Il documentario in questione segue i musicisti tutt'ora in Mali che non si arrendono alle violenze degli jihadisti, ed anzi rispondono colpo su colpo con la potenza delle loro canzoni. Espandi ▽
Il documentario in questione segue i musicisti tutt'ora in Mali che non si arrendono alle violenze degli jihadisti, ed anzi rispondono colpo su colpo con la potenza delle loro canzoni. La musica, cuore pulsante della cultura maliana ed imprescindibile forma di comunicazione, scompare dal giorno alla notte in una vasta regione del Mali settentrionale. È il 2012, i gruppi estremisti islamici invadono e prendono il controllo di una regione del Paese africano, vasta quanto il Regno Unito e la Francia messi insieme. Viene istituita la legge della sharia e con essa sono vietate tutte le forme di musica: le stazioni radio distrutte, gli strumenti bruciati ed ogni musicista torturato, a volte anche ucciso. Nottetempo, vere e proprie icone della musica nazionale passano dalla fama alla latitanza, all'esilio. Ma piuttosto che abbandonare i loro strumenti, alcuni musicisti intraprendono una battaglia, ancora oggi lontana dalla sua conclusione, per il loro patrimonio culturale e la loro identità: come arma hanno la musica, come scudo il senso di appartenenza di un intero popolo... Contro la violenza che sta sconquassando il Mali. Con un pezzo appositamente commissionato da Nick Zinner ("Yeah Yeah Yeah") e una colonna sonora con alcuni degli artisti maliani più rappresentativi, il film presenta alcuni dei musicisti ancora attivi in Mali, tra cui Fadimata "Disco" Walet Oumar, la superstar Amkoullel, Moussa Sidi e la band Songhay Blues.