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Stella, una bambina cresciuta in fretta

La regista e la protagonista presentano Stella a Roma.
di Désirée Colapietro Petrini

Adolescenza francese
Leora Barbara - Scorpione. Interpreta Stella nel film di Sylvie Verheyde Stella.

giovedì 4 dicembre 2008 - Approfondimenti

Adolescenza francese
Non c'era Nanni Moretti in rappresentanza della Sacher Film alla conferenza stampa di Stella, delizioso lungometraggio autobiografico di Sylvie Verheyde, che si è svolta nella saletta dell'Ambasciata francese alla presenza della talentuosa regista e della timida protagonista Léora Barbara. Eppure dal suo entourage fanno sapere che "Nanni ha semplicemente adorato questo film e avrà modo di dirlo alla regista in occasione della proiezione ufficiale".
Per quanto possa evocare alla memoria di alcuni I quattrocento colpi di Francois Truffaut o il più recente Entre les murs di Laurent Cantet, la Verheyde ha negato qualunque tipo di coinvolgimento: "Pur amando Truffaut, non ho pensato in alcun modo ad un rifacimento di quel film. E mi dispiace ammetterlo ma non ho visto quello di Cantet... Questo mio lungometraggio prende semplicemente spunto dalla mia vita. Ho iniziato a scrivere la sceneggiatura quando mio figlio è andato alle medie. Al contrario di me, lui è un bambino diligente, non ha problemi di alcun tipo. Io invece, così come Stella, sono cresciuta in un bar della periferia frequentato dalla classe operaia, vivendo una vita completamente diversa da quella che ho poi trovato sui banchi di scuola. Quel che volevo mettere in evidenza è stato proprio questo. In particolare mi interessava far vedere come, ad un certo punto, la cultura e la letteratura hanno dato una svolta alla sua vita. Perché a me è successo esattamente così". Di qui le letture di Stella: da Balzac a "Un barrage contre le Pacifique" di Marguerite Dumas. "In Francia un'autrice come la Dumas è sempre stata considerata inaccessibile, alla sola portata di una certa élite. Ho voluto rompere questo cliché e dimostrare che anche una bambina può coglierne il senso e aprirsi a un mondo completamente nuovo".

Senza parole
Perché fosse il più fedele e autentico possibile agli anni della sua scuola e ci facesse riflettere sui cambiamenti positivi e negativi di questi ultimi trent'anni, Sylvie Verheyde ha voluto di proposito ambientarlo nel 1977. Siamo dunque sul finire degli anni Settanta. Stella ha undici anni ma, a differenza delle sue coetanee, della bambina ha solo l'aspetto. A volte neanche quello. La vita l'ha portata a crescere in fretta e con un senso di autonomia che fa quasi tenerezza. I suoi amici non sono bambini della sua età ma i clienti affezionati del bar, gli stessi dei suoi genitori, Sergio (Benjamin Biolay) e Rosy (Karole Rocher). È sola e abituata ad esserlo. Poco le importa della scuola e dei risultati. In compenso conosce bene flippers, cocktails, calcio e le canzoni del juke box. La musica, infatti, ha un ruolo rilevante nella sua vita. "All'inizio", ha spiegato la regista, "Stella non ha parole per esprimersi e utilizza quelle delle canzoni. Ho usato letteralmente la musica perché seguisse passo per passo la sua crescita. Il film racconta soprattutto il punto di vista di una ragazzina piena di speranza che vive in ambienti quasi sempre inadeguati: a scuola è la ragazza povera, mentre al Nord (dove va in vacanza) è vista come la parigina ricca. Poco a poco Stella trova il suo posto, quando qualcuno inizia ad ascoltarla: la compagna di banco Gladys (Melissa Rodrigues). Il suo Principe Azzurro invece è Alain Bernard, il personaggio positivo del film", interpretato da Guillaume Depardieu e a proposito del quale ha detto: "Guillaume è mancato quando il film era già finito. È stato un principe azzurro per l'intera troupe, lasciandoci con delle immagini luminose, piene di energia e tenerezza".

La purezza di una debuttante
Della debuttante Léora Barbara, che ben regge l'intero film, la regista ha invece raccontato: "Léora è stata scelta durante la prima settimana di casting. L'avevo vista in video una settimana prima di incontrarla. Sono stata sin da subito convinta fosse la persona giusta perché era diversa. Non giocava a fare l'attrice. È arrivata determinata, fragile e misteriosa. C'è stata tra di noi una grandissima alchimia. Abbiamo provato molto prima delle riprese. Sul set non le dicevo nulla di più perché conservasse la sua spontaneità". "Smessi i panni di Stella, Léora continua ad essere la ragazzina di sempre", ha concluso la mamma, presente in sala tra i giornalisti. E in effetti la giovane attrice, che colpisce per il modo gentile di porsi, non è apparsa diversa da tutte le bambine della sua età soprattutto nei racconti scolastici e nei gusti cinematografici ("le mie attrici preferite sono Angelina Jolie e Scarlett Johansson"). Tornando però ad essere molto più simile a Stella quando, confessando di amare la lettura, ha tirato fuori i nomi di Moliere, Shakespeare e Guy de Montpassant.

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