Nell'epoca fascista il papà di Emilio cattura un principe africano. Agli occhi del bambino sembra una grande avventura. Espandi ▽
Italia, 1936. Emilio è un bambino fantasioso, con la passione per Sandokan. Un giorno crede di vederlo davvero, quando suo padre, Podestà fascista, cattura e rinchiude in una voliera nel giardino di casa sua il principe africano Abraham Imirrù. Una fiaba contro fascismo e xenofobia, che sostituisce alla denuncia un tono morbido e fiabesco. L’impostazione di commedia favolistica affievolisce e veicola in modo non polemico la denuncia, che resta tra le righe in tutta la narrazione sul rapporto con l’alterità e la (presunta, apparente) diversità. Non esente da diversi difetti, il film ha il grande e indiscutibile pregio di raccontare con un tono lieve un enorme problema universale e contemporaneo: la xenofobia. È un film profondamente politico, nella sua forma teneramente inoffensiva e metaforica. Anche solo per questo Ho visto un re merita di essere visto, discusso, apprezzato. Recensione ❯
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Un esordio in cui si respira una certa originalità e freschezza. Un buon talento registico pronto ad affermarsi. Drammatico, Italia2024. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una giovane artista riesce a interfacciarsi con la sua cantante preferita. Tra le due scatterà una grande sintonia. Espandi ▽
Arriva un momento nella vita di tutti, tra la giovinezza e l'età adulta, in cui bisogna
cominciare a capire cosa fare, e quale sia il posto che si vuole occupare nel mondo. Caterina
ha vent'anni e potrebbe averlo scoperto. Vuole fare la musicista, ma è paralizzata dalla paura
e dall'insicurezza. Un'estate le accade qualcosa di incredibile: incontra il suo idolo, la cantante
francese Mia, e la conosce. È l'inizio di un rapporto complesso che accompagnerà Caterina
negli anni e le permetterà finalmente di tornare a casa. Quasi Recensione ❯
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Il terzo capitolo della saga è ambientato in Perù: l'orsacchiotto Paddington si mette in viaggio per andare a trovare la zia Lucy. Espandi ▽
Judy e Jonathan sono cresciuti e stanno per lasciare il nido. I tempi in cui la famiglia Brown si stringeva tutta quanta sul divano della casa di Windsor Gardens sono finiti, e la signora Brown sembra soffrirne più di tutti. L'occasione di trascorrere un po' di tempo insieme si presenta, inattesa, quando l'orso Paddington riceve via lettera la notizia che la sua amata zia Lucy, ospite di una casa di riposo per orsi in Perù, sembra non godere di buona salute: si è chiusa in se stessa e non fa che nominare il suo nipotino lontano.
La famiglia Brown al completo (Signora Bird compresa) si mette allora in viaggio per il Sudamerica, pronta all'avventura, e l'avventura non si farà attendere.
Per quanto lontana dal vivace melting pot di Notting Hill, infatti, e per quanto portatrice di molti tratti di regressione rispetto alla felicità di scrittura dei capitoli precedenti, l'origin story di Paddington ci trascina sempre più rapidamente al suo interno, tra arance succose, travestimenti carnevaleschi, suore farlocche e irresistibili orsetti senza cappotto. E alla fine anche la crisi di identità della famiglia Brown troverà la sua risposta. Recensione ❯
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Un ex detective della omicidi (Russell Crowe) affetto da perdita di memoria è costretto a risolvere un brutale omicidio, solo per scoprire agghiaccianti segreti del suo passato dimenticato. Recensione ❯
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Un film che ama sorprendere, dove il peso dell'esistenza si fonde con la tenerezza. Commedia, Italia2024. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un romanzo di formazione per sognatori. Un narratore muto, una realista rivoluzionaria e un irriducibile sognatore dentro una Milano carezzata dalla nebbia, romantica e complessa, nascosta e irresistibile Espandi ▽
Gollum (così lo chiamano i bulli) non sa parlare e si esprime sprayando sui muri. Un giorno incontra Frank che invece con le parole è abile tanto da poter vendere compiti di italiano e non solo. Quando compare Nina, sedici anni, e già una figlia con il malavitoso "Il Duce", la vita cambia per tutti e tre.
Paola Randi ci propone una Milano inedita e personale tracciando un percorso in cui una realtà trasfigurata e il peso dell'esistenza si fondono con la tenerezza.
