Titolo originale | Vacuum |
Anno | 2012 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Regia di | Giorgio Cugno |
Attori | Simonetta Ainardi, Giorgio Cugno, Stefano Gorno, Loris Marcolongo, Marianna Musacchio . |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 20 giugno 2014
Il regista Giorgio Cugno racconta la storia di una donna e della sua lotta per uscire dalla depressione post-partum.
CONSIGLIATO SÌ
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Torino. Arianna e Milo sono una giovane coppia come tante. La nascita di Mattia porta loro gioia ma anche qualche problema. Milo è operaio in una fabbrica fuori città e torna a casa ogni due settimane. Arianna lavora, sottopagata, in un'impresa di pulizie ed è costretta a lasciare il bambino tutto il giorno dai nonni paterni. Anche la vita sociale della coppia si è praticamente dissolta. Arianna ha un buon rapporto con Mattia ma sente crescere attorno a sé il vuoto. Un giorno però accade un fatto che muta il corso degli eventi.
Ci sono recensioni che debbono auto mutilarsi in favore del lettore evitando di impostare l'analisi su un evento determinante che però non va rivelato in anticipo per non togliere a chi vedrà il film la sorpresa che ne consegue. È ciò che accade in questa occasione. Lo spettatore meno avvezzo a un cinema che non sia 'narrativo' nel senso più corrente del termine rischia di valutare come piattamente documentaristica la prima ora di proiezione. Potrebbero venire in mente quelli che Alfred Hitchcock chiamava 'kitchen sink movies', i film del lavandino della cucina. Opere cioè che riproducevano la monotonia della vita quotidiana che lo spettatore voleva invece proprio dimenticare grazie al cinema. Non è così per Vacuum: Il rapporto che Arianna ha con il suo bambino viene seguito da una macchina da presa che ne scruta le reazioni che non sono mai negative nei confronti del neonato. È nel suo sguardo, nelle sue espressioni, nella ripetitività dell'uso del tiralatte che si legge una progressiva perdita d'interesse per quanto la circonda. Perché non si sente abbastanza sostenuta da un compagno che, secondo lei, è superficiale e da dei suoceri che l'aiutano ma sembrano non condividere i dubbi inespressi che persone più sensibili potrebbero cogliere. Ci sono un 'prima' (temporalmente ampio) e un 'dopo' in questo film ed entrambi depongono a favore dello sguardo di Giorgio Cugno (che ha anche il ruolo di Milo) il quale mostra di saper scavare nell'animo femminile, nei suoi momenti di forza ma anche in quelli di fragilità, con una sensibilità che è propria di un ristretto numero di registi maschi.