti non sono quelli che si vorrebbero, ma un po' meno,l'industria fa il diavola a quattro, ricatta, minaccia, prevede catastrofi, tanto la pelle è degli altri ( e per pelle si intende anche vivere quotidianamente [...] Vai alla recensione »
Storia di un emancipazione e delle donne che combatterono per averla. Nel 1968 in una fabbrica di Dagenham della Ford, un gruppo di 187 donne lavorano cucendo sedili per auto in condizioni disastrose. La notizia di un ulteriore taglio dei compensi classificando le donne come "operaie non specializzate" sarà la miccia che innescherà l'inizio delle proteste per la parità [...] Vai alla recensione »
Dagenham, sobborgo orientale di Londra. Siamo nel 1968, l'anno della contestazione planetaria. Nello stabilimento Ford di Dagenham lavorano ben 55.000 uomini e solo 187 donne, addette alla cucitura dei sedili per le auto. Un lavoro considerato non qualificato dalla dirigenza Ford, e quindi meno retribuito rispetto a quello degli uomini. Qualcosa non quadra.
Molto divertente, dialoghi azzeccati e bravi attori. La sceneggiatura non ha sbavature e fila liscia, forse un po' troppo prevedibile. Comunque bella storia di affermazione dei diritti di civiltà, sullo stile di "Milk".
Il film racconta delle donne dipendenti di uno stabilimento Ford in Inghilterra che si mettono in sciopero per rivendicare dei fondameltali diritti rispetto alla qualità del loro lavoro, che sfociano poi nella rivendicazione del pari salario con gli uomini. Il film è sicuramente edulcorato rispetto alla realtà del tempo e alla sofferenza che questo tipo di lotta sindacale comporta, [...] Vai alla recensione »
Il film è divertente ma non appassiona più di tanto perchè è "datato". Oggi con la globalizzazione certe lotte estreme non sono più possibili, pena la disoccupazione vera. Quindi i nostri lavoratori stiano ben attenti a non estremizzare le lotte, come fa la FIOM, perché, a mio modesto parere, non approderanno a nulla.
Questi filmettini troppo furbi, troppo calcolati, troppo astuti nel mettere un pizzico di commedia, un pizzico di dramma, un pizzico di tema sociale, non sono la delizia ma la tomba del cinema inglese. E' la strada di chi non ha niente da dire, ma sa come infiorettare il nulla per un pubblico medio, stando ben attento a non costringerlo mai a sfidare le proprie abitudini mentali, ma [...] Vai alla recensione »
finalmente un film che parla di vita vera , non di tronisti veline etc . parla di donne che prendono in mano la loro vita e cercano di migliorarla , affrontando le dificoltà col coraggio quotidiano dei combattenti veri .
Non ho mai dubitato che il vero sesso forte siamo noi donne, ma che lo siamo soprattutto oggi, questo non mi pare sostenibile alla luce di qualsiasi studio serio sulla condizione femminile in Italia oggi. Detto questo, io ritengo che il bisogno di coesione, che pure è reale, si può tradurre in coesione vera solo se la coesione avviene su un progetto a cui partecipino con le loro esigenze [...] Vai alla recensione »
Ovviamente ancora una volta il titolo non c'entra nulla con il contenuto del film e con gli ideali che hanno spinto queste donne a chiedere la parita' dei diritti lavorativi tra uomini e donne...mi chiedo se sia una trovata tutta italiana quella di cambiare il titolo di un film inglese con un ulteriore titolo in inglese fuori luogo. Temo solo che sia una trovata publicitaria, cosi' la [...] Vai alla recensione »
Storia di un emancipazione e delle donne che combatterono per averla. Nel 1968 in una fabbrica di Dagenham della Ford, un gruppo di 187 donne lavorano cucendo sedili per auto in condizioni disastrose. La notizia di un ulteriore taglio dei compensi classificando le donne come "operaie non specializzate" sarà la miccia che innescherà l'inizio delle proteste per la parità [...] Vai alla recensione »
"Right, everybody out. " Questa è la versione lunga del resoconto sull'incontro tra le rappresentanti del reparto lavorazione sedili e la direzione aziendale dello stabilimento Ford di Dagenham. C'è anche una versione breve: un capannone vuoto (e il dirigente che spegne la luce, visto che non si guadagna evitiamo di spendere).