Un film che ama sorprendere quello di Randi che però non utilizza mai la sorpresa fine a sé stessa. A partire dal prologo in cui ci viene descritto in dettaglio un furto di rame da una fabbrica si apre una continua scoperta. Prima si tratta dei pensieri di un narratore che non sa parlare ma riesce ad inserirci in ogni situazione e a descriverci il proprio rapporto con la realtà che lo circonda. Recensione ❯
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Dal crime movie americano al thriller internazionale, un secondo capitolo ricco di malinconia, scetticismo e fatalismo. Azione, Drammatico - USA2024. Durata 144 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Le nuove avventure di Big Nick, agente della squadra speciale anticrimine. Espandi ▽
Sono passati due anni dal colpo alla Federal Reserve quando il gruppo di Merrimen è stato decimato e l'unità Major Crimes dello sceriffo della contea ha subito gravi perdite. "Big Nick" O'Brien è oramai separato, al verde, senza una squadra, ma sente che il furto appena avvenuto all'aeroporto internazionale di Anversa porta la firma di Donnie, il vero ideatore della rapina di Los Angeles nonché l'unico ad essere riuscito a scappare. Arrivato in Europa, Nick presto capisce che ogni cosa converge verso il World Diamond Center di Nizza, dove Donnie ha trovato dei nuovi alleati nella banda internazionale della Pantera e un nuovo impossibile colpo da eseguire.
Il film è il secondo capitolo per la mini-saga prodotta e interpretata dal re degli incassi di gennaio, Gerard Butler. Pantera passa dal crime movie americano al thriller internazionale adombrandosi di malinconia, scetticismo, fatalismo, perdendo il respiro della strada per acquisire uno sguardo globale (confermato dall'annuncio del terzo capitolo e dai piani di Gudegast di girarne altri in Brasile, Africa e Sud-Est Asiatico), asciugando ancora di più motivi e maschere - sono solo uomini duri che complottano per grandi guadagni. Recensione ❯
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Con leggerezza e partecipazione, un'occasione per riflettere sull'importanza della salute mentale e dell'inclusività. Documentario, Italia2024. Durata 79 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il teatro Patologico di Dario D'Ambrosi coinvolge un gruppo di grandi attori italiani per riflettere sulla
malattia mentale. Espandi ▽
Nel Teatro Patologico di Roma il regista e attore Dario D'Ambrosi guida un gruppo di ragazze e ragazzi con disabilità psichiche nel percorso della teatro-terapia. Questa compagnia teatrale, da lui diretta, mette in scena assieme ad attori e attrici di primo piano (Claudio Santamaria, Raoul Bova, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Marco Bocci, Stefania Rocca, Stefano Fresi) alcuni dei disturbi mentali più diffusi in Italia, in una sorta di docufiction che ha lo scopo di sensibilizzare sul tema.
Con leggerezza e partecipazione, il rovesciamento di ruoli tra ragazzi con disturbi psichici e un cast di attori famosi ci ricorda che il tema delle malattie mentali ci riguarda tutti.
Il rischio di scivolare talvolta nella banalizzazione o nella caricatura è dietro l'angolo, ma l'operazione nel complesso regge grazie alla sentita partecipazione del cast e in virtù del nobile messaggio. Un intento reso perlopiù esplicito dalle didascalie che accompagnano gli episodi del film, dalla modalità di uscita in sala, come evento nella settimana della Giornata Mondiale della Salute Mentale (10 ottobre), e dalla beneficenza correlata. Recensione ❯
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Una fiaba indimenticabile, ambientata all'indomani di un generico conflitto, che esplora le verità universali sulla guerra, il trauma, la memoria e la guarigione. Espandi ▽
Da qualche parte nel mondo e alla fine di una guerra mai precisata, un uomo è assediato. Riparato in casa, Manuel Roca nasconde la sua bambina sotto le assi del pavimento e chiede al figlio maggiore di trovare un rifugio sicuro. Ma il destino ha la meglio su di lui e sul suo ragazzo. Nina, scoperta e subito nascosta ai compari dal giovane Tito, è l’unica sopravvissuta al massacro. Anni dopo, una donna matura si presenta da Tito. Come nei suoi debutti, Angelina Jolie rivisita la Storia, attraverso un destino individuale, un racconto edificante messo in scena secondo i codici più standard del genere. Le premesse sono promettenti, la prosa di Baricco, un cast ispirato, il destino fuori norma di una donna e un debutto che mette a ferro e fuoco la vita della protagonista. Poi il film sprofonda in un torpore confidenziale, si allenta fino all’inerzia. L’adattamento di Angelina Jolie è un dramma ‘da caffè’ quasi toccante nella sua naïveté. Nessun colpo di scena, nessuna scossa a scuotere la superficie liscia. Recensione ❯
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Un ragazzo appena uscito dal carcere stringe amicizia con un cane nero. Espandi ▽
Chixia, Cina, 2008. Musicista rock di successo e acrobata da circo sulle motociclette, Lang cade in disgrazia dopo essere stato accusato dell'omicidio del nipote del macellaio Hu. Uscito dal carcere grazie a delle misteriose attenuanti, è nel mirino dei propositi di vendetta di Hu. Rifarsi una vita per Lang è complicato, specie con il padre, gestore di uno zoo, alcolizzato all'ultimo stadio. Gli offre un lavoro Yao, un padrino locale che si occupa della cattura dei cani randagi che stanno invadendo Chixia e, in particolare, di un imprendibile cane nero, che si presume rabbioso.
