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Rotterdam Film Festival, ritorna il grande evento alla scoperta del cinema underground

Dopo le complicate edizioni degli scorsi anni, l’IFFR torna a pieno regime proponendo per questa edizione un grande programma che non dimentica l’Italia. Dal 25 gennaio al 5 febbraio.
di Tommaso Tocci

mercoledì 25 gennaio 2023 - Festival

Sono stati anni difficili per il Rotterdam Film Festival, che a causa della pandemia e di un paio di edizioni esclusivamente su piattaforma online ha dovuto tagliare parte del personale e delle risorse. Nel 2023, il tradizionale appuntamento di inizio anno in terra d’Olanda (giunto alla cinquantaduesima edizione) torna alla riscossa con un programma leggermente ridotto ma comunque di grande profondità, alla scoperta del cinema sperimentale e underground da tutto il mondo, che andrà in scena dal 25 gennaio al 5 febbraio.

Nell'ambito di una selezione veramente globale, sono presenti anche film nostrani, tutti raggruppati nella sezione di recente costruzione Harbour, che richiama l’identità portuale di Rotterdam. Il primo porta la firma intrigante di Lyda Patitucci, che viene dalla factory di Groenlandia come regista di seconda unità per titoli che vanno dalla saga Smetto quando voglio a Il primo re (guarda la video recensione) e Veloce come il vento (guarda la video recensione). Il suo esordio da regista vera e propria si chiama Come pecore in mezzo ai lupi e si tuffa nei codici del genere con un thriller che vede protagonista Isabella Ragonese nei panni di una poliziotta sotto copertura.
 

Alien Food di Giorgio Cugno sarà un’opera seconda (dopo Vacuum, molto ben accolto nel circuito festivaliero) in cui il regista-attore interpreta il protagonista Alberto, affetto da disturbo bipolare e affidato a una nuova famiglia. Conoscerà la dodicenne Vicky che lo aiuterà nel difficile percorso di gestione della malattia. E poi I morti rimangono con la bocca aperta, opera di Fabrizio Ferraro già passata al festival di Roma e incentrata sulla storia di quattro partigiani sulle nevi degli Appennini nel 1944, e del loro incontro con una ragazza che alcuni considerano una spia.

Rotterdam è da sempre terra di scoperta, palcoscenico per il cinema del domani, ma non dimentica con la sezione Limelight una selezione del meglio dell’annata. È così che a IFFR passeranno anche titoli italiani già apprezzati come La stranezza di Roberto Andò e Nostalgia di Mario Martone, che andranno a far compagnia alle cose migliori viste nel 2022: da Aftersun a Saint Omer, da Godland a No bears di Panahi.

Altro nome celebre è Steve McQueen, che torna alle sue radici di video-artista con un’installazione commissionata ad hoc dal festival in occasione del suo cinquantesimo anniversario, e che sarà presente per un evento con il pubblico.

Per quanto riguarda il concorso, la Tiger Competition cerca ancora una volta l’innovazione e il coraggio: ci saranno la contemplazione esistenziale di un meccanico libanese in Thiiird, la storia di un gay bar di Boston in Playland, un documentario camerunense sui bambini in una zona di guerra (Le spectre de Boko Haram). Dall’Ucraina, La palisiada ripercorre la storia del paese racchiusa tra due colpi d’arma da fuoco, Diego Llorente racconta gli amori estivi di Marta in Notas sobre un verano, mentre Mannvirki dell’islandese Gústav Geir Bollason si spinge ai confini della sperimentazione cine-saggistica. Infine un’altra presenza italiana in Geology of Separation, che Mauro Mazzocchi co-dirige assieme a Yosr Gasmi e che traccia la storia di un profugo della Libia in attesa che l’Italia lo accolga dopo aver richiesto asilo.
 


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