Un modo per fare informazione brillante e divertente, per non dimenticare che per i diritti che abbiamo qualcuno ci ha lottato. Bravissima la protagonista dal sorriso contagioso, ma tutti gli attori sono al posto giusto e molto credibili.
Allora vado con una mia amica al cinema e per caso, all'ultimo minuto, ci infiliamo nella sala dove danno questo.. Al di là di alcune prevedibili mosse, calcolate alla conquista della lacrima o della risata, il film ha il merito di ricordarci due cose vere ed importanti: - la prima è che noi spettatori dei paesi industrializzati possiamo permetterci il lusso di definire datate e [...] Vai alla recensione »
In un pub inglese nel 1968: - Ciao, James, hai sentito l’ultima notizia? - E’ caduto il governo Wilson, Charles? Cohn Bendit è stato incaricato di formare un nuovo governo in Francia? il Colosseo è crollato per incuria? O cos’altro? -   [...] Vai alla recensione »
Eccolo il miglior film della stagione. Una sciccheria, una delizia. Questo sì da non perdere. Una commedia di purissima stoffa inglese in zona Full Monty o Grazie, signora Thatcher. Per carità, non fatevi fuorviare dallo spiritoso titolo, volutamente malizioso. We Want Sex è soltanto una parte dello striscione inalberato dalle tenaci protagoniste: gli manca la quarta parola, Equality, piegata dal vento. [...] Vai alla recensione »
We Want Sex cioè come raccontare lotte operaie e per i diritti all'eguaglianza, stessa paga a uomini e donne perché sono come i colleghi maschi, in chiave di commedia a orchestrazione perfetta, sensibilità, umorismo, commozione, risata e paradosso mescolati senza sbagliare un singolo «ingrediente», un cast magnifico e un ritmo trascinante. Gran Bretagna, 1968.
Spigliato e divertente, «We Want Sex» onora il filone ormai storico della commedia proletaria all'inglese. Oggi che non è più possibile prendersela sempre e comunque con la Thatcher, il tono rischia un po' di sconfinare nel ridanciano-ammiccante, ma il regista Nigel Cole ha il senso del limite e riesce a preservare il versante puro & duro del racconto nella gradevolezza dello spettacolo per tutti. Vai alla recensione »
We Want Sex è una deliziosa commedia realizzata sul modello di quel cinema inglese capace di coniugare con leggerezza umorismo e impegno sociale: pensiamo a Ken Loach e, soprattutto, a Mike Leigh. Alla base un fatto vero avvenuto nel fatidico 1968: quando le 187 operaie dell'officina Ford di Dagenham osarono sfidare il colosso americano, i sindacati, il primo ministro laburista Wilson e il malcontento [...] Vai alla recensione »
Sembrava lotta di classe, invece era guerra dei sessi. Proprio così, solo che quella volta non si combatteva in casa ma in fabbrica (che poi era "la" fabbrica: la Ford). E a battersi per ottenere pari diritti e compenso era un pugno di operaie giovani, agguerrite, incredibilmente unite. Ma soprattutto abbastanza inesperte da infischiarsene della politica e di stratege sindacali.
Lavoro, lavoro, lavoro. Da Il responsabile delle risorse umane, in cui la faccia dolente e insofferente di Mark Ivanir diretto da Eran Riklis accompagna da Israele alla Bielorussa, in un viaggio scalcagnato per tutta l'Europa dell'Est, il cadavere di un'immigrata, fino alla straordinaria Sally Hawkins, che ci racconta in We Want Sex il '68 secondo Nigel Cole: in una fabbrica della Ford, dove 187 operaie [...] Vai alla recensione »
Commedia operaia imperniata su un episodio autentico del ' 68. Fondamentale, ma assai meno noto del maggio francese. Nella fabbrica Ford di Dagenham, Essex, 187 operaie "non qualificate" entrano in sciopero per ottenere parità di diritti e di salario con gli uomini. Una loro scritta proclama "we want sex equality"; ma l' ultima parola rimane nascosta, facendo risuonare la rivendicazione come "vogliamo [...] Vai alla recensione »