Tutto o quasi è sopra le righe e studiato in funzione delle conseguenze e dello scopo simbolico; tutto o quasi nasconde una metafora piuttosto semplice da decrittare. Ciò non toglie che la regia di Hu - transitato con nonchalance dal blockbuster propagandistico come 800 eroi a qui, alla maniera di un camaleonte come Zhang Yimou - sappia pigiare i tasti giusti per tenere viva l'attenzione del pubblico.
Nel ruolo del padrino Yao compare il grande regista Jia Zhang-ke, mentre il protagonista Eddie Peng è una star musicale e cinematografica taiwanese, protagonista di molti successi del cinema panasiatico del terzo millennio. Recensione ❯
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Un padre e una figlia investono un unicorno. Si rivolgono a una grande azienda farmaceutica per salvarlo. Espandi ▽
Elliot, dirigente vedovo di un'azienda farmaceutica, si reca con la figlia Ridley nella fastosa tenuta del suo capo, Odell Leopold. Guidando a gran velocità per il grave ritardo accumulato, Elliot finisce per investire un animale che si era fermato in mezzo alla strada: solo che non si tratta di un animale qualsiasi, ma di un unicorno. Quando la famiglia Leopold comprende che il sangue degli animali magici ha delle proprietà curative, pensa di sfruttare la scoperta a scopo commerciale. Nessuno però ha fatto i conti con l'ira di mamma e papà unicorno, assetati di vendetta.
Sull'avvenimento principale attorno a cui ruota il debutto di Alex Scharfman il titolo lascia pochi dubbi, forse consapevole che l'effetto sorpresa sia garantito in ogni caso dall'estrema singolarità del soggetto. Il film non è una commedia né un horror, bensì un ibrido dei due generi, di quelli cari alle produzioni A24.
Gli effetti cgi, discutibili ma volutamente camp, non aiutano ad alzare il livello di coinvolgimento, che si limita all'apprezzamento per un casting pregevole - Ortega sempre più goth queen, Poulter che riprende il ruolo di spregevole cafoncello di Midsommar (benedice Ari Aster tra i produttori) - seppur parzialmente sprecato. Recensione ❯
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Un racconto serratissimo. Uno sguardo dall'altra parte dello schermo dell'attentato delle Olimpiadi del 1972. Drammatico, Germania2024. Durata 91 Minuti.
Il racconto della copertura mediatica in diretta degli eventi che videro gli atleti israeliani presi in ostaggio durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972. Espandi ▽
Il 5 settembre 1972, durante le Olimpiadi di Monaco, un commando di militanti palestinesi assalta gli appartamenti della delegazione israeliana uccidendo due persone e prendendone in ostaggio nove. La tv americana ABC si ritrova a raccontare la tragedia in diretta. Un film televisivo sul potere della televisione che osserva la storia dalla cabina di regia, sancendo l’unione tra testimonianza, giornalismo e spettacolo. Gli studi della ABC diventano una trincea e il racconto si fa serratissimo, con l’unico difetto di lavorare fin troppo di ellissi nei tempi narrativi (e ovviamente il pregio di avere interpreti straordinari: John Magaro, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Leonie Benesch). Per il resto, il racconto riesce a dare di ogni personaggio un ritratto rapido ed esauriente, come nella migliore tradizione del cinema televisivo americano, riprendendo i tipici passaggi del genere giornalistico e mostrando implicitamente come la tv ha finito per condizionare la nostra percezione del reale, un po’ per dovere di cronaca e un po’ per compiacere gli sponsor. Recensione ❯
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Un'altra gloriosa pagina dello sport italiano degli anni '70. Espandi ▽
"C'è la neve nei miei ricordi". Giovanni Veronesi, sciatore mancato, è un grande appassionato di questo sport. Con l'aiuto del giornalista e scrittore Lorenzo Fabiano, ripercorre la storia delle più importanti tappe dell'epoca d'oro dello sci alpino negli anni '70 andando a intervistare direttamente, tra gli altri, alcuni dei suoi protagonisti come Gustav Thöni, Piero Gros, Paolo De Chiesa o l'allenatore Oreste Peccedi recentemente scomparso a cui il film è dedicato. Racconta inoltre i trionfali Giochi Olimpici del 1976 a Innsbruck, la rivalità tra Thöni e lo svedese Ingemar Stenmark ma anche i momenti bui e il declino che ha attraversato la squadra azzurra dopo i successi e che ha comunque contribuito a far diventare lo sci uno sport di massa e non più d'élite. Recensione ❯
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Un film d'azione ed epico dedicato all'abile arciere Guglielmo Tell. Espandi ▽
Anno Domini 1307: sui monti e nelle valli elvetiche si sta allungando il dominio degli Asburgo. Tramite i balivi gli austriaci impongono tasse e gestiscono l'ordine, con sempre maggiore malcontento da parte della popolazione locale. Un giorno, un contadino uccide un emissario del re venendo poi inseguito dal crudele vassallo Gessler, a cui Alberto I ha dato ordine di reprimere l'infedeltà degli elvetici. Ad ergersi contro di lui e contro il nemico invasore è Guglielmo Tell, arciere e balestriere che ha combattuto nelle Crociate.
Dall'impressionante paesaggio alpino alle cruente sequenze di battaglia, passando per i barocchi intrighi di corte e le storie d'amore regali, il Guglielmo Tell di Hamm tenta di recuperare un senso dello spettacolo genuinamente e squisitamente anni '90.
Il film di Hamm, qui sia regista che sceneggiatore, si offre quindi come una sorta di prodotto-prototipo senza spigolature che possono ferire ma con richiami capaci di sedurre, grazie anche ad una confezione di tutto rispetto. Recensione ❯
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L'eccezionale possibilità di visitare, grazie al cinema, la mostra della National Gallery di Londra che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo. Espandi ▽
Quante storie sono state narrate sulla figura e sulle opere di Vincent Van Gogh (1853-1890) sin dalla sua morte? Il pittore olandese, grazie al suo stile innovativo di una pittura dai gesti e tratti veloci e da un uso del colore che non si erano mai visto prima, ha destato gli interessi di professionisti del settore e di appassionati tanto da creare una mitologia che, ancora oggi, è vivida e viene raccontata da occhi sempre più esperti.
Trovare storie nuove sullo stesso personaggio non è un fattore semplice, ma con Van Gogh il risultato è spesso ottimale. In Van Gogh - Poeti e amanti il regista David Bickerstaff elabora un racconto delicato, partendo da alcune tematiche specifiche dell'opera pittorica di Van Gogh e focalizzandosi in particolare sul suo periodo legato al sud della Francia, quando il pittore si trasferì ad Arles e poi a Saint-Rémy. Risale al 21 febbraio del 1888 la prima lettera al fratello Theo, in cui Vincent descrive le bellezze e la luce della nuova regione in cui si trasferì per dipingere cercando la giusta serenità e un proficuo equilibrio. Due sensazioni a cui l'artista cercherà di ambire attraverso una lotta con sé stesso e il suo animo tormentato e la sua ossessione per la pittura. Recensione ❯
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Si narra di un'antica e malefica creatura che si nasconde nell'oscurità, nutrendosi delle paure dei bambini e trascinandoli via per sempre. Espandi ▽
Il quarantenne Patrick, costretto per questioni economiche a tornare nella casa di famiglia e ad affiancare il fratello nella gestione dell'azienda avuta in eredità dal padre, si ritrova braccato dalla misteriosa e malefica creatura che ha terrorizzato la sua infanzia. Si tratta del "bagman" che si alimenta delle paure dei bambini e degli adolescenti che rapisce, uccide e poi meticolosamente rinchiude nella sua sacca, ed è tornato per perseguitare il bambino di Patrick. Per sconfiggerlo l'uomo dovrà affrontare il suo passato e rivivere il trauma nel suo presente.
Bagman dà letteralmente corpo alle paure di bambini e adolescenti (o degli adulti psicologicamente rimasti tali, come Patrick), lasciando resti tangibili del suo passaggio e costringendo il protagonista (interpretato dal poco espressivo Sam Claflin) a un ritorno al passato tanto fisico quanto mentale (e pure narrativo, con un uso estensivo del flashback).
La sola cosa che di norma un film di genere è chiamato a fare è trovare una formula nuova per ribadire dell'ovvio - e ciò che Bagman fa, a parte giocare con l'assonanza fra il titolo e il boogieman, cioè l'uomo nero, è inventarsi la faccenda della borsa come strumento dell'orrore. Recensione ❯
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